Sensore
La E-M1 II è dotata di un sensore CMOS di formato Micro 4/3 (17,4×13 mm) con 20,4 Mpx.
La sua sensibilità varia da 100 a 6400 ISO, con la possibilità di estenderla a 64 e 25.600, a passi di 1/3 EV.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità oltre alle foto di prova presento il grafico del rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione della sensibilità.
Rapporto segnale/rumore
In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg usando Adobe Lightroom. In questo modo si uniforma il trattamento di tutti i raw applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva di rumore della Sony A9 è il riferimento.
La curva del rumore della E-M1 II coincide con quella del riferimento A9 da 100 a 400 ISO, tranne che a 64 ISO, sensibilità estesa. Da 800 ISO inizia ad aumentare differenziandosi fino a 12800 di circa uno stop, per poi rimanere quasi costante e avvicinandosi a 25600 ISO a quella della A9.
Considerando le dimensioni del sensore è un’ottima prestazione.
Le foto di test notturne sono scattate a tutte le sensibilità da 64 a 25.600 ISO. Ho convertito le foto sia con Olympus Viewer fornito da Olympus che con Lightroom. Olympus Viewer però applica alle foto una riduzione di rumore anche se si sceglie SPENTO per il relativo filtro, come si può vedere dalle stesse foto convertite con Lightroom. Perciò ho eseguito tutte le successive elaborazioni, eliminazione dei falsi colori, riduzione di rumore e ridimensionamento a 10 Mpx esclusivamente con Lightroom per avere una rappresentazione realistica delle prestazioni del sensore.
Foto convertite con Olympus Viewer
Le foto presentano un’ottima nitidezza e assenza di rumore fino a 1600 ISO. A 3200 si inizia a vedere un leggero rumore e una leggera perdita di nitidezza, ma la foto è ancora molto buona. Oltre il rumore aumenta e la nitidezza di pari passo diminuisce. Comunque i 6400 ISO sono ancora usabili, mentre al di sopra di questa sensibilità è meglio non andare.
Foto convertite con Lightroom
Nelle foto convertite con Lightroom a 1600 ISO si vede la presenza di un leggero rumore, più di crominanza che di luminanza, che però non disturba molto. Aumentando la sensibilità il rumore aumenta progressivamente e i 6400 ISO già non sono più accettabili; oltre il rumore è eccessivo.
Foto convertite con Lightroom con eliminazione dei falsi colori
Eliminando i falsi colori (rumore di crominanza) le foto presentano solo dei puntini scuri (grana o rumore di luminanza) con una perdita di nitidezza minima e fino a 6400 ISO potrebbero essere usate così come sono accettando questo piccolo disturbo. Oltre il rumore resta eccessivo.
Foto raw convertite con Lightroom con riduzione di rumore
Applicando una riduzione di rumore si possono ottenere foto più pulite, ma la perdita di nitidezza da 3200 ISO è eccessiva e le foto da 6400 diventano inusabili.
Foto raw convertite con Lightroom a 10 Mpx
Riducendo il formato delle foto a 10 Mpx, adatto per una stampa A4 (30×20 cm), si guadagna 1 stop, il rumore inizia a percepirsi a 3200 ISO e anche le foto a 6400 ISO sono accettabili..
Foto raw convertite Lightroom a 10 Mpx con riduzione dei falsi colori
In questo caso le foto sono pulite e nitide fino a 6400 ISO e anche quella a 12800 potrebbe essere usata..
Foto raw convertite con Lightroom e riduzione di rumore a 10 Mpx
Le foto sono pulite, ma la perdita di nitidezza da 3200 ISO è inaccettabile..
Foto jpeg originali
Le foto jpeg direttamente dalla fotocamera hanno un’ottima nitidezza fino a 1600 ISO; a 3200 incominciano a presentare rumore e da 6400 una perdita di nitidezza inaccettabile.
In conclusione con la E-M1 II si può scattare senza problemi fino a 3200 ISO e con riserva fino a 6400. Le sensibilità superiori sono sconsigliate se non in casi disperati.
Un buon risultato per una fotocamera M43.
Gamma dinamica
La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione corretta, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Sony A9 come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.
La gamma dinamica della E-M1 II è inferiore a quella della A9 mediamente di 1 EV, con valori di 1 EV e 1/3 fino a 400 ISO, 1 EV fino a 3200 e 2/3 di EV oltre.
Un risultato ottimo sempre considerando le dimensioni del sensore.
Per valutare la gamma dinamica in pratica ho effettuato una serie di scatti variando l’esposizione in meno fino a -5 stop ed in più fino a +4, scattando in raw+jpeg e poi correggendo l’esposizione in fase di conversione.
In sottoesposizione è possibile recuperare fino a -4 stop come gamma tonale e leggibilità delle ombre, ma l’aumento del rumore non consente in realtà di recuperarne più di 2 a partire da 200 ISO.
Ugualmente in sovraesposizione si possono recuperare 2 stop prima che le luci siano completamente bruciate.
Invarianza ISO
Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto al lume di candela per l’esposizione corretta a 6400 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -5 stop, cioè 200 ISO, poi ho convertito l’immagine con Lightroom correggendo l’esposizione.
Con la E-M1 II ciò va bene fino a -2 stop ed è ancora accettabile a -3 stop anche se con un po’ troppo rumore. Oltre la foto è invasa dal rumore e non ha utilità sottoesporre così tanto.
Obiettivi
Con la EM-1 II ho avuto a disposizione lo zoom 12-100 mm f/4,0, equivalente ad un 24-200 mm sul formato fulframe, con cui è anche venduta in kit.
Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 20 Mpx della E-M1 II in formato 4.3 produce foto che sul lato orizzontale hanno 5184 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 5184:2= 2592 linee. I sensori con filtratura Bayer, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70-75 % di tale valore, circa 2000 lineein questo caso.
M Zuiko Pro 12-100 mm f/4,0 IS
E’ uno zoom ad ampia escursione focale che spazia dal grandangolo al tele abbastanza spinto mantenendo una buona e costante luminosità. Le sue dimensioni e il peso, 561 g, non sono eccessivi e questo mi ha consentito di trasportare la E-M1 II in una piccola borsa. E’ composto da 17 lenti in 11 gruppi, con un elemento HR, due super HR, cinque ED, una DSA e tre asferiche. Il motore di messa a fuoco è del tipo passo-passo estremamente rapido e silenzioso. Le dimensioni sono 117 mm di lunghezza per 78 di diametro e monta filtri da 72 mm.
La costruzione è impeccabile e di alta classe con finiture molto accurate. Le ghiere di comando scorrono dolcemente e in modo uniforme, con una giusta resistenza. Quella più vicina all’innesto, per la variazione di focale, è ampia e comoda, quella per la messa a fuoco, che agisce per via elettrica, è vicina più sottile, ma adeguata per una facile messa a fuoco. Lateralmente sul barilotto c’è un interruttore per attivare la stabilizzazione ottica e un pulsante Fn a cui è possibile assegnare numerose funzioni come per quelli sulla fotocamera. L’obiettivo si allunga considerevolmente nella zoomata.
Diaframma equivalente
Il diaframma equivalente dell’obiettivo è quello che dovrebbe avere quello di un obiettivo per sensore fullframe per ottenere gli stessi risultati in termini di quantità di luce totale che raggiunge il sensore e di profondità di campo. Infatti mentre per l’esposizione un valore di diaframma su una M43 o una fullframe sono equivalenti e determinano la stessa esposizione, ai fini della quantità di luce totale che raggiunge il sensore e della profondità di campo sono molto diversi. Siccome il rumore che si produce sul sensore dipende dalla quantità totale di luce che lo raggiunge dall’indicazione diaframma equivalente si può valutare anche il rapporto segnale/rumore che ci si può aspettare dai sensori, a parità di tecnologia. Inoltre più questo valore è alto più è ampia la profondità di campo. Questo spiega perché con le compatte con sensore piccolo o con gli smartphone è sempre tutto a fuoco e con le fullframe no.
Il diaframma equivalente del 12-100/4,0 sulla E-M1 II è f/8,0.
Risoluzione
Come spiegato nell’articolo Risoluzione: obiettivi e sensori riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per le focali di 12, 24, 50 e 70 mm. La risoluzione è determinata dall’insieme obiettivo sensore.
La risoluzione è limitata dal sensore e non dall’obiettivo almeno fino a f/8. La risoluzione è molto buona al centro a tutte le focali fino a f/8,0, con solo un leggero cedimento a 70 mm e tutta apertura, e poi diminuisce progressivamente fino a scarso a f/22. I bordi sono molto vicini anche alla focale minima, buoni fino a f/8,0 e poi in calo come il centro fino a scarso a f/22
La distorsione alla focale 12 mm e a f/4,0 è del 7 % a barilotto e rimane così fino a f/22. Alle focali superiori scompare progressivamente per poi diventare 1,8 % a cuscinetto a 100 mm. La distorsione può essere compensata automaticamente dalla macchina salvando in jpeg o da Olympus Viewer o altri software durante la conversione da raw.
La vignettatura è pari a 1 e 2/3 stop a 12 mm e f/4,0, e diminuisce molto chiudendo il diaframma, ma rimane di 1,5 stop fino alla massima focale a tutta apertura
Anche questa è corretta automaticamente dalla macchina in jpeg o opzionalmente dal software di conversione.
Complessivamente una buona prestazione per un obiettivo di così ampia escursione focale.
Stabilizzazione
La E-M1 II adotta il sistema di stabilizzazione a “5 assi” con cui Olympus garantisce un guadagno fino a 5,5 stop e 6,5 se si usa un obiettivo stabilizzato come il 12-100 in prova.
Le prove sono state effettuate scattando alla focale massima di 100 mm, 200 mm equivalenti, partendo dal tempo di scatto di 1/200 (tempo di sicurezza minimo) e raddoppiandolo progressivamente.
La stabilizzazione si è dimostrata molto efficace garantendo un guadagno di almeno 6 stop, con scatti nitidi fino a 1/3 secondi, ma con alcuni scatti nitidi anche a 0,6,25 secondi.
Raffica
Ho potuto registrare la raffica della E-M1 II solo nel funzionamento con l’otturatore meccanico in quanto con quello elettronico la raffica è assolutamente silenziosa.
Le prove sono state effettuate con una scheda SD UHS II (300 mb/s), foto jpeg standard o raw a pieno formato, priorità dei tempi a 1/1000, fuoco manuale.
Jpeg
H 15 fg/s
La E-M1 II ha scattato alla velocità di circa 15 fg/s per 3 secondi, poi ha rallentato a 4 fg/s proseguendo indefinitamente fino al riempimento della scheda.
L 10 fg/s
Ha scattato a circa 9 fg/s per 7 secondi, poi ha rallentato a 4 fg/s indefinitamente fino al riempimento della scheda.
Raw
H 15 fg/s
Comportamento quasi uguale al jpeg: 15 fg/s per 3 secondi, poi 4 fg/s per 9 secondi e infine meno di 1 al secondo.
L 10 fg/s
Ha scattato 10 fg/s per 6 secondi, poi la raffica rallenta a 4 fg/s.
Nella pratica c’è prima di tutto da segnalare l’assurdità per la quale, come illustrato anche in precedenza, se la velocità è impostata su H l’autofocus funziona sempre in AF singolo mettendo a fuoco solo il primo scatto, sia con l’otturatore elettronico 60 fg/s, sia con quello meccanico 15 fg/s, anche se esplicitamente impostato in AF continuo, senza che il software impedisca questa combinazione e senza nessuna segnalazione di avvertimento. Invece se si imposta la velocità più bassa L, 18 fg/s con l’otturatore elettronico e 10 con quello meccanici, l’autofocus se impostato su AF continuo mette a fuoco fotogramma per fotogramma.
Ci si può così ritrovare, dopo aver scattato una sequenza, inconsapevolmente con foto sfuocate. E’ strano poi che per ottenere le massime prestazioni seguendo il soggetto con l’autofocus si debba impostare la velocità LENTA.
In ogni caso con le corrette impostazioni e con l’autofocus continuo con la priorità al fuoco la E-M1 II ha scattato a una velocità tra i 13 e i 16 fg/s seguendo veicoli in movimento veloce in avvicinamento o allontanamento con pochi fotogrammi fuori fuoco su oltre 800 scatti.
Prova del treno
Visto che per motivi meteorologici ed organizzativi non sono riuscito a realizzare la prova del ciclista propongo quella del treno, riprendendo un treno in allontanamento, con inizio quando il treno è in movimento discretamente veloce e prosegue in accelerazione.
Con otturatore elettronico, velocità L, AF continuo con priorità al fuoco, priorità ai tempi con 1/1600, scheda UHS II 300 Mbs la E-M1 II ha scattato a 14-15 fg/s riuscendo a seguire il treno anche se qualche fotogramma è sfuocato.
In complesso un’ottima prestazione che pone la E-M1 II fra le fotocamere adatte per fotografare eventi sportivi, naturalistici e di azione.
Video
La ripresa video consente di riprendere video Cine 4K,4K, Full HD e HD a 1280×720 pixel. Con la fotocamera impostata su iAuto le riprese sono effettuate in totale automatismo di esposizione e messa a fuoco. Altrimenti è possibile riprendere video con tutte le modalità di funzionamento. Impostandola su “Filmato” è invece poi possibile scegliere tutte le modalità di funzionamento, compresa quella manuale, il diaframma, il bilanciamento del bianco la compensazione dell’esposizione e le modalità di messa a fuoco. Se durante la ripresa il file prodotto raggiunge la dimensione massima di 4 Gb ne viene inizializzato un altro automaticamente senza interrompere la ripresa. La durata massima di ripresa è di 29 minuti.
Durante la ripresa video si può scattare una fotografia.
Nelle prove ho riscontrato una corretta esposizione e bilanciamento del bianco. La messa a fuoco ha funzionato bene anche durante l’uso dello zoom con però qualche incertezza, rapidamente recuperata. Il passaggio di ostacoli davanti al soggetto non ha influenzato la messa a fuoco. Buona anche la resa audio con i microfoni interni.
Galleria
Le foto sono state scattate a Roma, a Vallerano durante la festa della castagna, a Chianciano Terme e i ritratti in una sessione di scatto presso il negozio romano Ottica Universitaria, a varie sensibilità, ma possibilmente 200 ISO, in raw e convertite con Lightroom con la riduzione di rumore azzerata. Non ho usato Olympus Viewer, il software fornito gratuitamente da Olympus per la sua scarsa flessibilità e usabilità e perché non è possibile azzerare completamente la riduzione di rumore. Le foto notturne e in interni sono state sottoesposte di 2/3 o 1 stop rispetto alle indicazioni della fotocamera.
Tutte presentano una buona nitidezza, colori vivi, ma non troppo esaltati e naturali e quindi una buona qualità complessiva. Il rumore non è un problema fino a 3200 ISO, oltre è percepibile, ma si può arrivare anche a 6400 ISO senza troppo danno.
Notare la foto N. 31 è stata scattata a 0,6 secondi a mano libera, a riprova dell’efficacia della stabilizzazione.
Conclusioni
La E-M1 II è chiaramente una fotocamera di livello professionale, pensata per la velocità per foto sportive, naturalistiche e di azione. La sua realizzazione è di notevole livello per costruzione e finitura, sia del corpo macchina che degli obiettivi. I tre anni e mezzo dalla sua presentazione non hanno inciso molto sulla sua competitività rispetto alle alternative concorrenti se non nella qualità del mirino, ormai da considerare di livello base per risoluzione rispetto ad alcune realizzazioni che ne hanno una più che doppia e nella mancanza del joystick.
La qualità d’immagine è molto buona, anche se con un sensore M43 la risoluzione non può essere molto alta. Questo può influire nei dettagli delle foto in alcune applicazioni come paesaggio, architettura, still life, moda per le quali un’elevata risoluzione ed un”estrema nitidezza data da fotocamere fullframe o con sensore ancora più grande sono determinanti. Per le foto per cui la E-M1 II è più adatta però la cosa non ha grande importanza ed infatti le fotocamere al suo livello per la velocità di raffica e dell’autofocus hanno risoluzione uguali o non troppo diverse, si va dai 20 ai 26 Mpx. In compenso il formato 4/3 consente di avere obiettivi luminosi e tele spinti di dimensioni e peso molto più ridotti di quelli di una fullframe, con un enorme vantaggio per chi deve spostarsi con una serie completa di obiettivi.
Il formato ridotto del sensore comporta però in linea generale un rapporto segnale/rumore e una gamma dinamica inferiori a quelli di una fullframe, oltre che una profondità di campo più ampia. Dal punto di vista del rumore però la E-M1 II si comporta bene contenendolo adeguatamente fino alle sensibilità medio alte, 3200 ISO, mentre la profondità di campo ampia può essere un vantaggio nelle foto dinamiche in quanto garantisce da eventuali piccoli errori di messa a fuoco.
Ci sono però alcune perplessità. La prima riguarda la complessità e la poca chiarezza dei menu e in generale dell’interfaccia operativa, come spiegato nel corso della prova, che spesso richiede un’accurata consultazione del manuale utente per capire il loro funzionamento ed il comportamento della fotocamera. I comandi poi, pur essendo completi e in molti casi diretti, sono un po’ “sparpagliati” per il corpo e richiedono un po’ di personalizzazione per essere efficaci e consentire un uso con l’occhio al mirino. Poi l’autofocus che, pur molto veloce ed in grado di seguire soggetti in movimento veloce ha in poca luce e nell’individuazione dei volti e degli occhi fallito diverse volte la messa a fuoco, pur dandone conferma; inoltre si sente la mancanza di un joystick per lo spostamento rapido dei punti AF. Infine anche l’esposizione e sopratutto il bilanciamento del bianco hanno mostrato una certa incostanza di comportamento.
La valutazione complessiva è comunque positiva e la E-M1 II è una delle poche alternative alle costose, e anche ingombranti e pesanti se reflex, fotocamere professionali per riprese dinamiche.
Riassumendo:
Costruzione e finitura
Eccellente: ben costruita e finita, protetta da polvere ed acqua.
Ergonomia e comandi
Buono: comandi completi, anche se manca un joystick, che richiedono qualche personalizzazione.
Menu
Scarso: i menu sono complicati e poco chiari.
Mirino
Buono: ha una risoluzione base, ma un buon ingrandimento.
Schermo
Molto buono: ben visibile e sensibile al tocco, utile la possibilità di orientarlo in ogni direzione.
Autofocus
Buono: sarebbe ottimo per la velocità, ma rivela qualche problema in poca luce e nell’individuazione di volti e occhi.
Esposizione
Buono: corretta anche in condizioni difficili. Nelle foto in ambienti notturni tende però a sovraesporre ed è un po’ incostante.
Bilanciamento del bianco
Discreto: in automatismo si è dimostrato abbastanza buono di giorno, ma inaffidabile di notte.
Qualità d’immagine
Molto buono: foto nitide e definite, con colori brillanti in jpeg e buon rapporto segnale/rumore.
Raffica
Ottima: è veloce e l’autofocus riesce a seguirla.
Video
Ottimo: ottima qualità delle riprese anche Cine 4K. La messa a fuoco dimostra solo qualche incertezza.
Obiettivi
Ottimo: dispone di una gamma di obiettivi ampia e di ottima qualità
In conclusione la OM-D EM1 II si è dimostrata un’ottima macchina. I suoi pregi maggiori sono la leggerezza e le ridotte dimensioni, sopratutto degli obiettivi, unite ad un’ottima qualità d’immagine, un autofocus ed una raffica veloci. E’ un piacere usarla ed è dotata di un corredo di obiettivi di alta qualità e adatto a tutte le esigenze. Portandola in giro anche un intero giorno non ci si accorge quasi di averla con se e insieme alle contenute dimensioni e peso degli obiettivi (che ricordo hanno lunghezze focali della metà di quelli fullframe a parità di angolo di campo) consente volendo di trasportare un intero corredo di alta qualità e luminosità senza caricarsi eccessivamente.
E’ quindi una buona scelta per chi vuole fare foto sportive, naturalistiche e di azione senza affrontare un impegno di spesa eccessivo, ma ovviamente va bene anche per molti altri generi fotografici.
IL prezzo è adeguato alla qualità complessiva di fotocamera ed obiettivo.
Pregi
– eccellente costruzione e finitura
– dimensioni e peso contenuti
– autofocus veloce (ma vedi difetti)
– raffica molto veloce
– buona qualità d’immagine
– buon rapporto segnale/rumore
– stabilizzatore molto efficace
– schermo touch orientabile
– ampia gamma di obiettivi di qualità
– obiettivo in kit di buona qualità
– possibilità di montare moltissimi obiettivi di altre fotocamere
– disponibilità di Art Filter ed effetti
Difetti
– menu poco chiari e comprensibili
– autofocus continuo in raffica solo a velocità L
– autofocus scarsamente sensibile
– autofocus non sempre efficace nell’individuazione di volti e occhi
– bilanciamento del bianco poco affidabile
– manca il joystick
– interruttore di accensione scomodo
– Olympus Viewer per per la conversione raw macchinoso e poco usabile
Alternative
Fujifilm X-T3
E’ la mirrorless ammiraglia di Fujifilm. Il sensore APS ha 26 Mpx , BSI-CMOS con tecnologia Fujifilm X-Trans IV e senza filtro antialias, l’elaboratore d’immagine è l’X-Processor Pro, il mirino elettronico ha 3,69 Mpx ingrandimento reale 0,75x e copertura del 100 %, lo schermo da 3″ è ribaltabile in alto e in basso e sensibile al tocco, l’autofocus a rilevamento di fase e di contrasto ha 425 punti AF, la raffica raggiunge 20 fg/s, 30 con ritaglio 1,25x, riprende video Cine 4K. L’innesto obiettivi è il Fujifilm X con una disponibilità di 26 ottiche più qualche obiettivo di altri produttori. E’ disponibile un anello adattatore per montarvi gli obiettivi Leica M e con altri anelli vi si possono montare moltissimi obiettivi di reflex. E’ dotata di wi-fi e Bluetooth. Le dimensioni e il peso sono contenuti 133x93x59 mm e 539 g. Il corpo è protetto da polvere ed acqua.
Costa 1.310 € solo corpo e 1.670 € con lo zoom XF 18-55/2,8-4,0 OIS.
Panasonic Lumix DC-G9
E’ una mirrorless di livello professionale. Il sensore M43 ha 20 Mpx ed è privo di filtro antialias, l’elaboratore d’immagine Venus Engine, il mirino elettronico ha 3,69 Mpx ingrandimento reale 0,83x e copertura del 100 %, lo schermo da 3″ è totalmente articolato e sensibile al tocco, l’autofocus a rilevamento di contrasto con tecnologia Panasonic DFD che lo rende veloce quasi quanto quelli a rilevamento di fase ha 225 punti AF, è dotata di stabilizzazione sul sensore a “5 assi”, la raffica raggiunge 20 fg/s e riprende video 4K. L’innesto obiettivi è il Micro 4/3 con una disponibilità di 38 ottiche Panasonic, 29 Olympus più qualche obiettivo di altri produttori. Sono disponibili anelli adattatore per montarvi gli obiettivi di moltissime reflex. E’ dotata di wi-fi e Bluetooth. Le dimensioni e il peso sono medi 137x97x92 mm e 658 g. Il corpo è protetto da polvere ed acqua.
Costa 1.000 € solo corpo e 1.720 € con il Leica 12-60/2,8-4,0 POIS.
Sony A6600
E’ una mirrorless a forma di compatta. Il sensore APS ha 24 Mpx e l’elaboratore d’immagine BIONZ X, il mirino elettronico ha 2,36 Mpx ingrandimento reale 0,71x e copertura del 100 %, lo schermo da 3″ è ribaltabile in alto e in basso, l’autofocus a rilevamento di fase e di contrasto ha 425 punti AF,è dotata di stabilizzazione sul sensore a “5 assi”, la raffica raggiunge 11 fg/ e riprende video 4K. L’innesto obiettivi è il Sony E con una disponibilità di 48 ottiche più molti obiettivi di altri produttori. Sono disponibili anelli adattatore per montarvi gli obiettivi di moltissime reflex. E’ dotata di wi-fi e NFC. Le dimensioni e il peso sono ridotti 120x67x69 mm e 503 g. Il corpo è protetto da polvere ed acqua.
Costa 1.450 € solo corpo, 1.720 con lo zoom 18-135/3,5-5,6 OSS, 2.060 e con lo Zeiss 16-70/4,0 OSS, 2.490 € con il 16-55/2,8 G.