La GFX 100 è una fotocamera professionale mirrorless di medio formato con l’elevatissima risoluzione di 102 Mpx. Fa seguito alle precedenti, anche se ancora in produzione, GFX 50S e 50R con 51 Mpx, ma si pone su un altro piano, molto più elevato. Questa fotocamera è infatti, per le sue caratteristiche e prezzo, un prodotto di nicchia, dedicato a chi ha la necessità della massima qualità d’immagine per foto con la più alta nitidezza e stampe di grandi dimensioni. E’ però molto innovativa rispetto a quanto fino ad ora disponibile allo stesso livello di risoluzione, esclusivamente modelli reflex, in quanto è progettata per essere usata non solo in studio, ma anche per essere portata fuori per i più diversi tipi di fotografia come paesaggi, eventi, cerimonie, ritratti, cronaca. Inoltre il suo prezzo di circa un terzo rispetto a quelli delle fotocamere con cui si confronta, insieme con la sua versatilità, la rende interessante per un investimento di acquisto, piuttosto che di noleggio come per le alternative disponibili. A questi livelli infatti fino ad oggi molti professionisti si limitavano a noleggiare una fotocamera di questa risoluzione solo nelle occasioni in cui avevano bisogno della loro qualità d’immagine. Con la GFX 100 è invece possibile sfruttare la fotocamera in molte più occasioni e situazioni e quindi ammortizzarne più facilmente il costo che è in ogni caso più ridotto.
Questa fotocamera si avvale delle più avanzate tecnologie attualmente disponibili.
Innanzitutto un sensore con una diagonale di 55 mm, contro i 43 del cosiddetto “fullframe” che la fa definire, come dice Fujifilm, un fotocamera “large format”.
Il nuovo sensore, con 102 Mpx è retroilluminato (BSI-CMOS) e questo ne aumenta il rapporto segnale/rumore e la gamma dinamica grazie anche all’elaboratore d’immagine X-Processor 4.
La GFX 100 si presenta con un corpo di dimensioni elevate, paragonabile però a quello delle reflex professionali fullframe come le Canon 1DX III e Nikon D6, ma più contenute rispetto ad alternative dello stesso livello come Hasselblad o PhaseOne. Questo è dovuto al fatto che il corpo include una base in cui sono inserite due batterie di alta capacità per aumentare l’autonomia complessiva con replicati il pulsante di scatto e i comandi principali, compreso il joystick, per agevolare le inquadrature in verticale.
Le principali caratteristiche della GFX 100 sono:
– sensore CMOS medio formato (43,8×32,9 mm) senza filtro antialias con 102 Mpx (il fattore moltiplicativo per gli obiettivi è 0,8x)
– processore d’immagine X Processor 4
– corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua
– innesto obiettivi Fujifilm G
– stabilizzazione integrata sul sensore
– mirino elettronico OLED con 5,76 Mpx, copertura 100% e ingrandimento reale 0,86x
– schermo da 3,2″ e 2.360.000 pixel orientabile in alto, in basso e lateralmente verso destra, sensibile al tocco
– autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 117 o 425 punti AF
– modalità di esposizione completamente automatica, Program, a priorità e manuale
– sensibilità automatica o manuale da 100 a 12800 ISO espandibile a 50 e a 102400
– otturatore meccanico e elettronico con tempi da 30 secondi ad 1/16000
– ripresa video Cine 4K a 4096×2160 pixel 29,97/25/24/23,98p, 4K a 3840×2160 pixel 29,97/25/24/23,98p, più Full HD in formato MOV con audio stereo
– presa per microfono esterno e cuffia stereo
– velocità di raffica fino a 5 fg/s
– sistema di pulizia del sensore a vibrazione ultra sonica
– usa schede SD/SDHC/SDXC di tipo UHS-II
– due batterie agli ioni di litio NP-T125
– dimensioni 156x144x75 mm
– peso 1325 grammi
La Fujifilm GFX 100 costa 11.000 € solo corpo.
Descrizione
La GFX 100 è una fotocamera di dimensioni imponenti, ma paragonabili a quelle di una reflex fullframe professionale.
Confrontandola infatti insieme allo zoom 32-64/4,0 (equivalente ad un 26-52 mm su formato fullframe) con reflex fullframe professionali come la Canon 1DX II con il 24-70/4,0 o la Nikon D6 con il 24-120/4,0 le sue dimensioni sono leggermente inferiori per lo spessore mentre il peso è simile.
Certo il paragone è un po’ improprio perché queste reflex sono pensate per la foto sportiva e di cronaca, mentre la Fujifilm lo è per tutt’altro tipo di foto, ma va bene per rendere l’idea che la GFX 100 si può maneggiare in esterni come una reflex professionale.
Inizio la descrizione dal frontale:
Sulla sinistra dell’innesto obiettivi in basso si vede il pulsante di sblocco dell’obiettivo. Sempre sulla sinistra ci sono due pulsanti personalizzabili. Quello in alto Fn3 serve, per impostazione predefinita, a impostare il funzionamento normale o potenziato (boost): AF per la velocità di autofocus, Ris per la risoluzione del mirino e Fps per la sua velocità di rinnovo dell’immagine al secondo. In basso c’è lo stesso pulsante Fn3 per l’uso con la macchina per l’inquadratura in verticale. Sull’impugnatura in alto la ghiera di comando anteriore, l’interruttore di accensione e il pulsante di scatto (meglio visibili nelle foto dall’alto), anche questi replicati in basso per l’uso in verticale.
Sulla calotta superiore cc’è da sinistra una ghiera per scegliere tra lo scatto singolo, quello multiplo sullo stesso fotogramma o il bracketing infine e la ripresa video. Al suo centro un pulsante che serve per impostare lo scatto singolo o la raffica a bassa o alta velocità in modalità foto, le modalità di bracketing o esposizione multipla oppure la frequenza dei fotogrammi in quella video.
Al centro si vede il mirino amovibile con la slitta per il flash.
Proseguendo verso destra si trova un piccolo pulsante che serve ad accendere l’illuminazione del pannello LCD alla sua destra su cui sono riportate tutte le informazioni sulle modalità di funzionamento e le impostazioni della fotocamera.
Questo pannello può anche mostrare la simulazione delle ghiere per i tempi e la sensibilità ISO oppure l’istogramma.
A lato, verso l’impugnatura, un pulsante che consente di passare dalla modalità di funzionamento program a quella a priorità dei tempi se l’anello dei diaframmi dell’obiettivo è su A oppure da quella dei diaframmi al manuale se l’anello dei diaframmi è su un diverso valore. Il piccolo pulsante dietro questo invece consente di modificare le informazioni visibili nel pannello con una simulazione delle ghiere per i tempi e la sensibilità ISO o con la visualizzazione dell’istogramma, ma è preferibile lasciarlo con l’impostazione standard ed eventualmente usare il pannello supplementare posteriore per l’istogramma.
Sull’impugnatura si vedono il pulsante di scatto e l’interruttore di accensione coassiale. Accanto, all’estrema destra, un pulsante per variare l’esposizione.
Nella parte posteriore i comandi sono tutti in alto e alla destra dello schermo ribaltabile.
A sinistra del mirino c’è un unico pulsante per la cancellazione delle foto.
A destra un piccolo interruttore a tre posizioni per le modalità di messa a fuoco: singola, continua e manuale. Un classico Fujifilm che di solito si trova sul davanti a sinistra. Poi la ghiera di comando posteriore. Scendendo si trova il pulsante che consente di mettere a fuoco senza premere a metà quello di scatto, poi il joystick cliccabile che consente di spostare il punto AF, dimensionare e spostare l’area di messa a fuoco, navigare nei menu e in quello rapido. Poi il pulsante per bloccare l’esposizione, quello per il richiamo dei menu, quello per scegliere le informazioni da visualizzare nello schermo o variare l’ingrandimento di quella del mirino e infine quello per la revisione delle foto. Ancora più sotto un pulsante che modifica l’area di messa a fuoco: punto singolo, zona, intera area o inseguimento. Sulla piccola sporgenza all’estrema destra, che serve per l’appoggio del pollice, ci sono due pulsanti: quello in alto attiva il riconoscimento del viso e degli occhi, quello in basso il menu rapido che consente di modificare rapidamente quasi tutte le impostazioni.
Alcuni di questi comandi sono duplicati, in basso a destra, per l’uso della fotocamera in verticale.
In basso c’è un secondo piccolo pannello OLED che riporta le principali impostazioni, diaframma, tempo di scatto, sensibilità, compensazione esposizione, simulazione pellicola e bilanciamento del bianco ed altre in due schemi differenti, in alternativa la compensazione dell’esposizione o l’istogramma.
Sul lato destro c’è l’alloggiamento delle due schede di memoria SD UHS II protetto da uno sportellino in plastica.
Sul quello sinistro dietro due sportelli in gomma ci sono, in alto le prese per microfono e cuffia, in basso quelle USB, HDMI e per un alimentatore esterno. Più avanti c’è la presa sincro per flash esterni.
In basso si vede lo sportello che consente di estrarre la slitta dove sono alloggiate le due batterie di alta capacità.
Nella parte inferiore troviamo solo l’innesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivo.
In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– due batterie ricaricabili NP-T125
– caricabatteria BC-T125
– il mirino EVF-GFX2
– tappo del corpo
– la cinghia a tracolla
– il manuale di istruzioni
Il software in dotazione, per Windows e Mac, Fujifilm Raw File Converter per importare, visualizzare, modificare e convertire le foto da raw, MyFinePix Studio per organizzare, visualizzare e stampare le immagini sono scaricabili dal sito Fujifilm. Inoltre dal sito PhaseOne è possibile scaricare CaptureOne for Fujifilm per la conversione delle foto raw.
Come accessori sono disponibili:
– un adattatore EVF-TL1 per orientare il mirino lateralmente e verso l’alto
– adattatore per alimentazione da rete
– batterie supplementari
– Telecomando RR-90
– vari flash esterni Fujifilm dedicati e comandabili senza cavi
– microfono stereo MIC-ST1
– adattatore per fotocamera a banco ottico
– adattatore per obiettivi H mount Fujifilm per GX645AF
Schermate
Modalità di funzionamento
Menu
Uso in pratica
Per la prova ho avuto a disposizione una GFX 100 dotata degli obiettivi GF 23/4,0, 50/3,5, 32-64/4,0 e 110/2,0.
Corpo
La GFX 100 è una fotocamera abbastanza grande, con un aspetto che ad un primo sguardo può intimidire ed effettivamente non passa inosservata, nemmeno con il piccolo 50 mm. Con lo zoom standard 32-64 il suo peso sfiora i 2,3 kg e questo si sente nel portarla con se. La costruzione è eccellente con il corpo interamente metallico in lega di magnesio e protetto da polvere ed acqua, e molto ben costruito e rifinito, rivestito totalmente, tranne la calotta superiore ed il fondello, con una superficie in gomma morbida zigrinata, piacevole al tatto, che ne facilita l’impugnatura evitando che possa essere scivolosa. Le parti superiore ed inferiore invece hanno un trattamento grigio scuro, molto bello che ne alleggerisce il disegno.
Il corpo è costruito con due gusci esterni e una “core imaging unit” interna che comprende la flangia di innesto obiettivi, il meccanismo di stabilizzazione e il sensore il più possibile isolata dal corpo principale. Questo garantisce il massimo della robustezza riducendo al minimo qualsiasi perdita di qualità dell’immagine causata da disturbi esterni al corpo.
Nel corpo possono essere alloggiate due batterie che consentono un’autonomia complessiva di circa 800 scatti. La memorizzazione delle foto prevede due alloggiamenti per schede SD UHS II.
Comandi
I comandi della GFX 100 sono particolari, diversi dal solito schema Fujifilm seguito anche sulle altre GFX. Qui sono sparite le ghiere presenti negli altri modelli per i tempi e la sensibilità che devono essere regolati tramite le ghiere di controllo anteriore e posteriore. Solo il diaframma può essere regolato con la ghiera presente in tutti gli obiettivi GFX. Questo richiede un po’ di apprendistato da parte dei fotografi che fossero abituati allo schema Fujifilm. Perdipiù non c’è un pulsante esplicito per la sensibilità ISO che invece si regola tramite la ghiera anteriore. Questa è facilmente raggiungibile con l’indice o il medio e abbastanza comoda, mentre quella posteriore, troppo piccola e incassata, fa poca presa ed è di difficile azionamento.
Non c’è nemmeno una manopola per le modalità di funzionamento. Per scegliere le varie modalità PASM ci si deve affidare alla ghiera dei diaframmi sull’obiettivo ed al pulsante a destra del pannello LCD sulla calotta. Se l’anello dei diaframmi è su A (automatico) con il pulsante si può passare alternativamente dalla modalità Program a quella della priorità dei tempi; in questo caso il tempo di scatto si regola con la ghiera posteriore. Se la ghiera dei diaframmi è spostata da A su un valore di apertura allora con il suddetto pulsante si può passare dalla priorità dei diaframmi al funzionamento totalmente manuale. In più questo pulsante, se premuto a lungo, blocca il valore del tempo di scatto. Questo può essere utile per evitare di modificarlo inavvertitamente e scattare foto mosse. Il tutto però è abbastanza macchinoso e richiede anche in questo caso di imparare bene il funzionamento prima di poter scattare con scioltezza in ogni situazione impostando la fotocamera come si desidera. Il pulsante per la compensazione dell’esposizione è piccolo e piuttosto scomodo e di difficile individuazione con l’occhio al mirino. La compensazione può anche essere regolata con l’occhio al mirino su un’apposita scala entro +/- 5 stop che è utilizzata anche per la regolazione manuale, ma che per essere visibile nello schermo e mirino deve essere appositamente selezionata da menu. Per il bilanciamento del bianco invece non c’è un pulsante specifico ed è difficile trovarne uno da personalizzare senza rinunciare qualcosa di altrettanto utile per cui l’unica soluzione resta quella di servirsi del menu rapido visto che non è una regolazione di uso eccessivamente frequente.
Comodo il joystick per lo spostamento dei punti o zone AF e per la scelta della loro dimensione che si ottiene premendolo e usando la ghiera posteriore; si raggiunge facilmente con il pollice. Peccato però che il pulsante per la selezione delle modalità punto singolo, zona, tutto o inseguimento sia in basso piuttosto lontano; inoltre questo pulsante funziona solo se è attivato l’interruttore secondario che attiva i comandi per quando si impugna la fotocamera in verticale che è piuttosto lasco, almeno nell’esemplare in prova, e ritorna facilmente nella posizione di blocco. In alternativa non resta che ricorrere al menu rapido con un rallentamento delle operazioni e notevole scomodità.
In complesso quindi ho trovato i comandi un po’ sparsi e macchinosi, con qualche assenza significativa per quelli diretti e con la necessità della lettura del manuale e sopratutto di un apprendistato pratico prima di poterli usare con facilità e rapidità in particolare con l’occhio al mirino.
Menu
I menu seguono lo schema semplice e pratico comune a tutte le Fujifilm. Sono suddivisi in: Impostazione qualità d’immagine (3 schermate), Impostazione AF/MF (3 schermate), Impostazione ripresa (2 schermate), Impostazione flash, Impostazione filmato (4 schermate), Set Up con Impostazioni utente (2 schermate), Impostazione suoni, Impostazione schermo (3 schermate), Impostazioni pulsanti/ghiere (2 schermate), Gestione energia, Impostazione salvataggio dati, Impostazioni di connessione.
Sono chiari, semplici e facilmente comprensibili, fra i migliori disponibili.
Molto comodo poi il menu rapido.
Mirino
Il mirino è uno schermo OLED con un’alta risoluzione,5,76 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento reale di 0,86x. E’ molto ampio e luminoso e non presenta riflessi o ritardi. E’ possibile aumentare le sue prestazioni agendo sul comando Boost che permette di migliorarne la risoluzione o la frequenza di rinnovo. Questo però comporta un aumento del consumo della batteria.
Nel mirino possono essere visualizzate le regolazioni effettuate per l’esposizione e il bilanciamento del bianco e anche l’effetto dei profili colore applicati. E’ pure possibile valutare con facilità la profondità di campo. L’area autofocus è visualizzata da uno o più riquadri bianchi ben visibili che nella modalità AF-S diventano verdi quando si è raggiunta la messa a fuoco e rossi se non è stato possibile ottenerla
Sia nel mirino che nello schermo è possibile visualizzare tutte le impostazioni della fotocamera e la scelta di quali vedere può essere personalizzata da menu. E’ possibile poi se visualizzarle lungo i quattro lati sovrapposte all’immagine o esternamente riducendo leggermente in questo caso le dimensioni dell’immagine visualizzata. E’ anche possibile visualizzarle diverse griglie per la guida dell’inquadratura ed una livella orizzontale, utile per evitare foto storte.
Come detto questo mirino è amovibile ed è possibile acquistare separatamente un accessorio che consente di orientarlo verso l’alto di 90° gradi e a destra o sinistra di 45°.
Complessivamente è un eccellente mirino, uno dei migliori provati.
Schermo
Lo schermo di tipo sensibile al tocco da 3,2″ con 2,36 Mpx ribaltabile in alto fino a 90°, in basso fino a 45° e verso destra di 60° ha un’elevata nitidezza, ma come tutti gli schermi non consente una visione ottimale in condizioni di forte illuminazione, specialmente in controluce. La possibilità di orientarlo però è molto comoda per riprese dal basso, dall’alto e per il video.
Con il tocco si può selezionare e spostare l’area AF, anche con l’occhio al mirino, mettere a fuoco, selezionare nel menu rapido, ma non scattare. In revisione ingrandire la visualizzazione, scorrere le immagini, inserire caratteri.
Nello schermo possono essere visualizzate tutte le informazioni che sono visibili nel mirino, comprese le griglie e la livella.
Otturatore
La GFX 100 è dotata di un otturatore meccanico ed uno elettronico e può funzionare in cinque differenti modalità: meccanica con tempi da 60 minuti a 1/4000, elettronica da 60 minuti a 1/16000, meccanico con prima tendina elettronica da 60 minuti a 1/1250, meccanico più elettronico, fino a 1/4000 funziona quello meccanico poi quello elettronico e infine meccanico con tendina frontale elettronica più elettronico, fino a 1/1250 prima tendina elettronica, poi fino a 1/4000 meccanico e oltre elettronico. In tutte le modalità di funzionamento in Program l’otturatore può arrivare al massimo ad un tempo di 4 secondi.
Usando l’otturatore con la prima tendina elettronica è possibile annullare le sue vibrazioni prima dello scatto, mentre usando quello esclusivamente elettronico si può scattare in modo totalmente silenzioso (eliminando anche il “bep” al raggiungimento della messa a fuoco) cosa molto utile se si deve scattare in un ambiente che richiede assoluto silenzio. L’uso dell’otturatore elettronico però può provocare deformazioni dei soggetti in movimento in quanto non tutti i pixel sono letti contemporaneamente.
Inoltre l’intera unità dell’otturatore è sospesa rispetto al resto del telaio per ridurre al minimo le vibrazioni allo scatto anche usando quello meccanico. Il pulsante di scatto poi è molto morbido e leggero in modo da non trasmettere movimenti alla fotocamera ed evitare il più possibile il mosso.
Stabilizzazione
La GFX 100 è dotata, per la prima volta in una fotocamera di medio formato, di uno stabilizzatore sul sensore (IBIS) a “5 assi” che consente, secondo Fujifilm, un guadagno fino a 5,5 stop stabilizzando i movimenti di beccheggio, imbardata, rollio, spostamento orizzontale e verticale.
Per le prestazioni vedere l’apposita pagina.
Autofocus
La GFX 100 dispone di un autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto. Il sensore infatti è dotato di 3,76 Mpx adatti per l’autofocus a rilevamento di fase su circa il 100 % della superficie. I punti AF sono 425 e coprono quasi tutta l’inquadratura.
Si può scegliere un singolo punto di AF, oppure una zona con sei differenti dimensioni o infine la zona ampia con copertura di quasi tutta l’inquadratura. I punti AF possono essere scelti in una griglia di 425 (25×17) come singolo punto oppure in un’area più ampia fino a 5×5 punti. Se si vuole una zona più grande si passa ad una griglia di 117 punti (13×9) con la possibilità di scegliere tre zone da 3, 5 o 7 punti per lato; infine si può scegliere l’intera area di messa a fuoco. Queste scelte possono essere fatte premendo il joystick e ruotando le ghiere di comando anteriore o posteriore. Il punto o le zone possono essere spostati su tutta l’inquadratura tramite lo stesso joystick in modo facile e rapido o con il tocco sullo schermo. Le zone sono individuate nel mirino o nello schermo con un quadrato bianco e si illuminano di verde quando è raggiunta la messa a fuoco. L’autofocus può essere singolo S, oppure continuo C. Per i ritratti è disponibile anche una funzione per il rilevamento del volto o degli occhi del soggetto, si può definire una priorità per l’occhio destro o sinistro e passare con il joystick da uno all’altro.
La messa a fuoco manuale è impostabile con l’apposito comando sul dorso. Può essere assistita in diverse modalità: ingrandimento della zona di messa a fuoco, immagine spezzata in orizzontale colorata o monocromatica, simulazione elettronica dei microprismi (come nelle vecchie reflex manuali) in un cerchio ampio al centro dell’inquadratura e infine evidenziazione dei contorni con colore a scelta. In tutti i casi quando si aziona la ghiera di messa a fuoco sull’obiettivo viene ingrandita un’area, spostabile con il joystick, su cui può essere effettuata la messa a fuoco. L’ingrandimento si può ottenere anche cliccando la ghiera di comando posteriore.
Per le prestazioni vedere l’apposita pagina.
Esposizione
L’esposizione può essere regolata, come spiegato precedentemente, in program, a priorità dei tempi o diaframmi e in manuale impostando i vari comandi come precedentemente spiegato e facendo molta attenzione a quanto riportato dal pannello LCD sulla calotta o alla piccola indicazione in basso a sinistra del mirino, senza le quali non ci si rende conto in che modalità è impostata la fotocamera.
La lettura esposimetrica può essere valutativa su 256 zone, media, media pesata al centro o spot.
L’esposizione si è dimostrata sempre corretta sia con molta luce sia in presenza di forti contrasti e solo in casi veramente al limite ho dovuto apportare delle correzioni. Tendenzialmente opera in modo equilibrato, cercando di salvare le luci; in qualche caso quindi le ombre possono risultare un po’ scure e si deve intervenire con la compensazione dell’esposizione o con l’ampliamento della gamma dinamica. Scattando in raw e usando CaptureOne per la conversione in jpeg è possibile correggere ampiamente l’esposizione e recuperare le luci e le ombre anche in situazioni difficili. Nelle foto notturne con presenza di forti luci con misurazione valutativa è necessario sottoesporre di 2/3 di stop, come per quasi tutte le fotocamere.
Sensibilità ISO
L’impostazione automatica della sensibilità ISO può essere personalizzata definendo il tempo più lungo di scatto oltre il quale questa va aumentata ed i suoi valori minimo e massimo. Si possono memorizzare tre impostazioni personalizzate. Purtroppo però non è possibile impostare il tempo limite in modo che la fotocamera lo vari automaticamente a secondo della focale dell’obiettivo usato o di quella impostata sullo zoom, come per altre fotocamere, anche Fujifilm. Questo comporta che ci si debba ricordare, ogni volta che si cambia obiettivo o che si modifica la focale dello zoom, di modificare l’impostazione ISO auto o di scegliere quella memorizzata più adatta. E’ una cosa molto macchinosa che può causare errori per dimenticanza e che scoraggia l’uso della funzione ISO auto, comoda in molte occasioni. Spesso è preferibile usare la priorità dei tempi, se si vuole mantenere l’impostazione automatica della sensibilità in condizioni di luce scarsa, per garantirsi un tempo di scatto adeguato alla focale usata piuttosto che l’impostazione Program con il rischio di scattare con tempi troppo lunghi per l’obiettivo e di ottenere foto mosse.
E’ una limitazione che non ci si aspetterebbe in una fotocamera di questo livello, anche se si manifesta solo in uso abbastanza dinamico, e sarebbe meglio che Fujifilm la correggesse come ha fatto per la X-T3 con un aggiornamento firmware che consenta la variazione del tempo limite in funzione della focale dell’obiettivo.
Bilanciamento del bianco
Il bilanciamento del bianco può essere regolato automaticamente o su 7 valori predefiniti. Può anche essere effettuata una taratura personalizzata, oppure essere impostato direttamente in gradi Kelvin.
In auto si è dimostrato sempre corretto sia di giorno che di notte, in esterni ed interni e non ho mai dovuto apportarvi correzioni se non in situazioni difficili di luce mista.
Formato foto
Le foto possono essere salvate in sette rapporti di aspetto: 4:3, 3:2, 16:9, 1:1, 65:24, 5:4 e 7:6 in Jpeg con qualità Superfine, Fine o Standard, in raw (RAF) e in raw più jpeg. Le foto possono essere salvate in diverse dimensioni: per il rapporto 4:3 L 102 Mpx, M 51 Mpx e S 12 Mpx.
Profili colore
La fotocamera dispone, come tutte le Fujifilm, di numerosi profili colore che richiamano i colori delle più famose pellicole dia e negative Fuji: Provia (standard), Velvia (vivace), Astia (morbida), Classic Chrome (neutra), Pro Neg. Hi, Pro Neg Standard e Eterna (per le riprese video) consentono di ottenere foto jpeg con caratterizzazione colore diverse da usare secondo i soggetti ed i gusti del fotografo. Oltre a questi esistono i profili per bianconero e Across (bianco e nero dettagliato) anche con filtri giallo, rosso e verde e sepia.
Questi profili possono essere applicati, oltre che alle foto jpeg al momento dello scatto,anche alle foto in formato raw tramite il software CaptureOne for Fujifilm, scaricabile gratuitamente dal sito CaptureOne, e quindi è possibile cambiarli a posteriori per trovare quello più adatto a ciascuna foto.
In questo modo è possibile caratterizzare le foto con il profilo più adatto al soggetto ed alle intenzioni del fotografo.
Oltre ai profili di simulazione film CaptureOne offre un’ulteriore serie di profili colore con cui possono essere personalizzate le foto convertite da raw.
Effetti e scene
In una fotocamera di taglio professionale come la GFX 100 non sono previsti effetti o scene predisposte.
Profondità di campo
Una caratteristica importante delle medio formato è l’estremo controllo che consentono sulla profondità di campo. Infatti a parità di f/stop (cioè di numero di diaframma) una medio formato ha una profondità di campo inferiore ad una fullframe, un’APS o a una Micro 4/3 rispettivamente di uno stop, due stop o tre stop. Usando quindi gli obiettivi alla massima apertura, in particolare con i focale fissa di grande luminosità, si può isolare il soggetto dallo sfondo con una profondità di campo ridottissima, cosa impossibile o quasi con i formati più piccoli. Se invece serve una profondità di campo elevata si può chiudere il diaframma, allungando il tempo di posa per i soggetti statici, oppure aumentando la sensibilità ISO, senza rischi di penalizzazioni per la qualità d’immagine entro certi limiti.
Flash
La GFX 100 non dispone di flash integrato. Questa scelta, fatta perché si pensa che chi usa una fotocamera di questo livello abbia anche un flash esterno, è però penalizzante perché non sempre ci si porta il flash se non si prevede di usarlo e, senza flash integrato, non si può usufruire di questo tutte le volte in cui servirebbe un semplice flash di schiarita, ad esempio per un ritratto al volo in esterni con il sole alto.
Wi-fi
Come tutte le ultime fotocamere anche la GFX 100 è dotata di connessione Wi-Fi. Tramite l’App Fujifilm Camera Remote, disponibile per Android e iOS, è possibile connettersi alla fotocamera per il trasferimento delle foto o per il suo controllo remoto, compreso lo scatto a distanza.
Altre caratteristiche
La fotocamera consente di modificare la gamma dinamica delle foto aumentandola fino al 400 % in modo automatico o manuale. Questo comporta però un aumento della sensibilità usata con la possibile presenza di rumore se si arriva a sensibilità molto alte.
La GFX 100 consente cinque tipi di bracketing: esposizione, sensibilità ISO, simulazione film, bilanciamento del bianco, gamma dinamica e messa a fuoco.
E’ disponibile un intervallometro per effettuare degli scatti ad intervallo fisso, fino a 999, entro 24 ore. E’ anche possibile effettuare esposizioni multiple.
Infine è possibile visualizzare, nel mirino o nello schermo, una livella utile per foto di architettura e di paesaggio.
Raffica
La GFX 100 dispone di due velocità di raffica: 2 fg/s con live view e un numero illimitato di foto jpeg, 20 in raw compresso e 15 senza compressione, e 5 fg/s per 41 jpeg, 14 raw compressi o 13 raw non compressi. Si possono usare tutte le modalità di funzionamento, ma se il tempo di scatto è troppo lento la velocità sarà rallentata.
L’esposizione è determinata scatto per scatto a meno che si verifichino certe condizioni per impedirlo. La messa a fuoco scatto per scatto se è impostata su AFC (autofocus continuo) solo per la velocità L.
Non è una prestazione particolarmente brillante, anche tenendo conto della grande dimensione delle immagini, ma comunque la GFX 100 non è certamente una fotocamera progettata per le riprese sportive.
Video
La ripresa video consente di riprendere video Cine 4K a 4096×2160 pixel o 4K a 3840×2160 pixel, 29,97/25/24/23,98p a 400/200/100 Mbps per 60 minuti oppure Full HD a 2048×1080 o 1920×1080 pixel 29,97/25/24/23,98p a 200/100 Mbps per 80 minuti. Il formato è MOV MPEG-4 AVC/H.264 o HEVC/H.265 con audio Linear PCM Stereo a 24bit e campionamento a 48 KHz. Le compressioni video sono All intra e Long-GOP.
Il video è registrato 4:2:0 a 10 bit con il codec H265 e a 8 bit con l’H264 per tutti i formati. Sull’uscita HDMI è disponibile il segnale 4:2:2 a 10 bit per un registratore esterno.
La fotocamera utilizza tutta la larghezza del sensore per registrare i formati 17:9 e 16:9 43,8×23,19 mm (diagonale 49,56 mm) mantenendo così quasi invariato l’angolo di campo degli obiettivi e la profondità di campo che consente quindi di avere soggetti nitidi e sfondi sfuocati, ampia gamma tonale ed elevata sensibilità.
Questo consente un elevato dettaglio ed un’alta tridimensionalità della scena. Usa poi un sovra campionamento equivalente a 50,5 Mpx e supporta il codec H.265/HEVC, le curve F-Log, per un’elevata gamma dinamica, e HLG per la registrazione di filmati HDR.
Per la ripresa si possono usare tutte le modalità di funzionamento, Program, priorità e manuale, come per le foto e lo stesso per tutte le altre regolazioni e per le simulazioni pellicola. La messa a fuoco può essere continua o manuale.
Obiettivi
La GFX 100 ha l’innesto obiettivi Fujifilm G. Questo innesto con un diametro di 65 mm consente una distanza della flangia dal piano del sensore molto ridotta, 26,7 mm, e una distanza minima della lente posteriore di solo 16,7 mm consentendo una migliore progettazione di obiettivi compatti e luminosi. Il collegamento col corpo macchina è solo elettrico con 12 contatti.
Gli obiettivi sono tutti del tipo Weather Resistent, cioè protetti da polvere ed acqua.
Il fattore moltiplicativo della focale per calcolare quella equivalente nel formato fullframe è circa 0,8x.
Il corredo attualmente comprende dieci obiettivi, sette a focale fissa e tre zoom. I focale fissa sono GF 23 mm f/4,0 LM WR (18 mm eq.) 2.840 €, GF 45 mm f/2,8 WR (36 mm eq.) 1.830 €, GF 50 mm f/3,5 WR (40 mm eq.) 1.070 €,GF 63 mm f/2,8 WR (50 mm eq.) 1.620 €, GF 110 mm f/2,0 LM WR (87 mm eq.) 3.050 €, GF 120 mm f/4,0 LM OIS WR Macro (95 mm eq.) 2.950 € e GF 250 mm f/4,0 WR OIS (200 mm eq.) 3.350 €. Gli zoom sono il GF 32-64 mm f/4,0 LM WR (26-52 mm eq.) 2.540 €, il GF 45-100 mm f/4,0 WR OIS (36-80 mm eq.) e il GF 100-200 mm f/5,6 WR OIS (80-160 mm eq.) 2.030 €. Infine è disponibile anche un moltiplicatore di focale 1,4x GF1 TC WR 870 €; con il 250 mm ed il moltiplicatore si potrà arrivare ad una focale di 350 mm f/5,6 equivalente ad un 280 mm.
Per il futuro è stato promesso per il 2020 un 30 mm f/3,5 WR (24 mm eq.) e per il 2021 un 80 mm f/1,7 WR 64 mm eq.).
E’ un corredo abbastanza completo, adatto per riprese in studio, di paesaggio, di ritratti, architettura, macro, moda, still life, ma anche di strada.
Si tratta di obiettivi di elevata qualità, ma costosi anche se proporzionati al costo della macchina e più economici di altre alternative.
Fujifilm rende disponibile infine un anello adattatore per gli obiettivi per la Fujifilm GX645AF, medio formato a pellicola.
Impressioni d’uso
La GFX 100 è una fotocamera speciale in tutti i sensi. Prima di tutto è una fotocamera pensata non solo per l’impiego in studio o in esterni solo su treppiedi, ma è progettata per essere usata anche a mano libera. Però non è una fotocamera che si possa prendere e portare fuori tutto il giorno o in qualunque occasione senza problemi a causa del suo peso e delle sue dimensioni accentuati da quelli degli obiettivi tranne forse il 50 mm. E’ quasi escluso quindi che si possa prenderla perché forse si potrà fare qualche scatto, ma si deve uscire con la GFX 100 con uno scopo mirato, scegliendo accuratamente le ottiche anche perché è difficile portarsene dietro più di due visto il peso e le dimensioni.
Gli ambiti di utilizzo di questa fotocamera sono naturalmente il ritratto, sia in studio che in esterni, lo still life, la moda, e sopratutto il paesaggio e l’architettura. Volendo con il 50 mm si può pure usarla per la foto di strada, ma sarebbe una forzatura ed è una fotocamera un po’ troppo appariscente per questo uso; meglio allora la GFX 50R.
Dal punto di vista dell’uso pratico molte considerazioni le ho già fatte. I comandi sono particolari e richiedono un po’ di apprendistato. L’interruttore di accensione è molto comodo, coassiale al pulsante di scatto nella posizione che preferisco, anche perché la macchina, per quanto pesante, si impugna bene ed è rapidissimo accenderla e portarla all’occhio. Anche il joystick è molto comodo e di rapido azionamento sia per regolare le dimensioni delle aree di messa a fuoco, cliccandolo con uno scatto secco e preciso, sia per spostare il punto o l’area AF, cosa preferibile piuttosto che lo spostamento tramite lo schermo sensibile al tocco anche mentre si è con l’occhio al mirino.
Si deve però stare attenti ad alcune particolarità del funzionamento delle Fujifilm in generale e di questo modello in particolare. Ad esempio nei primi giorni in cui ho avuto la fotocamera ogni tanto mi sono trovato nella situazione in cui non riuscivo a modificare il tempo di scatto in priorità dei tempi o in manuale. Solo leggendo il manuale e facendo alcune prove ho capito che una pressione lunga sul pulsante che commuta la modalità di funzionamento bloccava il tempo di scatto, mentre era necessaria solo una breve pressione per passare da program a priorità dei tempi o da priorità dei diaframmi a manuale.
Anche per quanto riguarda la fotometria non è consentito passare dalla misurazione a matrice a quella a prevalenza centrale, media o spot se è attivo il rilevamento automatico dei volti. Questa è una caratteristica strana, comune a tutte le Fujifilm, ma per capirlo è necessario leggere il manuale.
Altra caratteristica particolare è che perché la fotocamera adegui l’esposizione scatto per scatto durante la raffica è necessario che la funzione OTTURATORE AE nel menu IMPOSTAZIONI-PULSANTI/GHIERE sia in OFF.
Infine rimane, come purtroppo in molte altre Fujifilm, lo strano funzionamento dell’automatismo della sensibilità ISO che consente di impostare tre profili, ma non da la possibilità di adeguare il tempo minimo di scatto alla focale dell’obiettivo.
La qualità d’immagine pero è superba, come si vedrà nella galleria e nella pagina delle prestazioni e compensa ampiamente sia il prezzo che le eventuali difficoltà per imparare ad usarla nel modo migliore.
Le foto pubblicate sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 12800 ISO, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi , e foto di esempio, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 100 ISO. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con CaptureOne for Fujifilm.
Ancora una volta Fuji dimostra di avere un libero pensiero che permette di affrontare problemi in modo del tutto originale. Sono rimasto sbalordito dalla qualità delle immagini. Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
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