Sony A7 III: test

La A7 III è una fotocamera presentata da Sony ormai tre anni fa e di cui si fanno sempre più certe e insistenti le voci di una sua sostituzione con un nuovo modello. Le sue caratteristiche però sono ancora molto attuali e regge pienamente il confronto con le alternative concorrenti più recenti, superandole anche in qualche caso.
Il suo aspetto è quello consueto delle fotocamere della serie A7, immutato tranne alcuni piccoli dettagli anche nei modelli successivi. E’ dotata di un sensore fullframe BSI-CMOS retroilluminato e senza filtro antialias da 24 Mpx, un elaboratore d’immagine Bionz X, di un mirino di media qualità e dell’autofocus a rilevamento di fase analogo a quello delle A9 e A9 II.

Le A7 hanno suscitato grande interesse presso tutti coloro che sono interessati alla qualità d’immagine fornita dalle reflex fullframe, ma che sono preoccupati per le dimensioni e peso di queste fotocamere. Le A7 in realtà hanno un corpo molto compatto e leggero, analogo come dimensioni a quello delle mirrorless APS o Micro 4/3.
Alle dimensioni ridotte dei corpi macchina però non corrisponde necessariamente una dimensione ridotta degli obiettivi che, dovendo coprire il formato fullframe, sono per forza di cose in molti casi più grandi e pesanti, a parità di focale equivalente e luminosità, di quelli delle fotocamere con sensore più piccolo. C’è da considerare però che le fotocamere con sensore più piccolo devono usare obiettivi con luminosità maggiore per poter avere la stessa qualità d’immagine e la stessa profondità di campo di una fullframe. In pratica per avere gli stessi risultati ottenibili, ad esempio, su una fullframe con un 24-70/4,0 su una APS si deve usare un 16-50/2,8 e su una M43 un 12-35/2,0 se questo fosse disponibile. Ciò compensa in parte il maggior peso e le maggiori dimensioni degli obiettivi per fullframe, anche se per ottenere il massimo della qualità è sempre preferibile usare gli obiettivi della massima luminosità.
L’innesto obiettivi è il Sony E, lo stesso delle mirrorless APS, ma gli obiettivi per fullframe sono denominati FE.
Le A7 comunque possono anche montare con appositi adattatori gli obiettivi con innesto A destinanti alle reflex fullframe di Sony mantenendo l’autofocus e di altre marche con appositi anelli adattatori.

Le principali caratteristiche dell’A7 III sono:

– sensore BSI-CMOS ExmorR retroilluminato di formato fullframe (36×24 mm) con 24 Mpx e senza filtro antialias
– processore d’immagine Bionz X
– corpo totalmente in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua
– innesto obiettivi Sony E (gli obiettivi fullframe sono però contraddistinti dalla sigla FE)
– mirino elettronico OLED con 2,36 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,78x
– schermo da 3″ e 921.000 pixel basculabile in alto e in basso
– stabilizzazione sul sensore a “5 assi” per foto e video
– autofocus ibrido con 693 punti AF a rilevamento di fase e 425 a rilevamento di contrasto selezionabili automaticamente o manualmente
– modalità di esposizione completamente automatica, Program, a priorità e manuale
– sensibilità automatica o manuale da 100 a 51200 ISO espandibile a 50 e 204800
– otturatore meccanico e elettronico con tempi da 30 secondi ad 1/8000
– slitta per flash esterno (la A7 III non dispone di flash integrato)
– ripresa video 4K QFHD a 3840×2160 pixel 30/25/24p, e Full HD 1920×1080 pixel 120/60/50p in formato MP4 o AVCHD con codec XAVC S e audio stereo
– uscita video HDMI
– ingresso per microfono esterno e cuffia
– velocità di raffica 10 fg/s, 8 con live view
– connessione Wi-Fi e NFC
– sistema di pulizia del sensore a vibrazione ultra sonica
– doppio alloggiamento per schede SD/SDHC/SDXC, UHS II nell’alloggiamento 1
– batteria agli ioni di litio NP-FZ100 per 710 scatti
– dimensioni 127x96x74 mm
– peso 650 grammi

La Sony A7 III costa 1.950 € solo corpo, 2.150 € con il 28-70/3,5-5,6 OSS e 2.970 € con il G 24-105/4,0 OSS. Lo zoom GM 24-70 mm f/2,8 in prova costa 2.500 €.

Descrizione e uso

La A7 III come detto è una fotocamera molto compatta. Confrontandola con altre mirrorless fullframe con un numero di pixel analogo, come la Nikon Z6 e la Panasonic S5, si vede che la Sony è leggermente più piccola, anche con obiettivi di focale simile e che mantengono tutte dimensioni abbastanza maneggevoli, mentre che montando su queste fotocamere zoom luminosi, tipo i 24-70/2,8, disponibili per tutte, l’insieme è sempre molto squilibrato, per dimensioni e peso, verso l’obiettivo.

Sony A7 III – Nikon Z6

Sony A7 III – Panasonic Lumix S5

La A7 III differisce poco dagli altri modelli della serie già provati.
Il corpo ha un’estetica piacevole con spigoli vivi tranne nell’impugnatura che è arrotondata. L’aspetto è comunque quello di una reflex e solo lo spessore più ridotto fa capire che non si tratta di una piccola reflex APS. Il mirino quindi, pur essendo elettronico, sporge al centro sopra il corpo macchina. Questo è costruito totalmente in lega di magnesio, protetto da polvere ed acqua. L’impugnatura e la parte destra posteriore dove sono i comandi è rivestita di materiale morbido zigrinato antiscivolo. Lo schermo pur essendo orientabile in alto e in basso non sporge quasi per niente dalla parte posteriore. Si può ribaltare in alto fino a 90° e in basso fino a 45°, ma non in avanti.
La A7 III è venduta solo corpo o in alternativa con lo zoom 28-70/3,5-5,6 OSS o col più pregiato G 24-105/4,0 OSS. L’obiettivo con cui l’ho provata, il GM 24-70 mm f/2,8, ha dimensioni in proporzione molto meno contenute di quelle del corpo macchina, anche se non eccessive per l’escursione focale e luminosità.

Inizio la descrizione dal frontale:

Sulla sinistra dell’innesto obiettivi (guardando la fotocamera frontalmente) si vede il pulsante di sblocco dell’obiettivo e più in alto l’illuminatore a led di ausilio per l’autofocus che funziona anche come segnalatore dell’autoscatto. Sull’impugnatura la ghiera di comando anteriore con sotto il ricevitore per il telecomando.

Sulla calotta superiore si vedono al centro la sporgenza del mirino con la slitta porta accessori per un flash esterno.

A destra la manopola delle modalità di funzionamento: P Program, A priorità dei diaframmi, S priorità ei tempi, M manuale, 1 e 2 per il richiamo di impostazioni personalizzate, filmato, Slow & Quick motion, Scene e Auto. Più a destra due pulsanti personalizzabili, C1 e C2 che per impostazione predefinita servono a impostare C1 il bilanciamento del bianco e C2 l’area di messa a fuoco, con dietro la ghiera di compensazione dell’esposizione.

Davanti sull’impugnatura il pulsante di scatto, con coassiale l’interruttore di accensione, nella posizione più pratica per la rapidità di funzionamento.

Nella parte posteriore tutti i comandi sono concentrati in alto e sulla destra.

In alto a sinistra c’è un pulsante C3 personalizzabile che per impostazione predefinita serve per la scelta delle modalità di messa a fuoco: singola, automatica, continua, con correzione manuale e manuale. Poi c’è il pulsante per il richiamo dei menu.

Al centro si vede il grande oculare del mirino con sopra il sensore per la commutazione automatica fra schermo e mirino. Alla sua destra il pulsante rosso per le riprese video.

Proseguendo verso destra c’è il pulsante AF-ON per attivare la messa a fuoco indipendentemente dal pulsante di scatto e poi quello per il blocco dell’esposizione. Sopra questi la ghiera di comando posteriore. Scendendo verso il basso si vede il joystick che serve sia per spostare la zona o il punto AF, sia per navigare nei menu e nei pannelli di comando. Poi un pulsante Fn personalizzabile che per impostazione predefinita richiama il menu rapido.

Segue una ghiera di comando che funziona anche come pad a quattro vie premendola in alto o in basso, a sinistra o a destra. Dall’alto in senso orario comanda, in collaborazione con il joystick o una delle ghiere, anteriore o posteriore, in alto le informazioni visibili nello schermo e nel mirino, a destra l’impostazione della sensibilità ISO, verso il basso nulla (ma è una posizione personalizzabile), e infine a sinistra le modalità di scatto, raffica, bracketing e autoscatto. Sotto infine il pulsante per la revisione delle foto e quello per la loro cancellazione che in modalità scatto è anche un pulsante C4 personalizzabile che come impostazione predefinita serve ad attivare il funzionamento tattile dello schermo.

Sul lato destro si vede l’alloggiamento per le 2 due schede di memoria, di cui la N° 1 anche per SD UHS II, protetto da uno sportellino.

Sul lato sinistro ci sono le prese USB e HDMI e quelle per cuffia e microfono ricoperte da due sportellini e quella per l’alimentazione esterna.

Nella parte inferiore troviamo l’innesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivo e uno sportello che protegge l’alloggiamento della batteria ricaricabile agli ioni di litio.

In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:

– batteria ricaricabile FZ100
– caricabatteria con cavo da collegare direttamente all’ingresso USB della fotocamera
– un cavo USB
– la cinghia a tracolla
– il coperchio per l’innesto obiettivi, e quello per la slitta accessori
– il manuale di istruzioni plurilingue

Come accessori sono disponibili:

– impugnatura verticale portabatteria
– telecomandi e comandi via cavo
– numerosi flash Sony dedicati
– due adattatori per obiettivi Alpha LA-EA3 che mantiene l’autofocus solo con gli obiettivi SAM/SSM e LA-EA4 dotato di un autofocus interno che la mantiene l’autofocus con tutti gli obiettivi Alpha.

Il manuale completo è scaricabile dal sito Sony Italia, così come il software Sony Edge Viewer, Edit e Remote per visualizzare le foto, convertire i raw e controllare la fotocamera da PC.
Inoltre è disponibile il software CaptureOne Express (for Sony) per la conversione dei raw e per la gestione dell’archivio fotografico scaricabile gratuitamente dal sito CaptureOne.

Modalità di funzionamento

Schermate

Menu rapidi

Menu

Uso in pratica

Corpo

E’ realizzato in lega di magnesio e protetto da acqua e polvere. Le linee sono squadrate tranne che per l’impugnatura che, seppure non troppo pronunciata, consente di tenere la fotocamera in modo comodo e stabile.
Con lo zoom 24-70 l’insieme macchina-obiettivo ha un aspetto abbastanza importante, soprattutto per la sproporzione fra le dimensioni contenute del corpo e quelle abbondanti dell’obiettivo. Il peso non è eccessivo, circa 1500 grammi, considerata la focale e la luminosità dell’obiettivo, e l’insieme si trasporta abbastanza agevolmente anche se è opportuno usare una borsa apposita.
Sia il corpo che l’obiettivo presentano un elevato livello di costruzione e finitura.

Comandi

I comandi sono ottimi, pratici e completi e tutto può essere regolato con l’occhio al mirino. Ci sono pulsanti per tutte le funzioni più importanti: sensibilità ISO, compensazione dell’esposizione, bilanciamento del bianco, modalità autofocus, zone e punti di messa a fuoco, rilevamento dei volti e degli occhi, formato foto e modalità di scatto. Le possibilità di personalizzazione disponibili poi consentono di configurare la macchina nel modo in cui si preferisce. Con le due ghiere si possono regolare tempi e diaframmi o attuare il program shift. Il joystick consente di spostare i punti e le aree AF, oltre che di navigare nei menu e nei pannelli di comando. Moltissime impostazioni possono essere regolate rapidamente tramite il menu rapido anche da mirino.

Menu

I menu sono molto estesi e un po’ dispersivi. Possono essere navigati con il joystick, con le ghiere di comando e con i tasti del pad. Consentono di personalizzare nei minimi dettagli ogni aspetto del funzionamento della fotocamera. Per fortuna dopo avere effettuato le impostazioni iniziali non è necessario entrarvi quasi mai. Per le impostazioni più usate è possibile creare un proprio menu personalizzato.

Mirino

E’ buono, con una risoluzione di 2,36 Mpx da considerare ormai il minimo accettabile. Nonostante questo consente una buona visione sufficientemente dettagliata. La sua copertura è del 100 % con un ingrandimento reale di 0,78x. E’ luminoso (la luminosità è regolabile) e non presenta scie o perdite di nitidezza se si muove velocemente l’inquadratura.
Nella visualizzazione si può richiedere che siano applicate le regolazioni di esposizione, bilanciamento del bianco e profili colore. Consente inoltre un’ottima verifica della profondità di campo e una facile messa a fuoco manuale.

Schermo

Lo schermo da 3″ con 921.000 pixel ha una buona nitidezza. E’ orientabile in alto e in basso, utile su treppiede o se si vuole fotografare senza farlo vedere, e sensibile al tocco, con la possibilità di disattivare questa funzione rapidamente tramite il pulsante C4, se non personalizzato diversamente. Consente anche di spostare il punto di messa a fuoco spostandolo con un dito anche con l’occhio al mirino, mettere a fuoco e scattare toccandolo, scegliendo se usare tutta la superficie, oppure il lato destro o quello sinistro. E’ abbastanza luminoso e brillante da essere visibile abbastanza bene anche al sole.

Otturatore

La A7 III è dotata di un otturatore meccanico a controllo elettronico con tempi da 30 secondi a 1/8000 che funziona in modo classico con l’apertura della prima tendina per iniziare l’esposizione e la chiusura della seconda, più la posa B. Si può scegliere anche il funzionamento con la prima tendina elettronica per azzerare completamente le vibrazioni allo scatto. La fotocamera può funzionare anche in modo completamente silenzioso attivando l’otturatore solo in modalità elettronica.

Stabilizzazione

La A7 III e’ dotata di stabilizzazione sul sensore a “5 assi”. Della sua efficacia parlerò nella pagina delle prestazioni.

Autofocus

L’autofocus è del tipo ibrido, a rilevamento di fase con 693 punti AF sul sensore che coprono praticamente tutta l’area inquadrata e si aggiungono ai 425 punti AF a rilevamento di contrasto. Questo consente grazie alla elevata velocità di lettura del sensore retroilluminato una messa a fuoco veloce anche per soggetti in movimento ed un efficace inseguimento del soggetto (tracking). Ugualmente l’autofocus è efficace per le riprese video sfruttando il sistema Fast Hybrid AF.
I punti AF sono selezionabili automaticamente se si sceglie l’area ampia. In alternativa si può scegliere la messa a fuoco a zona spostabile nell’inquadratura, solo sull’area centrale, oppure spot su un’area ristretta, spostabile con il joystick in qualunque parte dell’inquadratura, o un’area più espansa della precedente sempre spostabile e infine sempre un’area spot espansa agganciata al soggetto. La messa a fuoco può essere singola AF-S, continua, AF-C, AF-A con scelta automatica fra singolo e continuo e infine manuale. E’ disponibile anche una modalità DMF che consente, dopo la messa a fuoco automatica, di intervenire manualmente in modo assistito. Nella messa a fuoco manuale una parte dell’inquadratura viene ingrandita per agevolarla e si attiva la funzione di evidenziazione dei contorni a fuoco (focus peaking), con possibilità di scegliere il colore; si possono regolare l’ingrandimento e spostare l’area con il joystick. Veramente comodo. Quando c’è poca luce si attiva automaticamente l’illuminatore ausiliario. La sensibilità dall’autofocus arriva a -3 EV.
Sono anche disponibili le funzioni di rilevamento del volto e Eye AF che per le foto di ritratto è in grado di individuare e mettere a fuoco l’occhio più vicino del soggetto e la funzione Lock-on-AF che può individuare un soggetto in movimento e restringere ad esso l’area di messa a fuoco per seguirlo mantenendolo nitido.
Per le prestazioni vedere l’apposita pagina.

Esposizione

L’esposizione può essere totalmente automatica in Auto. In questo caso la fotocamera esegue tutto automaticamente. Per una fotocamera di questa classe però è meglio usare il programma P, eventualmente impostando la sensibilità ISO se non è su Auto premendo e ruotando la ghiera di comando posteriore. La compensazione dell’esposizione può essere modificata con l’apposita ghiera dedicata; le impostazioni del programma possono essere modificate con le ghiere superiori anteriore o posteriore senza variare l’esposizione (Program shift). Le priorità ai tempi o diaframmi si usano regolando il relativo parametro con una delle ghiere superiori. Infine l’esposizione manuale nella quale si regolano i tempi e i diaframmi alternativamente con le due ghiere e gli ISO in manuale, facendo riferimento ad una scala graduata, sullo sullo schermo o nel mirino, che indica l’esposizione corretta e la sovra o sottoesposizione; in questo caso se la sensibilità ISO è su auto questa viene variata per ottenere l’esatta esposizione con il tempo e il diaframma scelto, funzionando come una priorità combinata tempi/diaframmi. La sovra o sottoesposizione in tutte le modalità è indicata sulla ghiera e da una scala graduata a 1/3 di EV fino a +/- 3 EV.
La lettura esposimetrica può essere valutativa, con prevalenza al centro o spot, anche associata al punto AF prescelto.

L’esposizione funziona in modo eccellente e si è dimostrata sempre corretta anche in situazioni difficili e in controluce. Se si attiva anche la compensazione DRO per il recupero delle ombre si possono anche ottenere esposizioni corrette in condizioni estreme di forti contrasti senza dover ricorrere alla correzione del raw. Di notte e in ambienti piuttosto bui invece è preferibile sottoesporre di almeno 2/3 di stop rispetto alla misurazione valutativa, come in quasi tutte le fotocamere, per non avere foto troppo chiare e che non rispecchiano l’atmosfera del soggetto.

Bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco può essere automatico che da quasi sempre buoni risultati, oppure su 10 diversi valori prefissati compreso uno per foto subacquee (si richiede una custodia impermeabile!). E’ possibile anche effettuare e memorizzare tre tarature personalizzate ed effettuare una regolazione in gradi Kelvin.
Una funzione utile è la possibilità di scegliere se preservare il bianco, oppure l’atmosfera o un giusto compromesso.

Sensibilità ISO

La sensibilità può essere regolata, automaticamente o manualmente da 100 a 51200 ISO a passi di 1 stop o di 1/3 di stop e può essere estesa a 50 e 204800 ISO sia per le foto jpeg che per le raw. In modalità ISO Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo con una scala e una sensibilità che possono essere personalizzata da menu e, coadiuvata dallo stabilizzatore sul sensore consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!).

Formato foto

Le foto possono essere salvate in formato 3:2 o 16:9 e in varie dimensioni, L a 24 Mpx, M a 10 Mpx, S a 6 Mpx. In formato APS, quando si usa un obiettivo di questo formato, le dimensioni sono : L 10 Mpx, M 6 Mpx e S 2,6 Mpx. Le foto possono essere salvate in Jpeg con qualità Extra Fine, Fine o Standard, in raw (ARW), compresso senza perdita o non compresso e in raw più jpeg.

Profili colore

Si possono scegliere vari stili per le foto oltre allo standard con la funzione “Stile personale” con la quale si possono selezionare diversi profili: vivace, neutra, trasparente, cupa, chiara, ritratti, paesaggi, tramonto, scena notturna, foglie d’autunno, bianco nero, seppia. Si possono regolare il contrasto, la saturazione e la nitidezza. Naturalmente tutte queste regolazioni valgono per le foto salvate in jpeg, quelle raw devono essere regolate durante la fase di conversione sul pc. Possono essere usati in tutte le modalità di funzionamento.

Flash

La A7 III non dispone di flash integrato, e non ne viene fornito uno esterno. Sulla sporgenza del mirino è disponibile una staffa per flash esterno da scegliere fra quelli Sony o compatibili.
Questa assenza del flash per le fotocamere professionali è giustificata di solito con la necessità di protezione del corpo da acqua e polvere. L’aspetto negativo però è che per avere disponibile un flash di schiarita o per comandare senza fili dei flash esterni è necessario avere, e portarsi dietro, un flash esterno da inserire nella slitta sopra il mirino.

Raffica

Questo è stato uno dei grandi miglioramenti della A7 III rispetto al modello precedente A7 II.
La A7 III dispone di velocità di raffica: H+ a 10 fg/s, senza live view, ma con autofocus continuo, H a 8 fg/s con live view e autofocus continuo, M a 5 fg/s e L a 3 fg/s.
Per le prestazioni vedere la relativa pagina.

Video

La ripresa video consente di riprendere video 4K QFHD a 3840×2160 pixel 30/25p oppure Full HD a 1920×1080 pixel 120p/100p 60p/50p 24p/25p in formato AVCHD o MP4 con codec XAVC S e H264. Sono disponibili i profili immagine S-Log2, S-Log3, e la possibilità di registrare in HLG. Durante la ripresa la messa a fuoco può essere automatica o manuale. La ripresa può essere effettuata in totale automatismo, oppure usando le impostazioni a priorità o manuali. E’ disponibile un’uscita audio per cuffia stereo e un ingresso microfono. Per produzioni con audio professionale è disponibile un adattatore (opzionale) con ingressi XLR. E’ infine disponibile un’uscita HDMI per il segnale non compresso 4:2:2 per la registrazione su un dispositivo esterno. La fotocamera se impostata sulla modalità Super 35, non effettua pixel binning. I video sono salvati in formato XAVC S con campionamento 4.2:0 per il salvataggio sulla scheda a 60-100 Mbps per il 4K e 50 Mbps per il Full HD. E’ possibile anche scattare foto, in formato 4K, mentre si riprende un video. Si può anche registrare contemporaneamente un video 4K e una copia a più bassa qualità Full HD. Per registrare video 4K è però richiesto l’uso di schede SD particolarmente veloci UHS 3 da almeno 95 Mb/s o meglio UHS II.

Connessione

La fotocamera dispone di connettività Wi-Fi e NFC e può essere controllata remotamente da uno smartphone con l’applicazione Play Memories disponibile per iOs e Android. Sono disponibili anche alcune PlayMemories Camera Apps.

Schede di memoria

La A7 III dispone di un doppio alloggiamento per schede SD, di cui il primo è compatibile con le UHS II, la versione più veloce delle schede SD.
Si può scegliere la modalità d’uso delle due schede: sequenziale, backup oppure un tipo di file su una e un altro su un’altra, es raw su 1 e jpeg su 2.

Obiettivi

La A7 III ha l’innesto obiettivi Sony E. Gli obiettivi Sony E sono divisi in due serie: quelli marcati E sono per le fotocamere con sensore APS, mentre quelli FE sono per le fullframe. Naturalmente le fullframe possono montare entrambi i tipi di obiettivi, come le APS, ma nel caso che si monti un obiettivo E su una fulframe l’immagine sarà ritagliata al corrispondente formato APS.
Attualmente il corredo è composto da 51 obiettivi più due moltiplicatori di focale 1,4x e 2x e due convertitori ottici. Gli obiettivi FE sono 35, 18 focali fisse compresi due macro e 17 zoom.
Gli obiettivi sono poi suddivisi in diverse serie: i G Master, quelli con la più alta qualità e luminosità, che comprendono i focale fissa ultraluminosi 24/1,4 1.360 €, 35/1,4 1.700 €, 85/1,4 1.790 €, 100/2,8 STF OSS adatto per ritratti con un piacevole sfuocato e stabilizzato 1.490 €, 135/1,8 2.000 €, 400/2,8 12.000 € che può diventare un 560/4,0 o un 800/5,6 con i moltiplicatori 1,4 e 2x e il 600/4,0 14.000 € che può diventare un 840/5,6 o un 1200/8,0 con i moltiplicatori 1,4 e 2x; fra gli zoom 12-24/2,8 3.200 €, 16-35/2,8 2.250 €, 24-70/2,8 2.150 €, il 70-200/2,8 OSS 2.500 € e il 100-400/4,5-5,6 OSS 2.350 €.
La serie G, composta sempre da obiettivi di alta qualità, comprende 20/1,8 950 € e 90/2,8 Macro OSS 980 € e gli zoom 12-24/4,0 1.680 €, 24-105/4,0 OSS 1.140 €, 70-200/4,0 OSS 1.330 €, 70-300/4,5-5,6 OSS 1.300 €, 28-135/4,0 PZ OSS con zoom motorizzato e adatto per riprese video 2.250 € e l’obiettivo cine C 16-35 T3.1 6.600 €.
Gli obiettivi marcati Zeiss comprendono i focale fissa 35/1,4 1.400 €, 35/2,8 730 €, 50/1,4 1.570 € e 55/1,8 860 € e gli zoom 16-35/4,0 OSS 1,200 € e 24-70/4,0 OSS 750 €.
Infine c’è una serie di obiettivi più economici, ma non per questo meno validi, marcata semplicemente Sony: a focale fissa 28/2,0 380 €, 35/1,8 590 €, 50/1,8 190 €, 50/2,8 Macro 530 €, 85/1,8 560 €, zoom 28-60/4,0-5,6 390 €, 28-70/3,5-5,6 270 € e 24-240/3,5-6,3 870 €.
Il corredo è quindi ampio e adatto a tutte le esigenze.
Oltre a questi sono ormai disponibili numerosi obiettivi autofocus di produttori terzi, in particolare Samyang, Sigma, Tamron, Tokina, Viltrox e Zeiss con offerte di focali fisse e zoom molto interessanti sia per qualità che per prezzo.
Sony fornisce anche, in opzione, un anello di raccordo per obiettivi Alpha, LA-EA4, che mantiene tutti gli automatismi, compreso l’autofocus, ma che costa quasi 400 € in quanto è dotato di uno specchio semiriflettente e di un autofocus autonomo a rilevamento di fase. In questo modo è possibile usare sulla A7 III l’intera gamma di obiettivi Sony A più tutti quelli dei produttori di obiettivi universali. C’è anche un anello LA-EA3 senza motore e autofocus, meno costoso che però può essere usato solo con gli obiettivi SSM dotati di motore di messa a fuoco. Certamente però questi obiettivi saranno un po’ sproporzionati come dimensioni rispetto al corpo macchina della A7 III, ma la soluzione può essere interessante per chi già possiede un corredo Sony o Minolta e vuole riutilizzare i suoi obiettivi anche su questa macchina più compatta.
Inoltre esistono altri anelli adattatori di altri produttori, Comlite, Metabones, Sigma, Viltrox, che consentono di usare obiettivi per reflex mantenendo gli automatismi compresa la messa a fuoco, come ad esempio l’MC11 di Sigma per gli obiettivi con innesto Canon EF.
Per la A7 III sono ovviamente preferibili gli obiettivi della migliore qualità cioè i GM, G e Zeiss, ma anche gli obiettivi della serie più economica a focale fissa possono essere un’ottima alternativa e lo stesso i migliori Sigma, Tamron, Samyang e Zeiss.
Una delle scelte migliori per il primo equipaggiamento è certamente il 24-105/4,0, oppure gli ottimi zoom Tamron molto compatti e non eccessivamente costosi che si armonizzano bene alla A7 III come disegno e dimensioni e i focale fissa f/1,8 sia della serie Sony sia di quella Samyang.

Nella pratica la A7 III si è dimostrata un’ottima fotocamera. Con l’obiettivo in dotazione è necessario portarla in una borsa, ma per quanto l’insieme sia pesante lo è meno sicuramente di una reflex fullframe.
La prontezza di messa a fuoco e di scatto la rendono molto piacevole da usare. Anche l’accensione, coassiale al pulsante di scatto, è immediata e questo consente di essere pronti immediatamente e di scattare al volo. Quando non ci si vuole fare notare è poi possibile usare lo schermo, inclinato verso l’alto, per inquadrare; la fotocamera con il 24-70/2,8 non passa certo inosservata, ma sono riuscito ugualmente a fare foto di strada usandola con lo schermo inclinato mentre la tenevo a tracolla e sfruttando la sua prontezza nel mettere a fuoco. In ogni situazione la A7 III è stata all’altezza, esterni, paesaggi, ritratti, interni scuri, soggetti in movimento, ha sempre prodotto foto corrette, piacevoli e perfettamente a fuoco.

Per tutte le foto di prova ho usato il formato 3:2 nativo del sensore.
Le foto sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 50 a 204800 ISO, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare l’obiettivo, e foto di esempio a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 100 ISO. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con il programma fornito da Sony, CaptureOne.

===> Prestazioni e Conclusione

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3 pensieri riguardo “Sony A7 III: test”

  1. Ciao Francesco, sempre interessantissimi i tuoi test! Ti chiedo gentilmente un chiarimento riguardo la dimensione del sensore che più diminuisce, maggiore deve essere la luminositá dell’obiettivo per qualitá immagine e profonditá uguali. Su ff con f4 e micro 4/3 con f2 i tempi cambiano a parità di iso o sono uguali? Se ho capito bene i tempi dovrebbero essere comunque più bassi con f2 su micro 4/3 rispetto f4 su ff.

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    1. Seba,
      si deve distinguere fra i valori di esposizione, l’apparenza dell’immagine e la sua qualità.
      Per le esposizione non ci sono differenze fra i formati. f/2 è sempre f/2 sia su una compatta con sensore 1/2,3″, su una M43, una APS, una fullframe o una medio formato. Lo stesso vale per la sensibilità ISO e per i tempi di scatto. Quindi a parità di inquadratura l’esposizione è sempre la stessa, indipendentemente dal formato usato.
      Quello che cambia a parità di focale è l’angolo di campo abbracciato, cioè in altri termini l’inquadratura. Facendo un esempio: se con un 50 mm su fullframe avrò una certa inquadratura con una M43, a parità di distanza avrò un’inquadratura molto più piccola, corrispondente a quella che otterrei su fullframe con un 100 mm. Non cambia quindi la focale, ma quanto viene inquadrato. Per ottenere la stessa inquadratura della fullframe con il 50 su M43 dovrò usare un 25 mm.
      Questo ha conseguenze sulla profondità di campo che è funzione della focale usata: più è corta più la profondità di campo, cioè la zona di messa a fuoco davanti e dietro al soggetto è ampia quindi una M43 ha a parità di diaframma, ad esempio f/4, una profondità di campo molto più ampia di una fullframe. In pratica per avere la profondità di campo di una fullframe con f/4 su una M43 dovrei aprire il diaframma a f/2.
      Infine fra i formati c’è una differenza sulla qualità d’immagine, specialmente aumentando la sensibilità ISO, ma questa dipende dalle dimensioni del sensore e non dagli obiettivi. In pratica per due sensori di pari tecnologia si può dire approssimativamente che un sensore fullframe a 6400 ISO ha la stessa qualità, per quanto riguarda il rumore, di uno M43 a 1600. E’ solo un’approssimazione perché poi il risultato reale dipende da molti altri fattori.
      In conclusione l’esposizione non cambia fra i vari formati, ma la qualità d’immagine si.
      Ciao, Francesco

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      1. Grazie mille per la tua disponibilità! Sei stato più che esaustivo, ora ho una visione chiara. Buona serata Francesco, é sempre un piacere seguire i tuoi articoli.

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