Descrizione
La K1 è una reflex di dimensioni abbastanza contenute per una fullframe anche se il suo peso è elevato. Il corpo, in metallo, dimostra una notevole solidità. L’impugnatura e buona parte del frontale e del lato sinistro sono rivestiti di gomma zigrinata antiscivolo. La finitura è elevata e denota un’ottimo livello di costruzione. tutte le ghiere di comando sono metalliche ed hanno scatti precisi. Tutte le prese sono protette da sportellini in gomma.
La prima impressione impugnandola è quindi ottima.
Inizio la descrizione dal frontale:
Il frontale è dominato dal grance innesto obiettivi Pentax K. Sulla sua sinistra si vede il pulsante di sblocco dell’obiettivo e in alto il led di ausilio per la messa a fuoco. Sull’impugnatura c’è in altola ghiera di comando anteriore, mentre in basso si vede il ricevitore per il telecomando ad infrarossi che funziona anche come segnalatore dell’autoscatto.
La calotta superiore è piuttostopiena. Al centro c’è la slitta portaaccessori per il collegamento di un flash. A sinistra la manopola di impostazione delle modalità di funzionamento con le seguenti posizioni: M (manuale), Tav (priorità dei tempi e dei diaframmi), Av (priorità dei diaframmi, Tv (priorità dei tempi), P (program), Auto (funzionamento totalmente automatico), U1, U2, U3, U4, U5 (funzionamenti personalizzati utente), X (sincronizzazione per flash), B (posa). La manopola può essere bloccata per evitare di spostarla inavvertitamente azionando la leva sottostante coassiale e portandola in posizione Lock. In questo caso per ruotarla è necessario premere il pulsante centrale. Comunque anche in posizione normale gli scatti sono abbastanza definiti e fermi ed è difficile che si possa spostare casualmente. A destra del pentaprisma c’è un pulsante che attiva il ricevitore GPS. Segue il pannello LCD che fornisce le principali informazioni sulle regolazioni della fotocamera. Davanti a questo si trova una grossa manopola, definita Function dial, con funzioni particolari e tipica delle ultime reflex Pentax. In pratica la manopola consente di assegnare una particolare funzione, da scegliere fra quelle riportate sulla sua superficie, alla ghiera di regolazione che si trova all’estrema destra, Setting dial, per poterle richiamare e regolare più facilmente. Sono disponibili: compensazione dell’esposizione, sensibilità Iso,modalità di scatto singolo o continuo, bracketing, HDR,griglia, stabilizzazione, ritaglio e wi-fi. Una volta selezionata la funzione desiderata questa può essere regolata con la ghiera di regolazione all’estrema destra. Coassiale alla Function dial c’è una piccola levetta che serve a commutare la ripresa su foto o video quando si opera in live view. Davanti alla Setting dial c’è un pulsante che attiva l’illuminazione del piccolo schermo LCD e di alcuni punti della fotocamera per consentire l’accesso ad alcuni comandi e funzioni al buio. Sull’impugnatura c’è il pulsante di scatto con coassiale l’interruttore di accensione, nella posizione più comoda per la rapidità d’azione. Questo comprende, oltre alle posizioni Off e On, una terza posizione che consente il controllo della profondità di campo. Dietro a sinistra il pulsante per la compensazione dell’esposizione regolabile premendolo e poi azionando la ghiera di regolazione posteriore e quello per regolare la sensibilità Iso attuata sempre con la ghiera posteriore.
Nella parte posteriore i comandi sono raggruppati tutti sulla destra ed in alto a causa della presenza dello schermo articolato. In alto a sinistra, sopra lo schermo ci sono il pulsante per attivare la funzione live view e quello per modificare la modalità di misurazione esposimetrica, che in riproduzione serve anche per cancellare le foto. Al centro il mirino con, sulla destra, la rotella per la regolazione diottrica. A destra la ghiera di regolazione posteriore che in riproduzione senve anche per ingrandire o ridurre la visione. Ancora verso destra il pulsante AF che serve a bloccare la messa a fuoco invece che premendo a metà il pulsante di scatto. Poi il pulsante per il blocco dell’esposizione. Sotto a destra dello schermo abbiamo: un pulsante verde che serve per impostare la funzione Iso Auto; il pulsante per la revisione delle foto; un pulsante per modificare le modalità d’uso delle due schede di memoria: uso sequenziale, prima l’una poi l’altra, duplicazione su entrambe (per sicurezza), raw in una e jpeg nell’altra. Ancora più sotto c’è il pad a quattrovie con al centro il pulsante di conferma. I pulsanti comandano, dall’alto in senso orario: modalità di scatto (singolo, continuo) e autoscatto, stile foto, pulsante personalizzabile e bilanciamento del bianco. In basso infine abbiamo il pulsante per modificare le informazioni visibili sullo schermo: premuto una prima volta visualizza una schermata con le impostazioni della fotocamera; una seconda pressione porta ad un pannello interattivo che consente di modificarle. All’estrema destra il pulsante per il richiamo dei menu.
Sul lato destro c’è l’alloggiamento delle due schede di memoria SD protetto da uno sportellino in plastica con perni metallici.
Sul quello sinistro ci sono diverse connessioni. Uno sportello in gomma protegge le prese USB, HDMI e per l’alimentatore esterno. Sopra ci sono le prese per microfono esterno e per cuffia, protette entrambe da uno sportellino in gomma. A lato del bocchettone innesto ottiche ci sono poi diversi comandi. Dal basso c’è una levetta che consente di scegliere fra la messa a fuoco automatica e quella manuale. Coassiale ad essa un pulsante che in unione alla ghiera anteriore consente di scegliere fra autofocus singolo AFS e continuo AFC, e con quella posteriore i punti AF fra tutti i 33 con scelta automatica, zona da 9 spostabile con i pulsanti del pad, singolo spostabile sempre con il pad e solo centrale. Più in alto un pulsante personalizzabile con una funzione particolare: se premuto assegna temporaneamente per lo scatto successivo il formato di salvataggio raw. Il pulsante più in alto infine disabilita le ghiere ed i pulsanti di regolazione per evitare di impostare inavvertitamente regolazioni erronee. Sul fianco del pentaprisma si vede la presa sincro per flash esterni.
Nella parte inferiore troviamo l’inesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivo e uno sportello che protegge l’alloggiamento della batteria ricaricabile agli ioni di litio.
Sull’obiettivo ci sono la ghiera per lo zoom molto amppia e quella per la messa a fuoco piuttosto stretta e un po’ scomoda.
In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– batteria ricaricabile D-LI90
– caricabatteria con cavoB
– la cinghia a tracolla
– la conchiglia di gomma per l’oculare
– il tappo per il corpo, per l’oculare, la presa sincro e per la slitta flash
– il manuale stampato,
– un CD con il software Digital Camera Utility 5 per la conversione delle immagini raw.
Come accessori sono disponibili:
– impugnatura portabatteria D-BG6
– batteria supplementare agli ioni di litio D-LI90
– kit caricabatteria K-BC90
– kit adattatore di rete K-AC132E
– telecomando impermeabile O-RC1
– cavo di scatto CS-205
– vari flash Pentax dedicati
– kit di pulizia sensore O-ICK1
Menu e schermate
Schermate
Live view
Menu
Obiettivi
La K1 adotta l’innesto obiettivi Pentax KAF2. questo è compatibile con tutti gli obiettivi con innesto K, anche del passato e senza autofocus. Per usare gli obiettivi più vecchi che non hanno la posizione A sull’anello dei diaframmi è però necessario informare la macchina dell’apertura massima dell’obiettivo e saranno usabili con limitazioni per la misura automatica dell’esposizione.
Tutti gli obiettivi autofocus, anche quelli non dotati di motore AF, possono essere invece usati senza limitazioni.
Attualmente il corredo di obiettivi Pentax per il formato fullframe, cioè per la K1, è però ancora abbastanza limitato.
Sono disponibili 5 zoom D-FA 15-30/2,8 WR, 24-70/2,8 WR, 28-105/3,5-5,6 WR, 70-200/2,8 e 150-450/4,0-5,6, due focali fisse macro 50/2,8 e 100/2,8 WR, 3 Limited 31/1,8, 43/1,9 e 77/1,8 e due FA 35/2,0 e 50/1,4. Oltre a questi sono disponibili tre obiettivi DA che coprono anche il formato fullframe, 200/2,8 SDM, 300/4,0 SDM e 560/5,6.
Anche i fornitori di obiettivi universali dispongono di una gamma ridotta per la Pentax fullframe. Sigma ha 35/1,4 Art, 300/2,8, 500/4,5, 70-300/4,0-5,6 Macro in versione normale e Apo e 15/2,8 fish-eye. Tamron dispone di 90/2,8 Macro, 70-300/4,0-5,6 Macro, 28-75/2,8 Macro, 70-200/2,8 Macro e 28-300/3,5-6,3 Macro.
Sono poi disponibili gli obiettivi Samyang, di alta qualità, ma a messa a fuoco manuale, dal 12 mm f/2,8 al 135 mm f/2,0 con numerose focali ad alta luminosità f/1,4.
In pratica si tratta di 26 obiettivi autofocus più 10 a fuoco manuale che per fortuna coprono un’ampia gamma di focali, anche se mancano ad esempio un obiettivo da ritratto di elevata luminosità come un 85 mm f/1,4 o dei supergrandangoli a focale fissa. Questo attualmente è un po’ l’unico limite della K1.
Uso in pratica
Per la prova ho avuto a disposizione una K1 dotata dell’obiettivo D-FA 28-105 f/3,5-5,6 WR protetto, come il corpo, da polvere ed acqua. Ho usato anche un obiettivo Pentax D-FA 35 mm f/2,0.
La K1 ha un aspetto massiccio e professionale. In realtà è un po’ più piccola di altre reflex fullframe, ma forse per questo sembra abbia uno spessore maggiore. Il numero dei suoi comandi poi può inizialmente intimidire un neofita. Alcuni però sono originali ed esclusivi di Pentax e si rivelano nell’uso molto utili e pratici.
La costruzione e la realizzazione sono ottime con il rivestimento in metallo con finitura leggermente ugosa, all’apparenza molto resistente, e la parte inferiore rivestita in un materiale plastico zigrinato e antiscivolo.
L’obiettivo in prova è di dimensioni abbastanza contenute e costituisce con la macchina un insieme equilibrato e abbastanza maneggevole nonostante il peso non indifferente. Delle caratteristiche e qualità dell’obiettivo parlerò nella pagina delle prestazioni.
I comandi hanno una disposizione molto razionale, sono tutti a portata di dita e facilmente raggiungibili e memorizzabili. Alcuni non seguono il classico schema delle reflex della concorrenza e quindi richiedono un minimo di studio e di abitudine per poter essere usati rapidamente.
Già ad un primo sguardo si vede infatti che la manopola delle modalità di funzionamento è diversa dal solito. infatti oltre alle classiche posizioni P (program), Av (priorità dei diaframmi), Tv (priorità dei tempi), M (manuale), Auto (regolazione totalmente automatica) e le 5 posizioni U per memorizzare le impostazioni utente prevede alcune impostazioni originali. TAv è infatti un funzionamento particolare a priorità di tempi e diaframmi. In pratica si selezionano con la ghiera anteriore il tempo di scatto, con quella posteriore il diaframma e la macchina regolerà l’esposizione agendo sul terzo parametro, la sensibilità Iso. Alcune macchine offrono lo stesso tipo di funzionamento usando l’esposizione manuale e l’automatismo per la sensibilità Iso, ma nel caso della K1 questo è esplicitato in un apposito modo di funzionamento, diverso dall’esposizione manuale nella quale si vogliono regolare manualmente i tre parametri di esposizione, guidati da un riferimento graduato che indica la differenza fra la regolazione scelta e quella misurata dalla macchina. Ci sono poi, sempre sulla manopola delle modalità di funzionamento, la posizione X per la sincronizzazione dei flash e quella B per la posa.
Interessante poi anche la presenza della manopola definita Function dial, sulla destra del pentaprisma, che consente di scegliere una funzione da associare alla terza ghiera di comando all’estrema destra per regolarla rapidamente anche con l’occhio al mirino. Alcune di queste regolazioni sono però già associate a pulsanti, come la compensazione dell’esposizione e la sensibilità Iso, anche se indubbiamente associalrle alla Setting dial consente di usarle più rapidamente evitando di premere un pulsante prima di ruotare la relativa ghiera di regolazione. Altro comando particolare e molto utile è il pulsante verde sul dorso in alto alla destra dello schermo. Questo quando premuto ha due funzioni: consente, se si sta operando in manuale, di impostare un’impostazione di esposizione corretta secondo quanto misurato dalla macchina (Hyper Manual) che poi può essere modificata, oppure di riportare la regolazione Iso su auto se precedentemente era stata regolata manualmente. C’è poi il pulsante in alto a sinistra a fianco del bocchettone di innesto degli obiettivi che consente di salvare in raw lo scatto successivo se la fotocamera è impostata per salvare in jpeg.
Anche nella modalità P Program il funzionamento della K1 è originale. Infatti se in questa modalità si varia il tempo di scatto, con la ghiera anteriore, o il diaframma, con quella posteriore, la macchina passa istantaneamente alle priorità di tempo o di diaframma (Hyper Program).
Per poter usare questi comandi con rapidità è necessario capirli e provarli un attimo, ma poi si rivelano estremamente comodi ed utili e viene da chiedersi perchè le altre macchine non li hanno.
Tutti gli altri comandi sono comodi e pratici, compensazione esposizione, sensibilità Iso, entrambi sull’impugnatura e a portata di indice o medio anche con l’occhio al mirino, e gli altri sul dorso, bilanciamento del bianco, modalità di scatto, flash azionabili col pollice, tranne quello per variare la misurazione esposimetrica che richiede la mano sinistra. Anche il live view si aziona immediatamente con l’apposito pulsante a sinistra. Solo per le riprese video bisogna ricordarsi di mettere prima la leva di commutazione sulla posizione video.
C’è poi un’altra funzione che consente di regolare rapidamente tutte le impostazioni della macchina senza entrare nei menu. Premendo il pulsante Info si visualizza una schermata che le riassume tutte, premendolo una seconda volta si ottiene un pannello interattivo, un menu rapido, che consente di modificare ciascuna impostazione spostandosi con i tasti del pad e premendo il pulsante centrale Ok per entrare nella lista delle scelte possibili.
Un’altra caratteristica particolare della K1 è l’illuminazione di alcuni comandi e di alcuni punti particolari della macchina. Premendo infatti il pulsante di illuminazione, dieto quello di scatto, non si illumina solo il piccolo schermo LCD che riporta le principali impostazioni della macchina, ma anche alcuni led, posizionati sopra il bocchettone di innesto obiettivi, sopre gli alloggiamenti delle schede di memoria e dietro lo schermo orientabile. Questo serve per agevolare l’uso della macchina in condizioni di poca luce, illuminando l’innesto obiettivi ed i principali comandi e mi è stato molto utile per gli scatti notturni.
Il mirino a pentaprisma con copertura del 100 % e ingrandimento reale di 0,7x è molto ampio e luminoso come in ogni fullframe. I punti AF sono ben posizionati anche se coprono solo la parte centrale dell’inquadratura, ma questo è il difetto comune di tutte le reflex fullframe. Quelli attivi sono visualizzati in verde al momento della messa a fuoco. Alla sua base sono visualizzate tutte le impostazioni della fotocamera, tempi, diaframmi, sensibilità, compensazione dell’esposizione, modalità di scatto, impostazione flash, blocco AE/AF e conferma messa a fuoco, quindi si può scattare senza distogliere l’occhio dal mirino.
Nel mirino è possibile visualizzare due utilissime livelle, sull’asse longitudinale e trasversale della fotocamera, che aiutano a scattare le foto dritte.
Lo schermo da 3,2″ con 1.040.000 pixel ha un’elevata nitidezza, ma come tutti gli schermi non consente una visione ottimale in condizioni di forte illuminazione, specialmente in controluce. Quando la macchina è accesa può visualizzare tutte le sue impostazioni, ma se questo da fastido può essere oscurato con il pulsante Info. Con questo si possono anche visualizzare una livella per gli assi di rotazione longitudinale e trasversale utile in realtà solo in live view o con la fotocamera su treppiedi, o una bussola. E’ poi possibile visualizzare, come già detto, un apposito menu rapido che consente di effettuare la maggior parte delle impostazioni della fotocamera. La sua articolazione è molto particolare e consente di orientarlo nella posizione più comoda per riprese dal basso, dall’alto e lateralmente. La sua articolazione consente anche di mantenerlo in asse con l’obiettivo anche se inclinato.
In live view possono essere visualizzati sullo schermo una livella a due assi come nel mirino ed una bussola.
La K1 è dotata di stabilizzatore integrato a “5 assi” sul sensore. Lo stabilizzatore funziona con tutti gli obiettivi, ma per quelli meno recenti opera solo su 3 assi. Per la sua efficacia si veda la pagina delle prestazioni.
La possibilità di muovere il sensore ha però consentito a Pentax di sviluppare alcune interessanti funzioni accessorie.
La prima è il cosiddetto Pixel Shift Resolution System. Pilotata dal meccanismo SR (Shake Reduction), la funzione Pixel Shift Resolution System della K-1 acquisisce quattro immagini della stessa scena spostando il sensore immagine di un singolo pixel per ciascuno scatto, quindi le sintetizza in un’unica immagine composita a elevata risoluzione. Rispetto al sistema tradizionale basato sulla matrice di Bayer, questa innovazione ricava i dati del colore RGB per ciascun pixel, fornendo immagini dai colori più fedeli e, evitando l’interpolazione, con maggiore risoluzione, senza il minimo accenno di falsi colori. Questo sistema riduce al minimo anche il rumore alle alte sensibilità. Le immagini acquisite con Pixel Shift Resolution System si possono salvare anche come file di formato RAW, sia PEF che DNG. Si possono sviluppare questi file già all’interno della fotocamera, regolando i parametri oppure attivando e disattivando l’effetto Pixel Shift Resolution nel creare una nuova immagine. Usando però il formato DNG con Adobe Lightroom questo non è possibile, quindi si deve usare esclusivamente il software fornito da Pentax, Digital Camera Utility 5. Vedere i risultati nella pagina delle prestazioni. Per usare questa funzione è necessario mettere la fotocamera su treppiedi per evitare movimenti fra uno scatto e l’altro e usare l’autoscatto o il telecomando per evitare la minima vibrazione. E’ poi un tipo di ripresa adatta a soggetti statici. se ci sono parti o soggetti in movimento è possibile attivare la funzione Motion Correction, sia direttamente sulla fotocamera, sia in fase di conversione da raw con DCU5, che compone l’immagine eliminando (per quanto possibile) il movimento.


Un’altra funzione interessante consentita dalla stabilizzazione è la Composition Adjustment che consente, operando in live view di aggiustare la composizione spostandola in tutte le direzioni e ruotandola, il tutto entro i limiti consentiti dal movimento del sensore. Anche questa funzione si rivela utile essenzialmente su treppiedi.
La possibilità di movimento del sensore consente inoltre, in unione al ricevitore GPS, la funzione Astrotracer. In pratica attivando e calibrando il GPS è possibile inquadrare e inquadrare un oggetto celeste, scattando con pose lunghe fino a 5 minuti, evitando che venga rappresentato come una linea a causa del moto terrestre. L’astrotracer infatti inseguirà il soggetto muovendo opportunamente il sensore.
Infine sempre tramite il movimento del sensore è possibile ottenere la simulazione del filtro antialias. Sfruttando microscopiche vibrazioni del sensore è infatti possibile simulare l’effetto del filtro antialias con due diversi gradi di efficacia quando si fotografa un soggetto che può comportare il rischio di effetto moirè come oggetti a trama fine o con motivi fini ripetitivi. Anche per l’effetto di questo filtro vedere la pagina delle prestazioni.


In realtà però durante il test non ho mai riscontrato effetto moirè, anche per soggetti che con altre fotocamere vi avevano dato luogo, pur non avendo mai usato la simulazione AA.
L’autofocus Safox 12, a rilevamento di fase, ha 33 punti AF di cui 25 a croce e i tre central con una maggiore sensibilità per gli obiettivi con luminosità di f/2,8 o maggiore. In live view o durante le riprese video la messa a fuoco è effettuata dal sensore con il sistema a rilevamento di contrasto.
La copertura dei 33 punti AF è prevalentemente sulla parte centrale dell’inquadratura.
Se si usa la fotocamera per salvare le foto nel formato ridotto APS (vedi più avanti), invece la copertura comprende la maggior parte dell’inquadratura.
L’autofocus può funzionare in modalità singola AFS o continua AFC. In ciascuna modalità è possibile assegnare la priorità alla messa a fuoco o allo scatto.
In AFC è possibile distinguere fra quella per lo scatto singolo e quello continuo e in questo caso fra il primo scatto e quelli successivi.
In AFC è anche possibile regolare la sensibilità dell’autofocus agli spostamenti del soggetto in modo di adeguare la velocità di spostamento del fuoco alle sue caratteristiche.
E’ poi possibile, in tutte le modalità, attivare o meno la luce ausiliaria.
La scelta dei punti AF può essere automatica sull’intera area di 33 punti, oppure su una zona di 9 punti spostabile sull’area AF con i tasti del pad, o su un singolo punto, anche questo rilocabile con il pad o infine sul solo punto centrale. In AFC c’è anche la possibilità, quando si sceglie un singolo punto AF, di scegliere un’area attorno al punto scelto rispettivamente di 8, 24 o 32 punti che possono essere usati per la messa a fuoco qualora il soggetto esca dal punto prescelto.



In live view l’autofocus, a rilevamento di contrasto, può essere impostato in: rilevamento dei volti, inseguimento, 35 punti AF fra i quali se ne possono scegliere 1, 9,15, 25 o tutti e ridimensionabili, e infine solo il punto centrale.
Anche in questo caso si può scegliere la priorità di fuoco o di scatto.
La messa a fuoco manuale col mirino reflex è abbastanza difficoltosa perchè lo schermo di visione, di tipo chiaro, non la consente facilmente e non c’è nessuna indicazione che la assista. In live view è possibile ed assistita tramite l’evidenziazione dei contorni (focus Peaking).
L’autofocus naturalmente può essere tarato con precisione per i singoli obiettivi in uso, fino a 20, come in tutte le fotocamere professionali.
La profondità di campo può essere valutata, otticamente o digitalmente (in live view), scegliendo la modalità da menu e spostando l’interruttore di accensione sull’apposita posizione.
L’autofocus reflex della K1 si è sempre dimostrato molto sensibile (circa -3 EV) e piuttosto veloce in ogni condizione. Anche in raffica ha sempre messo a fuoco e seguito il soggetto (auto a 80-90 kmh) senza problemi. In live view l’AF a rilevamento di contraso è molto meno sensibile e più lento, anche se ancora accettabile, ma molto preciso.
L’esposizione può essere totalmente automatica in Auto. In questo caso la fotocamera esegue tutto automaticamente compresa la selezione della scena e dello stile. In alternativa si possono usare il programma P con la possibilità di passare automaticamente alle priorità dei tempi o dei diaframmi, funzione Hyper Program, modificando con le ghiere anteriore o posteriore uno dei due parametri.

Ci sono poi le esposizioni a priorità, Tv ai tempi, Av ai diaframmi, per le quali è possibile, come per il program, impostare la sensibilità Iso automaticamente, e Sv alla sensibilità, scelta esclusiva delle Pentax. C’è poi una priorità particolare, TAv, in cui si sceglie il tempo e il diaframma e la fotocamera regola la sensibilità per ottenere la giusta esposizione. In alcune fotocamere ciò avviene in manuale scegliendo la impostazione automatica della sensibilità, invece nella K1 è una modalità di funzionamento esplicita. Infine c’è l’esposizione manuale per la quale si devono scegliere tutti e tre i parametri, tempo, diaframma e sensibilità che in questo caso non può essere automatica. In manuale però c’è un ausilio all’esposizione con la funzione Hyper Manual: premendo il pulsante verde la macchina imposta un’esposizione corretta secondo il suo esposimetro che può essere modificata secondo le intenzioni del fotografo.

In P Program è possibile anche scegliere la modalità con cui la K1 determina il tempo e il diaframma: auto, normal, priorità ai tempi veloci, priorità alla profondità di campo ampia, priorità alla profondità di campo ristretta e selezione della migliore apertura per l’obiettivo usato.
In modalità Iso Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo e consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!). Si può comunque variare la curva di impostazione della sensibilità per privilegiare tempi di scatto più veloci o più lenti; si può poi selezionare la sensibilità minima e quella massima impostabile automaticamente fra 100 e 204800 Iso. La lettura esposimetrica può essere valutativa, spot o pesata al centro.
L’esposizione si è dimostrata sempre corretta sia con molta luce sia di notte anche in presenza di forti contrasti e solo in casi veramente al limite ho dovuto apportare delle correzioni. Nelle foto notturne però è preferibile sottoesporre di 2/3 o 1 stop per non ottenere foto sovraesposte e non realistiche.
Il bilanciamento del bianco può essere automatico o impostato su 9 diversi valori predefiniti in funzione della luce disponibile. Può essere anche personalizzato misurando la luce e memorizzando fino a 3 diverse misure e può essere tarato in gradi Kelvin.
L’otturatore della K1 prevede tempi da 30 secondi a 1/8000 più la posa B e il sincro X per flash a 1/200 ed è testato per 300.000 scatti.
In live view si può anche usare l’otturatore elettronico con tempi fino a 1/16000 per ottenere la massima silenziosità di scatto. Questa possibilità è stata introdotta con l’aggiornamento firmware V1.30 del 29/09/2016.
Le foto possono essere personalizzate con vari stili: : automatico, brillante, naturale, ritratto, paesaggio, vivace, radioso, attenuato, piatta, ometti sbianca, dia, monocromatico e cross processing. Per ciascuno si possono personalizzare nitidezza, contrasto, saturazione e tonalità colore.
La K1 dispone di numerose filtri digitali: estrazione colore, sostituzione colore, fotocamera giocattolo, retrò, alto contrasto, ombreggiatura, inversione colore, colore unico forte, monocromatico forte, espansione tonale, schizzo, acquerello, pastello, posterizzazione, miniatura, soft, effetto stelle, fish-eye, slim e monocromatico.
Le foto possono essere salvate in formato 3:2 e in varie dimensioni, cioè risoluzioni: in jpeg L a 36 Mpx (7360×4912), M a 22 Mpx 5760×3840), S a 12 Mpx (4224×2816) e XS a 2 Mpx (192×1280) con tre livelli di compressione; quelle raw RAW sono sempre da 36 Mpx e possono essere salvate in PEF, formato nativo Pentax, o in DNG con profondità di colore di 14 bit. Ovviamente le foto possono essere salvate in formato raw più jpeg.
Esiste poi la possibilità di scattare le foto in formato APS-C. Rispetto a scattare in formato pieno, anche a risoluzioni ridotte, scattare in APS-C significa ritagliare le foto a questo formato ridotto. Il ritaglio è indicato da una cornice scura che compare nel mirino reflex e comporta un fattore moltiplicativo di 1,5x per la focale degli obiettivi. Le foto possono essere salvate in jper con le risoluzioni L 15 Mpx (4800×3200), M 12 Mpx (4224×2816), S 8 Mpx (3456×2304) e XS 2M (1920×1280). In raw sono sempre 15 Mpx (4800×3200).
La K1 dispone di due alloggiamenti per schede di memoria SD/SDHC/SDXC UHS-I compatibili. Questa è una caratteristica fondamentale ed irrinunciabile per le fotocamere professionali. Le schede possono essere usate in diversi modi: sequenziale, prima la macchina scrive su una, poi quando è piena passa alla seconda; in parallelo, le foto sono salvate contemporaneamente sulle due schede per motivi di sicurezza; in una le foto jpeg e nell’altra le raw.
La scrittura è però abbastanza lenta, anche a causa delle grandi dimensioni dei file, e questo in alcuni casi può rallentare un po’ l’operatività della macchina. Sarebbe preferibile che Pentax adottasse le più veloci, anche se meno diffuse e più costose, XQD o almeno le CFast 2.
Questa reflex, come quasi tutte le professionali, non dispone di flash integrato. Sul pentaprisma c’è la slitta di contatto per un flash esterno Pentax o compatibile, mentre sul suo fianco sinistro si trova il contatto sincro per i flash professionali. Il tempo di sincronizzazione massimo è di 1/200. Con i flash Pentax è possibile la sincronizzazione anche sui tempi veloci e il comando di più flash senza fili.
La K1 dispone di diverse velocità di raffica sia per la modalità a pieno formato che per quella APS. A pieno formato H alta a 4,4 fg/s per 70 jpeg o 17 raw, M media 3 fg/ per 100 jpeg o 20 raw e L bassa a 0,7 fg/s per 100 jpeg o raw. In formato APS-C si hanno invece: H 6,5 fg/s per 100 jpeg o 50 raw, M 3 fg/s per 100 jpeg o 70 raw e L a 1 fg/s per 100 jpeg o raw.
Per le prestazioni vedere la pagina relativa.
La ripresa video consente di riprendere video Full HD a 1920×1080 pixel con codec MPEG-4 AVC/H.264 in formato MOV e frequenza 60p (59,94), 50p, 30p (29,97), 25p o 24p (23,98). E’ disponibile anche una ripresa con formato HD a 1280×720 pixel 60p o 50 fg/s. La durata del video è variabile in funzione del formato e della frequenza; può raggiungere i 25 minuti o 4 Gb di dimensione del file.
Durante la ripresa la messa a fuoco è continua o manuale. L’esposizione può essere manuale oppure usare le priorità Av (diaframmi) o TAv (tempi e diaframmi). Si possono anche usare tutti i profili colore disponibili e i filtri digitaliPer iniziare la ripresa è necessario mommutare la piccola leva sotto la Function dial in “filmato” e poi premere il pulsante di scatto.
E’ possibile produrre anche dei video usando lo scatto intervallato anche per riprese astronomiche. In questo caso possono essere anche in formato 4K.
La macchina è dotata di connessione Wi-Fi che consente il suo collegamento diretto ad uno smartphone o tablet, Android o iOs, su cui sia installata l’app Pentax Image Sync. Con questa è possibile controllare da remoto la fotocamera, mettendo a fuoco e scattando immagini in live view, rivedere le foto sulla scheda della fotocamera ed eventualmente trasferirle sul dispositivo e infine modificare le impostazioni.
Infine la K1 è dotata anche di ricevitore GPS. Questo può essere usato per registrare le posizioni della fotocamera sulla scheda di memoria, per la funzione Astrotracer e per sincronizzare la data e l’ora della fotocamera con le informazioni ottenute dalla rete GPS.
Nell’uso la K1 si è dimostrata una delle migliori fotocamere provate. Il suo peso ed ingombro sono abbastanza importanti e richiede una borsa per il trasporto. Le sue capacità di autofocus e le numerose possibilità di regolazione e di funzionamento la rendono però adatta a tutti gli usi, tranne forse la foto sportiva.
Il mirino è ottimo e consente una visione adeguata. Quando invece si deve usare lo schermo, come per le riprese video, ci si accorge che ha i soliti difetti di tutti gli schermi: in esterni con il sole si vede poco. L’accensione è immediata. L’interruttore disposto sulla destra, coassiale al pulsante di scatto, è molto comodo, almeno per chi trasporta la maccina tenedola per l’impugnatura con la mano destra e rende l’accensione velocissima. I comandi sono molto pratici e completi e consentono la maggior parte delle regolazioni con l’occhio al mirino, anche se il loro elevato numero e le funzioni particolari richiedono una consultazione preventiva del manuale d’uso e un minimo di apprendimento, ma già dopo un giorno mi sono trovato benissimo e mi sono chiesto perchè anche altre fotocamere non hanno questi comandi e queste funzioni. Molto pratica anche la visualizzazione sullo schermo delle principali impostazioni. Questo può rimanere acceso opzionalmente e permette di verificare molto meglio del piccolo pannello LCD superiore tutte le impostazioni. Poi quando si preme il pulsante di scatto a metà si spegne e non disturba per l’inquadratura. Impagabili poi i led di illuminazione che mi hanno agevolato moltissimo nello smontare e rimontare gli obiettivi di notte e nell’individuare i pulsanti.
Le foto sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 204800 Iso, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare la qualità d’immagine, e foto di esempio, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 100 Iso. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con Adobe Lightroom.
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Prestazioni
Galleria
Conclusioni
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