Olympus PEN-F: descrizione e uso

Descrizione e comandi

La PEN-F come detto assomiglia molto alla sua omonima antenata.
Anche i comandi con diverse ghiere esterne ricordano le classiche fotocamere a pellicola. La costruzione della PEN-F, in lega di magnesio, è caratterizzata da un’elevato livello di finitura e da un aspetto molto piacevole. Le ghiere di comando sono in metallo, i pulsanti piccoli, ma ben posizionati.

Inizio la descrizione dal frontale:

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Sulla destra dell’innesto obiettivi si vede il pulsante di sblocco e più in alto l’illuminatore a led di ausilio per l’autofocus che funziona anche come segnalatore dell’autoscatto. Dall’altro lato in alto la Creative Dial. Questa ghiera consente di accedere ai numerosi effetti creativi di cui la fotocamera dispone. Ruotandola si attivano gli effetti. Su Color si può esaltare o diminuire la tonalità di tutti i colori o di un colore singolo, su mono si potrà regolare l’immagine monocromatica scegliendo il filtro da applicare e la sua intensità. Su Art si potrà scegliere fra i 14 filtri artistici con diverse gradazioni di efficacia. Sotto in basso c’è il pulsante per l’anteprima della profondità di campo.

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Sulla calotta superiore c’è all’estrema sinistra l’interruttore di accensione dalla curiosa forma rotonda, ma abbastanza pratico. Al di là della sporgenza del mirino si trova la slitta porta accessori per il flash. Poi la manopola delle modalità di funzionamento con le posizioni: P program, A priorità dei diaframmi, S priorità dei tempi, M manuale, C1 C2 C3 C4 profili di funzionamento personalizzati utente, video e iAuto funzionamento totalmente automatico. proseguendo verso destra c’è il pulsante di scatto circondato dalla ghiera di comando anteriore, con dietro la sporgenza di quella posteriore, il pulsante rosso per la ripresa video e la ghiera per la compensazione dell’esposizione.

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Nella parte posteriore, dominata dal grande schermo sensibile al tocco ed orientabile in tutte le direzioni, troviamo a sinistra il mirino con accanto una rotella per la correzione diottrica e dotato di sensore di prossimità che lo accende, spegnendo lo schermo, quando vi si accosta l’occhio. Alla sua destra il pulsante Fn2, personalizzabile, che per default serve ad alternare sullo schermo la visione live view o un pannello con le impostazioni della fotocamera, però non modificabile. proseguendo a destra c’è una levetta con una funzione particolare: spingendola verso destra o sinistra attiva la modifica della curva di risposta per i mezzi toni o, alternandosi tramite il pulsante Info, quella di risposta per le alte e basse luci. A seguire la ghiera di comando posteriore. A destra dello schermo, sotto la piccola sporgenza per appoggiare il pollice, il pulsante che consente di ingrandire l’area di messa a fuoco, molto utile per la messa a fuoco manuale, quello per il richiamo dei menu e a destra il pulsante Info che cambia le imformazioni visualizzate nello schermo o nel mirino. Poi c’è il pad a quattro vie con al centro il pulsante di conferma che quando si è im modalità ripresa richiama il quick menu per la modifica rapida delle principali impostazioni, mentre in fase di revisione richiama un menù per lo sviluppo dei file raw o la modifica delle foto jpeg. Le funzioni del pad sono, dall’alto in senso orario: impostazione sensibilità Iso, con la ghiera anteriore, e bilanciamento del bianco con quella posteriore, impostazione flash, modalità di scatto, singolo, raffica, autoscatto e bracketing, e scelta del punto AF. Infine in basso il pulsante di revisone delle foto e quello di cancellazione.

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Sul lato destro ci sono le prese USB e HDMI copertoeda uno sportellino.

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Sul lato sinistro nulla da segnalare

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Nella parte inferiore troviamo l’iinesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivoe lo sportello che protegge il vano batteria e l’alloggiamento della scheda SD. La batteia BLN-1 da 7,6 V ha una capacità di 1220 mhA.

In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– batteria ricaricabile BLN-1
– caricabatteria con cavo
– flash da inserire sulla slitta superiore contenuto in un sacchetto di velluto fissabile alla cinghia a tracolla. Può comandare altri flash Olympus senza cavi.
– un cavo USB
– il tappo di copertura del bocchettone di innesto ottiche
– la cinghia a tracolla
– un piccolo e sintetico manuale plurilingue. Il manuale completo è disponibile come pdf sul CD
– un CD con il software in dotazione, Olympus Viewer 3 per Windows e Mac, per importare, visualizzare e converire le foto, e i manuali in varie lingue compreso l’italiano.

Come accessori sono disponibili:
– vari flash esterni Olympus dedicati e comandabili senza cavi
– telecomando a cavo RM-UC1
– impugnatura ECG-4
– aggiuntivi ottici per macro

Menu e principali schermate

Uso in pratica

Per la prova ho avuto a disposizione una PEN-F dotata di due obiettivi, lo M Zuiko 17 mm f/1,8 equivalente ad un 34 mm, cioè un grandangolo moderato, e lo M Zuiko 45 mm f/1,8 equivalente ad un 90 mm, un tele moderato. Sono obiettivi piccoli, leggeri e compatti, ma molto luminosi e di qualità ed insieme formano una combinazione ideale per le più svariate riprese, dai paesaggi ai monumenti all’ambiente urbano, alla foto di strada, ai ritratti ed al teatro. Una combinazione di questo genere era quella suggerita per le reflex a pellicola dai fotografi più esperti come quella più adatta da portarsi dietro per affronatre la maggior parte delle situazioni prima che diventassero di moda gli zoom.
Il 17/1,8, fornito anche in kit con la PEN-F, si addice moltissimo anche esteticamente alla fotocamera, specialmente in versione scura che contrasta con la parte superiore del corpo in argento, mentre il 4571,8 che ho avuto, di colre argento, da questo punto di vista è meno efficace. Inoltre la combinazione della PEN-F con questi due obiettivi ed il flash arriva ad un peso di soli 700 grammi, meno di un corpo di una reflex APS, e sta in una piccola borsa, per cui si può portare facilmente in giro tutto il giorno e dappertutto, si abbia o meno l’intenzione di fotografare. L’alta luminosità consente poi di scattare quasi sempre senza aumentare eccessivamente la luminosità e a questo si aggiunge l’efficace stabilizzazione sul sensore, funzionante quindi anche per questi obiettivi a focale fissa. Di conseguenza ho potuto scattare spesso anche in situazioni di poca luce alla minima sensibilità di 200 Iso. Il fatto di dovere cambiare obiettivonon da fastidio, innanzitutto perchè sono solo due, e poi perchè sono obiettivi che si usano in situazioni e condizioni diverse. Se serve uno l’altro non serve. In linea di massima è più utile il grandangolo che è quello che ho usato di più, ma in certe situazioni, come le foto di teatro, ho usato esclusivamente il tele.

In complesso la PEN-F mi è stata simpatica fin dal primo sguardo, nonostante adoperi da tempo i più svariati modelli di fotocamere, alcune di altissima qualità. Sarà un po’ l’apparenza retrò, saranno le dimensioni, la finitura e la colorazione, ma è una fotocamera che mi piace. Resta da vedere se le prestazioni sono all’altezza, ma senza volere anticpare i risultati, direi di si.

Scendendo in dettaglio inizio le mie impressioni dal mirino. Questo è elettronico con una risoluzione di 2,36 Mpx e dotato di una frequenza di refresh molto rapida, 120 fg/s, che elimina ritardi e scie quando si sposta rapidamente l’inquadratura o si seguono soggetti in movimento veloce. La copertura è del 100 % e l’ingrandimento  1,23x (0,62x reali). Nel mirino possono essere visualizzate tutte le informazioni visibili sullo schermo e si possono effettuare tutte le regolazioni. C’è un sensore che commuta automaticamente la visione da schermo a mirino quando si avvicina l’occhio, disabilitabile se si preferisce la commutazione manuale. In complesso è al livello dei migliori della categoria.
Lo schermo da 3″ con 1.037.000 pixel è orientabile in tutte le direzioni compreso l’avanti per i “selfie”. Questo è molto comodo per riprese dal basso o dall’alto e per fotografare senza farsi notare, non portando la macchina all’occhio o in avanti ad altezza viso, ma orientando lo schermo verso l’alto mentre la si tiene al collo e al limite scegliendo il soggetto da mettere a fuoco e effettuando lo scatto toccando semplicemente lo schermo.
Lo schermo infatti è sensibile al tocco, come uno smartphone, e questo facilita la revisione delle foto con il loro scorrimento e ingrandimento come molti ormai sono abituati a fare. E’ possibile, come detto, anche selezionare il punto di messa a fuoco e scattare toccando lo schermo. Nel funzionamento iAuto poi è possibile visualizzare un apposito menu che consente di cambiare molte caratteristiche della foto (colore, esposizione, profondità di campo, ecc.) senza riferimenti a termini tecnici, ma osservando l’effetto sullo schermo, ed anche avere suggerimenti per la scelta delle scene. Adatto per chi ha poca esperienza.

I comandi principali a ghiera sono molto comodi. Olympus ha rimediato all’inconveniente che avevo riscontrato nella OM-D E-M5 II nella quale le due ghiere di comando offrivano una resistenza quasi nulla alla rotazione per cui ci si poteva trovare con le regolazioni modificate solo per avere inavvertitamente sfiorato una ghiera. Ora queste offrono la giusta resistenza e pur essendo scorrevoli quando serve è impossibile spostarle inavvertitamente. I pulsanti sono comodi ed accessibili riconoscendoli anche direttamente al tatto se si ha l’occhio al mirino. Apprezzabile la presenza di due pulsanti Fn personalizzabili. E’ presente anche un comodo pulsante per attivare la regolazione della sensibilità Iso e del bilanciamento del bianco, una con la ghiera anteriore e l’altra con la posteriore. Comodo il pulsante rosso per la ripresa video. Molto particolare ed unica la leva che consente di variare la curva di risposta alla luce. Questa regolazione influenza solo le foto salvate in jpeg, mentre per quelle raw la regolazione della curva di risposta si effettua con il software di conversione. Salvando in jpeg e raw contemporaneamente si potrà quindi avere la foto jpeg con la curva modificata e quella raw disponibile senza modifiche o su cui apportarne diverse per la massima flessibilità. Azionando la leva, verso destra o sinistra indifferentemente, si potrà variare la curva di risposta per i mezzi toni o per le luci e le ombre, alternando queste due possibilità con il pulsante Info.
Altrettanto originale e unica è la Creative Dial. Con quest è possibile impostare molte funzioni creative per modificare l’aspetto delle foto. Anche in questo caso ciò si ripercuote solo sulle foto salvate in jpeg. Spostando la ghiera su Color si attiva la funzione per modificare l’intensità dei colori: con la ghiera anteriore si sceglie il colore fra i 12 disponibili oppure di agire su tutti, con la posteriore la sua esaltazione o attenuazione. Spostandola su mono si opera sull’immagine monocromatica in bianconero: con la ghiera anteriore si sceglie se inserire un filtro fra otto disponibili, giallo, arancio, rosso, verde, ecc. (chi scattava con la pellicola bianconero sa di cosa parlo) oppure non inserirlo, con la ghiera posteriore si regola l’intensità del filtro. Ruotando la ghiera nell’altro verso la posizione ART consente di selezionare fra 14 differenti Art Filters, ognuno con diverse gradazioni di intervento. Infine la posizione CRT consente di dare alla foto un’intonazione colorata: al solito con la ghiera anteriore si sceglie il colore fra oltre 30 tonalità e con quella posteriore l’intensità dell’intervento.
Sono tutte funzioni interessanti, ma che richiedono una lunga sperimentazione per ottenere risultati validi.
La maggior parte delle impostazioni comunque può essere effettuata con la funzione Live Control, attivabile premendo il comando OK al centro del pad. In questo modo si visualizza una schermata con l’indicazione di tutte le principali impostazioni della fotocamera. Con i tasti del pad o con le due ghiere si può scorrere questo menu per impostare le opzioni volute. Con un po’ di pratica tutte le regolazioni si possono effettuare velocemente anche con l’occhio al mirino, ma con lo schermo è più facile e naturale.

Lo stabilizzatore d’immagine sul sensore, a “5 assi” come lo definisce Olympus è più propriamente definibile a 5 movimenti. Infatti lavora sui 3 assi di rotazione della macchina e per i movimenti orizzontali e verticali. La sua efficacia è elevata, e consente di guadagnare almeno 5 stop di esposizione fotografando soggetti statici, come si può vedere nella pagina delle prestazioni. L’integrazione dello stabilizzatore nel corpo consente inoltre di stabilizzare tutti gli obiettivi montati, anche quelli a focale fissa usati in prova e pure quelli di altre macchine o reflex montati con adattatori. In questo caso occorre informare la macchina sulla focale utilizzata. Può funzionare in tre modalità, una per tutte le vibrazioni, una per il panning orizzontale ed una per quello verticale. Nel funzionamento però produce un rumore avvertibile.

La messa a fuoco è a rilevamento di contrasto con 81 zone selazionabili automaticamente o manualmente. Si può anche scegliere una zona ristretta di messa a fuoco spostabile a piacere sullo schermo col tocco o con il pad. La frequenza di rilevamento dell’autofocus è molto elevata, 240 volte al secondo, e questo permette di miglirarne la velocità. Le modalità di funzionamento sono quelle classiche, AF-S (singolo), AF-C (continuo) e manuale. In modalità AF-S è possibile anche intervenire manualmente, usufruendo anche dell’ingrandimento fino a 14x nel mirino o sullo schermo. Nella modalità AF-C è possibile attivare l’inseguimento del soggetto che viene agganciato ed inseguito nei suoi movimenti nell’inquadratura. Esiste poi la possibilità di attivare la messa a fuoco continua (Full Time AF) con la quale la macchina mette a fuoco in continuazione ciò che inquadra in modo di essere sempre pronta allo scatto; questo però aumenta il consumo della batteria. Quando c’è poca luce è possibile attivare l’illuminatore ausiliario.
La velocità dell’autofocus è buona, leggermente inferiore a quella delle reflex, ma adeguata per i soggetti statici o in movimento non troppo veloce. Per i soggetti in movimento veloce si ottengono buoni risultati in AF-C, sia senza che con inseguimento, quando la luce è buona, anche se qualche volta l’autofocus non è abbastanza veloce per veicoli che viaggiano a più di 50 kmh e nelle riprese in raffica. La sua sensibilità è elevata, anche se la velocità diminuisce quando la luce è molto scarsa. Sono arrivato a mettere a fuoco fino, senza illuminatore ausiliario, a -1 EV, che equivale ad un’esposizione di 8 secondi a f/2,0 e 100 Iso o di 1/30 a 25600 Iso.
Nelle riprese video la messa a fuoco è continua. E’ abbastanza precisa, anche se in alcuni casi dimostra qualche incertezza con variazioni di fuoco avanti e indietro tipiche degli autofocus a rilevamento di contrasto.
La messa a fuoco manuale prevede un’assistenza. Questa si ottiene premendo il pulsante Zoom che ingrandisce l’area corrispondente al punto di messa a fuoco scelto, spostabile sull’inquadratura con i tasti del pad o con le ghiere di comando. La funzione però non si attiva automaticamente quando si aziona la ghiera di messa a fuoco come invece riportato nel manuale di istruzioni. Nemmeno l’evidenziazione dei contorni si attiva come dichiarato nel manuale.

L’esposizione può essere totalmente automatica in iAuto, oppure si possono usare il programma P con la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma (program shift), le priorità ai tempi o diaframmi o l’esposizione manuale. In questo caso su un’apposita scala viene indicata la differenza fra l’esposizione impostata e quella misurata fino a +/- 3 EV. In tutte le modalità è molto facile e rapido regolare la macchina con le due ghiere disponibili. La sensibilità ugualmente si può regolare con facilità, se non si usa in Auto, premendo l’apposito pulsante del pad e con la ghiera anteriore. In modalità Iso Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo e, coadiuvata dall’ottimo stabilizzatore, consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!). L’esposizione si è dimostrata sempre corretta sia con molta luce sia di notte anche in presenza di forti contrasti e solo in casi veramente al limite ho dovuto apportare delle correzioni. Per le foto notturne è stata necessaria una correzione di -1 EV usando la misurazione a zone.

La PEN-F dispone, come ormai tutte le fotocamere, di diversi profili colore tra cui scegliere quello che si adatta di più al tipo di fotografie che si scattano e ai propri gusti. Ciascuno è personalizzabile per contrasto, nitidezza e saturazione.

Le foto possono essere salvate in formato 4:3, 3:4, 3:2, 16:9 e 1:1 e in varie dimensioni, Large a 20 Mpx, Middle a 8 Mpx e Small a 1,3 Mpx e possono essere salvate in Jpeg con qualità Fine o Normal, in raw (ORF) e in raw più jpeg.

La PEN-F dispone della funzione High Res Shot che consente di scattare foto da 50 Mpx. Questa funziona effettuando otto scatti successivi spostando il sensore di 1/2 pixel in senso orizzontale e poi verticale per ciascun scatto. L’elaboratore d’immagine poi ricostruisce la scena creando foto da 50 Mpx. La fotocamera impiega almeno 3-4 secondi per effettuare gli otto scatti necessari a comporre la foto in alta risoluzione. Questo comporta alcuni problemi. Infatti è necessario posizionare la fotocamera su un treppiedi robusto, oltre ad escludere ovviamente la possibilità di riprendere qualsiasi soggetto in movimento, comprese le pesone in posa ameno che non siano in grado di rimanere immobili come statue, è necessario preoccuparsi che nell’inquadratura non ci sia nulla che possa in alcun modo muoversi. Nella ripresa di paesaggi questa è una difficoltà perchè basta un alito di vento per rendere poco nitidi alberi e foglie. Se si riprendono monumenti invece basta che qualche persona sullo sfondo si muova per rovinare la foto. Il campo di applicazione di questa funzione è perciò piuttosto ristretto. Paesaggi visti da lontano e prevalentemente rocciosi, le Dolomiti ad esempio. Monumenti attorno ai quali non transitino persone o visitatori, oggetti esposti in musei (se si può usare il treppiedi), quadri, nature morte e still life in generale. Per adesso è quindi una funzione di uso molto limitato e sarà necessario attendere per vedere se Olympus riuscirà a velocizzarla. Nella galleria alcune foto High Res.

La fotocamera non dispone di un flash integrato, ma Olympus ne fornisce uno esterno con una custodia in velluto che può essere fissata alla cinghia a tracolla. La cosa è un po’ scomoda e spesso ci si dimentica il flash a casa o nella borsa. Sarebbe preferibile averne uno integratoanche a costo di qualche mm in più nelle dimensioni e di qualche grammo in più di peso.

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Il flash va montato sulla slitta. Se si vuole usarlo va acceso con l’apposito interruttore. La potenza è ridotta, ma va bene per piccoli ambienti o gruppi e come luce di schiarita di giorno.

La PEN-F dispone di numerose modalità scena, ognuna presentata con alcuni suggerimenti per la sua applicazione. Per selezionarle occorre assegnare preventivamente alla posizione C4 (o a un’altra a scelta) della ghiera dei modi di funzionamento la modalità scene. Sono disponibili 25 scene, da quelle più comuni, ritratto, paesaggio, tramonti, a quelle più originali come low e high key, effetto fish-eye, compresa una funzione panorama.
E’ disponibile, fra le scene, anche la funzione panorama, ma la sua applicazione è complessa e scomoda richiedendo di scattare diverse foto da allineare l’una con l’altra sullo schermo o mirino. Niente a che fare con le funzioni panoram automatiche di altre fotocamere.
Un’altra funzione interessante è la Photostory che consente di combinare più scatti in una singola immagine secondo temi predefiniti per raccontare una piccola storia. Per attivarla si deve preventivamente assegnarla alla posizione C3 della ghiera delle modalità, poi si può scegliere un tema, scattare le foto, selezionare quelle d’interesse e salvare il tutto.
C’è infine la possibilità di riprendere foto HDR.

La raffica arriva nella velocità più alta a 10 fg/s. Per le prestazioni vedere la pagina dedicata.

La ripresa video consente di riprendere video Full HD a 1920×1080 pixel in modalità MPEG-4 AVC/H.264 o Motion Jpeg a 60 fg/s. E’ disponibile anche una ripresa con formato HD a 1280×720 pixel o VGA a 640×480 pixel. Durante la ripresa la messa a fuoco è automatica, ma si può variare la modalità di messa a fuoco. Si possono usare tutte le opzioni di funzionamento PASM per l’esposizione e la compensazione dell’esposizione, che però devono essere impostate prima di iniziare a riprendere e non possono essere cambiate.

Nell’uso la PEN-F si è dimostrata una fotocamera molto piacevole da usare. E’ piccola e leggera e non ci si stanca portarla con se. Il mirino consente un’ottima visione e non si rimpiange molto quello ottico delle reflex. In molti casi, come detto, è stato molto utile lo schermo orientabile. L’accensione è abbastanza pronta. L’interruttore sulla sinistra non è comodo e rapido da raggiungere come quelli coassiali al pulsante di scatto, ma fatta l’abitudine consente di accenderla abbastanza rapidamente. Le regolazioni richiedono un po’ di pratica in quanto i menu sono abbastanza lunghi da scorrere e un po’ criptici. Il pannello di quick menu, o super LV come è denominato, aiuta molto.

Per tutte le foto di prova ho usato il formato 4:3.
Le foto sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 25600 Iso, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare gli obiettivi, e foto di esempio, come turista, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 200 Iso.  Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con il programma fornito da Olympus, Viewer 3.

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Prestazioni
Galleria
Conclusioni
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