Fujifilm X-H1: prestazioni e conclusione

Sensore

La X-H1 monta lo stesso sensore X-Trans CMOS III adottato inizialmente dalla X-Pro2 .
Il sensore è dotata di un certo numero di pixel mascherati che consentono di effettuare la messa a fuoco a rilevamento di fase tramite lo stesso.

Rapporto segnale/rumore

In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità ISO. Questo viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute in tiff con la riduzione di rumore azzerata. Le foto sono poi convertite nel formato jpeg, che è un formato compresso, con la compressione regolata al minimo, 100 %. In questo modo più è alto il rumore, che si presenta in forma di punti scuri e colorati invece di punti bianchi, meno è possibile comprimere la foto e quindi questa risulta di maggiori dimensioni. Ho effettuato la conversione con CaptureOne for Fujifilm. Per avere una valutazione di come si pone la X-H1 rispetto alle altre fotocamere ho effettuato il confronto con la Canon EOS 6D con le foto convertite con Canon DPP e con la X-T2 che ha lo stesso sensore, con foto convertite con Raw File Converter. Per un confronto omogeneo fra fotocamere con differente numero di pixel è necessario standardizzare queste dimensioni ad un valore uniforme di 10 Mpx che consente di confrontare tutte le macchine disponibili attualmente. Anche questo ridimensionamento è stato fatto durante la conversione raw/tiff; i tiff sono poi convertiti in jpeg sempre con lo stesso software Acdsee Pro.

L’andamento della curva di rumore della X-H1 è molto vicina a quella della Canon 6D fino a 3200 Iso, per poi discostarsene alle alte sensibilità di circa 1/2 stop. Rispetto alla X-T2, con lo stesso sensore non ci sono differenze significative. L’aumento del rumore a 100 ISO è dovuto al fatto che questa è una sensibilità estesa ottenuta via software sottoesponendo il fotogramma e poi riallineandone la luminosità.
Una prestazione ottima.

Gamma dinamica

La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione corretta, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Canon 6D come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.

La X-H1 ha una gamma dinamica superiore alla Canon 6D mediamente di 1/3 di EV tranne che alla sensibilità minima di 200 ISO alla quale la differenza è di 1/3 EV in meno e a 100 ISO, meno 2/3 di EV. Anche in questo caso una prestazione ottima che dimostra come i sensori di ultima generazione siano migliorati sotto questo aspetto.

Le foto di prova sono state scattate a tutte le sensibilità disponibili in raw, da 100 a 51200 ISO, escluso i 25600 ISO. Le foto sono state convertite con CaptureOne for Fujifilm.

Foto raw senza riduzione di rumore

Il rumore comincia ad essere percepibile a 1600 ISO, ma le immagini non perdono di nitidezza. A 3200 ISO pur essendo presente può essere ancora accettabile, a 6400 è ben visibile e solo a 12800 è eccessivo; a queste sensibilità può essere necessaria una sua riduzione. A 51200 ISO la foto è pervasa dal rumore e difficilmente recuperabile. La qualità delle foto è vicina a quella delle reflex fullframe di pari numero di pixel anche alle alte sensibilità. L’unica differenza è che con una fullframe si può arrivare in genere fino a 25600 ISO e oltre in raw mentre la X-H1 si ferma prudentemente a 12800 come sensibilità massima, mentre quelle più alte sono sensibilità estese.

Foto raw con riduzione di rumore

Applicando una riduzione di rumore ben calibrata si possono ripulire le foto a 1600 e 3200 ISO senza perdere in nitidezza, mentre a 6400 ISO rimane un po’ di rumore di luminanza, tipo grana della pellicola, non troppo fastidioso. A 12800 questo rumore è maggiore, mentre è assente comunque quello colorato di crominanza, ma la risoluzione e la nitidezza diminuiscono. La foto a 51200 ISO è irrecuperabile

Foto raw a 10 Mpx senza riduzione di rumore

Normalizzando le foto senza riduzione di rumore a 10 Mpx (adatti per una stampa A4 circa 20×30 cm) le foto fino a 3200 ISO non presentano rumore, quella a 6400 lo ha, ma in maniera poco percepibile e non fastidiosa, a 12800 invece il rumore è ben visibile e deve essere ridotto.

Foto raw a 10 Mpx con riduzione di rumore

Riducendo le foto con riduzione di rumore anche la foto a 6400 ISO appare quasi perfettamente pulita, quella a 12800 presenta ancora rumore, ma per una stampa A4 può essere accettata. Nulla da fare per quella a 51200 ISO.

Foto jpeg dalla fotocamera

Le foto presentano ottima nitidezza e nessun rumore fino a 3200 ISO. Oltre e fino a 12800 ISO si nota una progressiva perdita di nitidezza e un po’ di rumore residuo. La foto a 51200 ISO è irrecuperabile.

Un’ottima prova con cui la X-H1 si pone al vertice delle fotocamere APS vicina anche ad alcune fulframe da 24 Mpx. In pratica si può scattare senza riduzione di rumore fino a 1600 ISO e con una leggera riduzione fino a 6400 senza perdere quasi nitidezza..

Obiettivi

Con la X-H1 ho avuto la possibilità di provare gli zoom XF 16-55/2,8 equivalente ad un 24-82 mm e XF 100-400/4,5-5,6 OIS equivalente ad un 150-600 mm più le focali fisse luminose XF 23/2,0 equivalente ad un 35 mm e XF 50/2,0 equivalente ad un 75 mm.

Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 24 Mpx della X-H1 in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 6000 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 6000:2= 3000 linee. I sensori con filtratura  colore, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 2100 linee. In questo caso quindi si è arrivati un po’ oltre massimo teorico vista la diversa disposizione dei filtri colore sul sensore.

Fujinon XF 16-55 f/2,8 R LM WR

E’ un obiettivo professionale di alta classe, costruito interamente in metallo e con guarnizioni di protezione per polvere ed acqua anche sull’innesto (WR). A differenza della maggior parte degli obiettivi odierni poi è dotato della ghiera dei diaframmi che come detto rende molto semplice ed immediato impostare la macchina come meglio si desidera.

La costruzione è molto accurata, le ghiere per lo zoom e di messa a fuoco scorrono morbidamente e con precisione. E’ costituito da 17 elementi in 12 gruppi con 3 elementi asferici e 3 a bassissima dispersione. Il motore AF è di tipo lineare (LM). La messa a fuoco minima è di 60 cm, in macro di 30 cm in posizione grandangolo e 40 in tele. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/22. Il diametro è di 83 mm per 108 mm di lunghezza; il peso è 655 g. L’obiettivo si allunga durante la zoomata.
Costa circa 1.000 €.

Apertura equivalente

L’apertura equivalente di questo zoom è f/4,0.

L’apertura equivalente da indicazioni sulla qualità d’immagine ottenibile dalla fotocamera specialmente per il rapporto segnale/rumore, e alla profondità di campo ottenibile. Più l’apertura è bassa più la qualità è migliore e la profondità di campo ridotta.

Risoluzione

Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per il 16-55 le focali di 16, 23, 35 e 55 mm.

16 mm

L’obiettivo ha una risoluzione al centro a partire da tutta apertura molto buona che aumenta diventando ottima a f/8 e tornando molto buona fino a f/16. Chiudendo ulteriormente il diaframma la risoluzione decade a causa della diffrazione ma rimane ancora buona a f/22. Ai bordi la risoluzione è più bassa che al centro, buona fino a f/4,0 per poi diventare molto buona da f/5,6 a f/11. Poi come per il centro diminuisce, buona a f/16 e fino a solo discreta a f/22.

23 mm

la risoluzione al centro è molto buona a tutta apertura, aumenta, diventando ottima da f/4,0 a f/8,0 e tornando molto buona fino a f/16. A f/22 è ancora buona. Ai bordi la risoluzione è vicina al centro, molto buona da f/4,0 a f/11. Poi come per il centro diminuisce, buona a f/16 e fra buona e discreta a f/22.

35 mm

La risoluzione ha un andamento un po’ inferiore alla focale precedente. Al centro è molto buona fino a f/4,0, poi aumenta sempre molto buona da f/5,6 a f/11 per ritornare a quella iniziale a f/16 e fra buona e discreta a f/22. I bordi, vicini al centro, sono buoni fino a f/4,0, poi molto buoni fino a f/11, per poi scendere, buoni a f/16 e fra buono e discreto a f/22.

55 mm

A 55 mm la risoluzione è analoga alla precedente per il centro. E’ molto buona al centro fino a f/16 con un massimo fra f/5,6 e f/11, poi scende fra discreto e buono a f/22. Ai bordi la prestazione è un po’ inferiore alle aperture più grandi, fra discreto e buono a f/2,8, buono a f/4,0, poi si avvicina al centro, molto buona da f/5,6 a f/11, buona a f/16 e a f/22 discreta.

La distorsione è forte, 5,6 % a barilotto a 16 mm, poi al crescere della focale diventa a cuscinetto con un massimo di 2,4 % a 55 mm. Questo però non deve preoccupare in quanto la X-H1 la corregge automaticamente in jpeg e così fa CaptureOne nella conversione raw. Se si usa un altro convertitore però ci si deve assicurare che sia in grado di correggere la distorsione (ACR e Lightroom lo fanno) oppure correggerla manualmente.
La vignettatura è quasi 2 stop a 16 mm, 2/3 a 23 e 35 mm e 1,5 stop a 55 mm. Anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal convertitore raw.

Complessivamente una buona prestazione, adeguata ad un obiettivo professionale, tranne che per la distorsione e vignettatura se non si usa la correzione automatica. La resa migliore è alle focali intermedie con un lieve calo a quella massima, ma per tutte non si deve chiudere il diaframma oltre f/16.

Fujinon 23 mm f/2,0 R WR

E’ un obiettivo abbastanza piccolo e compatto, progettato per adattarsi molto bene anche alle X-T3 e X-T20 più piccole della X-H1, ma costruito interamente in metallo. Anche questo è protetto da polvere ed acqua come dice la sigla WR. E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF. La costruzione è molto accurata, la ghiera per la messa a fuoco scorre morbidamente e con precisione.

E’ costituito da 10 elementi in 6 gruppi con 2 elementi asferici. La messa a fuoco minima è di 22 cm con un ingrandimento massimo 0,13x. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/16. Il diametro è di 60 mm per 52 mm di lunghezza; il peso è 180 g.
Costa 460 €.

Apertura equivalente

L’apertura equivalente è f/2,8.

Risoluzione

La risoluzione è molto buona al centro da tutta apertura fino a f/4,0. A f/5,6 e f/8,0 è ottima per poi tornare molto buona fino a f/16. I bordi sono molto vicini: molto buoni da f/2,0 fino a f/11 e buoni a f/16.

La distorsione è minima, 0,25 % a barilotto. La vignettatura è invece sensibile, 2,5 stop a tutta apertura e 1 stop da f/4,0, corretta automaticamente dalla fotocamera o dal convertitore

Complessivamente un’ottima prestazione, tranne che per la vignettatura, considerando la grande apertura, la ridotta focale e la compattezza dell’obiettivo.

Fujinon 50 mm f/2,0 R WR

Anche questo è un obiettivo abbastanza piccolo e compatto con costruzione interamente in metallo, protetto da polvere ed acqua e dotato della ghiera dei diaframmi. La costruzione è molto accurata, la ghiera per la messa a fuoco scorre morbidamente e con precisione.

E’ costituito da 9 elementi in 7 gruppi con un elemento asferico. La messa a fuoco minima è di 39 cm con un ingrandimento massimo 0,15x. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/16. Il diametro è di 60 mm per 59 mm di lunghezza; il peso è 200 g.
Costa 480 €.

Apertura equivalente

L’apertura equivalente è f/2,8.

Risoluzione

La risoluzione è molto buona al centro a tutta apertura, ottima da f/2,8 fino a f/8,0, poi molto buona a f/11 e buona a f/16.. I bordi sono molto vicini: molto buoni da f/2,0 fino a f/11 e buoni a f/16.

La distorsione è 1 % a cuscinetto. La vignettatura è 1,5 stop a tutta apertura e cala sotto 0,5 stop da f/4,0, corretta automaticamente dalla fotocamera o dal convertitore

Complessivamente un’ottima prestazione, tranne che per la vignettatura, considerando la grande apertura e la compattezza dell’obiettivo.

Fujinon 100-400 mm f/4,5-5,6.

E’ un super tele zoom adatto a riprese sportive e naturalistiche, abbastanza grande e massiccio, ma non eccessivamente pesante in rapporto alla focale equivalente, 150-600 mm.
Anche questo un obiettivo professionale di alta classe, costruito interamente in metallo e con guarnizioni di protezione per polvere ed acqua anche sull’innesto(WR) e garantito per il funzionamento fino a -10°. E’ dotato della ghiera dei diaframmi e di un collare rimovibile per il montaggio su un treppiedi. La costruzione è molto accurata, le ghiere per lo zoom e di messa a fuoco scorrono morbidamente e con precisione. L’autofocus è comandato da due motori lineari. E’ possibile limitare l’escursione della messa a fuoco per un autofocus più rapido; è anche possibile bloccare l’escursione dello zoom alla focale minima durante il trasporto. E’ dotato di stabilizzazione ottica che nella X-H1 funziona in collaborazione con quella sul sensore.

E’ costituito da 21 elementi in 14 gruppi con 5 elementi ED a bassa dispersione e 1 Super ED a bassissima dispersione. La messa a fuoco minima è di 175 cm con un ingrandimento 0,19x. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/22. Il diametro è di 95 mm per 210 mm di lunghezza; il peso è 1375 g. L’obiettivo si allunga durante la zoomata.
Costa 1.580 €.

Apertura equivalente

L’apertura equivalente è f/6,3-8,0.

Per questo obiettivo non ho misure ne di risoluzione, ne di distorsione e vignettatura a causa dei limiti dimensionali del mio studio.
Comunque nelle foto scattate ha mostrato un’elevata risoluzione e nitidezza con un buon contrasto.

Stabilizzazione

Ho effettuato le prove sia con lo zoom 16-55/2,8 non stabilizzato che con il 100-400 stabilizzato.

16-55/2,8

Gli scatti sono stati effettuati alla focale massima di 55 mm (82 mm equivalenti) a partire da 1/100 e raddoppiando di volta in volta il tempo di scatto.

A 1/25 ho ottenuto alcuni scatti buoni, ma uno mosso; sono poi riuscito ad arrivare fino a 1/1,5 con alcuni scatti buoni, con un guadagno di 6 stop, anche se non al 100 % garantito.

100-400

Ho scattato alla focale massima di 400 mm (600 mm equivalenti) a partire da 1/640 e raddoppiando i tempi di scatto.

A 1/40 ho ottenuto una foto mossa, ma a 1/20 ne ho ottenute alcune buone, con un guadagno di 5 stop anche in questo caso però non sempre garantito.

Raffica

Le possibilità di scatto in raffica della X-H1 sono piuttosto articolate come esposto nelle impressioni d’uso. Per valutarne le prestazioni ho effettuato le prove usando una scheda SD UHS I 3 da 95 Mbps, scattando in priorità dei tempi a 1/1000 con autofocus manuale, sia in jpeg normal che in raw compresso senza perdita, usando l’impugnatura o senza, con batterie ben cariche.

Jpeg

Raffica con impugnatura

H con otturatore elettronico “burst”a 14 fg/s

La H-H1 ha scattato a 14 fg/s per circa 2 secondi e poi è scesa alla velocità di circa 7-8 fg/s.

H con otturatore elettronico a 11 fg/s

Ho ottenuto 11 fg/s per 4,5 secondi, poi il ritmo è sceso a 6-7 fg/s.

H con otturatore meccanico e prima tendina elettronica a 14 fg/s

In questo caso la H-H1 ha scattato a 14 fg/s indefinitamente per oltre 20 secondi, presumibilmente fino a riempimento della scheda.

H con otturatore meccanico a 11 fg/s

Anche in questo caso la H-H1 ha scattato a 11 fg/s indefinitamente per oltre 20 secondi, presumibilmente fino a riempimento della scheda.

Senza impugnatura

H con otturatore elettronico “burst”a 14 fg/s

La H-H1 ha scattato a 13 fg/s per circa 2,5 secondi e poi è scesa alla velocità di circa 6-7 fg/s con un comportamento discontinuo.

H con otturatore elettronico a 11 fg/s

Ho ottenuto 11 fg/s per 5 secondi, poi il ritmo è sceso a 5-6 fg/s.

H con otturatore meccanico e prima tendina elettronica a 8 fg/s

Gli scatti a 7 fg/s fg/s si sono prolungati indefinitamente per oltre 20 secondi, presumibilmente fino a riempimento della scheda.

H con otturatore meccanico a 8 fg/s

La H-H1 ha scattato a 6 fg/s indefinitamente per oltre 20 secondi, presumibilmente fino a riempimento della scheda.

Raw

Raffica con impugnatura

H con otturatore elettronico “burst”a 14 fg/s

La H-H1 ha scattato a 14 fg/s per poco più di un secondo (16 fotogrammi) e poi è scesa alla velocità di circa 2 fg/s.

H con otturatore elettronico a 11 fg/s

Ho ottenuto 10 fg/s per 1,5 secondi, poi il ritmo è sceso a 2 fg/s.

H con otturatore meccanico e prima tendina elettronica a 11 fg/s

In questo caso la H-H1 ha scattato a 8 fg/s per circa 3 secondi, poi è scesa a 2 fg/s.

H con otturatore meccanico a 11 fg/s

La H-H1 ha scattato a a 8 fg/s per circa 4 secondi, poi è scesa a 2 fg/s.

Senza impugnatura

H con otturatore elettronico “burst”a 14 fg/s

La H-H1 ha scattato a 14 fg/s per circa 1,5 secondi (22 fotogrammi) e poi è scesa alla velocità di circa 2 fg/s.

H con otturatore elettronico a 11 fg/s

Ho ottenuto 11 fg/s per circa un secondo, poi il ritmo è sceso a 2 fg/s.

H con otturatore meccanico e prima tendina elettronica a 8 fg/s

In questo caso la H-H1 ha scattato a 7 fg/s per circa 3,5 secondi, poi è scesa a 2 fg/s.

H con otturatore meccanico a 8 fg/s

La H-H1 ha scattato a a 8 fg/s per circa 4 secondi, poi è scesa a 2 fg/s.

Dalle misure sembrerebbe quindi che la X-H1 sia in grado di scattare in jpeg con l’impugnatura e usando l’otturatore con la prima tendina elettronica a 14 fg/s e senza impugnatura a 7 fg/s indefinitamente. Questo scattando senza live view e quindi con un controllo precario ed aleatorio dei soggetti in movimento. Se si vuole avere il live view attivo per seguire con sicurezza un soggetto in movimento, spesso imprevedibile, la velocità è limitata a 5 fg/s con otturatore meccanico e a 6 fg/s usando la prima tendina elettronica.
Nella pratica però non è andata così. Ho scattato oltre 4.000 foto in raffica per verificare i risultati sia con il 16-55 che con il 100-400 mm. Ho scattato a veicoli in movimento veloce e con il 100-400 anche alla 6 Ore di Roma gara di durata per prototipi, GT e turismo nel circuito di Vallelunga.
Usando la velocità L a 5 fg/s, per avere il live view, otturatore meccanico e autofocus AF-C continuo, non sono riuscito mai ad andare oltre i 4 fg/s. Alla velocità M sempre per avere il live view, con l’uso della prima tendina elettronica, e AF-C, ho raggiunto circa 5 fg/s.  Questo sia con l’impugnatura che senza.
Usando l’impugnatura e l’otturatore elettronico, con autofocus AF-C, in H ho raggiunto al massimo i 12 fg/s, ma mediamente la raffica è stata quasi sempre sui 10 fg/s. L’uso dell’otturatore elettronico  comporta però due problemi: il primo è che senza live view, ma vedendo solo le foto appena scattate è difficile seguire il soggetto in movimento; il secondo, più grave, è che l’otturatore elettronico provoca spesso una vistosa deformazione dei soggetti in movimento, come nelle foto pubblicate.

Questo perché la lettura dell’immagine è sequenziale, riga per riga, e non è abbastanza veloce per leggere senza deformarlo un soggetto in movimento rapido, come invece qualche altra mirrorless, Sony A9 ad esempio, riesce a fare. Fujifilm sembra però avere risolto questo problema nella X-T3 con un otturatore elettronico più veloce.
Altro problema riguarda l’esposizione in raffica: perché la fotocamera adegui l’esposizione scatto per scatto, invece di mantenere quella del primo, è necessario che l’impostazione OTTURATORE AE nel menu IMPOSTAZIONI/PULSANTI GHIERE sia in OFF. Sembrerebbe più logico che fosse in ON e questo può trarre in inganno. Consiglio quindi di verificarla prima di usare la raffica.
Infine l’autofocus: usando l’impostazione Traking/Area allargata, cioè quella per l’inseguimento del soggetto, l’autofocus non riesce ad agganciare il soggetto al primo scatto, mettendo spesso a fuoco lo sfondo, e solo dopo tre, quattro o cinque scatti riesce a metterlo a fuoco. Questo oltretutto rallenta la raffica. Si ottengono invece risultati migliori usando l’area ristretta 3×3 punti puntata sul soggetto o il punto singolo: in questo caso le foto sono a fuoco subito dal primo scatto.

In conclusione la X-H1 ha delle caratteristiche di raffica notevoli nelle specifiche, buone nelle prove di laboratorio, ma meno nella pratica. I difetti maggiori sono la bassa velocità in live view e l’autofocus ad inseguimento.

Video

La X-H1 ha ricevuto parecchia attenzione da parte di Fujifilm per la parte video. E’ la prima fotocamera della casa che ha caratteristiche di ripresa video valide e concorrenziali.
La ripresa video si attiva posizionando l’apposita ghiera delle modalità di scatto (sotto quella della sensibilità ISO) su video e poi usando il normale pulsante di scatto.
Nelle prove ho riscontrato una nitidezza elevata nelle riprese 4K con una corretta esposizione e bilanciamento del bianco, la messa a fuoco ha funzionato bene dimostrando solo raramente qualche incertezza durante l’uso dello zoom, prontamente recuperata. Eventuali passaggi di disturbo davanti alla scena non l’hanno influenzata.

Galleria

Le foto sono state scattate ad una esibizione di auto d’epoca, alla 6 ore di Roma nel circuito di Vallelunga, a Roma, in una cittadina del Lazio e in una sessione di scatto durante la presentazione di nuove fotocamere. Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 200 Iso,mentre per le foto in poca luce è arrivata fino a 4000 Iso. L’impostazione colore è stata per tutte quella standard Provia. Ho scattato in raw convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm senza riduzione di rumore.

Le foto risultano tutte ben esposte, anche nelle situazioni critiche di controluce e raramente ho dovuto apportare qualche correzione. I colori sono piacevoli e brillanti senza esagerazioni. Se si vogliono più vivaci si può aumentare la saturazione in macchina per i jpeg o durante la conversione per i raw, o scegliere il profilo Velvia più vivace. La risoluzione e la nitidezza sono alte. Ottime anche quelle notturne. Notare la foto N° 86 scattata a 1/2,5 secondi.
Le foto di ritratto sono buone, anche se il 16-55/2,8 mostra una nitidezza solo  media alla massima focale. Inoltre ho dovuto correggere il bilanciamento del bianco che in luce artificiale risulta troppo caldo.

Conclusioni

Con la X-H1 Fujifilm si rivolge chiaramente al mercato professionale, oltre che all’amatore evoluto per proporre una fotocamera adatta alle riprese di eventi, cronaca, sportive e naturalistiche. I modelli dalla serie X-Tx per quanto validi e di ottime prestazioni, non avevano alcune caratteristiche che questo mercato si aspetta. Prima di tutto la “prestanza fisica”, cioè la robustezza e solidità che si è riscontrata fino ad adesso solo nelle reflex professionali. Da questo punto di vista la X-H1 è perfettamente adeguata al ruolo assegnatogli e usata anche con obiettivi grandi e pesanti consente di mantenere un buon equilibrio specialmente con l’impugnatura porta batterie montata. Le dimensioni più grandi danno anche maggiore spazio ai comandi, così più facili da trovare al tatto e con l’occhio al mirino ed hanno consentito di inserire sulla calotta il piccolo pannello LCD con le impostazioni principali. Anche l’impugnatura più pronunciata consente una presa migliore con gli obiettivi più pesanti. I perfezionamenti introdotti nella X-H1, dal mirino alla stabilizzazione sul sensore alla ripresa video contribuiscono ugualmente a questa immagine. Anche la gamma di obiettivi disponibili, tutti di elevata qualità, è adeguata al ruolo di una fotocamera professionale.
Per quanto riguarda le prestazioni invece insieme ad un quadro di notevole livello ci sono alcuni aspetti che lasciano un po’ perplessi.
L’osservazione che poi si può fare è perché per una fotocamera di questo livello si sia mantenuto ancora il formato APS invece di passare al fullframe. Su questo argomento Fujifilm ha la sua risposta: le fotocamere della serie X-Tx e la X-H1 sono in grado di soddisfare almeno il 90 % delle esigenze qualitative dei fotografi. Per quelli che per motivi di qualità d’immagine, stampe di grandissimo formato, paesaggi, studio, still life, moda, eventi e altro non ritengono sufficiente la qualità delle fotocamere APS c’è la linea di fotocamere di medio formato GFX che fornisce una qualità superiore a quella delle migliori fullframe.

Riassumendo:

Costruzione e finitura

Ottimo: la X-H1 è ben costruita e finita, in lega di magnesio e protetta da polvere ed acqua. Le ghiere esterne sono in metallo.

Ergonomia e comandi

Buono: tutti i comandi sono facilmente comprensibili e raggiungibili anche con l’occhio al mirino. Eccellente la presenza di ghiere dirette per tempi, ISO e diaframmi. Ci sono però alcune scelte incomprensibili a livello di impostazioni che hanno influenza sul comportamento della fotocamera e che possono essere capite solo leggendo accuratamente il manuale.

Mirino

Ottimo: ha un’ottima luminosità e risoluzione quasi ai massimi livelli; consente di usare i menu e di controllare le regolazioni di esposizione. Ottima la funzione di “ribaltamento” per quando si inquadra in verticale.

Schermo

Molto buono:la sua risoluzione è adeguata alla visualizzazione dei menu ed alla revisione delle foto. Come tutti gli schermi è poco visibile in esterni di giorno. Molto comoda la possibilità di ribaltamento in alto, in basso e lateralmente e la funzione per selezionare i punti AF al tocco anche con l’occhio al mirino.

Autofocus

Buono: è’ rapido e veloce per soggetti fissi e garantisce un’ampia copertura dell’inquadratura. Ha mostrato qualche difficoltà nelle riprese in raffica in cui la funzione di inseguimento non riesce sempre a centrare il soggetto, Meglio usare la zona ristretta. Ottimo per le riprese video.

Stabilizzazione

Molto buono: è efficace con un guadagno di 5 e anche 6 stop, ma non in tutti gli scatti.

Esposizione

Ottimo: è ottima in buona luce anche in situazioni di forte contrasto; nelle foto notturne con la misurazione valutativa sovraespone di 2/3. La cosa è facilmente correggibile con la ghiera di controllo dell’esposizione ed eventualmente verificando l’effetto nel mirino elettronico o nello schermo.

Bilanciamento del bianco

Buono: In automatismo si è dimostrato quasi sempre corretto, tranne che in luce artificiale in cui da dei risultati troppo caldi che è necessario correggere. Dispone di impostazioni predefinite per varie luci e di taratura fine in gradi Kelvin.

Qualità d’immagine

Ottimo: sia per risoluzione e definizione, sia per il contenimento del rumore alle alte sensibilità, specialmente usando il raw e convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm. Notevole la possibilità di scegliere diverse impostazioni di colore che simulano la resa, più vivace o più neutra, delle più famose e valide pellicole Fujifilm. Complessivamente ai vertici delle fotocamere APS e non lontana da alcune fullframe di pari risoluzione.

Raffica

Discreto: con il live view arriva in pratica solo a 5 fg/s. Con l’impugnatura e la prima tendina elettronica arriva a 12 fg/s, ma senza live view. Usando esclusivamente l’otturatore elettronico si rilevano notevoli deformazioni degli oggetti in movimento.

Video

Molto buono: riprende video Cine 4K e 4k anche se la durata massima rimane limitata a 15 minuti. Per la ripresa si possono usare tutte le modalità di funzionamento e regolare tutti i parametri di esposizione, oltre alla modalità di messa a fuoco. La messa a fuoco funziona abbastanza bene con solo qualche incertezza. Utili la presa per microfono esterno e l’uscita HDMI per un monitor o registratore esterno.

Obiettivi

Ottimo: il corredo non è molto vasto, comprendendo solo 25 obiettivi, ma sono tutte ottiche di elevata qualità e sono disponibili numerose focali fisse di alta luminosità.

In conclusione la X-H1 si è dimostrata una buona fotocamera, adatta anche a lavori professionali. Si presta particolarmente bene alla foto di ritratto, al paesaggio, allo still life, alla macro, alla foto in studio ed alle foto di eventi e cerimonie. E’ meno adatta per foto sportiva e di soggetti in rapido movimento a causa delle sue limitazioni nella raffica con live view e dell’autofocus ad inseguimento. Buona anche per le riprese video in unione agli obiettivi Fujinon MKX per video.
Il prezzo attualmente è adeguato alle sue qualità.

Pregi

– costruzione e finitura di ottima qualità
– corpo ed obiettivi protetti da polvere ed acqua
– comandi esterni principali comodi e facilmente raggiungibili
– impostazioni tempi, diaframmi, ISO ed automatismi semplici ed immediate
– ottimo mirino elettronico
– obiettivi di alta qualità e luminosità
– modalità di simulazione film e resa colori ottime
– stabilizzazione abbastanza efficace
– ottima qualità d’immagine anche alle alte sensibilità
– autofocus con ampia copertura

Difetti

– velocità di raffica limitata in live view
– autofocus in raffica non sempre riesce a seguire il soggetto
– bilanciamento del bianco non sempre preciso
– alcune impostazioni strane e cervellotiche
– durata ripresa video limitata
– scarsa autonomia della batteria
– mancanza di un flash integrato

Alternative

Fujifilm X-T3

Mirrorless con sensore X-Trans BSI-CMOS III retroilluminato di formato APS (23,6×15,6 mm) con 26 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, innesto obiettivi Fujifilm X con 25 obiettivi più altri di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF veloce anche per soggetti in movimento, mirino elettronico con 3,69 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,75x, schermo orientabile in alto, in basso e lateralmente, raffica a 20 fg/s e 30 con ritaglio a 1,25x, video 4K 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth.
Dimensioni 133x93x59 mm, peso 539 grammi.
Costa 1.390 € solo corpo e 1.690 € con lo zoom 18-55/2,8-4,0 OIS.

Olympus OM-D E-M1 II

Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 60 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 121 punti AF veloce anche per soggetti in movimento, mirino elettronico con 2,359 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,74x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica fino a 60 fg/s con AF-S e 18 fg/s con AF-C, video 4K a 4096×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi. Dimensioni 134x91x67 mm, peso 574 grammi.
Costa 1.300 € solo corpo e 2.000 € con lo zoom 12-40/2,8 Pro.

Panasonic Lumix GH5

Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 60 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus a rilevamento di contrasto con 225 punti AF e tecnologia Panasonic DFD veloce anche per soggetti in movimento, mirino elettronico con 3,680 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,76x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica a 12 fg/s, video 4K a 4096×2160 o 3840×2160 pixel, Wi-Fi e Bluetooth. Dimensioni 139x98x87 mm, peso 725 grammi.
Costa 1.440 € solo corpo, 1.660 € in kit con lo zoom Lumix G 12-60/3,5-5,6 Power OIS e 2.080 € con il Leica 12-60/2,8-4,0 Power OIS.

Panasonic Lumix G9

Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 60 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus a rilevamento di contrasto con 225 punti AF e tecnologia Panasonic DFD veloce anche per soggetti in movimento, mirino elettronico con 3,680 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,83x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica a 20 fg/s con AF-S e 12 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel, Wi-Fi e Bluetooth. Dimensioni 137x97x92 mm, peso 658 grammi.
Costa 1.160 € solo corpo e 1.800 € con il Leica 12-60/2,8-4,0 Power OIS OIS.

Sony A6500

Mirrorless compatta con sensore di formato APS (23,5×15,6 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Sony E con 48 obiettivi più altri di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF veloce ed adatto a seguire soggetti in movimento, mirino elettronico con 2,359 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,7x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 11 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi.Dimensioni 120x67x53 mm, peso 453 grammi.
Costa 1.100 € solo corpo, 1.640 in kit con lo zoom Sony G 18-105/4,0 OSS e 2.230 € con lo Zeiss 16-70/4,0 OSS.

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