Sensore
La X-S10 monta un sensore X-Trans BSI-CMOS IV di dimensioni APS e con 26 Mpx dotato di matrice dei filtri colore aperiodica, esclusiva Fujifilm, e senza filtro antialias.
In aggiunta il sensore è dotata di 2,17 Mpx di pixel mascherati che consentono di effettuare la messa a fuoco a rilevamento di fase tramite lo stesso.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione sempre della sensibilità.
Rapporto segnale/rumore
In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg. Purtroppo nel caso della X-S10 non è stato possibile convertire le foto con Lightroom: ho una versione 5.7, non quella con abbonamento CC, e Adobe DNG Converter non supporta la conversione dei raw della X-S10 in DNG e quindi non ho potuto usare Lightroom. Al suo posto ho dovuto usare CaptureOne.
Per avere un confronto ho usato la Sony A7 III che ha una curva di rumore sovrapponibile a quella della A9 II usata solitamente, convertendo anche questi raw con CaptureOne per avere un confronto attendibile.
Queste misurazioni però non possono essere confrontate con le precedenti in quanto è stato usato un software diverso.
Le foto sono state convertite applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
L’andamento della curva di rumore è molto buono con un rumore superiore al riferimento di 1/2 stop o poco più fino a 800 ISO. Poi aumentando la sensibilità la X-S10 ha un rumore maggiore da 1 stop a a 3200 ISO fino a 1 stop e 2/3 a 25600 e oltre a 51200.
Una prestazione molto buona per una APS.
Le foto di prova sono state scattate a tutte le sensibilità disponibili, da 160 a 51200 ISO. Le foto sono state convertite con CaptureOne for Fujifilm.
Foto da raw senza riduzione di rumore
Il rumore comincia ad essere percepibile solo a 1600 ISO in forma finissima. A 3200 ISO pur essendo presente è sempre molto fine, prevalentemente in forma di rumore di luminanza con puntolini molto piccoli che non disturbano; a 6400 è invece ben visibile, con una componente colore che sarebbe opportuno ridurre; a 12800 ed oltre è eccessivo e la sua riduzione è necessaria; la foto a 51200 ISO appare difficilmente recuperabile.
Foto da raw con riduzione dei falsi colori
Riducendo i falsi colori, senza perdita di nitidezza, le foto a 1600 e 3200 ISO sono praticamente pulite, mentre quella a 6400 ISO presenta solo una “grana” di puntini scuri che da poco fastidio. A 12800 ed alle sensibilità più alte è invece necessaria anche la riduzione del rumore di luminanza.
Foto raw con riduzione di rumore
Applicando una riduzione di rumore ben calibrata la situazione cambia di poco per le foto da 1600 e 3200 ISO. Quella a 6400 diventa abbastanza pulita con una ridotta perdita di nitidezza, mentre a 12800 e alle sensibilità superiori è meglio non applicare una riduzione eccessiva ed accettare un po’ di rumore per non perdere troppo in nitidezza.
Foto raw a 10 Mpx senza riduzione di rumore
Normalizzando le foto senza riduzione di rumore a 10 Mpx (adatti per una stampa A4 circa 20×30 cm) si guadagna uno stop e le foto fino a 3200 ISO non presentano rumore, quella a 6400 lo ha, ma in maniera appena percepibile e non fastidiosa, a 12800 invece il rumore è visibile e potrebbe essere necessario ridurlo, come alle sensibilità più alte.
Foto raw a 10 Mpx con riduzione dei falsi colori
In questo caso le foto fino a 3200 ISO sono pulite e quella a 6400 è accettabile. Solo per le sensibilità di 12800 ISO o superiori è necessario un intervento di riduzione.
Foto raw a 10 Mpx con riduzione di rumore
Tutte le foto fino a 12800 ISO non presentano rumore e grazie al ridimensionamento la perdita di nitidezza è ridotta; oltre questa sensibilità non è possibile eliminare totalmente il rumore..
Foto jpeg dalla fotocamera
Le foto presentano ottima nitidezza e nessun rumore fino a 1600 ISO. Oltre il rumore è eliminato, ma si nota una progressiva perdita di nitidezza, in particolare da 12800 ISO; oltre questa sensibilità si ha poi un viraggio su una colorazione magenta.
Una buona prova per un sensore APS, anche se non la migliore della categoria. In pratica si può scattare senza riduzione di rumore fino a 3200 ISO e con una riduzione fino a 6400 con una modesta perdita di nitidezza.
Gamma dinamica
La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della A7 III come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.
La X-S10 ha una gamma dinamica inferiore alla A7 III mediamente di 1 EV dalla sensibilità nominale del sensore 160 ISO fino alla massima sensibilità. Alle sensibilità estese verso il basso, 80 e 100 ISO, la gamma dinamica è inferiore perché queste sensibilità sono ottenute (come tutte le sensibilità estese in tutte le fotocamere) sottoesponendo la foto e poi correggendola nella conversione in jpeg, sia in macchina che con il software su pc.
Anche in questo caso una prestazione molto buona per una APS e in linea con quanto prevedibile per la differenza di dimensioni dei sensori.
Per verificare anche in pratica la gamma dinamica e la capacità di recupero di sotto e sovraesposizioni ho scattato delle foto di paesaggio, tutte alla stessa sensibilità di 160 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 4 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con CaptureOne for Fujifilm.
In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -4 stop, il rumore però con questa sottoesposizione diventa alto. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di -2 stop. In sovraesposizione invece si possono recuperare fino a +2 stop poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile e le foto diventano piatte e grigiastre.
Invarianza ISO
Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in esterni in poca luce per l’esposizione corretta a 6400 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -4 stop, cioè 400 ISO, infine ho convertito l’immagine con CaptureOne for Fujifilm correggendo l’esposizione.
Con una sottoesposizione di -4 stop, 400 ISO, e una correzione in conversione da raw il rumore è eccessivo e superiore a quello della foto esposta correttamente a 6400 ISO. A – 3 stop, 800 ISO, il rumore nelle parti illuminate è analogo a quello della foto a 6400 ISO, mentre nelle parti nere, come il cielo, è appena superiore. Da -2 stop, 1600 ISO, il livello di rumore è equivalente a quello della foto esposta correttamente a 6400. Il sensore quindi consente una buona invarianza ISO e si può arrivare fino a 2-3 stop di sottoesposizione.
Recupero gamma dinamica
La X-S10 dispone, come tutte le Fujifilm, di una funzione automatica per incrementare la gamma dinamica. Questa può essere incrementata, dal 100 % valore standard, al 200 e 400 %, in modo manuale o automatico. Per aumentarla al 200 % la sensibilità ISO minima deve essere 320 e per il 400 % di 640 ISO.
Per verificarne l’efficacia ho scattato delle foto in una situazione di alto contrasto. La prima foto è stata esposta con misurazione matrix senza recupero gamma dinamica (100 %) in Program 160 ISO f/4,0 1/56. Le successive con il recupero della gamma dinamica Auto 320 ISO f/4,5 1/90, 400 % 640 ISO f/4,6 1/120, 200 % 320 ISO f/4,5 1/85; infine l’ultima senza recupero gamma dinamica con esposizione spot per lo sfondo ed esposizione manuale a 1/100 e f/5,0. Gli scatti sono stati effettuati tutti in raw e jpeg normal. Il recupero della gamma dinamica è effettuato solo per le foto jpeg.
La foto scattata per le luci è ovviamente molto sottoesposta per le ombre; convertendo il raw però si riesce a recuperarne completamente le ombre mantenendo la leggibilità delle alte luci. Usando l’ampliamento della gamma dinamica in jpeg si vede invece che anche in auto o al 400 % le ombre sono ben leggibili, ma le alte luci recuperate solo parzialmente; senza recupero della gamma dinamica le ombre sono leggibili, ma le alte luci in buona parte perse.
In conclusione questa funzione può essere di aiuto per recuperare scene a forte contrasto se si vuole usare solo il formato jpeg, ma se si vuole il massimo della qualità è sempre preferibile salvare le foto in raw, o raw più jpeg, esponendo prevalentemente per le luci e lavorare su questo per il recupero delle ombre. L’inconveniente può essere una presenza di un lieve rumore eliminabile per la parte crominanza senza perdita di dettaglio, ma completamente trascurabile se si parte da 160 ISO.
Obiettivi
Con la X-S10 ho avuto la possibilità di provare gli zoom XF 10-24 mm f/4,0 WR equivalente ad un 15-36 mm, XF 16-80/4,0 OIS WR equivalente ad un 24-120 mm, e i focale fissa 23 mm f/1,4 e 56 mm f/1,2.
Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 26 Mpx della X-S10 in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 6240 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 6240:2= 3120 linee. Anche i sensori X-Trans, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 2200 linee.
Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore.
Fujinon XF 10-24 mm f/2,8 R OIS WR
E’ un supergrandangolo zoom per riprese estreme, di paesaggio, di strada e di eventi. E’ costruito interamente in metallo, ben rifinito e di dimensioni contenute. La costruzione è a prova di polvere ed acqua da cui la sigla WR (Weather Resistent).
E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF. La ghiera per la messa a fuoco e quella per lo zoom scorrono morbidamente e con precisione. L’obiettivo è anche dotato di stabilizzazione ottica che garantisce un guadagno di 3,5 stop e 6,5 se montato su una fotocamera dotata di stabilizzatore come la X-S10.
E’ costituito da 14 elementi in 10 gruppi con 4 elementi asferici e 4 ED. L’angolo di campo è 110°-61,2°. La messa a fuoco minima è di 24 cm con un ingrandimento massimo 0,16x a24 mm. Il diaframma ha 7 lamelle e si chiude fino a f/22. Il diametro è di 77,6 mm per 87 mm di lunghezza; il peso è 385 g. E’ equivalente ad un 15-36 mm.
Costa 1.040 €.
Apertura equivalente
L’apertura equivalente è f/5,6.
Risoluzione
Riporto la risoluzione per le focali di 10, 13,3 e 24 mm.
La risoluzione è molto buona al centro fino a 13,3 mm di focale da tutta apertura fino a f/8,0, poi decade a causa della diffrazione fino a sufficiente a f/22. A 24 mm il centro è buono con una punta a molto buono a f/5,6 per poi calare a sufficiente a f/22. I bordi sono poco inferiori, ottimo risultato per un grandangolo zoom così spinto, buoni fino a f/8,0 per poi calare progressivamente fino a scarso a f/22
La distorsione è il 7 % a barilotto alla focale minima, scompare a 12 mm e diventa il 2,3 % a cuscinetto a quella massima, ma è corretta automaticamente dalla macchina o dal convertitore raw se possiede il profilo dell’obiettivo.
La vignettatura alla focale minima e a tutta apertura è di circa 1,3 stop e diminuisce a 0,7 stop a f/8,0, aumentando la lunghezza focale a 14 mm è 1,3 stop a f/4,0 e 1 a f/8,0; a 24 mm è 1,4 stop a f/4,0 e 0,7 a f/8,0, anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal software.
Questo grandangolo è un ottimo obiettivo, il migliore fra quelli provati in questo test. Impressiona per l’ampio angolo di campo coperto e per la buona risoluzione. Consente riprese alla minima focale con prospettive spinte e inusuali, consentendo riprese di paesaggi urbani e di architettura altrimenti difficili da ottenere. E’ necessario però stare molto attenti nel suo uso, cercare di tenerlo sempre orizzontale nelle riprese architettoniche perché altrimenti si possono ottenere effetti di linee cadenti piuttosto sgradevoli. Anche fotografando persone è opportuno stare molto attenti alle deformazioni prospettiche. Altra avvertenza è quella di non usarlo a valori di diaframma superiori a f/11, cosa abbastanza inutile data l’ampia profondità di campo che l’obiettivo offre. La distorsione e la vignettatura non preoccupano perché sono corrette automaticamente o dal software di conversione.
In conclusione è un ottimo obiettivo con solo il limite della ridotta luminosità, compensata però dalla stabilizzazione cosa rara in un grandangolo zoom.
Fujinon XF 16-80 f/4,0 R OIS WR
E’ uno zoom standard adatto a molti generi fotografici, il tipico zoom tuttofare usato da molti professionisti ed amatori equivalente ad un 24-120 mm su fullframe. E’ costruito interamente in metallo con dimensioni abbastanza contenute anche se montato sulla X-S10 il suo diametro, che sporge di qualche mm sotto il fondello, crea qualche ostacolo per il montaggio su treppiedi. E’ dotato della ghiera dei diaframmi senza il blocco per la posizione A. La costruzione è molto accurata, di tipo WR cioè protetta da polvere ed acqua, le ghiere per lo zoom e di messa a fuoco scorrono morbidamente e con precisione. E’ costituito da 16 elementi in 12 gruppi con 3 elementi asferici e 1 ED. La messa a fuoco minima è di 35 cm con un ingrandimento 0,25x. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/22. Il diametro è di 78 mm per 89 mm di lunghezza; il peso è 440 g.
Costa circa 740 €.
Apertura equivalente
L’apertura equivalente è f/5,6.
Risoluzione
Riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per le focali di 16, 35 e 80 mm.
La risoluzione è buona al centro fino a f/11 a tutte le focali con un calo progressivo poi fino ad appena sufficiente a f/22. I bordi invece sono inferiori alla focale minima appena sufficienti a tutta apertura ed a f/22 e discreti ai diaframmi intermedi. Migliorano aumentando la focale e sono buoni fino a f/11 a 35 mm e discreti fino a f/16 alla massima focale.
La distorsione è del 7,5 % a barilotto alla focale minima e diventa 3,5 % a cuscinetto a 35 mm e 2,4 % a quella massima, ma è corretta automaticamente dalla macchina o dal convertitore raw se possiede il profilo dell’obiettivo.
La vignettatura alla focale minima è di circa 1,7 stop a f/4,0 che diventa 0,7 a f/8,0; a 35 mm è 1 stop a f/4,0 e 0,7 a f/8,0; a 80 mm ancora 1 stop a f/4,0 e 0,4 a f/8,0, anche questa corretta automaticamente dalla macchina o dal software.
Complessivamente una prestazione buona con una risoluzione non molto elevata, specialmente alle focali maggiori e ai bordi, ma con un buon microcontrasto che da un’impressione di nitidezza. Da un obiettivo zoom con un’escursione focale 5x è un comportamento che ci si può aspettare. La distorsione e la vignettatura non preoccupano perché sono corrette automaticamente o dal software di conversione. In conclusione un buon obiettivo che offre un’ampia gamma di focali abbinata ad una buona compattezza, una stabilizzazione utile se usato con corpi non stabilizzati a prezzo di una luminosità ridotta.
Fujinon XF 23 mm f/1,4 R
E’ un grandangolo luminoso equivalente ad un 35 mm su fullframe, adatto per molti usi come strada, paesaggi, gruppi, reportage, interni. E’ costruito interamente in metallo e di dimensioni ridotte. E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF, senza posizione di blocco in A. La costruzione è accurata, la ghiera per la messa a fuoco scorre morbidamente e con precisione. E’ costituito da 11 elementi in 8 gruppi con 1 elemento asferico. La messa a fuoco minima è di 60 cm con un ingrandimento massimo 0,1x, ma arriva a 28 cm in posizione macro. L’autofocus è azionato da un micromotore. Il diaframma ha 7 lamelle e si chiude fino a f/16. Il diametro è di 72 mm per 63 mm di lunghezza il peso è 300 g.
Costa 720 €.
Apertura equivalente
L’apertura equivalente è f/2,0.
Risoluzione
La risoluzione è discreta al centro a f/1,4, poi migliora progressivamente chiudendo il diaframma per arrivare a molto buono fra f/4,0 e f/8,0 e subire il consueto peggioramento dovuto alla diffrazione contenendolo però con un f/16 ancora buono. I bordi seguono l’andamento del centro arrivando a buono fra f/5,6 e f/8,0.
La distorsione è praticamente assente.
La vignettatura a tutta apertura è piuttosto forte 2 stop, ma migliora chiudendo il diaframma ed è 1 stop a f/5,6; anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal software.
In complesso è un buon obiettivo che risente però di una progettazione un po’ datata, con una risoluzione buona solo chiudendo il diaframma e una vignettatura eccessiva a tutta apertura, anche se è ottima l’assenza di distorsione.
Fujinon XF 56 mm f/1,2 R
Questo tele moderato luminoso è adatto particolarmente per ritratti per il suo ottimo sfuocato, ma può essere utilizzato in moltissime altre situazioni. E’ costruito interamente in metallo e di dimensioni contenute. E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF, senza posizione di blocco in A. La costruzione è accurata, la ghiera per la messa a fuoco scorre morbidamente e con precisione. E’ costituito da 11 elementi in 8 gruppi con 1 elemento asferico e 2 ED. La messa a fuoco minima è di 70 cm con un ingrandimento massimo 0,09x. L’autofocus è azionato da un micromotore. Il diaframma ha 7 lamelle e si chiude fino a f/16. Il diametro è di 73 mm per 70 mm di lunghezza il peso è 405 g.
Costa circa 1.000 €.
Apertura equivalente
L’apertura equivalente è f/1,8.
Risoluzione
La risoluzione è discreta al centro a f/1,2, poi migliora progressivamente chiudendo il diaframma, buona a f/2,8 per arrivare a molto buono a f/5,6 e subire il consueto peggioramento dovuto alla diffrazione con un f/16 discreto. I bordi seguono l’andamento del centro arrivando a buono fra f/4,0 e f/11.
La distorsione è dello 0,9 % a barilotto, praticamente inavvertibile.
La vignettatura a tutta apertura è 1 stop, ma migliora chiudendo il diaframma ed è 0,6 stop a f/2,0 e 0,4 a f/5,6; anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal software.
In complesso è un buon obiettivo, anche se risente di una progettazione un po’ datata, con una risoluzione buona solo chiudendo il diaframma e una distorsione quasi assente. Consente anche di ottenere uno sfuocato molto piacevole e isolare e mettere in risalto i primi piani.
Stabilizzazione
La X-S10 è dotata della stabilizzazione a “5 assi” sul sensore come la X-T4 per cui ho effettuato le prove sia con il 16-80 stabilizzato che con il 56 non stabilizzato.
16-80
Con il 16-80 gli scatti sono stati effettuati alla focale massima di 80 mm (120 mm equivalenti) a partire da 1/125 e raddoppiando di volta in volta il tempo di scatto.
Fino a 1/4 di secondo, 5 stop, si ottengono foto nitide, a 1/2, 6 stop, alcune sono nitide e alcune no; a 1 secondo, 7 stop, ho ottenuto una foto nitida, ma il risultato non è garantito.
56
Con questo obiettivo equivalente ad un 84 mm sono partito dal tempo di sicurezza di 1/100 di secondo.
A 1/13 di secondo, 3 stop, si ottengono foto nitide, a 1/6, 4 stop, alcune sono nitide, ma non tutte e a 1/3, 5 stop si può ottenere qualche foto ancora nitida.
In conclusione quindi la stabilizzazione sul sensore consente di guadagnare sicuramente 3 stop e facendo più scatti anche 4 contro i 6 specificati da Fujifilm che si raggiungono solo con gli obiettivi dotati di stabilizzazione ottica che evidentemente collabora con quella sul sensore.
Un buon risultato.
Autofocus
L’autofocus si è dimostrato sempre molto veloce e sensibile anche in condizioni di luce scarsa. Il rilevamento dei volti e degli occhi funziona abbastanza bene e da sicurezza nello scatto di ritratti, anche se certe volte stenta ad individuare i volti e gli occhi specialmente nel caso di persone non inquadrate frontalmente.
Scattando in raffica ha mostrato qualche difficoltà. Usando la funzione Tracking con area allargata non è quasi mai riuscito ad agganciare il soggetto e spesso ho riscontrato foto fuori fuoco. Questo sia usando i profili autofocus predefiniti sia creando un apposito profilo per tracciare i soggetti in avvicinamento o in allontanamento veloce. Usando invece l’autofocus a zone, con una zona centrale di 3×3 puntata sul soggetto l’autofocus è riuscito a seguire bene i soggetti in movimento veloce.
Nelle riprese video ha funzionato abbastanza bene, mostrando solo qualche incertezza quando si usa lo zoom su soggetti in movimento, prontamente recuperata.
E’ quindi un autofocus efficiente e veloce, ma purtroppo anche nella X-S10 la funzione di inseguimento non riesce ad agganciare bene il soggetto e richiede qualche ulteriore perfezionamento.
Raffica
Le possibilità di scatto in raffica della X-S10 sono piuttosto articolate come esposto nelle impressioni d’uso. Per valutarne le prestazioni ho effettuato le prove usando una scheda SD UHS II da 300 Mbps, scattando in priorità dei tempi a 1/1000 con fuoco manuale, sia in jpeg normal che in raw compresso senza perdita, con batteria ben carica. A tutte le velocità è disponibile la visione live view nel mirino o nello schermo.
Usando esclusivamente l’otturatore elettronico però non è stato possibile rilevare correttamente gli scatti effettuati in quanto la fotocamera in queste condizioni è molto silenziosa e la rilevazione non è possibile. Presento quindi solo le rilevazioni fatte usando l’otturatore meccanico e le valutazioni con quello elettronico saranno basate solo sull’esperienza pratica.
Jpeg
H con otturatore meccanico a 8 fg/s
Le X-S10 ha scattato a circa 10 fg/s indefinitamente.
Raw
H con otturatore meccanico a 8 fg/s
Ha scattato a circa 8 fg/s per 2 secondi, poi ha rallentato a 2 fg/s.
Per le prove pratiche ho scattato nella mia consueta postazione di prova a veicoli ad elevata velocità, sia in avvicinamento che in allontanamento, con il 16-80. Ho usato una scheda UHS II da 300 mb/s, esposizione manuale a tutta apertura f/4,0 con tempo di 1/1250, ISO auto per la corretta esposizione, autofocus continuo con opzione bilanciata tra fuoco e scatto, zona centrale di 3×3 punti AF a inseguimento con profilo per soggetti in accelerazione, in jpeg normal, provando con l’otturatore elettronico sia a pieno formato che con il ritaglio di 1,25x.
In queste condizioni la X-S10 ha scattato raffiche a pieno formato con velocità variabile circa 18 fg/s per i primi due secondi, poi 13-14 fg/s. L’autofocus è riuscito a seguire bene i soggetti nella modalità a zona sul soggetto con solo qualche fuori fuoco, mentre nella modalità ad inseguimento non è riuscita ad individuare correttamente il soggetto e la maggior parte delle foto sono fuori fuoco. Si è notato inoltre un rallentamento per i veicoli in avvicinamento. Evidentemente il non raggiungimento della massima velocità è influenzato dalla velocità dell’autofocus e il rallentamento dal buffer di dimensioni ridotte. Con il ritaglio 1,25x (16 Mpx) è arrivata a 20 fg/s rallentando a 14-15 dopo tre secondi.
Non ho notato deformazioni dovute all’otturatore elettronico, come era avvenuto con la X-H1, segno che questo sensore è molto più veloce del precedente nella lettura dei dati.
Prova del ciclista
E’ effettuata riprendendo un ciclista che si avvicina a bassa velocità da circa 50 metri fino a passare a a fianco al fotografo. E’ così possibile valutare la capacità dell’autofocus di seguire il soggetto e tenerlo a fuoco.
Ho usato il 56 mm a f/2,0, tempo 1/1250 e autofocus continuo a zona e rilevamento del volto attivo .
Nella migliore sequenza la X-S10 su 79 scatti ne ha messi correttamente a fuoco 51, 10 erano a fuoco sulla ruota, sul manubrio o la maglietta, ma non sul volto e 18 erano fuori fuoco.
Propongo le ultime 40 immagini: quelle con la scritta verde sono a fuoco, quelle con la scritta rossa sono a fuoco fuori dal volto e quelle con la scritta gialla sono fuori fuoco.
In complesso le prestazioni della X-S10 nelle prove di raffica presentano luci ed ombre. Indubbiamente scattare a 16-18 fg/s mantenendo attivo il live view e con i fotogrammi quasi sempre a fuoco è un’ottima prestazione. Però non si raggiungono le prestazioni promesse e la cosa lascia un po’ perplessi. Anche il buffer di memoria risulta ridotto e si esaurisce abbastanza presto, specialmente in raw. Ugualmente l’autofocus, nella prova del ciclista, non è riuscito a seguire sempre correttamente il soggetto individuandone non sempre il volto anche a distanza ravvicinata.
Video
La X-S10 ha ricevuto parecchia attenzione da parte di Fujifilm per la parte video.
La ripresa video si attiva posizionando la manopola delle modalità di funzionamento su video, ma può essere attivata anche nelle altre modalità premendo direttamente l’apposito pulsante rosso.
Nelle prove ho riscontrato una nitidezza elevata nelle riprese 4K con una corretta esposizione e bilanciamento del bianco, la messa a fuoco ha funzionato bene dimostrando solo raramente qualche incertezza durante l’uso dello zoom, prontamente recuperata. Eventuali passaggi di disturbo davanti alla scena non l’hanno influenzata.
Galleria
Le foto sono state scattate a Roma. Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 160 ISO, mentre per le foto in poca luce è arrivata fino solo a 800 ISO grazie all’uso di obiettivi di alta luminosità. L’impostazione colore è stata per tutte quella standard Provia. Ho scattato in raw convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm senza riduzione di rumore.
Le foto risultano tutte ben esposte nelle situazioni normali. In quelle critiche come il controluce o situazioni di alto contrasto la X-S10 tende a privilegiare l’esposizione per le luci sacrificando le ombre. questo può produrre dei jpeg molto contrastati e con ombre scure e poco leggibili, ma se si lavora in raw consente un buon recupero delle ombre come si può vedere nelle foto N° 12, 21, 30 e altre.
I colori sono piacevoli e brillanti senza esagerazioni. Se si vogliono più vivaci si può aumentare la saturazione in macchina per i jpeg o durante la conversione per i raw, o scegliere il profilo Velvia più vivace. La risoluzione e la nitidezza sono buone. Notare la foto N° 57 scattata a 0,77 secondi per l’efficacia della stabilizzazione.
Conclusioni
Con la X-S10 Fujifilm ha inaugurato una nuova linea di fotocamere dopo le X-T, X-Pro e X-E, cambiando totalmente i paradigma progettuale con il quale ha finora realizzato le sue mirrorless dal lato estetico e funzionale. La linea estetica infatti si differenzia dagli altri modelli della serie X-T per adeguarsi ad un design simile a quello della concorrenza e definibile più convenzionale per le fotocamere digitali. Ugualmente i comandi hanno abbandonato le ghiere per i tempi e le sensibilità per una manopola delle modalità di funzionamento come tutte le altre digitali.
Tutto questo evidentemente per aprirsi ad una clientela che proviene da altri marchi e rendere più facile il passaggio a Fujifilm ed anche per attirare un pubblico nuovo che magari si sentiva intimidito dai comandi di Fujifilm che per un inesperto possono sembrare un po’ strani.
Quello che non è cambiato invece è l’interno della fotocamera, sensore, elaboratore d’immagine, stabilizzatore, autofocus e tutto il resto, mantenendo le prestazioni dei modelli al vertice della gamma come la X-T4.
Naturalmente ci sono alcune differenze rispetto alla X-T4 ed alcune rinunce. Il corpo più piccolo ha richiesto la progettazione di un nuovo stabilizzatore più compatto, il mirino rinuncia ad un po’ di risoluzione e di ingrandimento, anche lo schermo ha una minore risoluzione, mentre l’otturatore meccanico arriva solo a 1/4000, la ripresa video 4K è solo 30p, c’è un unico alloggiamento per schede SD e infine il corpo non è tropicalizzato.
Rimangono le prestazioni in foto e in video, la qualità d’immagine, la velocità e precisione dell’autofocus e anche le prestazioni in raffica.
La X-S10 è quindi un’ottima scelta per chi vuole una buona fotocamera, ma può fare a meno di certe caratteristiche per contenere i costi o per investire di più sugli obiettivi, ma anche come secondo corpo per chi ha già altre mirrorless Fujifilm.
Riassumendo:
Costruzione e finitura
Molto buono: la X-S10 è ben costruita e finita, in lega di magnesio.
Ergonomia e comandi
Buono: seguono lo schema di tutte le digitali; alcuni sono un po’ scomodi e manca il comando diretto delle modalità di messa a fuoco.
Menu
Molto buono: sono semplici ed abbastanza chiari, salvo alcune opzioni difficili da trovare.
Mirino
Buono: ha una buona luminosità e risoluzione base. Consente di usare i menu e di controllare le regolazioni di esposizione. Ottima la funzione di “ribaltamento” per quando si inquadra in verticale.
Schermo
Molto buono: la risoluzione è adeguata alla visualizzazione dei menu ed alla revisione delle foto. Come tutti gli schermi è poco visibile in esterni di giorno. Molto comoda la possibilità di ribaltamento in tutte le direzioni e la funzione per selezionare i punti AF al tocco anche con l’occhio al mirino.
Autofocus
Molto buono: è rapido e veloce anche per soggetti in movimento e garantisce un’ampia copertura dell’inquadratura. Ha mostrato qualche difficoltà nelle riprese in raffica in cui la funzione di inseguimento non riesce sempre a centrare il soggetto, Meglio usare la zona ristretta. Ottimo per le riprese video.
Esposizione
Molto buono: è ottima in buona luce anche se in situazioni di forte contrasto privilegia le luci (ottimo se si lavora in raw) producendo dei jpeg poco leggibili nelle ombre.
Bilanciamento del bianco
Buono: In automatismo si è dimostrato quasi sempre corretto, tranne che in luce artificiale in cui da dei risultati troppo caldi che è necessario correggere.
Qualità d’immagine
Molto buono: buona la definizione, la risoluzione e il contenimento del rumore alle alte sensibilità considerando che è un’APS, specialmente usando il raw e convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm. Interessante la possibilità di scegliere diverse impostazioni di colore che simulano la resa, più vivace o più neutra, delle più famose e valide pellicole Fujifilm.
Raffica
Buono: raggiunge i 18 fg/s a pieno formato e 20 in a formato ridotto mantenendo il live view. Un’ottima prestazione che meriterebbe “ottimo”, ma penalizzata dal fatto che è inferiore a quella nominale e che il buffer di memoria piccolo non consente di mantenerla per molto.
Video
Molto buono: riprende video Cine 4K. Per la ripresa si possono usare tutte le modalità di funzionamento e regolare tutti i parametri di esposizione, oltre alla modalità di messa a fuoco e i profili colore, in particolare quelli dedicati al video. Utile la presa per microfono esterno e l’uscita HDMI per un monitor o registratore esterno, ma manca quella per cuffia.
Batteria
Buono: l’autonomia è molto migliorata e si può arrivare a circa 600 scatti. Non è fornito però un caricabatterie esterno.
Obiettivi
Ottimo: il corredo è abbastanza vasto comprendendo 31 obiettivi, tutte ottiche di ottima qualità e sono disponibili numerose focali fisse di alta luminosità.
In conclusione la X-S10 si è dimostrata una buona fotocamera adatta per tutti i generi fotografici.
Il prezzo è adeguato alle sue qualità.
Pregi
– dimensioni e peso ridotti
– costruzione e finitura di buona qualità
– obiettivi di buona qualità e luminosità
– modalità di simulazione film e resa colori ottime
– stabilizzazione ottica efficace
– buona qualità d’immagine anche alle alte sensibilità
– autofocus veloce e con ampia copertura(vedi però difetti)
– raffica veloce (vedi però difetti)
– menu semplici e chiari (vedi però difetti)
Difetti
– velocità di raffica inferiore al valore nominale
– l’autofocus in inseguimento non sempre riesce a seguire il soggetto
– bilanciamento del bianco non sempre preciso
– mancanza della protezione
– carica batteria esterno non fornito
– alcune opzioni di configurazione nei menu difficili da trovare
Alternative
Nikon Z50
Mirrorless con sensore di formato APS (23,5×15,7 mm) CMOS con 21 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, innesto obiettivi Nikon Z con 15 obiettivi di cui 2 in formato DX, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 209 punti AF, mirino elettronico con 2,36 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,68x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica fino a 11 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth, alloggiamento per schede SD UHS II. Dimensioni 127x94x60 mm, peso 450 grammi.
Costa 890 € solo corpo, 1.050 € con il 16-50/3,5-6,3 e 1.150 € con il 16-50/3,5-6,3 e l’adattatore FTZ.
Olympus OM-D E-M5 III
Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 80 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 121 punti AF, mirino elettronico con 2,36 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,68x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica fino a 30 fg/s con AF-S e 15 fg/s con AF-C, video 4K a 4096×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth. Dimensioni 125x85x50 mm, peso 414 grammi.
Costa 1.030 € solo corpo, 1.270 € con lo zoom 14-150/3,5-5,6 e 1.480 € con il 12-45/4,0 Pro.
Panasonic Lumix G90
Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 80 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus a rilevamento di contrasto con tecnologia DFD e 225 punti AF, mirino elettronico con 2,36 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,74x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica fino a 9 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth. Dimensioni 130x94x77 mm, peso 536 grammi.
Costa 750 € solo corpo, 940 € in kit con lo zoom Lumix 12-60/3,5-5,6 e 1.200 € con il 14-140.
Panasonic Lumix G9
Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 80 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus a rilevamento di contrasto con tecnologia DFD e 225 punti AF, mirino elettronico con 3,68 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,83x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica fino a 20 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth. Dimensioni 137x97x92 mm, peso 658 grammi.
Costa 950 € solo corpo e 1.550 € in kit con lo zoom Leica 12-60/2,8-4,0.
Sony A6400
Mirrorless compatta con sensore di formato APS (23,5×15,6 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, innesto obiettivi Sony E con 55 obiettivi, 18 per solo APS e gli altri per fullframe più circa altri 60 di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF, mirino elettronico con 2,360 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,71x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 11 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth, singolo alloggiamento per schede SD UHS I. Dimensioni 120x67x60 mm, peso 403 grammi.
Costa 900 € solo corpo, 970 in kit con lo zoom 16-50/3,5-5,6 OSS e 1.110 € con il 18-135/3,5-5,60 OSS.
Sony A6600
Mirrorless compatta con sensore di formato APS (23,5×15,6 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Sony E con 55 obiettivi, 18 per solo APS e gli altri per fullframe più circa altri 60 di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF, mirino elettronico con 2,360 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,71x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 11 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e NFC, singolo alloggiamento per schede SD UHS II. Dimensioni 120x67x69 mm, peso 503 grammi.
Costa 1.330 € solo corpo e 1.540 in kit con lo zoom 18-135/3,5-5,6 OSS.