Descrizione e comandi
La OM-D come detto assomiglia molto alle sue antenate, le reflex OM degli anni 70-80, anche come dimensioni come si può vedere nel mio articolo “Classiche: Olympus OM1 & OM2” e dalle foto allegate.
Considerando che la OM-1 è una “fullframe” (a pellicola) e che ha lo specchio reflex ed il pentaprisma fa impressione vedere che il suo spessore è pari a quello della E-M5 II tranne che nella zona dell’innesto obiettivo e che la sua altezza sia uguale. Anche il peso del corpo è simile. L’obiettivo montato sulla OM-1 è un 28-48 mm f/4,0 con un’escursione ed una luminosità inferiore al 12-40 f/2,8 della E-M5 II, ovviamente senza autofocus, ma è molto più piccolo e leggero pur dovendo coprire il formato fullframe.
A quando un’Olympus OM-D fullframe?!?
Anche i comandi con diverse ghiere esterne ricordano le classiche reflex a pellicola. La costruzione della E-M5 II, in lega di magnesio, è caratterizzata da un’elevato livello di finitura e da un aspetto molto piacevole. Il corpo è protetto da polvere ed acqua. Le ghiere di comando sono in metallo, i pulsanti piccoli, ma ben posizionati.
Inizio la descrizione dal frontale:
Sulla destra dell’innesto obiettivi si vede il pulsante di sblocco e più in alto l’illuminatore a led di ausilio per l’autofocus che funziona anche come segnalatore dell’autoscatto. A fianco la presa sincro per un flash esterno. Dall’altro lato in basso il pulsante per l’anteprima della profondità di campo.
Sulla calotta superiore ci sono, da sinistra. La manopola di impostazione delle modalità di scatto con le posizioni iAuto (funzionamento totalmente automatico), P (program), A (priorità dei diaframmi, S (priorità dei tempi), M (manuale), ripresa video, modalità scene e Art filters. Coassiale l’interruttore di accensione, spostato dalla scomoda posizione sul dorso in basso a destra, ma non ancora in posizione ottimale. Al centro, sopra la porgenza che alloggia il mirino, la slitta portaaccessori per il flash o altri accessori come un collegamento per microfono esterno o un illuminatore per macro. A destra del mirino due pulsanti Fn, 3 e 4, assegnati per default alla funzione HDR ed alla commutazione fra schermo e mirino se non si è scelto quella automatica. Entrambi i pulsanti possono essere assegnati a numerose altre funzioni. Poi due ghiere metalliche. Quella anteriore, coassiale al pulsante di scatto, è assegnata per default alla mompensazione dell’esposizione, quella posteriore a secondo delle modalità di funzionamento, alla variazione del programma, dei tempi o dei diaframmi. In manuale quella anteriore varia i tempi, quella posteriore i diaframmi, ma le funzioni si possono scambiare, come si può fare anche nelle altre modalità di funzionamento. Inoltre le ghiere servono per scorrere fra la scelte disponibili a secondo di quanto selezionato nel Live Control, visualizzabile sulla destra dello schermo o del mirino premendo il pulsante OK al centro del pad. All’estrema destra il pulsante Fn2 assegnato per default alla variazione della curva di risposta alla luminosità (caratteristica interessante e professionale) che si può variare poi con la ghiera precedentemente descritta. Sotto il pulsante per iniziare direttamente la ripresa video, indipendentemente dalla posizione della manopola delle modalità.
Nella parte posteriore, dominata dal grande schermo sensibile al tocco ed orientabile in tutte le direzioni, troviamo al centro il mirino con sulla sinistra una rotella per la correzione diottrica e dotato di sensore di prossimità che lo accende, spegnendo lo schermo, quando vi si accosta l’occhio. Alla sua destra una leva a due posizioni che serve a variare la funzione delle ghiere di regolazione a secondo della modalità di scatto. In posizione 1 in P la ghiera anteriore comanda la compensazione dell’esposizione, quella posteriore la variazione del programma; in A (priorità dei diaframmi) la ghiera posteriore comanda il diaframma; in S (priorità di tempi) comanda il tempo di scatto; in M (manuale) la ghiera anteriore comanda i diaframmi, quella posteriore i tempi. In posizione 2 quella anteriore comanda la variazione Iso e quella posteriore il bilanciamento del bianco per tutte le modalità. Coassiale al centro c’è il pulsante Fn1 assegnabile a varie funzioni. A destra del monitor, dall’alto: il pulsante per il richiamo dei menu, quello per modificare le informazioni visibili sullo schermo o nel mirino, il pad a quattro vie con al centro il pulsante Ok di conferma che richiama anche il Live Control che consente di visualizzare tutte insieme le impostazioni della fotocamera e di modificarle. I pulsanti del pad servono normalmente per spostare il punto o la zona di messa a fuoco, ma possono essere assegnati a singole funzioni: quello in alto per attivare la variazione del programma di esposizione consentendo di cambiare la coppia tempo diaframma o la compensazione dell’esposizione. Quello a destra per le impostazioni del funzionamento del flash (se montato sulla slitta), quello in basso per le modalità di raffica e l’autoscatto e quello a sinistra per attivare la scelta del punto di messa a fuoco. In basso a sinistra c’è il pulsante di cancellazione delle foto ed a destra il pulsante perla revisione delle foto.
Sul lato destro c’è l’alloggiamento per la scheda SD coperto da uno sportellino a prova di polvere ed acqua.
Sul lato sinistro ci sono le prese mini USB, mini HDMI e per microfono anche queste ricoperte da uno sportello in gomma a prova di agenti atmosferici. Sul lato sinistro dell’obiettivo 12-40 in dotazione c’è un pulsante L-Fn che serve ad attivare la messa a fuoco su una zona ristretta dell’immagine che viene anche ingrandita nel mirino o sullo schermo e che può essere spostata con i quattro tasti del pad. La ghiera posteriore più grande serve per lo zoom, quella anteriore più piccola, ma ugualmente abbastanza comoda per la messa a fuoco.
Nella parte inferiore troviamo l’iinesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivo, il collegamento per l’impugnatura supplementare coperto da un tappo in gomma e lo sportello che protegge il vano batteria. La batteia BLN-1 da 7,6 V ha una capacità di 1220 mhA.
In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– batteria ricaricabile BLN-1
– caricabatteria con cavo
– flash da inserire sulla slitta superiore con Ng 10 contenuto in un sacchetto di velluto fissabile alla cinghia a tracolla cinghia a tracolla. Può comandare altri flash Olympus senza cavi.
– un cavo USB
– il tappo di copertura del bocchettone di innesto ottiche
– la cinghia a tracolla
– un piccolo e sintetico manuale plurilingue. Il manuale completo è disponibile come pdf sul CD
– un CD con il software in dotazione, Olympus Viewer 3 per Windows e Mac, per importare, visualizzare e converire le foto, e i manuali in varie lingue compreso l’italiano.
Come accessori sono disponibili:
– vari flash esterni Olympus dedicati e comandabili senza cavi
– impugnatura supplementare HLD-6 divisa in due parti: un’impugnatura che duplica alcuni comandi per poter tenere la fotocamera più stabilmente ed un alloggiamento per una batteria supplementare da attaccrvi sotto
– unità di comunicazione Buletooth PENPAL
– custodia subacquea
Menu
Principali menu
Uso in pratica
Per la prova ho avuto a disposizione una E-M5 II dotata dell’obiettivo 12-40/2,8 protetto da polvere ed acqua fornito normalmente in kit. Come si vede dalle foto questo obiettivo è piuttosto grande in rapporto alle dimensioni del corpo macchina, ed anche il suo peso si avvicina a quello del corpo. L’insieme supera il peso della Panasonic GH4 con il suo 12-35/2,8 che ha un corpo più grande, anche se si deve consireare la lunghezza focale maggiore. L’alternativa è il 12-50 f/3,5-6,3 EZ, meno pesante anche se ugualmente ingombrante, meno costoso, ma anche molto meno luminoso. Sarebbe opportuno che la E-M5 II potesse essere equipaggiata anche con il 14-42 mm EZ, dalle dimensioni “pancake”, piccolo e leggero, ma non disponibile in kit, anche se nulla vieta di prenderla solo corpo e separatamente questo obiettivo.
In questa combinazione l’insieme macchina/obiettivo può essere trasportato in un’apposita borsa. Consiglio quindi se si vuole portare in giro la E-M5 II con questo obiettivo o anche con il 14-150 (molto adatto come obiettivo da viaggio) di procurarsi la borsa pronto originale Oltmpus CS-36 FBC o una delle tante disponibili dai produttori di borse. Con un’obiettivo di lunghezza più ridotta come il 14-42 “pancake” è possibile invece infilarla in una tasca di un giaccone, anche se risulta un po’ pesante, e portarla senza una borsa, cosa impossibile per una reflex. Se invece si ha un corredo di diversi obiettivi la borsa sarà più piccola e peserà meno di quella di una classica reflex.
Inizio le mie impressioni dal mirino. Questo è elettronico con una risoluzione di 2,36 Mpx e dotato di una frequenza di refresh molto rapida, 120 fg/s, che elimina ritardi e scie quando si sposta rapidamente l’inquadratura o si seguono soggetti in movimento veloce. La copertura è del 100 % e l’ingrandimento 1,48x (0,74x reali). Nel mirino possono essere visualizzate tutte le informazioni visibili sullo schermo e si possono effettuare tutte le regolazioni. C’è infine un sensore che commuta automaticamente la visione da schermo a mirino quando si avvicina l’occhio, disabilitabile se si preferisce la commutazione manuale. In complesso è al livello dei migliori della categoria.
Lo schermo da 3″ con 1.037.000 pixel è orientabile in tutte le direzioni compreso l’avanti per i “selfie”. Questo è molto comodo per riprese dal basso o dall’alto e per fotografare senza farsi notare, non portando la macchina all’occhio o in avanti ad altezza viso, ma orientando lo schermo verso l’alto mentre la si tiene al collo e al limite scegliendo il soggetto da mettere a fuoco e effettuando lo scatto toccando semplicemente lo schermo. Eccellente! Lo schermo infatti è sensibile al tocco, come uno smartphone, e questo facilita la revisione delle foto con il loro scorrimento e ingrandimento come molti ormai sono abituati a fare. E’ possibile, come detto, anche selezionare il punto di messa a fuoco e scattare toccando lo schermo. Nel funzionamento iAuto poi è possibile visualizzare un apposito menu che consente di cambiare molte caratteristiche della foto (colore, esposizione, profondità di campo, ecc.) senza riferimenti a termini tecnici, ma osservando l’effetto sullo schermo, ed anche avere suggerimenti per la scelta delle scene. Adatto per chi inizia a fotografare.
Il corpo macchina, realizzato in lega di magnesio e protetto da infiltrazioni di polvere ed acqua, è piccolo come detto e molto ben finito. I comandi principali a ghiera sono molto comodi, ma mi hanno procurato qualche problema. Le due ghiere, anteriore e posteriore, che sporgono leggermente dal profilo del corpo, offrono una resistenza quasi nulla alla rotazione. E’ facile quindi sfiorarle inavvertitamente, specialmente quella anteriore, magari mentre si tiene in mano la macchina senza scattare, e trovarsi così con regolazioni inavvertitamente modificate. A me è capitato con la compensazione dell’esposizione, comandata per default dalla ghiera anteriore, e poichè non sempre me nesono accorto subito ho scattato alcune foto con esposizione sbagliata. Alla fine ho scambiato le funzioni delle ghiere affidando la correzione dell’esposizione, che è molto comodo avere a portata di dita, a quella posteriore un po’ più protetta. Sarebbe opportuno che Olympus modificasse queste ghiere per rendere il loro azionamento più resistente, come avviene in quasi tutte le fotocamere. I pulsanti invece sono invece finalmente comodi ed accessibile. Apprezzabile la presenza di quattro pulsanti FN personalizzabili. Manca però un pulsante diretto per la regolazione della sensibilità Iso senza passare per il Live Control; ho assegnato quindi questa funzione al pulsante Fn4 che di default attiva la ripresa HDR, molto meno usata della modifica della sensibilità Iso. Comodi comunque il pulsante rosso per la ripresa video e quello Fn2 per variare la curva di risposta alla luminosità, una caratteristica professionale, entrambi a portata del dito indice.
La maggior parte delle impostazioni può essere effettuata con la funzione Live Control, attivabile premendo il comando OK al centro del pad. In questo modo si visualizza una schermata con l’indicazione di tutte le principali impostazioni della fotocamera. Con i tasti del pad o con ledue ghiere si può scorrere questo menu per impostare le opzioni volute. Con un po’ di pratica tutte le regolazioni si possono effettuare velocemente anche con l’occhio al mirino, ma con lo schermo è più facile e naturale.
Lo stabilizzatore d’immagine sul sensore, a “5 assi” come lo definisce Olympus è più propriamente definibile a 5 movimenti. Infatti lavora sui 3 assi di rotazione della macchina e per i movimenti orizzontali e verticali. La sua efficacia è elevata, e consente di guadagnare almeno 5 stop di esposizione fotografando soggetti statici, come si può vedere nelle foto allegate. L’integrazione dello stabilizzatore nel corpo consente inoltre di stabilizzare tutti gli obiettivi montati, anche quelli a focale fissa e pure quelli di altre macchine o reflex montati con adattatori. In questo caso occorre informare la macchina sulla focale utilizzata. Può funzionare in tre modalità, una per tutte le vibrazioni, una per il panning orizzontale ed una per quello verticale. Nel funzionamento però produce un rumore avvertibile.
La messa a fuoco è a rilevamento di contrasto con 81 zone selazionabili automaticamente o manualmente. Si può anche scegliere una zona ristretta di messa a fuoco spostabile a piacere sullo schermo col tocco o con il pad. La frequenza di rilevamento dell’autofocus è molto elevata, 240 volte al secondo, e questo permette di miglirarne la velocità. Le modalità di funzionamento sono quelle classiche, AF-S (singolo), AF-C (continuo) e manuale. In modalità AF-S è possibile anche intervenire manualmente, usufruendo anche dell’ingrandimento fino a 14x nel mirino o sullo schermo. Nella modalità AF-C è possibile attivare l’inseguimento del soggetto che viene agganciato ed inseguito nei suoi movimenti nell’inquadratura. Esiste poi la possibilità di attivare la messa a fuoco continua (Full Time AF) con la quale la macchina mette a fuoco in continuazione ciò che inquadra in modo di essere sempre pronta allo scatto; questo però aumenta il consumo della batteria. Quando c’è poca luce è possibile attivare l’illuminatore ausiliario.
la velocità dell’autofocus, a rilevamento di contrasto, è buona, leggermente inferiore a quella delle reflex, ma adeguata per i soggetti statici o in movimento lento in buone condizioni di luce. Per i soggetti in movimento veloce si ottengono buoni risultati in AF-C, sia senza che con inseguimento, quando la luce è buona, anche se qualche volta l’autofocus non è abbastanza veloce per veicoli che viaggiano a 50 kmh e nelle riprese in raffica. Quando la luce diminuisce l’autofocus fatica e anche se aggancia il soggetto in inseguimento non sempre poi riesce a metterlo a fuoco. Ho riscontrato poi notevoli difficoltà di messa a fuoco nelle scene notturne nelle quali la macchina alcune volte non riusciva proprio a mettere a fuoco tanto da costringermi ad usare la messa a fuoco manuale. La cosa è strana perchè la precedente E-M5 aveva anifestato u’ottima sensibilità dell’autofocus anche in scarse condizioni di luce. Speriamo sia solo un problema ovviabile con un aggiornamento del firmware.
Nelle riprese video la messa a fuoco è continua. E’ abbastanza precisa, anche se in alcuni casi dimostra delle incertezze con variazioni di fuoco avanti e indietro tipiche degli autofocus a rilevamento di contrasto.
L’esposizione può essere totalmente automatica in iAuto, oppure si possono usare il programma P con la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma (program shift), le priorità ai tempi o diaframmi o leìesposizione manuale. In questo caso su un’apposita scala viene indicata la differenza fra l’esposizione impostata e quella misurata fino a 3 EV. In tutte le modalità è molto facile e rapido regolare la macchina con le due ghiere disponibili. La sensibilità ugualmente si può regolare con facilità, se non si usa in Auto, premendo il pulsante Fn4, se così lo si è personalizzato, accanto a quello di scatto e con la ghiera anteriore. In modalità Iso Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo e, coadiuvata dall’ottimo stabilizzatore, consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!). L’esposizione si è dimostrata sempre corretta sia con molta luce sia di notte anche in presenza di forti contrasti e solo in casi veramente al limite ho dovuto apportare delle correzioni.
Le foto possono essere salvate in formato 4:3, 3:4, 3:2, 16:9 e 1:1 e in varie dimensioni, Large a 16 Mpx, Middle a 5 Mpx e Small a 1,3 Mpx e possono essere salvate in Jpeg con qualità Fine o Normal, in raw (ORF) e in raw più jpeg.
Una delle novità della E-M5 II più pubblicizzata è la funzione High Res Shot che consente di scattare foto da 40 Mpx ==>
La fotocamera non dispone di un flash integrato, ma Olympus ne fornisce uno esterno con una custodia in velluto che può essere fissata alla cinghia a tracolla. La cosa è un po’ scomoda e spesso ci si dimentica il flash a casa o nella borsa. Sarebbe preferibile averne uno integrato, come la E-M10, anche a costo di qualche mm in più nelle dimensioni e di qualche grammo in più di peso. Il flash va montato sulla slitta sopra il mirino e volendo può essere lasciato lì in permanenza in quanto il peso è irrisorio e si aumenta solo un po’ l’altezza della macchina. Se si vuole usarlo va alzato manualmente in posizione operativa, come nelle reflex. La potenza è ridotta, ma va bene per piccoli ambienti o gruppi e come luce di schiarita di giorno.
La ripresa video consente di riprendere video Full HD a 1920×1080 pixel in modalità MPEG-4 AVC/H.264 o Motion Jpeg a 60 fg/s. E’ disponibile anche una ripresa con formato HD a 1280×720 pixel o VGA a 640×480 pixel. Durante la ripresa la messa a fuoco è automatica, ma si può variare la modalità di messa a fuoco. Si possono usare tutte le opzioni di funzionamento PASM per l’esposizione e la compensazione dell’esposizione, che però devono essere impostate prima di iniziare a riprendere e non possono essere cambiate.
La E-M5 II dispone di numerose modalità scena, ognuna presentata con alcuni suggerimenti per la sua applicazione e degli Art Filter, un’esclusiva Olympus, che consentono di modificare la foto con effetti speciali o creativi. Il più interessante mi è sembrato quello che drammatizza la scena, applicato a paesaggi nuvolosi.
E’ disponibile, fra le scene, anche la funzione panorama, ma la sua applicazione è complessa e scomoda richiedendo di scattare diverse foto da allineare l’una con l’altra sullo schermo o mirino. Niente a che fare con le funzioni panoram automatiche di altre fotocamere.
C’è infine la possibilità di riprendere foto HDR.
La fotocamera è dotata di connessione Wi-Fi che consente, tramite l’apposita App Olympus, di controllarla da smartphone e tablet e di trasferire le foto verso questi dispositivi.
Nell’uso la E-M5 II si è dimostrata una fotocamera molto piacevole da usare. E’ piccola e leggera e non ci si stanca portarla con se. Il mirino consente un’ottima visione e non si rimpiange molto quello ottico delle reflex. In molti casi, come detto, è stato molto utile lo schermo orientabile. L’accensione è abbastanza pronta, anche se non fulminea, richiedendo quasi 1 secondo. Purtroppo l’interruttore sulla sinistra non è comodo e rapido da raggiungere come quelli coassiali al pulsante di scatto. Le regolazioni richiedono un po’ di pratica in quanto i menu sono abbastanza lunghi da scorrere e a causa del numero limitato di comandi esterni si deve ricorrere al Live Control il cui funzionamento inizialmente non è molto istintivo. L’obiettivo in kit offre le focali adatte alle riprese più comuni, un’ottima qualità e luminosità per uno zoom. Il corredo di obiettivi Olympus M43 consente comunque di soddisfare qualunque esigenza.
Per tutte le foto di prova ho usato il formato 4:3.
Le foto sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 6400 Iso, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare gli obiettivi, e foto di esempio, come turista, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 200 Iso. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con il programma fornito da Olympus, Viewer 3 e con Adobe Lightroom.
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Prestazioni
Galleria
Conclusioni
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