Panasonic FZ1000 II: prestazioni

Sensore

La FZ1000 II è dotata di un sensore BSI-CMOS retroilluminato di formato 1″ (13,2×8,8 mm) con 20 Mpx. La sua sensibilità varia da 100 a 12800 ISO a passi di 1/3 EV con la possibilità di estensione da 80 a 25600 ISO.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore e quello della gamma dinamica in funzione della sensibilità.

Rapporto segnale/rumore

In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg usando per tutte le fotocamere Adobe Lightroom. In questo modo si uniforma il trattamento di tutti i raw applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva di rumore della Sony A9 è il riferimento.

Considerando la curva della FZ1000 II e quella della Sony A9 si nota una differenza, a favore della fullframe, di circa 1 stop fino a 200 ISO, poi la differenza si amplia diventando di 2 stop fino alla massima sensibilità.

Le foto di test notturne sono state scattate a tutte le sensibilità da 100 a 25600 ISO in raw e convertite con Silkypix. Purtroppo a causa delle limitazioni al movimento imposte in questo periodo non sono scattate nella solita località, ma invece dal tetto di casa mia.

Foto raw senza riduzione di rumore

Il rumore s comincia a vedere a 800 ISO, ma ancora disturba poco la foto e non fa perdere nitidezza. A 1600 ISO è più marcato e sarebbe necessaria una sua riduzione, ancora di più a 3200 ISO, ma le foto mantengono ancora un buon dettaglio. Alle sensibilità superiori diventa eccessivo con scarse possibilità di eliminazione senza perdita di dettagli. La foto a 25600 ISO è praticamente distrutta dal rumore.

Foto con eliminazione dei falsi colori con Silkypix

L’eliminazione dei falsi colori (rumore di crominanza) non fa perdere dettagli. Le foto a 800 e 1600 ISO mostrano una certa “grana”, non spiacevole e possono essere utilizzate. Oltre il rumore è troppo forte.

Foto raw con riduzione di rumore con Silkypix

Fino a 1600 ISO il rumore può essere eliminato senza grandi perdite di dettaglio; a 3200 invece un po’ di rumore permane, altrimenti si penalizzerebbe troppo la nitidezza, quella a 25600 è irrecuperabile.

Foto raw con riduzione di rumore con Dfine

Usando il plug-in Dfine di Nik Software (ora purtroppo a pagamento con DXO) si riesce ad ottenere risultati un po’ migliori dal punto di vista rumore, ma perdendo qualcosa nel dettaglio.
Le foto fino a 1600 ISO sono pulite e mantengono un dettaglio accettabile; la nitidezza potrebbe essere migliorata con un’opportuna maschera di contrasto, ma i dettagli persi no. A 3200 e 6400 ISO c’è ancora un po’ di rumore, mentre le sensibilità più alte sono irrecuperabili.

Foto raw senza riduzione di rumore a 10 Mpx

Riducendo le foto a 10 Mpx (sufficienti per una stampa A4) si guadagna in pratica circa uno stop e il rumore si vede a 1600 ISO.

Foto con eliminazione dei falsi colori con Silkypix a 10 Mpx

Anche in questo caso si guadagna quasi uno stop, anche se la foto a 3200 ISO presenta una granulosità un po’ eccessiva.

Foto raw con riduzione di rumore con Silkypix a 10 Mpx

Le foto fino a 3200 ISO sono pulite con una leggera perdita di dettaglio, a 6400 persiste una granulosità e oltre è meglio lasciar perdere.

Foto raw con riduzione di rumore con Dfine a 10 Mpx

Anche in questo caso le cose non cambiano e a 6400 ISO c’è ancora rumore, come ancora di più alle sensibilità superiori.

Foto jpeg dalla fotocamera

Le foto mantengono una buona nitidezza fino a 1600 ISO, dopodichè la riduzione di rumore applicata fa perdere progressivamente di nitidezza. Da 12800 ISO in su le foto sono praticamente inutilizzabili.

In complesso un discreto risultato per una bridge con sensore da 1″. In pratica si può scattare senza problemi fino a 800 ISO e con qualche riserva fino a 1600, meglio usando il raw. C’è da chiedersi però quanti utilizzatori di una fotocamera di questo tipo saranno consapevoli di questo e disposti a farlo.

Gamma dinamica

La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Sony A9 come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.

La FZ1000 II ottiene in questo test un buon risultato, migliore di quello della precedente FZ1000, con una gamma dinamica inferiore a quella della A9 fullframe di 1 e 1/3 EV fino a 800 ISO; poi la differenza diminuisce stabilizzandosi sui 2/3 di EV tranne alla massima sensibilità.

Per verificare anche in pratica la gamma dinamica ho scattato delle foto di paesaggio, tutte alla stessa sensibilità di 125 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 5 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con Lightroom perché è l’unico che arriva a +/- 5 stop di compensazione dell’esposizione, mentre Silkypix si ferma a +/- 3.

In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -5 stop, il rumore però diventa molto alto. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di 2 stop.
In sovraesposizione invece si può recuperare fino a +2 stop, poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile.

La FZ1000 II dispone di una funzione automatica per incrementare la gamma dinamica denominata i.Dinamico. Questa può essere automatica o a scelta su tre valori: alto medio e basso.
Per verificarne l’efficacia ho scattato delle foto in una situazione di alto contrasto usando la sensibilità di 125 ISO. La prima è stata esposta per il cielo nuvoloso con misurazione spot sul cielo ed esposizione manuale a 1/1600 e f/8,0. Poi ho scattato in program, misurazione matrix, con l’esposizione determinata dalla fotocamera senza recupero della gamma dinamica e poi con il recupero alto. L’esposizione è stata di 1/2000 f/3,5 e 1/1600 f/4,0. Questi ultimi scatti sono stati effettuati tutti in raw e jpeg normal.

La foto scattata per le luci è ovviamente molto sottoesposta per le ombre; convertendo il raw però si riesce a recuperare completamente le ombre mantenendo la leggibilità delle alte luci. Usando l’ampliamento della gamma dinamica in jpeg si vede invece che anche al valore alto le ombre sono ben leggibili, ma le alte luci recuperate solo parzialmente. In conclusione questa funzione può essere di aiuto per recuperare scene a forte contrasto se si vuole usare solo il formato jpeg, ma che se si vuole il massimo della qualità è sempre preferibile salvare le foto in raw, o raw più jpeg, esponendo prevalentemente per le luci e lavorare su questo per il recupero delle ombre.

Invarianza ISO

Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in interni in poca luce e una al lume di candela per l’esposizione corretta a 6400 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -5 stop, cioè 200 ISO, infine ho convertito l’immagine con Lightroom correggendo l’esposizione.

Anche in questo caso si può arrivare a compensare senza problemi 3 stop, poi il rumore diventa troppo elevato.

Autofocus

Nell’uso l’autofocus della FZ1000 II si è rivelato abbastanza veloce e preciso. Anche la sua sensibilità è elevata e mette a fuoco in condizioni di luce scarsa, quasi al buio (circa EV 1), anche senza l’aiuto dell’illuminatore ausiliario. E’ efficace anche per soggetti in movimento,è riuscito infatti a seguire bene veicoli veloci in raffica, su circa 900 foto ne ha perse solo circa una trentina, spesso un paio all’inizio della sequenza se in allontanamento; anche nella prova del ciclista si è comportato bene riuscendo a seguire bene il soggetto. Nelle riprese video mantiene abbastanza bene la messa a fuoco anche con lo zoom e quando la perde è rapido nel recuperarla.
Il sistema Panasonic DFD si comporta quindi bene e non si dimostra inferiore a quelli a rilevamento di fase.
Pubblico le foto del treno in accelerazione.

Post focus/Focus stacking

Per provare la funzione Focus Stacking ho scattato alcune foto, sia a un gruppo di pedoni di scacchi spaziali, sia a un modello d’auto, prima con la messa a fuoco normale a tutta apertura, poi a f/11 (equivalente per la p.d.c. a f/29 su una fullframe) sulla prima fila o sul faro anteriore, poi a f/11 sulla fila centrale o sulla parte centrale dell’auto e infine con la funzione Post focus creando una foto unione di tutte quelle scattate direttamente sulla fotocamera selezionando i punti più vicini e lontani che volevo a fuoco.
Innanzitutto c’è da osservare che le foto prodotte da queste funzioni, essendo riprese in pratica come video 4K, sono da 8 Mpx, anche se mantengono l’aspetto fotografico 3:2 e non quello cine 16:9. Questo in pratica fa si che il campo ripreso dall’obiettivo si restringa, è come se la focale equivalente aumentasse un po’.
Confrontando le foto riprese nei due casi si vede che se si opera come fatto a f/11 (massima chiusura del diaframma) e mettendo a fuoco la parte centrale del soggetto il guadagno di profondità di campo rispetto alla foto ripresa col Focus stacking è irrilevante, mentre si perde molto in risoluzione.

Probabilmente questa è una funzione che può essere utile con fotocamere fullframe con sensore più grande, per le quali la lunghezza focale degli obiettivi e di conseguenza la profondità di campo è più ristretta, ma che per una fotocamera con sensore piccolo, caratterizzata da una grande profondità di campo il guadagno, se c’è, è minimo.

Stabilizzazione

Per valutare la sua efficacia ho scattato più foto alla focale massima equivalente di 400 mm a priorità dei tempi a partire da 1/400 di secondo per poi raddoppiare progressivamente il tempo fino a 1/6.
A 1/25 unna foto è risultata leggermente mossa, mentre a 1/13 sono risultate tutte nitide e a 1/6 alcune sono ancora nitide, altre mosse. Senza stabilizzazione già a 1/200 le foto sono mosse.

La stabilizzazione della FZ1000 II può quindi consentire un guadagno sicuro di 3 stop, ma che può spingersi fino a 5, cosa molto utile se si usa il suo obiettivo alle focali più alte.

Obiettivo

L’obiettivo della FZ1000 II è uno zoom Leica DC Vario-Elmarit a comando elettrico 16x 9,12-146 mm (equivalente ad un 25-400 mm) f/2,8-4,0. E’ un’escursione focale adeguata all’uso di qualsiasi fotografo e per quasi tutti i generi fotografici.
Lo zoom è a comando elettrico per la zoomata, con una comoda levetta attorno al pulsante di scatto oppure con la ghiera attorno all’obiettivo che può però anche essere commutata per comandare la messa a fuoco. La scelta della modalità di messa a fuoco si effettua dalla fotocamera. La messa a fuoco arriva, in posizione macro, fino a 3 cm dalla lente frontale alla focale minima, cosa molto comoda per riprendere oggetti anche piccolissimi, a patto di riuscire ad illuminarli.

Caratteristiche ottiche

L’obiettivo ha un diaframma con una chiusura massima f/11,0 indipendentemente dalla focale.
Nel diagramma riporto il variare dell’apertura dell’obiettivo e la distanza minima di messa a fuoco in posizione normale e macro.

La luminosità dell’obiettivo, f/2,8 alla focale equivalente di 25 mm, diminuisce abbastanza rapidamente all’aumentare della focale, a 100 mm arriva a f/3,8 e a 170 mm è a f/4,0 apertura che si mantiene fino a 400 mm. La distanza minima di messa a fuoco è di 30 cm fino alla focale equivalente di 100 mm, poi aumenta gradualmente e dalla focale di 200 mm è di 1 m. In macro si arriva a 3 cm alla focale minima, poi la distanza aumenta con gradualità fino a 100 mm, focale a cui equivale alla distanza minima in condizioni normali.

Apertura equivalente

Nel diagramma è riportata l’apertura di diaframma equivalente dell’obiettivo della FZ1000 II al variare della focale a confronto con quelle delle mirrorless M43 e delle reflex o mirrorless APS e fullframe.

L’apertura equivalente da indicazioni sulla qualità d’immagine ottenibile dalla fotocamera al variare della focale, specialmente per il rapporto segnale/rumore, e alla profondità di campo ottenibile. Più l’apertura è bassa più la qualità è migliore e la profondità di campo ridotta.
La curva della FZ1000 II è molto vicina a quella di una mirrorless con zoom 14-150 mm (28-300 mm eq.) mentre dista di poco più di 1 stop da quella d una reflex APS con zoom 18-200 mm (27-300 mm eq.) e di circa 2-2,5 stop da quella di una fullframe con un 28-300.

Risoluzione

Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per le focali equivalenti di 25, 50, 100 e 200 mm.

Nota importante sulla risoluzione:
Il sensore da 20 Mpx della FZ1000 II in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 5472 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 5472:2= 2736 linee. Misure visibili in rete, effettuate con fotocamere come faccio io, con valori superiori non sono realistiche. Solo misurando la risoluzione dell’obiettivo indipendentemente dalla fotocamera si potrebbero ottenere dei valori superiori. I sensori con filtratura Bayer, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 1915 linee.

La risoluzione è fra discreta e buona al centro a tutti i diaframmi e le focali, tranne che a f/11 a cui peggiora ed è solo appena discreta. I bordi sono solo discreti a 25 mm equivalenti, scadendo nell’appena sufficiente a f/11, poi sono abbastanza vicini al centro e a 200 mm equivalenti sono sullo stesso livello.

Distorsione

La distorsione a 24 mm equivalenti e a tutta apertura f/2,8 è del 3 % a barilotto, corretta automaticamente dalla macchina, oppure a richiesta nella conversione da raw, e scompare chiudendo il diaframma e alle focali più lunghe.

Vignettatura

E’ molto limitata, circa 0,5 stop alla focale minima e f/2,8.

Alle focali superiori, alle quali non sono in grado di effettuare misure nel mio studio, si rileva delle foto scattate che la risoluzione si mantiene sui valori discreti fino alla massima focale equivalente di 400 mm.
La luminosità è buona, f/2,8 alla minima focale f/4,0 alla massima.
In complesso una prestazione discreta, ma da uno zoom di così ampia escursione focale è difficile aspettarsi di più.

Foto a tutta apertura, f/5,6 e f/11 alle focali di 25,50, 100, 200 e 400 mm equivalenti

Raffica

La FZ1000 II dispone di varie velocità di raffica. Quella alta H arriva a 12 fg/s con messa a fuoco al primo scatto e senza live view, la media M a 7 fg/s e la bassa L a 2 fg/s entrambe con messa a fuoco continua e live view.
Le prove sono state effettuate con una scheda USH-I U3 da 95 Mbit/s, messa a fuoco manuale, priorità dei tempi con tempo di 1/1000.

Foto jpeg standard

La FZ1000 II ha scattato alla velocità più alta H 12 fg/s indefinitamente proseguendo fino a riempimento della scheda.

Ugualmente alla velocità media M ha scattato 7 fg/s indefinitamente fino al presumibile riempimento della scheda.

Foto raw

Alla velocità H si sono ottenuti 12 fg/s per 1,5 secondi, poi la velocità è calata drasticamente con raffiche di due scatti circa ogni secondo.

A quella media M si sono ottenuti 7 fg/s per 4 secondi, poi la velocità cala a circa 1-1,5 fg/s.

In pratica, scattando con autofocus continuo a inseguimento agganciato al soggetto, priorità dei tempi con 1/1000 di secondo, salvataggio in jpeg standard su scheda USH-I U3, su soggetti in movimento ad alta velocità in avvicinamento o allontanamento la FZ1000 II ha scattato sempre alla velocità di 7 fg/s con foto quasi sempre a fuoco, salvo qualche saltuario fuori fuoco, prevalentemente all’inizio della sequenza in allontanamento.

Prova del ciclista

Si svolge con il ciclista in avvicinamento lento fino a passare accanto al fotografo. Ho usato una scheda USH-I U3 da 95 Mbit/s, focale equivalente a 200 o 300 mm, esposizione manuale con 1/800, f/4,0 e ISO auto.
In questa prova i migliori risultati li ho avuti con l’AF continuo a inseguimento puntato sul volto del ciclista. Con l’AF a punto allargato e il rilevamento del volto attivo invece l’autofocus ad un certo punto dell’avvicinamento perde il fuoco e lo ritrova solo quando si attiva il rilevamento del volto.
Propongo la sequenza di 50 fotogrammi (7 secondi) in cui solo in quattro di essi il fuoco è sul soggetto (scritta gialla), ma non sul volto (scritta verde).

Una prestazione ottima per una bridge che eguaglia quella di molte reflex e mirrorless.

Video

La ripresa può essere effettuata in totale automatismo oppure usando le modalità Program, a priorità o manuale. La sensibilità ISO può essere impostata solo nella modalità Video Creativa. La messa a fuoco può essere singola, continua o manuale. Come in tutte le fotocamere con mirino elettronico questo può essere utilizzato anche per le riprese video.
Nelle prove ho riscontrato un’ottima esposizione e bilanciamento del bianco. La messa a fuoco ha funzionato molto bene, senza incertezza anche quando un ostacolo passava davanti al soggetto e si è adeguata rapidamente al cambio di soggetto o al suo spostamento. La ripresa può continuare fino a riempimento della scheda o esaurimento della batteria. Anche il limite dei 4 Gb per file, dovuto alla formattazione FAT32 delle schede è superato.
Un’ottima prestazione, come del resto in tutte le Panasonic che hanno nella ripresa video sempre un punto di forza.

Galleria

Le foto sono state scattate a Roma e durante il carnevale in una cittadina del Lazio. Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 125 ISO,mentre per le foto in poca luce è arrivata fino a una sensibilità di 1600 ISO . Il profilo colore usato per la versione jpeg è stato quello standard. Alcune foto sono state scattate alla massima focale equivalente di 400 mm per verificarne l’usabilità e la qualità. Sono state tutte scattate in raw più jpeg. La conversione delle raw è stata effettuata con Sylkypix, fornito da Panasonic.

Le foto presentano tutte un’ottima nitidezza e colori piacevoli e naturali.

Conclusioni

La Panasonic FZ1000 II è un’evoluzione della precedente FZ1000. Ha lo stesso sensore da 1″ (13,2×8,8 mm) e 20 Mpx e lo stesso obiettivo zoom con escursione focale 16x con focali equivalenti da 25 a 400 mm. L’autofocus è sempre a rilevamento di contrasto, ma con la tecnologia DFD di Panasonic che lo rende abbastanza veloce e competitivo con quelli a rilevamento di fase. Punto di forza è anche la ripresa video 4K.
Le differenze con la versione precedente sono poche e si riducono ai miglioramenti a schermo e mirino e all’aggiunta della connessione Bluetooth al posto di quella NFC. Ce ne sono però alcuni nascosti sotto la pelle che riguardano evidentemente il software e che consentono di migliorare leggermente la gamma dinamica e rendere  maggiormente reattivo l’autofocus.
E’ quindi una bridge che si può proporre ad un pubblico abbastanza vasto, a partire dal principiante che, passando dall’uso di uno smartphone, cerca una fotocamera che senza complicazioni ed ulteriori aggiunte di obiettivi sia in grado di riprendere foto di buona qualità nella maggior parte delle situazioni in cui si può trovare in modo automatico. Questi però potranno, man mano che la loro capacità fotografica aumenterà, usare la FZ1000 II esercitando un maggior controllo sulle foto consentito dalle ottime e complete regolazioni della fotocamera.
La FZ1000 II va bene però anche per i fotoamatori più esperti che vorrebbero viaggiare leggeri, con un’unica fotocamera e senza portarsi dietro diversi obiettivi per affrontare le più diverse situazioni fotografiche. Con la FZ1000 II non dovranno rinunciare quasi a nulla dal punto di vista operatività ed anche qualità d’immagine.
L’unico inconveniente sono le dimensioni e il peso non proprio contenuti, ma se si pensa a quanto sarebbe grande, peserebbe e costerebbe un obiettivo da 400 mm per mirrorless o reflex questa preoccupazione si ridimensiona di molto.

Dal punto di vista costruttivo la FZ1000 II è valida, con un corpo in plastica, ma ben finito e di aspetto robusto. I comandi sono completi, di facile comprensione, molto personalizzabili e, cosa importante, possono essere usati per la maggior parte anche con l’occhio al mirino.
L’obiettivo zoom Leica è adeguato come escursione focale adatta a tutti gli usi, dalle riprese in interni con il grandangolo 25 mm alle riprese di soggetti lontani e dettagli con il tele da 400 mm, focale che difficilmente correda anche le reflex o le mirrorless. Il mirino grande e di buona qualità, la possibilità di riprendere video 4K lo schermo orientabile e la connessione Wi-Fi e Bluetooth completano un quadro positivo.

Riassumendo:

Costruzione e finitura

Buono: la costruzione è con corpo in plastica, buona la finitura zigrinata con un comodo appoggio per il pollice.

Ergonomia e comandi

Ottimo: i comandi sono completi, ben disposti e personalizzabili. Comode le ghiere di regolazione ed i pulsanti esterni che consentono di regolare facilmente ogni aspetto della ripresa.

Mirino

Buono: è grande e luminoso, abbastanza nitido e chiaro anche se la risoluzione è solo media. Consente di vedere tutte le informazioni senza staccare l’occhio.

Schermo

Buono: lo schermo è nitido e consente di visualizzare bene i menu. In esterni si vede poco come tutti gli schermi. Molto comoda la possibilità di orientarlo in ogni direzione, compreso in avanti per i “selfie” e la sensibilità al tocco.

Autofocus

Ottimo: grazie alla tecnologia DFD è veloce e preciso anche nell’inseguimento di soggetti in movimento veloce. Anche la sua sensibilità è elevata e mette a fuoco in condizioni di luce scarsa anche senza l’aiuto dell’illuminatore ausiliario.

Obiettivo

Buono: la risoluzione è discreta ed il microcontrasto buono. L’escursione focale ottima, come pure la distanza minima di messa a fuoco. L’unico appunto va alla luminosità che diminuisce rapidamente all’aumentare della focale.

Esposizione

Ottimo: corretta in quasi tutte le condizioni, solo raramente richiede correzioni, tranne che nelle riprese notturne o in ambienti bui nei quali può essere necessaria una correzione di 2/3 o 1 stop usando la misurazione a matrice, cosa però comune a quasi tutte le fotocamere.

Bilanciamento del bianco

Buono: in automatismo si è dimostrato abbastanza corretto. Dispone di impostazioni predefinite per varie luci, della possibilità di taratura personalizzata e di impostazione in gradi Kelvin.

Qualità d’immagine

Buono: buona nitidezza, colori naturali, buon contenimento del rumore almeno fino a 800 ISO. Oltre si può arrivare a 1600 o 3200 ISO usando il raw ed applicando una riduzione di rumore.

Raffica

Molto buono: nella modalità H arriva a 12 fg/s senza live view e con messa a fuoco singola. In M raggiunge i 7 fg/s con live view. E’ quanto fanno le reflex e mirrorless di categoria intermedia e per una fotocamera bridge è una prestazione adeguata.

Video

Ottimo: La ripresa 4K consente riprese di durata limitata solo dalla capacità della scheda di memoria o dalla batteria.

In conclusione la FZ1000 II è una buona fotocamera con caratteristiche valide, un buon mirino, un autofocus efficiente e preciso, un obiettivo con un’escursione focale adatta a tutti i generi fotografici, e una buona qualità d’immagine. A questo si aggiungono le ottime caratteristiche di ripresa video con l’eccellente possibilità di ripresa 4K. Questo consente di usarla anche come videocamera senza quasi nessuna limitazione.

Il prezzo è conveniente per la qualità della macchina.

Pregi

– ottimi comandi comodi, pratici e personalizzabili
– buon mirino
– buona luminosità dell’obiettivo alla minima focale
– buona qualità d’immagine
– autofocus efficiente e veloce
– ripresa video 4K
– ripresa video che consente tutte le regolazioni
– raffica molto buona
– stabilizzatore efficace
– flash integrato
– disponibilità di effetti creativi e scene

Difetti

– peso e dimensioni elevati
– non protetta da polvere ed acqua
– la luminosità dell’obiettivo diminuisce troppo rapidamente verso il valore minimo di f/4,0
– rumore un po’ alto alle sensibilità superiori a 1600 ISO
– manca un’uscita per cuffia
– manuale di istruzioni completo solo scaricabile

Alternative

Oltre alle bridge di simili caratteristiche e prezzo indico anche qualche mirrorless equipaggiata con obiettivo zoom di ampia escursione.

Sony RX10 II

Ha un sensore da 1″ (13,2×8,8 mm) retroilluminato e a strati con 20 Mpx. L’obiettivo zoom 8,3x ha una focale equivalente di 24-200 mm con luminosità costante f/2,8 ed è stabilizzato otticamente. L’autofocus è a rilevamento di contrasto con 25 punti AF. Il mirino elettronico con 2,36 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento 0,7x è buono. Lo schermo è orientabile in alto e in basso. Ha il flash incorporato. La raffica arriva a 14 fg/s e la ripresa video è 4K. E’ dotata di connessione Wi-Fi. Le dimensioni sono medie, leggermente inferiori alla FZ1000 II.
Costa 1.000 €.

Sony RX10 III

Ha un sensore da 1″ (13,2×8,8 mm) retroilluminato e a strati con 20 Mpx. L’obiettivo zoom 25x ha una focale equivalente di 24-600 mm con luminosità f/2,8-4,0 ed è stabilizzato otticamente. L’autofocus è a rilevamento di contrasto con 25 punti AF. Il mirino elettronico con 2,36 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento 0,7x è buono. Lo schermo è orientabile in alto e in basso. Ha il flash incorporato. La raffica arriva a 14 fg/s e la ripresa video è 4K. E’ dotata di connessione Wi-Fi. Le dimensioni sono simili a quelle della FZ1000 II.
Costa 1.120 €.

Olympus OM-D E-M10 III

Ha la forma di una reflex in miniatura con dimensioni estremamente compatte. Ha un sensore Micro 4/3 Live MOS da 16 Mpx, innesto obiettivi Micro 4/3 con oltre 60 obiettivi Olympus, Panasonic e di altre marche con moltissimi zoom e focali fisse luminose di livello anche professionale. Integra un sistema di stabilizzazione a “5 assi” sul sensore molto efficace. L’autofocus è a rilevamento di contrasto con 121 punti AF. Il mirino elettronico con 2,36 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento 0,62x un po’ inferiore alla media. Lo schermo è orientabile in alto ed in basso. Ha il flash incorporato. La raffica arriva a 8,6 fg/s e riprende video 4K. E’ dotata di connessione Wi-Fi. Le dimensioni sono molto contenute.
Costa 440 € solo corpo più 400 € per lo zoom 14-150 per un totale di 840 € o 700 € per il 12-200 per un totale di 1.140 €.

Panasonic G80

Ha la forma di una reflex con dimensioni compatte. Ha un sensore Micro 4/3 Live MOS da 16 Mpx senza filtro antialias, innesto obiettivi Micro 4/3 con oltre 60 obiettivi Panasonic, Olympus e di altre marche con moltissimi zoom e focali fisse luminose di livello anche professionale. Integra un sistema di stabilizzazione a “5 assi” sul sensore molto efficace che funziona in sinergia con quello eventualmente presente sugli obiettivi. L’autofocus è a rilevamento di contrasto con 49 punti AF e tecnologia Panasonic DFD. Il mirino elettronico con 2,36 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento 0,74x. Lo schermo è totalmente orientabile. Ha il flash incorporato. La raffica arriva a 9 fg/s e riprende video 4K. E’ dotata di connessione Wi-Fi. Le dimensioni sono medie.
Costa 780 € in kit con lo zoom 14-140.

Panasonic GX80

Ha la forma di una compatta a telemetro. Il sensore Micro 4/3 è un Live MOS da 16 Mpx, l’innesto obiettivi Micro 4/3 con oltre 60 obiettivi Panasonic, Olympus e di altre marche con moltissimi zoom e focali fisse luminose di livello anche professionale. Integra un sistema di stabilizzazione a “5 assi” sul sensore molto efficace che funziona in sinergia con quello eventualmente presente sugli obiettivi. L’autofocus è a rilevamento di contrasto con 49 punti AF e tecnologia Panasonic DFD. Il mirino elettronico con 2,36 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento 0,7x. Lo schermo è ribaltabile in alto e in basso. Ha il flash incorporato. La raffica arriva a 8 fg/s e riprende video 4K. E’ dotata di connessione Wi-Fi. Le dimensioni sono contenute.
Costa 740 € in kit con lo zoom 14-140 stabilizzato.

Panasonic GX9

Ha la forma di una fotocamera a telemetro. Ha un sensore Micro 4/3 Live MOS da 20 Mpx senza filtro antialias, innesto obiettivi Micro 4/3 con oltre 60 obiettivi Panasonic, Olympus e di altre marche con moltissimi zoom e focali fisse luminose di livello anche professionale. Integra un sistema di stabilizzazione a “5 assi” sul sensore molto efficace che funziona in sinergia con quello eventualmente presente sugli obiettivi. L’autofocus è a rilevamento di contrasto con 49 punti AF e tecnologia Panasonic DFD. Il mirino elettronico con 2,76 Mpx, copertura del 100 % e ingrandimento 0,77x è di buona qualità e orientabile verso l’alto. Lo schermo è totalmente orientabile. Ha il flash incorporato. La raffica arriva a 10 fg/s e riprende video 4K. E’ dotata di connessione Wi-Fi. Le dimensioni sono medie.
Costa 1.050 € in kit con lo zoom 14-140 stabilizzato.

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