Come fotografare un matrimonio

Molti fotoamatori considerati da amici e parenti “esperti” avranno ricevuto qualche volta, o riceveranno, la richiesta di fotografare un matrimonio, o un’altra cerimonia, battesimo, comunione, laurea, conferenze ed altro.
Succede perchè si è considerati bravi fotografi e il richiedente piuttosto che affidarsi ai servizi di un professionista, magari bravo, ma sconosciuto, o in aggiunta a questo, preferisce affidarsi a chi conosce e sa, o spera, che possa garantire buoni risultati. Anche l’aspetto economico gioca a favore di queste richieste.
E’ indubbiamente un attestato di stima, ma mette il fotografo di fronte ad un grosso dilemma: un rifiuto potrebbe sembrare una scortesia, ma accettare è una grossa responsabilità.
Fotografare una cerimonia, in particolare un matrimonio, non è facile! Ci sono un sacco di difficoltà nascoste e non solo di tipo tecnico.
Con questo articolo, che non si rivolge certo ai professionisti, vorrei dare alcune indicazioni per affrontare questo tipo di foto con buone probabilità di successo e ottenere dei risultati che siano in grado di soddisfare il richiedente e di renderlo felice della sua scelta.

Mi riferirò al matrimonio perché è una delle cose più impegnative da fotografare, ma molte delle indicazioni valgono per qualunque altro tipo di cerimonia.
I problemi da affrontare non sono solo tecnici, anzi questi per un fotografo esperto sono forse i minori. Ci sono invece tutta una serie di aspetti logistici, di tempi, di movimento e di attrezzature da affrontare.

La cosa più importante è comunque la documentazione e la pianificazione, come per ogni genere di fotografia.

Una volta accettato il compito infatti è bene innanzitutto documentarsi anticipatamente il più possibile su dove e come si svolgerà la cerimonia. Per prima cosa il luogo, anzi i luoghi, dove si svolgerà. Se il matrimonio è in municipio la parte formale è più semplice, se è in chiesa c’è qualche problema in più. Poi c’è il luogo dove si svolgerà il pranzo, cena o rinfresco e infine è necessario individuare qualche località caratteristica e fotograficamente valida ed interessante in vicinanza di uno di questi dove fare qualche bella foto agli sposi ed agli invitati.
La cosa più importante è visitarli prima della cerimonia e fare qualche prova per valutare la luce disponibile, gli spazi, le possibilità di movimento. E’ necessario effettuare degli scatti per valutarne i risultati in funzione dell’illuminazione disponibile, come eventualmente posizionare e regolare il flash o i flash. Si devono anche valutare le prospettive e le posizioni migliori da cui fotografare. E’ indispensabile poi valutare con il celebrante, che deve essere d’accordo per poter scattare le foto, come potersi muovere e dove ci si può posizionare per non infastidire troppo e non turbare la cerimonia.
Lo stesso si deve fare per il luogo dove si svolgerà il ricevimento.
Anche per le località, in esterni o in interni, dove si scatteranno le foto agli sposi fuori dalla cerimonia, si dovrà fare un accurato sopralluogo, possibilmente negli stessi orari in cui poi si scatteranno le foto per valutare la luce disponibile, ed effettuare alcuni scatti.
Il tutto sarebbe meglio farlo in compagnia dei soggetti protagonisti della cerimonia anche per mettersi d’accordo sui luoghi migliori per gli scatti.
Una delle cose che si devono curare particolarmente è il fatto che si deve riprendere un evento, la cerimonia, senza però influenzarlo e turbarne lo svolgimento: Non si tratta, come ho visto in certi casi, di girare un film agendo da regista e condizionando il comportamento dei protagonisti, ma si devono riprendere i punti importanti ed essenziali della cerimonia come un osservatore esterno, con molta discrezione e tatto. Ci si deve informare in dettaglio su come si svolgerà la cerimonia e, se non si è pratici, sui suoi momenti fondamentali, in modo da poterli anticipare ed essere pronti e nella giusta posizione per lo scatto.

Una volta raccolte tutte queste informazioni ed essersi documentati a sufficienza su come si svolgerà la cerimonia e sui suoi punti importanti si potrà valutare l’attrezzatura necessaria. Di questo parlerò in seguito.

Si deve poi progettare il servizio fotografico per coprire tutti i momenti della giornata e le fasi del matrimonio.
Si dovranno effettuare alcuni scatti prima della cerimonia: la preparazione della sposa, la pettinatura e il trucco, l’attesa dello sposo, l’arrivo in chiesa o in comune. Poi si dovrà fotografare lo svolgimento della cerimonia con tutti i suoi momenti importanti: l’ingresso degli sposi, il matrimonio vero e proprio con l’assenso degli sposi, lo scambio degli anelli, gli eventuali discorsi di parenti o amici, le letture, gli sguardi e i baci degli sposi, i testimoni, le damigelle ed i paggetti, le firme sul registro dei matrimoni l’uscita dalla chiesa o comune con il lancio di riso ed i festeggiamenti.
Poi si dovrà cercare qualche momento di calma, nel luogo già scelto, caratteristico e fotograficamente valido, per scattare qualche foto agli sposi da soli, prima dell’assalto dei parenti ed amici che tutti vorranno essere fotografati accanto agli sposi. In questa circostanza si deve avere molta pazienza ed accontentare tutti, facendo magari più di uno scatto per ciascun gruppo in modo da non trovarsi nella situazione in cui qualcuno possa lamentarsi di “essere venuto male”.
E non è finita qui: c’è il pranzo (o cena) al ristorante. Se per gli altri questo è un momento di distensione e di divertimento per il fotografo no. E’ ancora un grande impegno ed un motivo di stress. Si deve girare per i tavoli, fotografare gli invitati, cogliere i momenti divertenti e spiritosi, fotografare di nuovo gli sposi con tutti i parenti ed amici, non sia mai che ci si dimentichi della zia che ci teneva tanto alla foto con il, o la, nipote!
Infine ci sono i brindisi, il taglio della torta, il lancio del mazzo di fiori della sposa, e guai a mancare qualcosa, si sarebbe oggetto di grosse critiche.

Insomma un bell’impegno, e non è finita qui.
Se si è lavorato bene si saranno scattate almeno un migliaio di foto. Nell’ultimo matrimonio che ho fotografato, coadiuvato da due amici, siamo arrivati a scattarne circa 1500. A questo punto incomincia la selezione e la post produzione.
E’ fondamentale per questo avere scattato in raw. Si comincia revisionando tutte le foto, dopo averle salvate sul pc ed avere effettuato un backup, a scanso di errori o guasti del disco di salvataggio.
Per prima cosa si scarteranno le foto palesemente errate, sfocate, male esposte ed incorreggibili (capita a tutti). Poi si selezioneranno le foto dei momenti fondamentali e che non possono mancare nel servizio fotografico. Si passa in seguito a selezionare quelle scattate prima e dopo la cerimonia e quelle con gli invitati. In questo caso, se si è seguito il consiglio di scattarne più d’una per ciascun gruppo, si dovranno selezionare quelle in cui i soggetti sono venuti meglio.
Avere scattato in raw consentirà poi l’applicazione sulle foto selezionate di eventuali correzioni per l’esposizione, il bilanciamento del bianco, la gamma dinamica, il colore, ed effettuare eventuali ritagli e raddrizzamenti per ottimizzarle al meglio.
Solo dopo queste operazioni si potrà passare alla conversione da raw in jpeg. Si dovrà prestare anche particolare cura alla resa dell’incarnato, in particolare per i primi piani delle signore, effettuando qualche correzione per renderlo migliore, ad esempio usando gli ottimi filtri di Nik Software gratuiti, per rendere liscia e vellutata la pelle (altrimenti chi le sente!). Per questa operazione però è opportuno convertire le foto prima da raw in tiff, poi applicare i filtri ed infine convertirle in jpeg, per non perdere in qualità fotografica.
Dopo di ciò è probabile che sia necessaria una nuova selezione per eliminare i doppioni e le foto simili. In totale non si dovrebbero superare le 200 foto, meglio meno, ma questo dipende anche dal numero di persone partecipanti all’evento.
Alla fine si potranno consegnare le foto su un DVD, ma la cosa migliore è stamparle tramite un servizio di qualità, le migliori più grandi e le altre almeno in 13×18.
In conclusione un “tour de force”, dopo il quale si spera di ricevere almeno un grazie.

E veniamo all’attrezzatura più adatta.
La cosa FONDAMENTALE è di avere disponibili almeno due fotocamere, possibilmente di caratteristiche simili. Sarebbe imbarazzante non poter più fotografare perché la fotocamera si è guastata sul più bello!
Per lo stesso motivo è importantissimo avere più di una batteria, ben carica, per ciascuna di esse.
Per le schede i memoria è meglio sceglierne qualcuna di grandi dimensioni, 32 o 64 Gb in modo da minimizzarne i cambi o addirittura non sostituire mai la scheda. Infatti queste di solito tendono ad esaurire lo spazio nei momenti fondamentali e irripetibili.
Come fotocamera le più adatte sono ovviamente le fullframe, reflex o mirrorless, ma possono andare bene anche le APS o M43 se di ottima qualità. Sconsigliate le bridge e non cito nemmeno le compatte.
Per gli obiettivi la scelta migliore sono gli zoom di buona luminosità. Quello principale dovrebbe avere un’escursione dal grandangolo al medio tele: un 24-70 f/2,8 (o equivalente) è l’ideale per la maggior parte delle foto in interni, ma si possono ottenere buoni risultati anche con un 24-105 f/4,0 specialmente su fullframe. Per i ritratti e le foto in esterni è utile anche un medio tele, specialmente se di elevata luminosità: un 85 f/1,8 è ottimo e risultati ancora migliori si possono ottenere con un 135 f/1,8, che però non è un obiettivo di cui molti possono disporre. Sulla seconda fotocamera potrebbe essere molto utile un super grandangolo, meglio zoom, del tipo 16-35, con il quale è possibile cogliere vedute di insieme, in interni ed in esterni, o scattare foto ravvicinate in ambienti ristretti, come un ristorante, stando però attenti alle deformazioni prospettiche.
Naturalmente in alcuni momenti della cerimonia, in interni, ma in alcuni casi anche in esterni in funzione della luce disponibile, sarà indispensabile l’uso del flash, in particolare in chiesa. I flash incorporati in molte fotocamere non sono però sufficienti per fornire un’illuminazione adeguata e si dovrà usare un flash eterno compatibile con la fotocamera. Possibilmente dovrebbe avere una buona potenza, la testa orientabile in alto per eventualmente usarlo con un piccolo pannello riflettente e la parabola zoom per adeguarsi alla focale in uso dello zoom. L’ideale poi sarebbe disporre di due flash: uno montato sulla fotocamera e un secondo telecomandato e magari meno potente, sostenuto da un collaboratore che si posizioni ad un’opportuna distanza, dal lato opposto rispetto al fotografo, in modo da fornire un’illuminazione secondaria per ammorbidire le ombre. Se però non si è abituati a questa tecnica, non si ha un collaboratore o non si è capaci di sincronizzarsi con lui efficacemente è meglio rinunciarvi. E’ importante comunque regolare il tempo di sincronizzazione della macchina e la compensazione dell’esposizione, eventualmente separatamente per flash e fotocamera, in modo da non scurire troppo lo sfondo che deve essere visibile. Se non si riesce completamente in questo si potrà comunque apportare una correzione delle ombre prima della conversione da raw, ma è una soluzione meno efficace.
Anche i flash devono avere le batterie ben cariche perché nei momenti topici della cerimonia, “si”, scambio degli anelli, baci, si deve poter scattare molte foto rapidamente e non si può certo chiedere di aspettare o di ripetere il gesto perché il flash non è carico.
La regolazione dell’esposizione, col flash deve essere automatica perché sarebbe troppo difficile regolarla manualmente foto per foto e non c’è il tempo per farlo. Per le foto in luce naturale si potrebbe  anche usare l’esposizione manuale, fissandola una volta per tutte se si è sicuri che la luce non cambi, altrimenti è meglio usare quella automatica a priorità dei diaframmi effettuando eventualmente delle correzioni con l’apposito comando e preoccupandosi che il tempo di scatto non si allunghi troppo. La cosa migliore è usare la priorità dei diaframmi in unione all’impostazione automatica della sensibilità Iso regolandola in modo che il tempo di scatto non sia superiore ad un valore ritenuto di sicurezza, oppure affidandosi anche in questo caso all’automatismo della fotocamera se è in grado di regolarlo automaticamente, scegliendo però una modalità che non lo faccia allungare troppo. Con la priorità dei diaframmi si potrà scegliere la profondità di campo, diminuendola in particolare nei ritratti per isolarli bene dallo sfondo o aumentandola per le scene panoramiche.
Per la messa a fuoco ugualmente è preferibile affidarsi all’autofocus della fotocamera, particolarmente se questo è veloce. In questo caso è opportuno affidarsi ad una zona, piuttosto che ad un punto singolo, spostandola e posizionandola per mettere a fuoco il soggetto principale, in genere gli sposi. Molto utili in questo caso le funzioni di alcune mirrorless in grado di individuare i volti, e in alcuni casi gli occhi, dei soggetti.

In conclusione se dopo tutto quello che ho scritto siete ancora convinti di accettare l’incarico, buona fortuna!
Pensate che se vi chiedessero di riprendere un video, cosa che mi è capitata, sarebbe ancora peggio.

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