Lo stand Hasselblad quest’anno finalmente si trovava al piano superiore, vicino a Fujifilm, e non nascosto nel piano inferiore destinato ai marchi meno importanti come nelle scorse edizioni.
Lo stand, sempre molto affollato, proponeva tutta la produzione Hasselblad, dalle reflex medio formato del sistema H, ai dorsi digitali compreso l’H6D 100 da 100 Mpx e agli obiettivi dello stesso sistema, ma la protagonista principale era la mirrorless medio formato X1D e il suo sistema di obiettivi.
C’era anche un auditorim sempre affollato in cui sono stati tenuti numerosi workshop su Hasselblad e la fotografia in generale.
Hasselblad è uno dei marchi storici della fotografia medio formato e si è sempre conteso il primato con un altro marchio storico come Rollei, ora ridotto ad una larva, che è riuscito a scalzare dal mercato contrapponendo alle reflex biottica di Rollei, che andavano per la maggiore fino agli anni 60 dello scorso secolo, le sue più flessibili, modulari e performanti reflex mono ottica, sopratutto la famosa 500C, capostipite anche delle attuali reflex digitali H.
Questa serie che è stata costantemente sviluppata da Hasselblad è oggi arrivata alla sua sesta versione con la H6D, reflex medio formato con un sensore da 50 Mpx, obiettivi, mirini e dorsi intercambiabili. Per questa serie Hasselblad ha sviluppato anche un dorso, H6D 100, da ben 100 Mpx. Queste fotocamere dispongono di una notevole serie di obiettivi di alta qualità: sono 12 obiettivi dal 24 mm f/4,8 equivalente ad un 19 mm al 300 mm f/4,5 equivalente ad un 240 mm compreso uno zoom 35-90 (28-75 mm).
Le reflex della serie H sono fotocamere grandi e pesanti ed il loro uso è prevalentemente in studio, sala posa o in esterni su solidi treppiedi.
Proprio per questo Hasselblad si è impegnata da tempo anche nella realizzazione di un sistema mirrorless medio formato per rendere più adatte le sue fotocamere ad un uso dinamico e non solo in studio e sala di posa, ma anche a mano libera in esterni: è nata così la serie X.
X1D
La X1D non è una novità in quanto è stata presentata nel 2016, ma all’inizio è stata consegnata a rilento per problemi dovuti al surriscaldamento del sensore inserito in un corpo così piccolo. Anche il suo prezzo elevato non ne ha favorito la diffusione.
E’ però una fotocamera molto interessante. Le sue dimensioni sono incredibilmente ridotte se si considerano in relazione a quelle del suo sensore, inferiori alle Fujifilm GFX e paragonabili quasi a quelle della mirrorless M43. Misura infatti 150x98x71 mm con un peso di 725 g, inferiore non solo a quello delle reflx fullframe, ma anche di molte APS.
E’ dotata di un sensore medio formato da 44×33 mm con 51 Mpx che consente un output a 16 bit con una gamma dinamica di 14 stop. L’autofocus è a rilevamento di contrasto. Il mirino elettronico con 2,36 Mpx ha una copertura del 100 %, mentre lo schermo è fisso con 921.000 pixel e sensibile al tocco. Non ha flash incorporato, ma è compatibile con quelli del sistema Nikon. La ripresa video è solo Full HD e la raffica arriva a 2,3 fg/s, ma non sono queste le prestazioni che contano per una fotocamera come la X1D. E’ anche dotata di wi-fi.
Il sistema di obiettivi X comprende 8 focali, dal grandangolo 30/3,5 (eq. a 24 mm) al tele 135/2,8 (eq. 110 mm), ma oltre a questi possono essere usati anche gli obiettivi del sistema H con un adattatore fornito dalla casa.
Il pregio maggiore della X1D è la sua elevata qualità d’immagine per risoluzione, gamma dinamica e gradazione dei colori e delle tonalità, unito alla sue estrema maneggevolezza e leggerezza per una medio formato. Il suo difetto maggiore è il costo. solo corpo costa 9.980 € a cui si devono aggiungere almeno 2.748 e per il 65 mm f/2,8 (eq. 50 mm), obiettivo normale per il formato.
Ho avuto modo di esaminare brevemente la X1D e di effettuare qualche scatto con l’obiettivo 45 mm f/3,5 equivalente ad un 35 mm.
La macchina impressiona per le dimensioni contenute e per la leggerezza, unite ad un’ottima costruzione e finitura. I comandi sono pochi perchè la maggior parte delle impostazioni si può effettuare tramite lo schermo sensibile al tocco. Quelli più importanti come la manopola delle modalità di funzionamento e i pulsanti di impostazione della sensibilità, del bilanciamento del bianco e della messa a fuoco automatica o manale, in unione ad una delle ghiere di comando, anteriore e posteriore, si trovano sulla calotta.
Il mirino pur grande non mi ha impressionato ne per luminosità ne per risoluzione. E’ inferiore agli ultimi visti sulle più rcenti mirrorless. L’autofocus è sufficientemente veloce per l’uso a cui è destinata questa macchina, non certo le foto sportive. Lo scatto è morbido e silenzioso. Le foto possono essere salvate naturalmente in jpeg e raw. Io ho scelto quello raw per cui per convertirle ho dovuto usare il software proprietario di Hasselblad, Focus, fortunatamente scaricabile gratuitamente.
Dalle poche foto fatte si nota una buona risoluzione, anche se mi sarei aspettato di meglio, e un’elevata gamma dinamica con le luci e le ombre che conservano molti dettagli.
La X1D meriterebbe una prova più approfondita per valutarne le notevoli qualità.