Sensore
La A9 II è dotata di un sensore BSI-CMOS retroilluminato “stacked” di formato fullframe (36×24 mm) con 24 Mpx e senza filtro antialias. La sua sensibilità varia da 50 a 204800 ISO a passi di 1/3 EV.
I sensori di tipo “stacked” hanno una memoria DRAM integrata che immagazzina le informazioni ricevute dal sensore e consente una lettura rapidissima dei dati. Per questo l’otturatore elettronico della A9 II II riesce a leggere tutti i pixel di un’immagine contemporaneamente e non provoca deformazioni per i soggetti in movimento (definite fenomeni di “rolling shutter”) come fanno molti otturatori elettronici. Inoltre in unione alla potenza dell’elaboratore d’immagine BIONZ X è in grado di scattare foto al ritmo di 20 al secondo mantenendo il live view, cioè la visione dell’immagine nel mirino o nello schermo in tempo reale.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione sempre della sensibilità.
Rapporto segnale/rumore
In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg usando per tutte le fotocamere Adobe Lightroom. In questo modo si uniforma il trattamento di tutti i raw applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva di rumore della Sony A9 è il riferimento, ma ho aggiunto anche il grafico della Panasonic S1, fullframe da 24 Mpx.
Nel grafico si vede che la curva di rumore della A9 II coincide quasi completamente con quella della A9 visto che sensore ed elaboratore d’immagine sono gli stessi. Le uniche differenze sono a 51200 ISO, sensibilità alla quale evidentemente Sony è riuscita a migliorare leggermente il rapporto segnale/rumore e nel trattamento delle sensibilità estese, ottenute per tutte le fotocamere come sotto o sovraesposizione e conseguente correzione nella conversione da raw a jpeg.
Rispetto alla Panasonic S1 le Sony hanno meno rumore nella fascia di sensibilità fra 3200 e 25600 ISO, mentre alle sensibilità più basse ed a quelle più alte le curve quasi coincidono o quasi.
In conclusione la A9 II II ha un’ottima prestazione.
Le foto di test notturne sono scattate a tutte le sensibilità da 50 a 204800 ISO. Le foto raw sono state convertite con CaptureOne for Sony.
Foto raw senza riduzione di rumore
Il rumore compare, molto fine, solo a 6400 ISO, ma le foto sono pienamente utilizzabili. Da 12800 a 25600 ISO il rumore deve essere ridotto per i migliori risultati. Oltre le foto sono affette da un rumore di colore molto forte difficilmente eliminabile. La nitidezza si mantiene ottima fino almeno a 12800 ISO.
Foto raw con eliminazione dei falsi colori
Eliminando i falsi colori si ottiene una foto a 12800 ISO con solo puntini scuri molto fini e poco percepibili senza perdita di nitidezza; anche quella a 25600 è quasi accettabile. Oltre il rumore è eccessivo.
Foto raw con riduzione di rumore
Applicando la riduzione di rumore si riesce ad ottenere foto pulite dal rumore fino a 25600 ISO a prezzo di una leggera perdita di nitidezza. Anche la foto a 51200 ISO potrebbe essere accettabile. Oltre questa sensibilità non e’ possibile eliminare totalmente il rumore e la perdita di nitidezza e’ elevata.
Foto raw senza riduzione di rumore a 10 Mpx
Riducendo le foto alla dimensione di 10 Mpx, adatta ad una stampa A4, circa 30×20 cm, si guadagna in pratica uno stop. Il rumore si incomincia a vedere a 12800 ISO e anche le foto fino a 25600 ISO potrebbero essere utilizzate.
Foto raw con eliminazione dei falsi colori a 10 Mpx
In questo caso anche la foto a 25600 ISO è affetta solo da leggeri puntini scuri ed è utilizzabile.
Foto raw con riduzione di rumore a 10 Mpx
Con la riduzione di rumore applicata e le foto ridimensionate a 10 Mpx si ottengono foto utilizzabili fino a 25600 ISO e anche quelle a 51200 diventano accettabili pur a prezzo di una perdita di nitidezza..
Foto jpeg dalla fotocamera
Le foto jpeg prodotte direttamente dalla fotocamera hanno una buona nitidezza anche se e’ possibile fare meglio con la conversione da raw con CaptureOne. Il rumore, con l’impostazione di riduzione bassa sulla fotocamera, si incomincia a vedere leggermente a 6400 ISO con una leggera perdita di nitidezza, ma in realtà le foto sono buone ed utilizzabili fino a 12800. Oltre questa sensibilità la riduzione di rumore fa perdere nitidezza, ma le foto a 25600 ISO sono ancora discrete. Oltre come al solito e’ meglio non andare.
In conclusione con la A9 II II è possibile scattare senza problemi fino a 6400 ISO e usando il raw con un’opportuna riduzione di rumore fino a 12800 se si vogliono effettuare stampe di grandi dimensioni alla massima risoluzione o proiezioni su grandi schermi 4K, ma si può arrivare fino a 25600 se le esigenze sono meno stringenti. Un’eccellente prestazione.
Gamma dinamica
La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della A9 come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.
La A9 II ottiene anche in questo test un ottimo risultato con una gamma dinamica praticamente identica alla precedente A9 se non per qualche miglioramento marginale alle sensibilità estese. A confronto con la Nikon Z7 la A9 II dimostra una gamma dinamica analoga fino alla massima sensibilità della Nikon.
Per verificare anche in pratica la gamma dinamica e la capacità di recupero di sotto e sovraesposizioni ho scattato delle foto di paesaggio, tutte alla stessa sensibilità di 100 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 5 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con Lightroom.
Foto jpeg originali
Foto da raw corrette
In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -5 stop, il rumore però con questa sottoesposizione diventa alto. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di -3 stop. In sovraesposizione invece si possono recuperare fino a +2 stop, forse +3, poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile e le foto diventano piatte e grigiastre.
DRO
La A9 II dispone di una funzione automatica per incrementare la gamma dinamica denominata Dynamic Range Optimizer (DRO) che automaticamente ottimizza la gamma dinamica e anche di una funzione HDR automatica.
Per verificarne l’efficacia ho scattato delle foto in una situazione di alto contrasto usando la sensibilità di 100 ISO.
La prima è stata esposta con misurazione spot per le alte luci ed esposizione manuale a 1/1600 e f/8. Poi ho scattato con misurazione matrix senza recupero della gamma dinamica e poi con il DRO attivo e infine con l’HDR attivo. Tutti gli scatti sono stati effettuati in raw e jpeg normal.
La foto scattata per le luci è ovviamente sottoesposta per le ombre; convertendo il raw però si riesce a recuperare le ombre mantenendo la leggibilità delle alte luci.
Le foto con il DRO attivo, esposte automaticamente a 1/400 f/8, presentano un recupero delle ombre con una buona leggibilità delle alte luci, anche se è complessivamente inferiore a quella ottenuta da raw con esposizione per le luci. Quelle HDR mostrano un recupero inferiore per le ombre.
In conclusione questa funzione può essere di aiuto per recuperare scene a forte contrasto se si vuole usare solo il formato jpeg. Se si vuole il massimo della qualità è sempre però preferibile salvare le foto in raw, o raw più jpeg, esponendo prevalentemente per le luci e lavorare su questo per il recupero delle ombre, ma si deve notare che l’esposimetro della A9 II si comporta bene con esposizioni che tendenzialmente non bruciano mai le luci e che con l’aiuto del DRO in molti casi si possono ottenere ottimi jpeg in macchina senza passare per il raw e la postproduzione.
Invarianza ISO
Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in esterni in poca luce per l’esposizione corretta a 12800 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -5 stop, cioè 200 ISO, infine ho convertito l’immagine con Lightroom correggendo l’esposizione.
Con una sottoesposizione di -6 o anche -5 stop e una correzione in conversione da raw il rumore è eccessivo e superiore a quello della foto esposta correttamente a 12800 ISO. Con -4 stop di sottoesposizione, 800 ISO, il rumore è accettabile e non molto diverso rispetto alla foto esposta correttamente. Da -2 stop, 3200 ISO, il rumore è praticamente lo stesso. Il sensore quindi consente una buona invarianza ISO con la possibilità di sottoesporre, in caso di necessità di 2 o 3 stop senza particolari problemi.
Obiettivo
Con la A9 II ho avuto a disposizione per la prova lo zoom GM 24-70 mm f/2,8.
Si tratta di uno zoom professionale di alta qualità e luminosità, di uso generale e adatto per tutti i tipi di foto. Le sue dimensioni sono grandi sopratutto in rapporto a quelle del corpo macchina e cosi’ il peso che sbilancia l’insieme verso l’avanti. Per scattare e’ quindi necessario sostenere la macchina con entrambe le mani, la sinistra sotto l’obiettivo.
L’obiettivo è composto da 18 lenti in 13 gruppi con una lente extreme aspherical, una super ED, una ED e trattamento antiriflessi Nano AR coating. Il motore di messa a fuoco è piezoelettrico e la distanza di messa a fuoco è di 38 cm con un ingrandimento 0,24x. Il diaframma ha 9 lamelle.
Le dimensioni sono 136 mm di lunghezza con un diametro di 88 mm e un peso di 886 g. Il materiale di costruzione è lega di magnesio.
E’ fornito con un ampio paraluce a tulipano con blocco.
Il prezzo di 2.200 € e’ alto, ma proporzionato alla qualità dell’obiettivo,
Per questo obiettivo non e’ necessario il diagramma della variazione di apertura al variare della focale in quanto questa è fissa,f/2,8, e nemmeno il diagramma relativo al diaframma equivalente in quanto si tratta di fullframe.
Risoluzione
Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore, per le focali di 24, 35, 50 e 70 mm.
Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 24 Mpx della A9 II in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 6000 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 6000:2= 3000 linee. I sensori con filtratura Bayer, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 2100 linee. In questo caso quindi si è arrivati al 77 %, circa 2300 linee.
La risoluzione è sempre molto buona e uniforme al centro e ai bordi, molto vicini, a tutte le focali ed a tutte le aperture, con una lieve caduta a f/22. Solo a 24 mm i bordi sono appena inferiori al centro.
Questo obiettivo provato precedentemente con la A7R IV da 61 Mpx aveva dato risultati molto superiori, come si vede dai relativi grafici che riporto.
Quindi è evidente che in questo caso il limite alla risoluzione è originato dal sensore da 24 Mpx. La risoluzione è comunque adeguata all’uso per cui la A9 II è progettata.
Distorsione
La distorsione è a tutta apertura il 2,9 % a barilotto a 24 mm, per poi diventare a cuscinetto fino al 1,9 % a 70 mm; è corretta automaticamente, se si sceglie questa opzione, dalla fotocamera nella conversione in jpeg o da CaptureOne durante la conversione.
Vignettatura
La vignettatura è 2,4 stop a 24 mm f/2,8 e 1,5 stop a f/4,0; 1 e 2/3 di stop a 70 mm a tutta apertura, anche questa correggibile automaticamente o nella conversione raw-jpeg.
E’ un obiettivo complessivamente eccellente, uno dei migliori provati, come avevo concluso nella prova della A7R IV, progettato per elevate risoluzioni. Questa prova dimostra come non si può valutare la risoluzione di un obiettivo senza prescindere da quella del sensore della fotocamera.
Gli unici suoi difetti sono la distorsione un po’ elevata anche se correggibile automaticamente o manualmente e la vignettatura a 24 mm a tutta apertura, anche questa correggibile automaticamente.
Quanto alle dimensioni e peso questi sono lo scotto da pagare per avere uno zoom ad elevata luminosità su una fullframe.
Solo Tamron con la sua serie di zoom f/2,8 17-28, 28-75 e 70-180 è riuscita a contenerne dimensioni e peso, ed anche il costo, sacrificando un po’ l’escursione focale.
Complessivamente l’insieme della A9 II e del GM 24-70/2,8 non e’ di peso eccessivo e si porta in giro, anche al collo, senza eccessivi problemi. Comunque chi volesse un obiettivo di dimensioni e peso, oltre che costo, più contenuto può optare per lo Zeiss 24-70/4,0 OSS.
Gli scatti effettuati confermano i risultati delle misure.
Autofocus
L’autofocus è molto preciso e ha dimostrato un’elevata’ velocità anche per soggetti in movimento veloce. Non ha mai mancato la messa a fuoco anche in condizioni di pochissima luce.
La modalità di scelta automatica dei punti AF si è rivelata valida in molti casi, ma se si vuole una maggiore precisione e sicurezza è preferibile usare la zona o addirittura il punto singolo. Sia l’una che l’altro si spostano nell’inquadratura molto facilmente con il joystick o direttamente col tocco sullo schermo che a questo proposito può essere suddiviso da menu in modo da destinare allo spostamento del punto AF solo l’area di destra più facilmente raggiungibile col pollice. La modalità spot flessibile esteso si rivela molto efficace: una volta agganciato il soggetto in movimento lo segue senza perderlo, sia per i veicoli in movimento sia per il ciclista, prova nella quale non ha sbagliato quasi nessuno scatto come vedremo più avanti. L’autofocus intercetta immediatamente i soggetti in movimento e li aggancia senza mai posizionarsi su soggetti fermi o sullo sfondo, come mi è capitato qualche volta con altre fotocamere. Anche la funzione di rilevamento del volto e degli occhi è eccellente e funziona rapidamente seguendo il soggetto senza problemi anche in autofocus continuo.
La sua sensibilità è ottima, -3 EV (16 secondi a f/1,4 a 100 ISO) e non rallenta se non di poco quando la luce è scarsa, non dimostrando mai incertezze.
Nelle riprese video la messa a fuoco è continua. E’ abbastanza precisa e non dimostra incertezze e perdite di fuoco.
Stabilizzazione
La serie II delle A7 ha introdotto su tutti i modelli la stabilizzazione sul sensore a “5 assi”, ancora migliorata in questa A9 II. Alcuni obiettivi con innesto FE però dispongono anche di stabilizzazione ottica.
Per provare la sua efficacia ho effettuato degli scatti alla focale di 70 mm con e senza stabilizzazione, a partire da un tempo di scatto di 1/160 doppio di quello normalmente considerato di sicurezza, il reciproco della focale quindi 1/70 arrotondato a 1/80, e poi raddoppiandolo ad ogni scatto.
Le foto sono nitide fino a 1/5 di secondo, poi alcune sono accettabili, ma perdono nitidezza. Si possono quindi guadagnare 4 stop in sicurezza.
Raffica
La A9 II II dispone di tre velocità di raffica: H a 20 fg/s, M a 10 e L a 5.
Le prove sono state effettuate con una scheda SD UHS II da 300 mb/s, scattando con messa a fuoco manuale, priorità dei tempi a 1/1000.
Jpeg
Alla velocità H la A9 II ha scattato a 20 fg/s per 17 secondi, poi la velocità e’ scesa a 7 fg/s.
Raw compresso
Alla velocità H ha scattato a 20 fg/s per 12 secondi poi proseguendo a 3 fg/s.
Per le prove pratiche ho scattato nella mia consueta postazione di prova a veicoli ad elevata velocità, sia in avvicinamento che in allontanamento. Ho usato una scheda UHS II da 300 mb/s, priorità dei tempi con tempi da 1/1000 o più brevi, ISO auto per la corretta esposizione, autofocus continuo spot flessibile esteso con profilo standard, in jpeg normal con l’otturatore elettronico.
Nel test la A9 II ha mantenuto sempre la velocità di 20 fg/s riuscendo a seguire e mantenere sempre bene a fuoco il soggetto riuscendo a mettere a fuoco tutti i 1590 scatti effettuati.
Anche in prove estemporanee effettuate con schede con prestazioni inferiori (95 mb/s) e in normal Program la A9 II è riuscita a scattare a 20 o a 10 fg/s (velocità M) mettendo a fuoco tutti gli scatti.
Prova del ciclista
E’ effettuata riprendendo un ciclista che si avvicina a bassa velocità da circa 50 metri fino a passare a a fianco al fotografo. E’ così possibile valutare la capacità dell’autofocus di seguire il soggetto e tenerlo a fuoco.
Ho usato lo zoom alla focale di 70 mm a tutta apertura per ridurre al minimo la profondità di campo, autofocus continuo in spot flessibile esteso e rilevamento del volto attivo, priorità dei tempi con 1/800 di secondo o più veloce.
Nella sequenza la A9 II ha scattato costantemente a 20 fg/s; su 726 scatti ne ha messi correttamente a fuoco 708, 17 erano a fuoco sulla ruota, sul manubrio o non perfettamente a fuoco e 1 era fuori fuoco.
Pubblico gli ultimi 40 scatti di una sequenza di 180 (9 secondi).
Le foto con la scritta verde sono a fuoco, quella unica con la scritta gialla leggermente fuori fuoco, presumibilmente scattata mentre la macchina commutava da spot flessibile esteso a riconoscimento del volto.
Una prestazione eccellente che fa di questa fotocamera la migliore della categoria per riprese sportive di soggetti in rapido movimento o naturalistiche come animali nel loro ambiente naturale. Nessuna reflex può arrivare a questa velocità e sopratutto nel più assoluto silenzio.
Video
La A9 II riprende video 4K QFHD a 3840×2160 pixel 30/25p, e Full HD 1920×1080 pixel 60/50p in formato MP4 o AVCHD con codec XAVC S e audio stereo usando tutto il sensore senza “pixel binning”.
La ripresa si può attivare in qualsiasi modalità di funzionamento, Program, a priorità dei tempi o diaframmi e manuale di funzionamento oppure portando la manopola delle modalità nella posizione video. In questo caso e’ possible variare la modalità di esposizione, Program, priorità dei tempi o dei diaframmi e manuale da menu. La messa a fuoco può essere continua o manuale.
Per le riprese video 4K si deve usare una scheda SD UHS I almeno classe 3 o meglio UHS II.
Nelle riprese l’esposizione e bilanciamento del bianco sono stati sempre corretti. La messa a fuoco ha funzionato bene anche variando la focale dell’obiettivo e con soggetti in movimento anche veloce.
Galleria
Le foto sono state scattate, tranne la prima e l’ultima, a Roma subito dopo le riaperture a seguito del blocco per la pandemia e ritraggono una città quasi vuota e sopratutto priva di turisti, per questo sono uniche e interessanti.
Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 100 ISO mentre per le foto in notturna è arrivata fino a una sensibilità di 25600 ISO.
Le foto sono state convertite con CaptureOne Express for Sony con la riduzione di rumore azzerata. CaptureOne riesce a tirare fuori il meglio dalle foto raw ed è più efficace del software fornito da Sony, Imaging Edge. Consiglio quindi di usarlo se si vuole salvare le foto in raw anche perché è gratuitamente scaricabile da http://www.phaseone.com/it-IT/Online-Store/Sony-upgrades
Le foto sono tutte perfettamente a fuoco con un’ottima nitidezza ed ottimi colori, complessivamente con una notevole qualità d’immagine. Colpisce in particolare la profondità e la tridimensionalità delle foto, merito della fotocamera e dell’eccellente obiettivo. Notare la foto N° 70 scattata con un tempo di 0,8 secondi.
Conclusioni
La A9 II è un miglioramento ed un affinamento della A9 progettata da Sony per sfidare e superare quelle che al momento erano le migliori reflex per fotografia sportiva, di cronaca e naturalistica.
La base di partenza è stata l’ottima serie A7, ma a questa sono stati apportati numerosi miglioramenti come visto nelle parti del test dedicate alla descrizione ed alle prestazioni.
I risultati sono stati notevoli e collocano la A9 II in una categoria a parte. Nessuna altra fotocamera attualmente è in grado di scattare foto di formato fulframe a 20 fg/s in modo totalmente silenzioso e senza oscuramento del mirino. Nessuna ha un autofocus talmente efficiente da riuscire a seguire un soggetto in movimento veloce tenendolo sempre a fuoco, anche ai margini dell’inquadratura, a questa velocità di raffica.
La A9 II perciò si candida come la scelta ideale per chi fa foto di questo tipo e il suo corredo di obiettivi, con le ultime novità per gli zoom e i super teleobiettivi, è in grado di supportarla in qualsiasi situazione.
A differenza però delle reflex professionali con cui si è posta in concorrenza la A9 II, viste le sue dimensioni ed il suo peso ridotto, può essere usata senza alcun problema per moltissimi altri generi di fotografia, compresa quella di viaggio dove si vuole un corredo leggero e facilmente trasportabile o quella di strada quando si vuole passare abbastanza inosservati usando una fotocamera che dia poco nell’occhio.
E’ utilissima poi in tutte quelle situazioni in cui si deve scattare in modalità silenziosa, concerti da camera, conferenze, convegni, teatro, cerimonie, chiese, situazioni nelle quali ci si può anche avvalere, se necessario, delle sue capacità in raffica senza disturbare, cosa assolutamente impossibile con una reflex.
Riguardo alla qualità d’immagine la A9 II ha fornito ottimi risultati. La sua risoluzione è certamente inferiore ai modelli Sony con maggior numero di pixel come le A7R III e IV, ma le foto sono comunque molto dettagliate e definite. Il rapporto segnale rumore è ottimo anche alle alte sensibilità e così la gamma dinamica, entrambi ai vertici per le fotocamere fullframe.
Le foto in jpeg provenienti direttamente dalla macchina sono già ottime, ma si può ottenere qualcosa di meglio usando il raw e convertendo le foto con Capture One for Sony per nitidezza, rumore e resa dei colori.
Tutto questo è stato ottenuto mantenendo le dimensioni ed il peso del corpo macchina al livello di quelli delle mirrorless Micro 4/3 o APS. Quello che invece Sony non ha potuto fare è realizzare degli obiettivi di dimensioni paragonabili a quelle dei sistemi con sensore più piccolo. Ci sono dei limiti ottici e fisici che non consentono di ridurre le dimensioni di obiettivo per fullframe più di tanto. Questo vuol dire che in alcuni casi la leggerezza e la compattezza del corpo macchina sono penalizzate dalle dimensioni degli obiettivi, anche se Sony ha progettato alcuni obiettivi di luminosità più ridotta come lo Zeiss 24-70/4,0 e alcune ottiche di lunghezza focale fissa, 28/2,0, 35/1,8 e 85/1,8, per ovviare, almeno parzialmente, a questo problema. L’unica che produce obiettivi zoom per fullframe Sony con elevata luminosità, ma di peso e dimensioni contenute è attualmente Tamron che si candida come scelta ideale per chi vuole mantenere compattezza anche nel corredo di obiettivi per le fullframe A7 e A9.
La validità di queste fotocamere però va misurata anche in funzione degli obiettivi disponibili. Attualmente le Sony dispongono di 50 obiettivi, di cui 30 FE e gli altri E e ne sono promessi altri fino ad arrivare a 60. Inoltre i principali produttori terzi come Samyang, Sigma, Tamron, Tokina ed altri ormai rendono disponibili i loro obiettivi anche con innesto Sony FE ampliando il corredo disponibile.
L’obiettivo provato GM 24-70/2,8 si e’ dimostrato eccellente, con una risoluzione elevata ed un alto microcontrasto grazie anche al fatto di lavorare su un sensore fullframe.
Riassumendo:
Costruzione e finitura
Ottimo: la fotocamera è costruita in lega di magnesio, ben assemblata e finita e da un’impressione di solidità.
Ergonomia e comandi
Molto buono: I comandi sono comodi con tre ghiere di regolazione e numerosi pulsanti personalizzabili che consentono di impostare e regolare completamente la fotocamera senza ricorrere ai menu. L’unico difetto è che i pulsanti sono un po’ sparsi e le loro funzioni devono essere ben memorizzate prima di usarli con disinvoltura.
Menu
Buono: sono un po’ troppo estesi e dispersivi.
Mirino
Ottimo: ha una buona risoluzione, anche se ora nella gamma Sony c’è di meglio, non presenta scie o sensibili perdite di nitidezza se si sposta velocemente l’inquadratura e nemmeno rumore nelle inquadrature in poca luce.
Schermo
Molto buono: lo schermo è chiaro, nitido e brillante. Comoda la possibilità di ribaltarlo in alto e in basso come la possibilità di spostare il punto AF toccando lo schermo.
Autofocus
Eccellente: è preciso e velocissimo, adatto anche a soggetti in movimento veloce che riesce a seguire bene anche in raffica. La sua sensibilità gli consente di mettere a fuoco anche in pochissima luce. Efficiente la funzione di riconoscimento dei volti e la messa a fuoco sugli occhi del soggetto anche in autofocus continuo.
Stabilizzazione
Ottimo: consente di guadagnare 4 stop sul valore del tempo di sicurezza minimo. Funziona con tutti gli obiettivi.
Esposizione
Eccellente: sempre corretta anche in condizioni molto difficili. Nelle foto notturne o in locali bui richiede una correzione di -2/3 di stop.
Bilanciamento del bianco
Ottimo: in automatismo si è dimostrato sempre corretto, anche con le luci ad incandescenza.
Qualità d’immagine
Ottimo: buona la risoluzione, la definizione e la resa dei colori in jpeg, sia per il contenimento del rumore alle alte sensibilità, più in raw con Capture One che in jpeg, e per la gamma dinamica.
Raffica
Eccellente: raggiunge una velocità di 20 fg/s con AF continuo e live view. L’autofocus segue bene i soggetti in movimento senza perdite di fuoco.
Video
Ottimo: usa l’intero sensore senza “pixel binning”. La messa a fuoco automatica non dimostra incertezze. Dispone di tutte le funzioni necessarie per riprese professionali, compresa la registrazione su dispositivo esterno.
Obiettivi
Eccellente: l’obiettivi provato è di qualità eccellente. Il corredo di obiettivi disponibile è ampio e dispone di focali adatte a tutte le riprese
In conclusione la A9 II si è dimostrata un’eccellente fotocamera, con caratteristiche e qualità notevoli e di livello altamente professionale. E’ una delle migliori scelte in assoluto fra le fotocamere per le riprese dinamiche, sportive e naturalistiche, ma è anche un’ottima fotocamera per tutti i generi di foto.
Il prezzo è alto, ma adeguato alla qualità della fotocamera ed inferiore alle concorrenti.
Pregi
– eccellente velocità di raffica
– eccellente autofocus
– ottima qualità d’immagine
– ottima gamma dinamica
– ottimo rapporto segnale/rumore
– stabilizzazione efficace
– silenziosità di scatto anche in raffica
– costruzione e finitura di ottimo livello
– comandi completi (però vedi difetti)
– dimensioni e peso molto contenuti per una fullframe
– ottimo mirino
– schermo orientabile e sensibile al tocco
– obiettivo provato di eccellente qualità
– funzioni video complete e professionali
– possibilità di montare obiettivi Sony Alpha mantenendo l’autofocus e gli automatismi
Difetti
– comandi un po’ “sparsi” (però vedi pregi)
– mancanza di un flash integrato
– assenza di un pannello di controllo sulla calotta
– alcuni obiettivi pesanti e costosi
– anello adattatore per obiettivi Alpha molto costoso
– manuale d’istruzioni troppo sintetico, è necessario scaricare online la guida completa
Alternative
La Sony A9 II II in realtà non ha alternative, è unica nella sua categoria.
Elenco comunque le due reflex a cui la A9 II II ha lanciato la sfida e che le fanno concorrenza per prestazioni e una mirrorless che le si avvicina per prestazioni e flessibilità pur non raggiungendola.
Canon 1DX Mk III
Reflex fullframe con sensore CMOS da 20 Mpx. L’autofocus a rilevamento di fase ha 191 punti AF, in live view con specchio alzato usa la tecnologia Dual Pixel AF con copertura circa del 100 % in orizzontale e verticale. Il mirino ha un ingrandimento 0,76x con copertura del 100 %. Lo schermo è fisso, da 3,2″ con 2,1 Mpx. La sensibilità va da 100 a 102400 ISO, espandibile a 50 e 819200. L’otturatore meccanico a controllo elettronico dispone di tempi da 30 secondi a 1/8000. L’innesto obiettivi è il Canon EF. Sono disponibili circa 90 obiettivi Canon autofocus, dal supergrandangolo 14 mm al supertele 800 mm, di cui moltissimi zoom più altrettanti di altri fornitori, oltre ad obiettivi specialistici a fuoco manuale. La raffica arriva a 16 fg/s con il mirino reflex e a 20 fg/s con specchio alzato e live view con AF continuo ed esposizione scatto per scatto. Riprende video 4K RAW (5496×2904 pixel) C4K con uscita HDMI e Full HD. Dispone di connessioni HDMI, Ethernet, wifi, Bluetooth, microfono, cuffia, terminale di estensione e ricevitore GPS. Ha due alloggiamenti per schede CFexpress 1.0 tipo B. L’autonomia è di 2850 scatti con mirino e 610 in live view. Il corpo in lega di magnesio è protetto da polvere ed acqua. Le sue dimensioni e peso sono elevati, 158x168x83 mm e 1440 grammi con schede e batterie.
Costa 7.300 € solo corpo.
Nikon D6
Reflex fullframe con sensore CMOS da 21 Mpx. L’autofocus a rilevamento di fase ha 105 punti AF o a rilevamento di contrasto in live view sul 100 % del fotogramma. Il mirino ha un ingrandimento 0,72x con copertura del 100 %. Lo schermo è fisso, da 3,2″ con 2,36 Mpx. La sensibilità va da 100 a 102400 ISO, espandibile a 50 e 3280000. L’otturatore meccanico a controllo elettronico dispone di tempi da 30 secondi a 1/8000. L’innesto obiettivi è il Nikon F. Sono disponibili circa 80 obiettivi Nikon autofocus, dal supergrandangolo 14 mm al supertele 800 mm, di cui moltissimi zoom più circa 100 di altri fornitori, oltre ad obiettivi specialistici a fuoco manuale. La raffica arriva a 14 fg/s con autofocus continuo ad inseguimento. Riprende video 4K con uscita HDMI. Dispone di connessioni USB 3.0, HDMI, Ethernet, wifi, Bluetooth, microfono, cuffia, terminale di estensione. Ha due alloggiamenti per schede XQD o CFexpress tipo B. L’autonomia è di 3580 scatti. Il corpo in lega di magnesio è protetto da polvere ed acqua. Le sue dimensioni e peso sono elevati, 160x163x92 mm e 1450 grammi con schede e batterie.
Costa 7.300 € solo corpo.
Fujifilm X-T4
Mirrorless APS con sensore BSI-CMOS e tecnologia X-Trans IV, esclusiva Fujifilm, da 26 Mpx, dotato di stabilizzazione a “5 assi”. L’autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto ha 425 punti AF. Il mirino elettronico OLED con 3,69 Mpx ha un ingrandimento 0,75x con copertura del 100 %. Lo schermo è orientabile in tutte le direzioni, da 3″ con 1,62 Mpx. La sensibilità va da 160 a 12800 ISO, espandibile a 80 e 51200. L’otturatore meccanico dispone di tempi da 30 secondi a 1/8000, quello elettronico arriva fino a 1/32000. L’innesto obiettivi è il Fujifilm XF. Sono disponibili 30 obiettivi Fujifilm autofocus, dal supergrandangolo zoom 10-24 mm al supertele zoom 100-400 mm e il notevole 200/2,0 con moltiplicatore 1,4x, con molti obiettivi a focale fissa luminosi, più tre Zeiss a focale fissa, oltre ad obiettivi a autofocus e a fuoco manuale di altri fornitori. La raffica arriva a 20 fg/s con autofocus continuo ad inseguimento e live view e a 30 fg/s, sempre con AF continuo e live view con un ritaglio 1,25x (16 Mpx). Riprende video C4K con uscita HDMI. Dispone di connessioni USB 3.1 Gen 1, HDMI, microfono, wi-fi e Bluetooth. Ha due alloggiamenti per schede SD UHS II. L’autonomia è di 500 scatti aumentabile con l’impugnatura VG-X-T4 a 1100. Il corpo in lega di magnesio è protetto da polvere ed acqua. Le sue dimensioni e peso sono contenuti, 135x93x84 mm e 607 grammi con schede e batterie.
Costa 1.760 € solo corpo, 2.150 € con lo zoom XF 18-55/2,8-4,0 OIS e 2.250 € con lo XF 16-80/4,0 OIS.