Sony A7 IV: prestazioni & conclusione

Sensore

La A7 IV è dotata di un sensore BSI-CMOS retroilluminato di formato fullframe (36×24 mm) con 33 Mpx e senza filtro antialias. La sua sensibilità varia da 100 a 51200 ISO, estensibile da 50 a 204800, a passi di 1/3 EV.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione sempre della sensibilità.

Rapporto segnale/rumore

In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg usando per tutte le fotocamere Adobe Lightroom. In questo modo si uniforma il trattamento di tutti i raw applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva di rumore della Sony A7 III è il riferimento. In aggiunta riporto anche il grafico della Sony A1 da 50 Mpx e della Nikon Z6 II da 24.

La curva del rumore della A7 IV coincide con quella della III fino a 1600 ISO, poi il rumore aumenta più rapidamente e a 6400 è già 1/2 stop superiore, per arrivare a 2/3 a 12800 e poi mantenersi costantemente 1/2 stop superiore. Le sensibilità estese di 102400 ISO e 204800 invece sono poco indicative in quanto ottenute per sottoesposizione ed aumento dell’esposizione via software della fotocamera.
Confrontando con la A1 la A7 IV è migliore, di circa 1/2 stop da 800 a 12800 ISO per poi diventare leggermente peggiore oltre. Impressionante invece la differenza con la Nikon Z6 II migliore anche della A7 III: siamo su valori inferiori di 1,5-2 stop.
In conclusione una prestazione buona, ma inferiore ai migliori risultati di altre fotocamere anche se, bisogna dirlo, queste hanno una risoluzione inferiore.

Le foto di test notturne sono scattate a tutte le sensibilità da 50 a 204800 ISO. Le foto raw sono state convertite con CaptureOne for Sony.

Foto raw senza riduzione di rumore

Il rumore si inizia a vedere a 3200 ISO, ma inizia a dare fastidio solo da 6400, sensibilità a cui è utile una riduzione specialmente di quello colore, aumentando progressivamente con la sensibilità, particolarmente quello colore, fino a diventare pervasivo a 204800.

Foto raw con riduzione dei falsi colori

Applicando la riduzione dei falsi colori, il rumore prevalente nelle foto, quelle a 6400 e 12800 ISO presentano solo una leggera granulosità che in molti casi potrebbe essere accettabile mentre da quelle a 25600 il rumore è molto visibile e va ridotto anche per la componente luminanza.

Foto raw con riduzione di rumore

Applicando un’adeguata riduzione di rumore è possibile ripulire le foto fino a 12800 ISO con una perdita di dettaglio accettabile, mentre oltre si inizia a perdere progressivamente dettaglio e nitidezza. Le foto oltre 51200 ISO in su non sono recuperabili sia per la perdita eccessiva di nitidezza che per il viraggio dei colori.

Foto raw senza riduzione di rumore a 10 Mpx

La riduzione a 10 Mpx consente di guadagnare circa 1 stop con il rumore che inizia a vedersi a 6400 ISO e un po’ fastidioso solo a 12800 anche perché prevale sempre quello di colore.

Foto raw con riduzione dei falsi colori a 10 Mpx

In questo caso anche le foto a 12800 ISO sono pulite e solo alle sensibilità superiori il rumore diventa visibile. Anche in questo caso però oltre i 51200 ISO non si può andare.

Foto raw con riduzione di rumore a 10 Mpx

Con l’applicazione della riduzione di rumore e il ridimensionamento si possono ottenere foto prive di rumore fino a 12800 ISO e anche quelle a 25600 e 51200 possono essere accettabili anche perché con la riduzione delle dimensioni la perdita di nitidezza è meno evidente. Le sensibilità superiori restano sempre troppo rumorose ed inusabili.

Foto jpeg dalla fotocamera

Le foto jpeg prodotte direttamente dalla fotocamera sono pulite e nitide fino a 6400 ISO. Il rumore si incomincia a vedere leggermente a 12800 sensibilità a cui inizia una perdita di nitidezza. Oltre questa sensibilità la riduzione di rumore fa perdere nitidezza pur non riuscendo ad eliminarlo completamente. Le sensibilità oltre 51200 ISO sono anche in questo caso sono praticamente inutilizzabili.

In conclusione con la A7 IV è possibile scattare senza problemi fino a 6400 ISO meglio usando il raw se si vogliono effettuare stampe di grandi dimensioni alla massima risoluzione e con un’opportuna riduzione di rumore fino a 12800. Una buona prestazione anche se inferiore a quella della A7 III.

Gamma dinamica

La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Sony A7 III come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.

La A7 IV ottiene in questo test un buon risultato con una gamma dinamica di oltre 12 EV fino a 400 ISO, superiore a quella della A7 III di 1/3 o 2/3 di EV fino a 12800 ISO. Alle sensibilità più alte la gamma dinamica diminuisce ed è inferiore a quella della A7 III a causa del rumore.

Per verificare anche in pratica la gamma dinamica ho scattato delle foto di paesaggio, tutte alla stessa sensibilità di 100 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 5 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con Lightroom.

In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -5 stop; con questa sottoesposizione però si presenta del rumore. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di -3 stop, esposizione a cui il rumore è praticamente uguale a quello che si avrebbe con l’esposizione corretta. In sovraesposizione invece si possono recuperare pienamente +2 stop mentre a +3 stop si perdono in parte i dettagli nelle luci e si ha un’alterazione dei colori; poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile e le foto diventano piatte e grigiastre.
Anche in questo caso una prestazione ottima, fra le migliori fra le fotocamere fino ad adesso sottoposte a questo test.

DRO

La A7 IV dispone anche di una funzione automatica per incrementare la gamma dinamica denominata Dynamic Range Optimizer (DRO) che automaticamente ottimizza la gamma dinamica e anche di una funzione HDR automatica.

Invarianza ISO

Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in esterni in poca luce per l’esposizione corretta a 12800 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -5 stop, cioè 400 ISO, infine ho convertito l’immagine con Lightroom correggendo l’esposizione.

Con una sottoesposizione di -5 stop e una correzione in conversione da raw il rumore è eccessivo e superiore a quello della foto esposta correttamente a 12800 ISO. Con -4 stop di sottoesposizione, 800 ISO, il rumore è ancora superiore a quello della foto esposta correttamente. Da -3 stop, 1600 ISO, il rumore è paragonabile a quello della foto esposta correttamente a 12800.
Il sensore quindi consente un’ottima invarianza ISO con la possibilità di sottoesporre, in caso di necessità di 3 stop senza particolari problemi.

Obiettivo

Con la A7 IV ho avuto a disposizione per la prova lo zoom GM 24-70 mm f/2,8.

Si tratta di uno zoom professionale di alta qualità e luminosità di uso generale e adatto per tutti i tipi di foto. Le sue dimensioni sono grandi soprattutto in rapporto a quelle del corpo macchina e così il peso che sbilancia l’insieme verso l’avanti. Per scattare è quindi necessario sostenere la macchina con entrambe le mani, la sinistra sotto l’obiettivo.

L’obiettivo è composto da 18 lenti in 13 gruppi con una lente extreme aspherical, una super ED, una ED e trattamento antiriflessi Nano AR coating. Il motore di messa a fuoco è piezoelettrico e la distanza di messa a fuoco è di 38 cm con un ingrandimento 0,24x. Il diaframma ha 9 lamelle.
Le dimensioni sono 136 mm di lunghezza con un diametro di 88 mm e un peso di 886 g. Il materiale di costruzione è lega di magnesio.
E’ fornito con un ampio paraluce a tulipano con blocco.
Il prezzo di 1.920 € è alto, ma proporzionato alla qualità dell’obiettivo,

Per questo obiettivo non è necessario il diagramma della variazione di apertura al variare della focale in quanto questa è fissa, f/2,8, e nemmeno il diagramma relativo al diaframma equivalente in quanto si tratta di fullframe.

Risoluzione

Come spiegato nell’articolo Risoluzione: obiettivi e sensori riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore, per le focali di 24, 35, 50 e 70 mm.

Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 33 Mpx della A7 IV in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 7008 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 7008:2= 3504 linee. I sensori con filtratura Bayer, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 2450 linee. In questo caso quindi si è arrivati al massimo teorico.

A tutte le focali la risoluzione al centro è ottima da tutta apertura con un calo da f/16 a f/22 che resta comunque molto buona, tranne per la focale di 70 mm alla quale a f/2,8 è solo molto buona. I bordi sono vicinissimi e molto buoni con un calo analogo da f/16 a cui però rimangono ancora buoni a 24 e 35 mm: a 50 e 70 mm sono buoni fino a f/4,0 e poi molto buoni fino a f/16 con un calo solo a f/22.

Distorsione

La distorsione è a tutta apertura il 2,9 % a barilotto a 24 mm, per poi diventare a cuscinetto fino al 1,9 % a 70 mmm; è corretta automaticamente, se si sceglie questa opzione, dalla fotocamera nella conversione in jpeg o da CaptureOne durante la conversione.

Vignettatura

La vignettatura è 2,4 stop a 24 mm f/2,8 e 1,5 stop a f/4,0; 1 e 2/3 di stop a 70 mm a tutta apertura.

Nella precedente prova della A7 IV da 61 Mpx, di cui riporto i grafici, questo obiettivo aveva mostrato una risoluzione decisamente superiore. Questo significa che anche in questa combinazione con la A7 IV la risoluzione è limitata dal sensore e non dall’obiettivo.

E’ un obiettivo complessivamente ottimo, come avevo concluso nella prova della A7R IV, progettato per elevate risoluzioni.
Gli unici suoi difetti sono la distorsione un po’ elevata anche se correggibile automaticamente o manualmente e la vignettatura a 24 mm a tutta apertura, anche questa correggibile automaticamente.
Quanto alle dimensioni e peso questi sono lo scotto da pagare per avere uno zoom ad elevata luminosità su una fullframe. La nuova versione GM 24-70/2,8 II ha però ridotto significativamente le dimensioni ed il peso dell’obiettivo, anche se il costo purtroppo è aumentato.
Solo Tamron con la sua serie di zoom f/2,8 17-28, 28-75 e 70-180 è riuscita a contenerne dimensioni e peso, ed anche il costo, sacrificando un po’ l’escursione focale.
Complessivamente l’insieme della A7 IV e del GM 24-70/2,8 non è però di peso insostenibile e si porta in giro, anche al collo, senza troppi problemi.

Autofocus

Nella pratica l’autofocus è molto preciso e ha dimostrato un’elevata’ velocità anche per soggetti in rapido movimento. Non ha mai mancato la messa a fuoco anche in condizioni di pochissima luce.
La modalità di scelta automatica dei punti AF si è rivelata valida in molti casi, ma se si vuole una maggiore precisione e sicurezza è preferibile usare l’area estesa piccola o addirittura il punto singolo. Sia l’una che l’altro si spostano nell’inquadratura molto facilmente con il joystick o direttamente col tocco sullo schermo che a questo proposito può essere suddiviso da menu in modo da destinare allo spostamento del punto AF solo l’area di destra più facilmente raggiungibile col pollice. La modalità spot flessibile esteso si rivela molto efficace: una volta agganciato il soggetto in movimento lo segue senza perderlo, sia per i veicoli in movimento veloce sia per il ciclista, prova nella quale non ha sbagliato quasi nessuno scatto come vedremo più avanti. L’autofocus intercetta immediatamente i soggetti in movimento e li aggancia senza mai posizionarsi su soggetti fermi o sullo sfondo, come mi è capitato qualche volta con altre fotocamere. Anche la funzione di rilevamento del volto e degli occhi è eccellente e funziona rapidamente seguendo il soggetto senza problemi in autofocus continuo. La funzione di rilevamento degli animali è ugualmente efficace
La sua sensibilità è ottima, -4 EV (32 secondi a f/1,4 a 100 ISO) e non rallenta se non di poco quando la luce è scarsa, non dimostrando mai incertezze.
Nelle riprese video la messa a fuoco è continua. E’ abbastanza precisa e non dimostra incertezze e perdite di fuoco.

Stabilizzazione

La serie II delle A7 ha introdotto su tutti i modelli la stabilizzazione sul sensore a “5 assi”, ancora migliorata in questa A7 IV. Alcuni obiettivi con innesto FE però dispongono anche di stabilizzazione ottica.
Pe provare la sua efficacia ho effettuato degli scatti alla focale di 70 mm con e senza stabilizzazione, a partire da un tempo di scatto di 1/160 doppio di quello normalmente considerato di sicurezza, il reciproco della focale quindi 1/70 arrotondato a 1/80, e poi raddoppiandolo ad ogni scatto, arrivando fino a 1,6 secondi.

La stabilizzazione ha consentito di guadagnare almeno 3 stop con foto scattate a 1/10 di secondo ancora nitide. A 4 stop, 1/5 secondo, alcune foto sono risultate nitide, altre invece mosse. Senza stabilizzazione solo le foto a 1/80 risultano nitide, già ad 1/40 la maggioranza erano mosse.

Raffica

La A7 IV dispone, come detto, di quattro velocità di raffica: H+ a 10 fg/s, H a 8 fg/s, M a 6 fg/s e L a 3 fg/s. Alla velocità più alta H+ la messa a fuoco e’ continua con la funzione di inseguimento sul soggetto, ma non e’ disponible il live view. Alle altre velocità sono disponibili messa a fuoco continua e live view.

Le prove sono state effettuate con una scheda SD UHS II da 300 mb/s, scattando con messa a fuoco manuale e priorità dei tempi a 1/1000.

Jpeg

Alla velocità H+ la A7 IV ha scattato a 10 fg/s per 25 secondi e avrebbe continuato fino al limite di 1000 fotogrammi come indicato da Sony.

Raw compresso

Alla velocità H+ la A7 IV ha scattato a 7 fg/s per 250 secondi e avrebbe continuato fino al limite di 1000 fotogrammi come indicato da Sony. Probabilmente con una CFexpress sarebbe arrivata anche per le foto raw a 10 fg/s.

Nelle prove pratiche su soggetti in movimento veloce o in accelerazione la A7 IV ha mantenuto la velocità alta M di 6 fg/s in raw più jpeg o H+ di 10 fg/s in jpeg riuscendo a seguire e mantenere sempre bene a fuoco il soggetto.
L’esposizione operando in manuale, ma con sensibilità ISO automatica, è stata sempre corretta e la sensibilità è stata sempre adeguata alla luminosità del soggetto.

Prova del ciclista

La ripresa è effettuata su un ciclista che si avvicina lentamente da una cinquantina di metri fino a passare vicino al fotografo. Le impostazioni sono state 1/1600, f/2,8 ISO auto e focale a 70 mm, velocità di raffica H+ (10 fg/s) e autofocus continuo.
I migliori risultati gli ho ottentuti con la messa a fuoco su Spot flessibile allargato puntata sul viso del soggetto. In questo caso quando l’autofocus ha agganciato il soggetto lo segue con pochissimi casi in cui la messa a fuoco non è perfettamente sul volto, ma sulla giacca o sul manubrio: su 292 scatti 285 sono a fuoco, 6 sono sulla giacca e 1 solo fuori fuoco.
I risultati sono stati meno buoni scattando con la messa a fuoco ampia su tutta l’inquadratura, alla velocità M 6 fg/s e in raw più jpeg: in questo caso la fotocamera ha agganciato il soggetto quando era lontano, ma poi l’ha perso durante l’avvicinamento e alla fine tutti i fotogrammi sono risultati sfuocati. Su 54 scatti 23 sono a fuoco, i primi, 4 sono sulla giacca o bici e 27 sono completamente sfuocati.
In conclusione per un soggetto in movimento, anche lento, è bene usare la modalità Spot espanso.
Pubblico una sequenza di 32 fotogrammi, circa 3 secondi, tutti a fuoco.

In complesso una prestazione ottima che la rende adatta anche a riprese sportive e di soggetti in rapido movimento come animali nel loro ambiente naturale impostando però opportunamente l’area di messa a fuoco.

Video

La A7 IV riprende video 4K QFHD a 3840×2160 pixel 60/50p in formato Super 35 o 30/25p in formato pieno e Full HD 1920×1080 pixel 120/100/60/50p in formato MP4 o AVCHD con codec XAVC S e audio stereo. La ripresa può essere effettuata in qualunque modalità di funzionamento, Program, a priorità dei tempi o diaframmi e manuale. La messa a fuoco può essere continua o manuale.
La ripresa si può attivare in qualsiasi modalità di funzionamento oppure portando la manopola delle modalità nella posizione video. In questo caso eè possibile variare la modalità di esposizione, Program, priorità dei tempi o dei diaframmi e manuale da menu.
Per le riprese video 4K si deve usare una scheda SD UHS II da almeno 300 Mbps o meglio una CFexpress di tipo A.

Nelle riprese l’esposizione e bilanciamento del bianco sono stati sempre corretti. La messa a fuoco ha funzionato bene anche variando la focale dell’obiettivo e con soggetti in movimento. Molto comodo il pulsante di avvio delle riprese sulla calotta e vicino a quello di scatto.

Galleria

Le foto sono state scattate in giro per Roma.
Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 100 ISO mentre per le foto in notturna è arrivata fino a una sensibilità di 10000 ISO.
Le foto sono state convertite con CaptureOne Express for Sony con la riduzione di rumore azzerata fino a 1600 ISO; per quelle oltre questa sensibilità ho applicato solo la riduzine del rumore colore. Capture One riesce a tirare fuori il meglio dalle foto raw ed è più efficace del software fornito da Sony, Imaging Edge. Consiglio quindi di usarlo se si vuole salvare le foto in raw anche perchè è gratuitamente scaricabile da http://www.phaseone.com/it-IT/Online-Store/Sony-upgrades

Le foto sono tutte perfettamente a fuoco con una grande nitidezza ed ottimi colori, complessivamente con un’ottima qualità d’immagine. Colpisce in particolare la profondità e la tridimensionalità delle foto, merito della fotocamera e dell’ottimo obiettivo. Notare la foto N° 39 scattata a 0,8 secondi.

Conclusioni

La A7 IV succede alla A7 III una delle migliori fotocamere di Sony e non solo. Per la prima volta dalla presentazione della A7 originale Sony ha aumentato la risoluzione del sensore. Nella Linea Sony ci sono diverse altre fotocamere con risoluzione molto più alta di quella delle A7 III e IV, la A1 con 50 Mpx e le A7R IV e A7R V con 61 Mpx che fanno parte della linea A7R. La A7 IV non si è avvicinata a questa linea e non ne fa parte, ma evidentemente Sony ha ritenuto che per le esigenze di oggi i 24 Mpx cominciassero ad essere un po’ stretti.
La A7 IV inoltre ha ereditato molte delle innovazioni introdotte con la A1, in particolare il suo autofocus estremamente veloce ed efficace in ogni situazione. Inoltre sono stati migliorati alcuni aspetti come il mirino che ha una risoluzione più adeguata, anche se ancora lontana da quella delle migliori Sony. Sono stati anche modificati il design complessivo del corpo, più grande di alcuni mm di quello della A7 III, adeguandosi anche in questo caso a quello delle ultime fotocamere della linea A7 e A1 e la disposizione di alcuni comandi. Anche la ripresa video è stata migliorata con il 4K 60/50p però solo in ripresa Super35 (APS). Sono stati infine rinnovati i menu con la nuova versione adottata dalle ultime novità Sony.
Molte altre caratteristiche sono rimaste simili a quelle già ottime della A7 III: l’otturatore può funzionare con la prima tendina elettronica per azzerare le vibrazioni prima dello scatto e inoltre la fotocamera può funzionare in modo totalmente silenzioso con l’otturatore elettronico. La stabilizzazione a “5 assi” consente inoltre di scattare con tempi di scatto lunghi in rapporto alla focale dell’obiettivo, cosa molto importante usando un sensore con elevata risoluzione. La raffica è adeguata anche per riprese sportive e naturalistiche.
La cosa importante alla fine però è la qualità d’immagine che si può ottenere da una fotocamera e in questo la A7 IV è una delle migliori scelte. Le foto prodotte sono tutte di ottima qualità con una buona risoluzione, un’alta gamma dinamica e un buon rapporto segnale rumore, anche se alle alte sensibilità questo è leggermente peggiore di quello della A7 III. Inoltre le foto sono dotate di un’ottima profondità e tridimensionalità dovuta alle dimensioni del sensore ed alla sua risoluzione, ma anche merito degli ottimi obiettivi di cui può essere dotata.
Le foto in jpeg provenienti direttamente dalla macchina sono già molto buone, ma si può ottenere qualcosa di meglio usando il raw e convertendo le foto con CaptureOne for Sony per nitidezza, rumore e resa dei colori.
Tutto questo è stato ottenuto mantenendo contenuti le dimensioni ed il peso del corpo macchina, anche se come detto leggermente aumentate, al livello di quelli delle mirrorless Micro 4/3 o APS.
Quello che invece Sony non ha potuto fare è realizzare degli obiettivi di dimensioni paragonabili a quelle dei sistemi con sensore più piccolo. Ci sono dei limiti ottici e fisici che non consentono di ridurre le dimensioni di obiettivo per fullframe più di tanto. Questo vuol dire che in alcuni casi la leggerezza e la compattezza del corpo macchina sono penalizzate dalle dimensioni degli obiettivi, anche se sono stati presentate alcune versioni degli obiettivi GM di alta luminosità come il 24-70/2,8 II e il 70-200/2,8 II più compatti e leggeri per ovviare, almeno parzialmente, a questo problema.
La validità di una fotocamera però va misurata anche in funzione degli obiettivi disponibili e in questo le mirrorless fullframe Sony sono quelle che offrono la scelta più completa dagli obiettivi Sony GM di eccellente qualità agli altri sempre ottimi. Si deve considerare inoltre la ormai vasta scelta di obiettivi dai produttori universali, di alta qualità ed economici che consente di scegliere il migliore corredo in funzione delle proprie esigenze fotografiche e di spesa.
L’obiettivo provato GM 24-70/2,8 si è dimostrato ottimo, con una risoluzione elevata ed un alto microcontrasto grazie anche al fatto di lavorare su un sensore fullframe.

Riassumendo:

Costruzione e finitura

Ottimo: la fotocamera è costruita in lega di magnesio, ben assemblata e finita e da un’impressione di solidità.

Ergonomia e comandi

Ottimo: I comandi sono comodi con tre ghiere di regolazione, anche se un po’ sparpagliati. Ci sono diversi pulsanti personalizzabili per le funzioni più usate. Tutto si può regolare anche con l’occhio al mirino.

Menu

Discreto: sono sempre molto estesi anche se migliorati. Alcune abbreviazioni poco comprensibili ed alcune traduzioni però lasciano un po’ perplessi.

Mirino

Molto buono: la risoluzione è ad un livello ormai da considerare base, ma non presenta scie o perdite di nitidezza se si sposta velocemente l’inquadratura e nemmeno rumore nelle inquadrature in poca luce.

Schermo

Molto buono: lo schermo è chiaro, nitido e brillante. Comoda la possibilità di ribaltarlo in tutte le direzioni soprattutto per i video. Ottima la possibilità di spostare il punto AF toccando lo schermo anche con l’occhio al mirino.

Autofocus

Eccellente: è preciso e molto veloce, adatto anche a soggetti in movimento veloce che riesce a seguire bene anche in raffica. La sua sensibilità gli consente di mettere a fuoco anche in pochissima luce. Efficiente la funzione di riconoscimento dei volti con anche l’opzione sorriso. Efficace anche la messa a fuoco sugli occhi del soggetto e l’individuazione degli animali.

Stabilizzazione

Buono: consente di guadagnare dai 3 ai 4 stop sul valore del tempo di sicurezza minimo. Funziona con tutti gli obiettivi, ma con quelli dotati di stabilizzazione ottica non aumenta la sua efficacia.

Esposizione

Ottimo: sempre corretta anche in condizioni difficili. Solo in casi estremi ho dovuto apportare qualche correzione. Nelle foto notturne o in locali bui richiede una correzione di -2/3 di stop. Efficace la correzione automatica della gamma dinamica DRO.

Bilanciamento del bianco

Molto buono: in automatismo si è dimostrato sempre corretto, anche con le luci ad incandescenza con le quali produce foto solo leggermente calde, come quasi tutte le fotocamere.

Qualità d’immagine

Ottimo: sia per risoluzione, definizione e resa dei colori, sia per la gamma dinamica, più in raw con Capture One che in jpeg.Buono il contenimento del rumore anche se la A7 III è leggermente migliore.

Raffica

Ottimo: raggiunge una velocità di 10 fg/s con AF continuo e 8 con anche il live view. L’autofocus segue bene i soggetti in movimento senza mai perdere il fuoco. E’ quindi anche una fotocamera adatta per riprese d’azione.

Video

Ottimo: Per la ripresa si dispone delle impostazioni automatiche, manuali e a priorità. La messa a fuoco automatica non dimostra incertezze. Dispone di tutte le funzioni necessarie per riprese professionali, compresa la registrazione su dispositivo esterno

Obiettivi

Eccellente: l’obiettivi provato e’ di ottima qualità. Il corredo di obiettivi disponibile è ampio e dispone di focali adatte a tutte le riprese

In conclusione la A7 IV si è dimostrata un’ottima fotocamera, con caratteristiche e qualità notevoli e di livello professionale. E’ una delle migliori scelte fra le fotocamere mirrorless fullframe superata solo dai modelli con risoluzione maggiore come le A7R IV e V e la A1.
E’ adatta a tutti i tipi di riprese ed a tutte le situazioni. Va molto bene pure per le riprese video, anche di tipo professionale.
Il prezzo è adeguato alla qualità della fotocamera.

Pregi

– ottima qualità d’immagine
– ottima gamma dinamica
– eccellente autofocus
– stabilizzazione efficace
– costruzione e finitura di ottimo livello
– comandi comodi e completi
– dimensioni e peso contenuti
– schermo orientabile e sensibile al tocco
– obiettivo provato di ottima qualità
– funzioni video complete e professionali
– ampia disponibilità di obiettivi

Difetti

– rapporto segnale/rumore inferiore alla A7 III
– ripresa video 4K 60/50p solo in Super35
– assenza di un pannello di controllo sulla calotta
– menu poco chiari
– alcuni obiettivi pesanti e costosi
– manuale d’istruzioni troppo sintetico, è necessario scaricare online la guida completa

Alternative

Canon EOS R6 II

Ha un sensore fullframe CMOS da 24 Mpx. L’autofocus a rilevamento di fase Dual Pixel AF ha 1053 punti AF, il mirino elettronico ha 3,69 Mpx con un ingrandimento 0,76x. Lo schermo è totalmente orientabile. La sensibilità va da 100 a 102400 ISO, espandibile da 50 fino a 204800. L’otturatore meccanico ha tempi da 30 secondi a 1/8000, quello elettronico arriva a 1/16000. Dispone di stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”. L’innesto obiettivi è il Canon RF. Sono disponibili 29 obiettivi Canon più molti a fuoco manuale. Con anelli adattatori forniti da Canon può montare gli obiettivi EF per reflex Canon, oltre 100 originali e moltissimi altri di produttori universali. La raffica arriva a 40 fg/s con l’otturatore elettronico e 15 con quello meccanico. Riprende video 4K 3840×2160 pixel. Dispone di due alloggiamenti per schede SD UHS II ed il corpo è protetto da polvere ed acqua. Le sue dimensioni e peso sono 138x98x88 mm e 670 grammi.
Costa 2.989 € solo corpo.

Nikon Z6 II

Ha un sensore fullframe BSI-CMOS retroilluminato da 25 Mpx. L’autofocus a rilevamento di fase ha 273 punti AF, il mirino elettronico ha 3,69 Mpx con un ingrandimento 0,8x. Lo schermo è orientabile in alto e in basso. La sensibilità va da 100 a 51200 ISO, espandibile da 50 a 204800. L’otturatore meccanico ed elettronico ha tempi da 900 secondi a 1/8000. Dispone di stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”. L’innesto obiettivi è il Nikon Z. Sono disponibili 29 obiettivi Nikon più alcuni di Tamron e Viltrox oltre a molti a fuoco manuale. Con un anello adattatore fornito da Nikon può montare gli obiettivi F per reflex Nikon, oltre 80 originali e moltissimi altri di produttori universali. La raffica arriva a 14 fg/s. Riprende video 4K 3840×2160 pixel. Dispone di due alloggiamenti per schede, uno per CFexpress tipo B o XQD e uno per SD UHS II ed il corpo è protetto da polvere ed acqua. Le sue dimensioni e peso sono 134x101x70 mm e 705 grammi.
Costa 2.269 € solo corpo, 2.960 € con lo zoom 24-70/4,0, 3.299 € con il 24-120/4,0, 3.179 € con il 24-200/4,0-5,6 e 3.390 con l’Essential video kit.

Panasonic Lumix S5 II

Ha un sensore fullframe CMOS da 24 Mpx. L’autofocus a rilevamento di fase, novità per Panasonic, ha 779 punti AF, il mirino elettronico ha 3,69 Mpx con un ingrandimento 0,78x. Lo schermo è totalmente orientabile. La sensibilità va da 100 a 51200 ISO, espandibile da 50 a 204800. L’otturatore meccanico ed elettronico ha tempi da 60 secondi a 1/8000. Dispone di stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”. L’innesto obiettivi è il L Mount comune a Leica e Sigma. Sono disponibili 59 obiettivi di cui 12 Panasonic, 36 Sigma e 11 Leica. La raffica arriva a 9 fg/s. Riprende video 6K 5932×3968 pixel. Dispone di due alloggiamenti per schede SD UHS II ed il corpo è protetto da polvere ed acqua. Le sue dimensioni e peso sono 134x102x90 mm e 740 grammi.
Costa 2.199 € solo corpo, 2.499 € con lo zoom 20-60/3,5-5,6 e 2.699 € con il 20-60/3,5-5,6 e il 50/1,8.

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