La X-H2S è stata presentata da Fujifilm come una fotocamera particolarmente veloce. Anche alcuni modelli precedenti, come le X-T3 e X-T4, sono fotocamere veloci, ma questa a detta del produttore lo è particolarmente.
Ricordo brevemente che la X-H2S è dotato di un sensore BSI-CMOS Xtrans Stacked di 5a generazione e vanta una velocità di raffica di ben 40 fg/s sia in jpeg che in raw ed un autofocus a rilevamento di fase in grado di seguire soggetti in movimento a questa velocità. Anche il mirino è stato adeguato a queste prestazioni consentendo una visione continua del soggetto senza oscuramenti durante lo scatto.
A queste affermazioni si potrebbe dubitare, come San Tommaso, pensando che ci sia molto marketing dietro di esse e per questo Fujifilm ha invitato molti giornalisti ad una prova sul campo per fugare ogni dubbio.
La prova si è svolta presso l’autodromo di Lainate, vicino Milano, e consisteva essenzialmente nel riprendere una Ferrari che girava sul circuito. Ma andiamo con ordine e prima di tutto riassumiamo le principali caratteristiche della X-H2S con l’aiuto di alcune slide di presentazione fornite da Fujifilm.
Le caratteristiche della X-H2S come si vede sono notevoli. In particolare è innovativo il sensore di BSI-CMOS X-Tranx di tipo stacked.
La X-H2S differisce dalla precedente X-H1 per la struttura dei comandi.
Le ghiere dei tempi e della sensibilità sono infatti state eliminate e sostituite da una più consueta manopola delle modalità di funzionamento.
Anche nel frontale ci sono novità: al posto della piccola levetta che commutava la messa a fuoco da singola a continua o manuale c’è adesso un pulsante che premuto più volte fa la stessa funzione, coadiuvato da un altro a sinistra dell’innesto dell’obiettivo in alto che consente di personalizzare il comportamento della messa a fuoco continua.
Nel dorso sono presenti a sinistra il pulsante per le modalità di scatto, singolo, continuo, ecc. e quello per la revisione delle foto. A destra del mirino il joystick che consente di spostare il punto o l’area di messa a fuoco, poi il pulsante AF-On per attivare l’autofocus e la ghiera di comando posteriore. Più in basso il pulsante AEL per il blocco dell’esposizione e quello Q per il menu rapido, poi il pad a quattro vie che serve solo per la navigazione nei menu o per spostare il punto di messa a fuoco con al centro il pulsante per il richiamo dei menu e per la conferma delle scelte. Infine un pulsante per scegliere le informazioni visualizzate nello schermo e nel mirino.
Sul lato destro ci sono gli alloggiamenti per una scheda di memoria CF Express di tipo B e una SD UHS II. Dall’altro le prese per cuffia e microfono, una USB C e una HDMI tipo A.
Il mirino è migliore di quello della X-T4 con una risoluzione di 5,76 Mpx.
Lo schermo è orientabile in tutte le direzioni compreso in avanti.
Il sensore è un X-Trans CMOS di 5a generazione di tipo stacked.
L’elaboratore d’immagine X Processor 5 ha una velocità doppia rispetto al precedente.
L’autofocus, con un algoritmo migliorato, è in grado di riconoscere oltre a volti ed occhi anche animali, uccelli, auto, bici e moto, aeroplani e treni.
La raffica arriva a 40 fg/s con l’otturatore elettronico e a 15 fg/s con quello meccanico.
La ripresa video è 6,2K in formato 3:2 oppure DCI4K 60p o DCI4K 120p con un ritaglio 1,29x oltre che Full HD fino a 240p.
Per la dispersione del calore è previsto anche una ventola supplementare esterna da applicare sullo schermo.
La stabilizzazione sul sensore è migliorata ed arriva a compensare fino a 7 stop.
L’autonomia varia da 390 a 720 scatti con il solo corpo e può arrivare a 1580 con il mirino e 1850 con lo schermo usando l’impugnatura supplementare porta batterie.
La connessione è wi-fi e permette anche un collegamento Ethernet ed il controllo con uno smartphone 5G.
La X-H2S costa 2799,99 € solo corpo.
Insieme alla X-H2S è stato presentato anche lo zoom XF 150-600 mm f/5,6-8,0 particolarmente compatto e leggero che ho potuto provare insieme alla X-H2S.
La X-H2S è una fotocamera di dimensioni medie, anzi se paragonata ad altre mirrorless fullframe come le Sony ha qualche millimetro di più. Va bene così perché dimensioni troppo ridotte avrebbero ostacolato l’ergonomia e la disposizione dei comandi; inoltre il peso consistente anche se non eccessivo è utile per un migliore bilanciamento usando obiettivi grandi e pesanti come i tele luminosi ed i tele zoom.
I comandi, come già detto, sono diversi dai classici Fujifilm presenti nella serie X-T e simili invece a quelli presenti nella maggior parte delle altre fotocamere. Questo ne facilita l’utilizzo per chi è abituato ad un certo schema dei comandi perché proviene da una reflex o da una fotocamera di altra marca, ma forse potrà dispiacere a chi apprezza lo schema Fujifilm. A me personalmente piace più la disposizione dei comandi della X-H2S in quanto quella delle altre Fujifilm, la X-T4 ad esempio, se in teoria può sembrare di uso più immediato in realtà complica un po’ le cose. Infatti ad esempio se si vogliono utilizzare sulla X-T4 tempi intermedi fra quelli riportati sulla ghiera apposita si deve intervenire sulla ghiera di comando posteriore, quindi si ha un uso misto dei comandi che complica la rapida regolazione della fotocamera. Inoltre se si vuole intervenire su tempi e sensibilità si deve obbligatoriamente staccare l’occhio dal mirino per poter regolare le relative ghiere. Questa modalità di comando poteva andare bene per le reflex di un volta totalmente meccaniche e a pellicola, nelle quali la sensibilità si impostava una volta per tutte quando si inseriva un rullino e in cui non era necessaria una rapidità d’azione. Con le moderne digitali, in particolare mirrorless, invece è importante poter regolare la macchina senza staccare l’occhio dal mirino e questo soprattutto per una fotocamera come la X-H2S votata alla velocità ed alle riprese di soggetti dinamici. Ho apprezzato invece la disposizione sulla calotta dei pulsanti per la regolazione della sensibilità e del bilanciamento del bianco facilmente individuabili con l’indice e del pulsante per la ripresa video cicino a quello di scatto. Molto comodo anche il piccolo pannello LCD su cui sono riportate le principali impostazioni della fotocamera controllabile rapidamente con un’occhiata prima di iniziare a scattare.
Il mirino è ampio e di buona qualità, con una risoluzione adeguata, anche se ci sono fotocamere che fanno di meglio, e consente di vedere sempre bene il soggetto. E’ eccellente il fatto che anche scattando in raffica a 40 fg/s non si oscura mai consentendo così di seguire efficacemente il soggetto nei suoi spostamenti, cosa che non avviene sempre con altre mirrorless e nemmeno con le reflex, nelle quali il mirino si oscura durante lo scatto per il ribaltamento dello specchio.
Per prendere confidenza con la X-H2S ho iniziato a fare qualche scatto nella sala dove è stata effettuata la presentazione e dove, in attesa di essere imbarcati per un giro dell’autodromo con la Ferrari 458 che ci attendeva e per il momento in cui avremo potuto riprenderla mentre percorreva il circuito ad alta velocità, ci siamo esercitati ad effettuare un pit-stop con cambio gomme dell’altra Ferrari che era in attesa all’interno. E’ stata un’esperienza divertentissima, non avrei creduto di dover fare anche il meccanico in una presentazione Fujifilm, ma ce la siamo cavata e il mio gruppo, pur con una sola pistola per svitar-avvitare il dado di fissaggio per ogni lato ci è riuscito in 24 secondi: per fortuna non dovevamo cambiare le gomme a Leclerc!
Per i primi scatti ho usato il nuovo XF 23 mm f/1,4 WR, un obiettivo compatto e leggero che si adatta molto bene alla X-H2S e che equivale ad un 35 mm, una delle mie focali preferite. Gli scatti, fatti ovviamente alle due Ferrari presenti, ripresi in raw e convertiti con CaptureOne Express for Fujifilm azzerando la riduzione di rumore, risultano di ottima nitidezza e con colori fedeli agli originali.
Ho effettuato anche una serie di scatti a varie sensibilità, a partire da 400 ISO fino alla massima di 51200. Anche in questo caso ho convertito i raw con CaptureOne azzerando la riduzione di rumore.
Il rumore inizia a presentarsi, finissimo, a 3200 ISO ma fino a 6400 ISO è accettabile e non disturba l’immagine. Oltre è necessaria una sua riduzione con la quale è possibile recuperare abbastanza bene le foto fino a 25600 ISO. Per dare un giudizio definitivo sarà necessaria una misurazione ed una prova pratica nel mio consueto scenario di prova, ma da questa prima prova l’impressione è piuttosto positiva.
Finalmente siamo stati convocati per la prova pratica delle fotocamere con la ripresa della Ferrari che girava in circuito. Ho deciso quindi di provare la fotocamera con il nuovo zoom XF 150-600/5,6-8,0 equivalente ad un 225-900 mm.
E’ uno zoom compatto e leggero per la focale, questo dovuto al fatto che deve coprire solo il formato APS. La sua luminosità non è elevata, ma adeguata agli utilizzi in esterni con buona luminosità. E’ anche compatibile con i moltiplicatori di focale Fujifilm con i quali diventa col 1,4x un 315-1260 mm equivalente con una luminosità f//8,0-11 e col 2x un 450-1800 mm equivalente anche se con una luminosità solo f/16 alla focale massima. In questo caso l’ho usato però senza moltiplicatori.
L’insieme macchina obiettivo si è rivelato sorprendentemente leggero e molto maneggevole, in confronto soprattutto a certi tele per fullframe pesanti come macigni e che richiedono numerosi allenamenti in palestra per poterli maneggiare. E’ quindi possibile anche un suo uso a mano libera, come fatto nella prova, anche se seguire un soggetto in movimento veloce come un’auto in corsa non è per niente facile alla focale massima.
Ho effettuato comunque un certo numero di scatti in due diverse postazioni, una adatta all’uso della minima focale 150 mm (225 equivalente) e uno a quella massima 600 mm (900 equivalente, scattando delle brevi raffiche. Ho usato l’otturatore elettronico impostando la velocità massima di 40 fg/s. La messa a fuoco è stata continua ad inseguimento usando un’area media al centro dell’inquadratura che si è rivelata la migliore regolazione per garantirsi che la fotocamera mettesse a fuoco il soggetto senza deviare verso altri punti. Ho anche effettuato qualche prova con l’otturatore meccanico con la raffica a 15 fg/s.
Focale 150 mm (225 equivalente) 40 fg/s 1/2000 f/5,6 ISO Auto 1250.
Focale 600 mm (900 equivalente) 40 fg/s 1/2000 f/5,6 ISO Auto 1600.
Focale 600 mm (900 equivalente) 40 fg/s 1/2000 f/5,6 ISO Auto 2000.
Nel rivedere le foto quello che impressiona maggiormente è vedere le foto raw scattate a 40 fg/s per diversi secondi, senza alcun rallentamento. E’ impressionante, non avevo mai visto prima una fotocamera fare una cosa del genere. Se non si devono usare subito le foto jpeg, da spedire ad esempio a qualche redazione per la pubblicazione, la disponibilità dei raw consente di operare correzioni ritocchi e modifiche ed è un bel vantaggio che, scattando in raffica ad altissima velocità, solo pochissime fotocamere possono offrire, e nessuna a 40 fg/s.
Le oltre mille foto scattate, in pochi secondi, sono risultate tutte a fuoco, salvo poche eccezioni che si contano sul dito di una mano, e questo è un risultato eccellente data la velocità con cui l’auto percorreva il circuito. Ho effettuato anche un ripresa in cui ad un certo punto alcuni altri fotografi si interponevano fra me e la macchina da riprendere: anche in questo caso la X-H2S è riuscita a tenerla a fuoco salvo che in un paio di scatti.
In conclusione la X-H2S mantiene le promesse fatte da Fujifilm: è una fotocamera veramente veloce che si pone al vertice delle fotocamere adatte a riprese sportive e naturalistiche. Naturalmente la X-H2S è adatta a tutti i tipi di riprese, coadiuvata dall’ampio corredo di obiettivi Fujinon XF che comprende grandangoli a partire da 8 mm (12 equivalenti) fino al tele 150-600 oggetto della prova con molte focali luminose, 50 mm f/1,0 e 200 mm f/2,0 in particolare.
Lo zoom 150-600 si è dimostrato all’altezza della fotocamera come velocità di messa a fuoco e qualità.
Il prezzo della fotocamera è abbastanza alto, ma si rivela eccezionalmente conveniente e competitivo se confrontato ai prezzi delle mirrorless fullframe che offrono prestazioni simili, ma non superiori.
In conclusione complimenti a Fujifilm.