Per la prova ho avuto a disposizione una EOS 5D III dotata degli obiettivi EF 24-70 mm f/2,8 L USM, EF 70-200 mm f/2,8 L IS USM II e EF 35 mm f/2,0 IS USM e di flash Speedlite 320EX.
La EOS 5D III è una reflex abbastanza grande ed imponente, con un aspetto che ad un primo sguardo può intimidire. Poi usandola si scopre che è pesante, ma ben bilanciata e molto maneggevole. La 5D III è ben proporzionata e nonostante le sue dimensioni e peso si impugrna bene, accedendo facilmente a tutti i comandi, mentre il peso, tuuto sommato,non stanca troppo nel portarse la in giro anche per lungo tempo. Infatti l’ho portata anche nello zaino in escursioni di montagna.
La costruzione è eccellente, al livello delle migliori professionali, con il corpo in metallo, rivestito lateralmente in gomma morbida zigrinata, piacevole al tatto, che ne fafilita l’impugnatura evitando che possa essere scivolosa.
Con l’EF 24-70, l’insieme è equilibrato e facile da trasportare. Naturalmente ci vuole una borsa pronto o fotografica.
Il 24-70 è molto adatto come zoom di uso universale per foto di viaggio, paesaggio, interni, ritratti, gruppi, eventi e cerimonie (l’ho usato, insieme alla 5D III, per un battesimo). Delle caratteristiche e qualità dell’obiettivo parlerò nell’apposita pagina. Il 70-200 2,8 è invece un obiettivo adatto per foto sportive, anche in ambienti non troppo illuminati, teatro, concerti, ma anche per ritratti. Infine il 35 f/2,0 è uno dei pochissimi focale fissa stabilizzati; è utilissimo quando la luce è veramente poca, l’ho usato infatti per delle foto in miniera senza l’uso del flash.
E’ comunque una soddisfazione usare gli obiettivi per la loro focale effettiva senza dover sempre considerare i fattori moltiplicativi e tutte le complicazioni che comportano.
I comandi per l’operatività fotografica sono tutti concentrati sul lato destro, tranne il pulsante per il richiamo dei menu e quello per il richiamo delle informazioni, a portata di dita e facilmente raggiungibili e memorizzabili. Molto comodi i pulsanti davanti al display tutti raggiungibil facilmente con l’indice anche con l’occhio al mirino. Quello per la sensibilità Iso, a destra dopo quello per l’illuminazione del display, è incavato e facilmente distinguibile al tatto. Basta premerlo e senza continuare la pressione si può variare con la ghiera di regolazione accanto la sensibilità Iso. Veramente comodo e rapido, molto meglio di quello sulla sinistra delle Nikon, difficile da trovare senza spostare la mano dall’impugnatura e che va tenuto premuto per effettuare la regolazione, impegnando due mani per l’operazione. Meno comoda la leva di accensione sulla sinistra, a cui si deve fare l’abitudine, mentre Nikon l’ha coassiale con il pulsante di scatto e azionabile molto più rapidamente. Semplice la scelta dei punti di messa a fuoco effettuabile con il pollice premendo l’apposito pulsante in alto a destra e poi con il joistick direzionale, spostando eventualmente il punto se non si vuole quello centrale, e confermando con il tasto al centro. Anche la compensazione dell’esposizione è facilmente effettuabile, nelle modalità P, Av e Tv, azionando direttamente la ghiera di controllo rapido posteriore. Il program shift invece si ottene con la ghira di controllo principale (anteriore) che serve anche per la regolazione di tempi e diaframmi nelle relative priorità. In manuale la ghiera di controllo principale (anteriore) serve per i tempi e quella di controllo rapido (posteriore) per i diaframmi. Sempre molto rapido e semplice. Le impostazioni dell’autofocus, modalità di raffica e misurazione dell’esposizione si effettuano premendo l’apposito pulsante e poi ruotando la ghiera posteriore di controllo e possono essere tutti effettuati con l’occhio al mirino, come tempi, diaframmi e sensibilità Iso, oppure controllando sul display LCD superiore. Per tutte le altre regolazioni è molto comodo richiamare sllo schermo il menu di regolazione rapida e poi effettuarle con questo. Da questo punto di vista quindi l’usabilità della macchina è ottima. Anche il live view si aziona immediatamente con l’apposito pulsante. Solo per le riprese video bisogna ricordarsi di mettere prima la ghiera di selezione sulla posizione video.
Il mirino a pentaprisma con copertura del 100 % e ingrandimento reale di 0,71x con 50 mm è molto ampio e luminoso, come solo in una fullframe può essere. E’ un piacere inquadrare con questo mirino e ritrovare l’ampiezza e la luminosità di quelli delle reflex a pellicola. In pratica è come passare dai vecchi televisori con i piccoli schermi a tubo ai grandi pannelli al plasma o LCD. I punti AF coprono un’ampia superficie e sono ben posizionati anche per l’inseguimento di soggetti che si spostano lateralmente. Quelli attivi sono visualizzati in rosso al momento della messa a fuoco. Alla sua base sono visualizzate tutte le impostazioni della fotocamera, tempi, diaframmi, sensibilità, compensazione dell’esposizione, WB, modalità di scatto, impostazione flash, blocco AE/AF e conferma messa a fuoco, quindi si può scattare senza distogliere l’occhio dal mirino.
Lo schermo da 3″ con 1.040.000 pixel ha un’elevata nitidezza, ma come tutti gli schermi non consente una visione ottimale in condizioni di forte illuminazione, specialmente in controluce.
La EOS 5D III non è dotata di stabilizzatore integrato, ma si affida a quello degli obiettivi. Il 35 mm e il 70-200/2,8 provati sono dotati di stabilizzatore abbastanza efficace visto che anche con tempi relativamente lunghi non ho ottenuto foto mosse. Dalle mie prove ho rilevato che consente di guadagnare circa 3 stop sul tempo di esposizione, come si può vedere dalle foto allegate.
La messa a fuoco è, come in tutte le reflex, a rilevamento di fase con 61 punti di cui 41 a croce e 5 a doppia croce. La sensibilità dell’autofocus è elevata e arriva a -2 EV anche senza l’illuminatore ausiliario, non presente nella 5D III, anche se qualcosa in meno della 6D che arriva a -3 EV. In live view o durante le riprese video la messa a fuoco è effettuata su tutto il sensore a rilevamento di contrasto. La velocità con gli obiettivi provati, tutti USM, è fulminea, silenziosissima e molto precisa. Non ho misure(cosa difficilissima da fare con precisione) ma la sensazione è che sia anche leggermente più rapida di quella della Nikon D600 con il 24-85 col motore ad ultrasuoni. La messa a fuoco è quindi molto efficace anche per soggetti in rapido movimento attivando il focus tracking. Il sistema autofocus è poi estremamente personalizzabile, scegliendo aree di messa a fuoco, gruppi di punti AF anche diversi per inquadrature orizzontali e verticali, e punti singoli. E’ possibile anche definire diversi profili di autofocus a secondo dei soggetti e delle situazioni; alcuni sono già predefiniti e richiamabili da menu. Al momento è il migliore sistame autofocus provato, indipendentemente dal tipo di fotocamera. Bisogna solo abituarsi al suo comportamento che, se la scelta dei punti AF è automatica, mette a fuoco sempre il soggetto più vicino coperto da un punto AF. Se si vuole una messa a fuoco precisa è quindi bene scegliere il punto centrale, mettere a fuoco premendo a metà il pulsante di scatto (oppure quello di blocco AE/AF se impostato solo sul blocco della messa a fuoco) e poi senza rilasciare il pulsante modificare se necessario l’inquadratura.
La messa a fuoco in live view e col video è invece più lenta anche se questo non comporta perdite di fuoco durante le riprese.
L’unico limite del sistema AF della 5D III è l’assenza di una luce di ausilio per la messa a fuoco, anche se in realtà non se ne sente la necessità vista la elevatissma sensibilità una delle migliori fra tutte le reflex.
L’esposizione può essere totalmente automatica in Smart Auto. In questo caso la fotocamera esegue tutto automaticamente compresa la selezione dello stile. In alternativa si possono usare il programma P con la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma (program shift) con la ghiera di controllo principale, le priorità ai tempi o diaframmi o l’esposizione manuale. In questo caso su un’apposita scala viene indicata la differenza fra l’esposizione impostata e quella misurata fino a +/- 3 EV. In tutte le modalità è molto facile regolare la macchina con le due ghiere. La sensibilità ugualmente si può regolare con facilità, se non si usa in Auto, premendo il pulsante dedicato e con la ghiera, oppure con il pannello di controllo rapido. In modalità Iso Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo e, coadiuvata dallo stabilizzatore, se presente sull’obiettivo, consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!). La lettura esposimetrica può essere valutativa, parziale o spot.
L’esposizione si è dimostrata sempre corretta sia con molta luce sia di notte anche in presenza di forti contrasti e solo in casi veramente al limite ha privilegiato le ombre, sovraesponendo leggermente le alte luci ed ho dovuto apportare delle correzioni. Tendenzialmente opera in modo equilibrato, cercando di salvare le luci; in qualche caso quindi le ombre possono risultare un po’ scure e si deve intervenire con la compensazione dell’esposizione o, meglio, con l’Auto Lighting Optimizer. Come in tutte le Canon si possono scegliere vari stili per le foto: automatico, standard, ritratto, paesaggio, neutro, immagine fedele, monocromo e 3 stili utente. Ciascuno stile è personalizzabile riguardo a nitidezza, contrasto, saturazione e tonalità. Per le foto in bianco e nero è disponibile anche la simulazione filtri: giallo, arancio, rosso e verde. E’ possibile anche creare degli stili personalizzati direttamente in macchina oppure con il programma Picture Style Editor e poi trasferirli in macchina. Questo vale per le foto salvate direttamente in jpeg. Se si usa il raw è possibile applicare gli stili a posteriori, durante la fase di conversione in jpeg. E’ possibile anche impostare l’esposizione per dare prioità alle tonalità chiare. E’ infine disponibile la funzione HDR che effettua tre scatti, con esposizione normale, sottoesposto e sovraesposto e li combina in un’unica immagine jpeg.
Una caratteristica importante delle fullframe è il maggiore controllo che consentono sulla profondità di campo. Infatti a parità di f/stop (cioè di numero di diaframma) una fullframe ha una profondità di campo inferiore ad una APS o a una Micro 4/3 rispettivamente di uno stop o di due stop. Usando quindi gli obiettivi alla massima apertura, in particolare con i focale fissa di grande luminosità, si può isolare il soggetto dallo sfondo con una profondità di campo ridottissima, cosa impossibile o quasi con i formati più piccoli. Se invece serve una profondità di campo elevata si può chiudere il diaframma, allungando il tempo di posa per i soggetti statici, oppure aumentando la sensibilità Iso, senza penalizzazioni per la qualità d’immagine.
Le foto possono essere salvate in varie dimensioni, L a 22 Mpx, M a 9,8 Mpx, S1 a 5,5 Mpx, S2 a 2,5 Mpx e S3 a 0,3 Mpx e possono essere salvate in Jpeg con qualità Fine o Normal, in raw (CR2) con tre diverse dimensioni 22 Mpx, M 10 Mpx e S 5,5 mpx e in raw più jpeg.
La 5D III non dispone di flash integrato, come tutte le Canon fullframe. Questa scelta, fatta presumibilmente perchè si pensa che chi usa una fotocamera di questo livello abbia anche un flash esterno, è però penalizzante perchè non sempre ci si porta il flash se non si prevede di usalo e, senza flash integrato, non si può usufruire di questo tutte le volte in cui servirebbe un semplice flash di schiarita, ad esempio per un ritratto al volo in esterni con il sole alto.
Il tempo di sincronizzazione flash massimo è di 1/250 di secondo.
La ripresa video consente di riprendere video Full HD a 1920×1080 pixel in modalità MPEG-4 AVC/H.264 con formato di registrazione MOV 30p a 30 (29,97), 25 o 24 (23,976) fg/s. E’ disponibile anche una ripresa con formato HD a 1280×720 pixel 60p a 60 o 50 fg/so VGA a 640×480 pixel. Durante la ripresa la messa a fuoco è continua.. La ripresa può essere effettuata con l’esposizione completamente automatica, oppure regolando manualmente la sensibilità, il diaframma, il tempo di otturazione e la messa a fuoco.
Nell’uso la EOS 5D III si è dimostrata una fotocamera veramente eccellente. Il suo peso ed ingombro non pur consistenti non sono un ostacolo per chi vuole la qualità; si può portare facilmente tutto il giorno senza problemi. Se dotata di un obiettivo come il 24-70 si potranno affrontare molte situazioni fotografiche in viaggio, vacanze, eventi, mostre, ecc. senza dover cambiare obiettivo anche se il tele non è molto spinto (ma in realtà quasi sempre se ne può fare a meno), ma naturalmente va corredata degli obiettivi adatti al tipo di riprese che si vogliono fare, scegliendo dall’enorme catalogo Canon o da quello di altri produttori. Il mirino è eccellente e consente un’ottima visione. Quando invece si deve usare lo schermo, come per le riprese video, ci si accorge che ha i soliti difetti di tutti gli schermi: in esterni con il sole si vede poco. L’accensione è immediata. L’interruttore coassiale con la manopola delle impostazioni di funzionamento sulla sinistra richiede però l’uso della mano sinistra per essere raggiunto e ciò non è molto comodo se si tiene, come faccio io, la macchina con la mano destra sull’impugnatura durante il trasporto, per essere pronti a fotografare. I comandi sono molto pratici e completi e consentono tuttr le regolazioni con l’occhio al mirino. Molto pratico anche il menu di controllo rapido. L’autofocus rapidissimo, prciso e flessibile non mi ha fatto perdere nessuno scatto e l’esposizione ugualmente si è rivelata quasi sempre corretta.
La qualità d’immagine è commentata nella pagina dedicata al sensore.
Ho usato la Canon 5D III in situazioni diversissime, dalle foto come turista in giro per Roma, a quelle delle regate nel golfo del Circeo con il 70-200/2,8, alla miniera praticamente quasi al buio dove tutti scattavano a raffica col flash e mi guardavano come un marziano mentre scattavo a luce ambiente con il 35/2,0, alla rappresentazione nella sala del comune di Vipiteno e alle foto durante escursioni in montagna portando la %d con il 24-70 nello zaino e qualche volta anche il 70-200/2,8, per finire ai concerti per strada. In ogni situazione ho ottenuto immagini e filmati di eccellente qualità, oltre una facilità ed un piacere nell’usarla veramente unici.
Le foto pubblicate sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 102400 Iso, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare l’obiettivo, e foto di esempio, come turista, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 100 Iso. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con il programma fornito da Canon, Digital Photo Professional e con Adobe Lightroom 5.
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