Fujifilm X-T4: prestazioni & conclusione

Sensore

La X-T4 monta un X-Trans BSI-CMOS IV di dimensioni APS e con 26 Mpx dotato di matrice dei filtri colore aperiodica, esclusiva Fujifilm, e senza filtro antialias.
Il sensore è dotata di 2,17 Mpx di pixel mascherati che consentono di effettuare la messa a fuoco a rilevamento di fase tramite lo stesso.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione sempre della sensibilità.

Rapporto segnale/rumore

In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg usando per tutte le fotocamere Adobe Lightroom. In questo modo si uniforma il trattamento di tutti i raw applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva di rumore della Sony A9 II è il riferimento. Come confronto con altre APS ho aggiunto la curva della Sony A6600 e della Nikon Z50.

Le sensibilità ISO della X-T4 si sono rivelate inferiori al valore nominale di circa 1/2 stop. In pratica 100 ISO equivalgono a 72, 200 a 150 e così di seguito. Nella rilevazione della curva ho usato i valori ISO nominali, ma di conseguenza ho anche corretto il grafico per tenere conto dei valori effettivi. Questo sposta leggermente la curva rispetto a quella con i valori nominali.
L’andamento della curva di rumore corretta è comunque molto buono con un rumore pari al riferimento fino a 1600 ISO. Poi aumentando la sensibilità la X-T4 ha un rumore maggiore da 1/2 stop a 1 a 6400 ISO, mentre aumentando ancora la differenza si riduce tornando a 1/2. Rispetto alla Sony A6600 la differenza è a favore della Fujifilm con un vantaggio di 1/2 stop, tranne che alla massima sensibilità. Rispetto alla Z50 c’è una differenza a favore di quest’ultima da 6400 ISO in poi con un rumore inferiore mediamente di 1/2 stop, tranne a 12800 dove è di 1 stop.
Una prestazione ottima, fra le migliori della classe APS.

Le foto di prova sono state scattate a tutte le sensibilità disponibili in raw, da 160 a 12800 ISO. Le foto sono state convertite con CaptureOne for Fujifilm azzerando la riduzione di rumore.

Foto raw senza riduzione di rumore

Il rumore comincia ad essere percepibile solo a 1600 ISO in forma finissima. A 3200 ISO pur essendo presente è sempre molto fine, prevalentemente in forma di rumore di luminanza con puntini molto piccoli che non disturbano; a 6400 è invece ben visibile, con una componente colore che sarebbe opportuno ridurre; a 12800 è eccessivo e la sua riduzione è necessaria.

Foto raw con riduzione dei falsi colori

Riducendo i falsi colori, senza perdita di nitidezza, le foto a 1600 e 3200 ISO sono praticamente pulite, mentre quella a 6400 ISO presenta solo una “grana” di puntini scuri che da poco fastidio. A 12800 è invece necessaria anche la riduzione del rumore di luminanza.

Foto raw con riduzione di rumore

Applicando una riduzione di rumore ben calibrata la situazione cambia di poco per le foto da 1600 e 3200 ISO. Quella a 6400 diventa abbastanza pulita con una piccola perdita di nitidezza, mentre a 12800 è meglio non applicare una riduzione eccessiva ed accettare un po’ di rumore per non perdere troppo in nitidezza.

Foto raw a 10 Mpx senza riduzione di rumore

Normalizzando le foto senza riduzione di rumore a 10 Mpx (adatti per una stampa A4 circa 20×30 cm) si guadagna uno stop e le foto fino a 3200 ISO non presentano rumore, quella a 6400 lo ha, ma in maniera appena percepibile e non fastidiosa, a 12800 invece il rumore è visibile e potrebbe essere necessario ridurlo.

Foto raw a 10 Mpx con riduzione dei falsi colori

In questo caso le foto fino a 3200 ISO sono pulite e quella a 6400 è accettabile. Solo per i 12800 ISO è necessario un intervento di riduzione.

Foto raw a 10 Mpx con riduzione di rumore

Tutte le foto non presentano rumore e grazie al ridimensionamento la perdita di nitidezza è ridotta..

Foto jpeg dalla fotocamera

Le foto presentano ottima nitidezza e nessun rumore fino a 1600 ISO. Oltre il rumore è eliminato, ma si nota una progressiva perdita di nitidezza, in particolare a 12800 ISO.

Una buona prova per un sensore APS, anche se non la migliore della categoria. In pratica si può scattare senza riduzione di rumore fino a 3200 ISO e con una riduzione fino a 6400 con una modesta perdita di nitidezza.

Gamma dinamica

La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Sony A9 II come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.

La X-T4 ha una gamma dinamica inferiore alla A9 II mediamente di 1/3 di EV fino a 400 ISO e 2/3 di EV a partire da 800 ISO. Anche in questo caso una prestazione ottima per una APS.

Per verificare anche in pratica la gamma dinamica e la capacità di recupero di sotto e sovraesposizioni ho scattato delle foto di paesaggio urbano, tutte alla stessa sensibilità di 160 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 5 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con Lightroom.

In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -5 stop; il rumore però con questa sottoesposizione diventa alto. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di -2 stop. In sovraesposizione invece si possono recuperare fino a +2 stop poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile e le foto diventano piatte e grigiastre.

Invarianza ISO

Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in esterni in poca luce per l’esposizione corretta a 6400 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -5 stop, cioè 200 ISO, infine ho convertito l’immagine con Lightroom correggendo l’esposizione.

Con una sottoesposizione di -5 stop, 200 ISO, e una correzione in conversione da raw il rumore è eccessivo e superiore a quello della foto esposta correttamente a 6400 ISO, inoltre la foto assume una dominante violacea. A – 3 stop, 800 ISO, il rumore nelle parti illuminate è analogo a quello della foto a 6400 ISO, mentre nelle parti nere, come il cielo, è appena superiore. Da -2 stop, 1600 ISO, il livello di rumore è equivalente a quello della foto esposta correttamente a 6400. Il sensore quindi consente una buona invarianza ISO e si può arrivare fino a -3 stop di sottoesposizione.

Recupero gamma dinamica HDR

La X-T4 dispone, come tutte le Fujifilm, di una funzione automatica per incrementare la gamma dinamica definita HDR. Questa può essere incrementata, dal 100 % valore standard senza compensazione, al 200 e 400 %, in modo manuale o automatico. Per aumentarla al 200 % la sensibilità ISO minima deve essere 320 e per il 400 % di 640 ISO.
Per verificarne l’efficacia ho scattato delle foto in una situazione di alto contrasto usando la sensibilità di 160 ISO. La foto è stata esposta per il cielo nuvoloso con misurazione spot ed esposizione manuale a 1/2000 e f/6,4. Poi ho scattato in program, misurazione matrix, con l’esposizione determinata dalla fotocamera e impostando il recupero della gamma dinamica auto (1/750 f/5,6 320 ISO) e poi del 200 % (1/850 f/5,6 320 ISO) e 400 % (1/1600 f/5,6 640 ISO) e infine senza compensazione, cioè 100 % (1/350 f/5,6 160 ISO). Gli scatti sono stati effettuati tutti in raw e jpeg normal.

La foto scattata per le luci è ovviamente molto sottoesposta per le ombre; convertendo il raw però si riesce a recuperarne completamente le ombre mantenendo la leggibilità delle alte luci. Usando l’ampliamento della gamma dinamica in jpeg si vede invece che anche in auto o al 400 % le ombre sono ben leggibili, ma le alte luci recuperate solo parzialmente; senza recupero della gamma dinamica le ombre sono leggibili, ma le alte luci in buona parte perse.
In conclusione questa funzione può essere di aiuto per recuperare scene a forte contrasto se si vuole usare solo il formato jpeg, ma se si vuole il massimo della qualità è sempre preferibile salvare le foto in raw, o raw più jpeg, esponendo prevalentemente per le luci e lavorare su questo per il recupero delle ombre. L’inconveniente può essere una presenza di un lieve rumore eliminabile per la parte crominanza senza perdita di dettaglio, ma completamente trascurabile se si parte da 160 ISO.

Obiettivi

Con la X-T4 ho avuto la possibilità di provare gli zoom XF 8-16 mm f/2,8 equivalente ad un 12-24 mm, XF 16-55/2,8 equivalente ad un 24-82 mm e XF 50-140 mm OIS equivalente ad un 75-210 mm. Ho avuto modo di usarla anche con i focale fissa 14/2,8, 23/2,0 e 50/2,0 che però analizzerò nella prossima prova della X-Pro3.

Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 24 Mpx della A6600 in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 6240 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 6240:2= 3120 linee. I sensori con filtratura Bayer, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 2184 linee. In questo caso quindi si è arrivati fino a quasi 2300 un po’ più del massimo teorico.

Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore.

Fujinon XF 8-16 mm f/2,8 R LM WR

E’ un supergrandangolo per riprese estreme, di paesaggio, architettura, strada e di eventi, ma che si può usare con alcune cautele anche per ritratti ambientati. E’ costruito interamente in metallo, molto ben rifinito e di dimensioni piuttosto grandi in rapporto al corpo macchina. La lente frontale è piuttosto grande ed esposta, per questo a sua protezione è previsto un piccolo paraluce fisso su cui si può montare il coperchio frontale di protezione. Per questo non si possono montare filtri sull’obiettivo.
E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF.
La costruzione è molto accurata, la ghiera per la messa a fuoco e quella per lo zoom scorrono morbidamente e con precisione. E’ costituito da 20 elementi in 13 gruppi con 4 elementi asferici, 3 ED e 3 super ED. Il motore AF è di tipo lineare (LM). L’angolo di campo è 121°-83,2°. La messa a fuoco minima è di 25 cm con un ingrandimento massimo 0,1x a16 mm. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/22. Il diametro è di 88 mm per 121,5 mm di lunghezza; il peso è 810 g. E’ equivalente ad un 12-24 mm con un’apertura equivalente f/4,0.
Costa 1.650 €.

Risoluzione

Riporto la risoluzione per le focali di 8, 12 e 16 mm.

La risoluzione è buona al centro a tutte le focali a tutta apertura e diventa molto buona da f/4,0 a f/11, poi decade a causa della diffrazione fino a sufficiente/discreto a f/22. I bordi sono molto vicini al centro a tutte le focali ed aperture, cosa eccellente per un grandangolo zoom così spinto. La resa migliore è a 8 mm f/5,6 e f/8,0.
La distorsione è il 9,8 % a barilotto alla focale minima, scompare a 12 mm e diventa il 2, % a cuscinetto a quella massima, ma è corretta automaticamente dalla macchina o dal convertitore raw se possiede il profilo dell’obiettivo.
La vignettatura alla focale minima e a tutta apertura è di circa 1,7 stop e diminuisca aumentando la lunghezza focale a 1 stop a 16 mm, anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal software.

Nota: l’angolo di campo dell’obiettivo è così ampio che mi è stato impossibile tenere fuori dall’inquadratura l’ombra della fotocamera e di altre attrezzature.

Questo grandangolo è un ottimo obiettivo, il migliore fra quelli provati in questo test. Impressiona per l’ampio angolo di campo coperto e per l’uniformità della resa fra centro e bordi. Consente riprese alla minima focale con prospettive spinte e inusuali, consentendo riprese di paesaggi urbani e di architettura altrimenti difficili da ottenere. E’ necessario però stare molto attenti nel suo uso, cercare di tenerlo sempre orizzontale nelle riprese architettoniche perché altrimenti si possono ottenere effetti di linee cadenti piuttosto sgradevoli. Anche fotografando persone è opportuno stare molto attenti alle deformazioni prospettiche. Altra avvertenza è quella di non usarlo a f/22, cosa abbastanza inutile data l’amplissima profondità di campo che l’obiettivo offre. La distorsione e la vignettatura non preoccupano perché sono corrette automaticamente o dal software di conversione.
L’unico difetto è la mancanza di un blocco sulla ghiera dei diaframmi nella posizione A auto. che qualche volta può spostarsi accidentalmente.
In conclusione però è un obiettivo che non può mancare nel corredo di molti fotografi e il cui unico ostacolo è il prezzo elevato, ma proporzionato alla qualità ottica e di costruzione

Fujinon XF 16-55 f/2,80 R LM WR

E’ uno zoom standard adatto a molti generi fotografici, il tipico zoom tuttofare usato da molti professionisti ed amatori equivalente ad un 24-70 mm su fullframe, anche se in realtà equivale ad un 24-83 mm. E’ costruito interamente in metallo e abbastanza pesante con dimensioni ragguardevoli. E’ dotato della ghiera dei diaframmi, anche questa senza il blocco per la posizione A. La costruzione è molto accurata, le ghiere per lo zoom e di messa a fuoco scorrono morbidamente e con precisione. E’ costituito da 17 elementi in 12 gruppi con 3 elementi asferici e 3 super ED. Il motore AF è di tipo lineare (LM). L’angolo di campo è 83,2°-29°. La messa a fuoco minima è di 60 cm con un ingrandimento 0,16x, ma può essere impostato in configurazione macro con una messa a fuoco da 30 cm a 10 m in grandangolo e 40 cm a 10 m in tele. Il diaframma ha 9 lamelle e si chiude fino a f/22. Il diametro è di 83 mm per 106 mm di lunghezza il diametro per filtri è di 77 mm,; il peso è 655 g. L’apertura equivalente è f/4,0.
Costa circa 970 €.

Risoluzione

Riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per le focali di 16, 35 e 55 mm.

La risoluzione migliore è a 24 mm, molto buona al centro da tutta apertura a f/8,0 con i bordi buoni. Poi cala progressivamente da f/11 fino a sufficiente a f/22. Alla focale di 35 mm la risoluzione a tutta apertura è solo buona al centro per poi migliorare a molto buona da f/4,0 a f/11 e decrescere fino a discreto a f/22. I bordi, molto inferiori e appena discreti a f/2,8-4,0 migliorano chiudendo il diaframma e raggiungono il centro a f/8,0 per poi seguirlo da vicino nel calo progressivo. A 55, la focale peggiore, il centro non supera il buono con il consueto calo a f/22, mentre i bordi, discreti a f/2,8-4,0, gli si avvicinano da f/5,6 senza mai toccare valori esaltanti.
La distorsione è del 6,1 % a barilotto alla focale minima e diventa 2,3 % a cuscinetto a 35 mm e 3,5 % a quella massima, ma è corretta automaticamente dalla macchina o dal convertitore raw se possiede il profilo dell’obiettivo.
La vignettatura alla focale minima è di circa 1,5 stop, anche questa corretta automaticamente dalla macchina o dal software.

Complessivamente una prestazione buona con una nitidezza non molto elevata, specialmente alle focali maggiori, come si può vedere da molte delle foto pubblicate. Da un obiettivo di questo tipo mi aspettavo qualcosa di più. In ogni caso è una buona scelta per la luminosità e l’escursione focale. Se si vuole una nitidezza ed un’incisione maggiore è poi possibile ricorrere alle numerose focali fisse del catalogo Fujifilm. La distorsione e la vignettatura non preoccupano perché sono corrette automaticamente o dal software di conversione.

Fujinon XF 50-140 mm f/2,8 R LM OIS WR

E’ un telezoom di tipo professionale adatto a riprese sportive, eventi, cronaca, ma anche ritratti. E’ l’equivalente dei 70-200 per fullframe, ma equivale in realtà ad un 75-210 mm. E’ costruito interamente in metallo e di dimensioni medie. su queste focali si incomincia a vedere la differenza dimensionale e di peso tra APS e fullframe. E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF, anche questa senza posizione di blocco in A. La costruzione è molto accurata, la ghiera per la messa a fuoco e quella per lo zoom scorrono morbidamente e con precisione. E’ costituito da 23 elementi in 16 gruppi con 5 elementi ED e 1 super ED. La messa a fuoco minima è di 1 m con un ingrandimento massimo 0,12x in tele. Il motore AF è di tipo lineare (LM). L’angolo di campo è 31,7°-11,6°. Il diaframma ha 7 lamelle e si chiude fino a f/22. E’ dotato di stabilizzazione ottica che consente un guadagno di 5 stop. Il diametro è di 83 mm per 176 mm di lunghezza, il diametro per filtri è di 72 mm, il peso è 995 g. L’apertura equivalente è f/4,0.
L’obiettivo è dotato di una staffa rimovibile per il fissaggio su treppiedi che consente un orientamento a 360°.
Costa 1.300 €.

Risoluzione

Riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per le focali di 50, 90 e 140 mm.

Anche in questo obiettivo la risoluzione migliore si ha alla minima focale, poi questa cala leggermente aumentandola. A 50 mm il centro è buono a tutta apertura, molto buono da f/4,0 a f/11 con il consueto calo a f/22. I bordi sono vicini e si mantengono buoni fino a f/16. Aumentando la focale a 90 mm la risoluzione è buona a f/2,8-4,0, poi molto buona fra f/5,6 e f/11, calando poi per la diffrazione a f/22, con i bordi sempre molto vicini. Alla focale massima la risoluzione non supera mai il buono, con i bordi che cedono un po’, solo discreto, a f/2,8-4,0.
La distorsione è assente a 50 mm, 1,5 % a cuscinetto a 90 mm e 1,4 % alla massima focale.
La vignettatura a tutta apertura varia da 1,3 stop alla focale minima a 1,5 a quella massima; anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal software.

Il 50-140 è un buon tele zoom, tutto sommato non troppo pesante e ingombrante si adatta bene alle dimensioni della X-T4 costituendo un complesso adatto all’uso anche professionale. La sua focale consente anche riprese sportive e naturalistiche a media distanza o di ritratto e la sua luminosità elevata per uno zoom consente riprese anche in condizioni di luce poco favorevoli. E’ un’ottica professionale, ma è un anche ottima scelta per i fotografi esigenti.

Stabilizzazione

La X-T4 è dotata della stabilizzazione a “5 assi” sul sensore a differenza della precedente X-T3 per cui ho effettuato le prove sia con il 16-55 non stabilizzato che con il 50-140 che dispone anche di stabilizzazione ottica.
Con il 16-55 gli scatti sono stati effettuati alla focale massima di 55 mm (83 mm equivalenti) a partire da 1/100 e raddoppiando di volta in volta il tempo di scatto.

16-55

Fino a 1/13 di secondo, 3 stop, si ottengono foto nitide, a 1/6, 4 stop, le foto perdono un po di nitidezza, ma sono ancora buone; a 1/3, 5 stop, si può ottenere qualche foto con una discreta nitidezza, ma il risultato non è garantito.

50-140 OIS

A 1/13 di secondo, 4 stop, si ottengono foto nitide, a 1/6, 5 stop, alcune sono nitide, ma non tutte.
Complessivamente il risultato è buono, anche se inferiore alle specifiche di Fujifilm, 6,5 stop. La combinazione di stabilizzazione fra sensore e obiettivo può garantire uno stop in più di stabilizzazione.

Autofocus

L’autofocus si è dimostrato sempre molto veloce e sensibile anche in condizioni di luce scarsa. Il rilevamento dei volti e degli occhi funziona abbastanza bene e da sicurezza nello scatto di ritratti, anche se certe volte stenta ad individuare i volti e gli occhi specialmente nel caso di persone non inquadrate frontalmente.
Scattando in raffica ha mostrato qualche difficoltà. Usando la funzione Tracking con area allargata non è sempre riuscito ad agganciare il soggetto e spesso ho riscontrato foto fuori fuoco. Questo sia usando i profili autofocus predefiniti sia creando un apposito profilo per tracciare i soggetti in avvicinamento o in allontanamento veloce. Usando invece l’autofocus a zone, con una zona centrale di 3×3 puntata sul soggetto l’autofocus è riuscito a seguire bene i soggetti in movimento veloce. In questo modo è riuscito anche a seguire bene il ciclista.
Nelle riprese video ha funzionato abbastanza bene, mostrando solo qualche incertezza quando si usa lo zoom su soggetti in movimento, prontamente recuperata.
E’ quindi un autofocus efficiente e veloce, ma purtroppo anche nella X-T4 la funzione di inseguimento non riesce ad agganciare bene il soggetto e richiede qualche ulteriore perfezionamento.

Raffica

Le possibilità di scatto in raffica della X-T4 sono piuttosto articolate come esposto nelle impressioni d’uso. Per valutarne le prestazioni ho effettuato le prove usando una scheda SD UHS II da 300 Mbps, scattando in priorità dei tempi a 1/1000 con fuoco manuale, sia in jpeg normal che in raw compresso senza perdita, con batteria ben carica. A tutte le velocità è disponibile la visione live view nel mirino o nello schermo.
Usando esclusivamente l’otturatore elettronico però non è stato possibile rilevare correttamente gli scatti effettuati in quanto la fotocamera in queste condizioni è molto silenziosa e la rilevazione non è attendibile. Presento quindi solo le rilevazioni fatte usando l’otturatore meccanico e le valutazioni con quello elettronico saranno basate solo sull’esperienza pratica.

Jpeg

H con otturatore meccanico a 10 fg/s

Le X-T4 ha scattato a circa 10 fg/s per 15 secondi,poi ha rallentato a 6 fg/s.

H con otturatore meccanico a 15 fg/s

Ha scattato a circa 14 fg/s per 3,5 secondi,poi ha rallentato a 6 fg/s.

Per le prove pratiche ho scattato nella mia consueta postazione di prova a veicoli ad elevata velocità, sia in avvicinamento che in allontanamento, con il 50-140. Ho usato una scheda UHS II da 300 mb/s, esposizione manuale a tutta apertura f/2,8 con tempo di 1/2000, ISO auto per la corretta esposizione, autofocus continuo con opzione bilanciata tra fuoco e scatto, zona centrale di 3×3 punti AF o a inseguimento con profilo per soggetti in accelerazione e con profilo personalizzato, in jpeg normal, provando con l’otturatore elettronico e pieno formato.
In queste condizioni la X-T4 ha scattato raffiche con velocità variabile tra i 15 e i 19 fg/s. L’autofocus è riuscito a seguire bene i soggetti nella modalità a zona sul soggetto con solo qualche fuori fuoco, mentre nella modalità ad inseguimento non è riuscita ad individuare correttamente il soggetto e la maggior parte delle foto sono fuori fuoco.
Non ho notato deformazioni dovute all’otturatore elettronico, come era avvenuto con la X-H1, segno che questo sensore è molto più veloce del precedente nella lettura dei dati.

Prova del ciclista

E’ effettuata riprendendo un ciclista che si avvicina a bassa velocità da circa 50 metri fino a passare a a fianco al fotografo. E’ così possibile valutare la capacità dell’autofocus di seguire il soggetto e tenerlo a fuoco sul volto.
Ho usato il 50-140 mm f/2,8 a tutta apertura per ridurre al minimo la profondità di campo, autofocus continuo a zona 3×3 e rilevamento del volto attivo.
Su un totale di 574 scatti 405 (70 %) sono a fuoco, 120 (21 %) parzialmente a fuoco, sulla maglietta o sulla bicicletta e 49 (9 %) fuori fuoco. La velocità di raffica che nei primi tre secondi è stata di circa 16 fg/s poi, dopo circa 60 scatti, è diminuita progressivamente fino a circa 10 per le ultime foto a causa dell’esaurimento del buffer.
Nella migliore sequenza la X-T4 su 107 scatti ne ha messi correttamente a fuoco 71, 33 erano a fuoco sulla ruota, sul manubrio o la maglietta, ma non sul volto e 3 erano fuori fuoco.
Ne propongo le ultime 31.

Le 20 foto con la scritta verde sono a fuoco sul viso, le 10 con la scritta gialla sono a fuoco sulla maglietta o altro, quella con la scritta rossa è fuori fuoco.
In complesso le prestazioni della X-T4 nelle prove di raffica presentano luci ed ombre. Indubbiamente scattare a 16-18 fg/s mantenendo attivo il live view e con i fotogrammi quasi sempre a fuoco è un’ottima prestazione. Però non si raggiungono le prestazioni promesse e la cosa lascia un po’ perplessi. Anche il buffer di memoria risulta ridotto e si esaurisce abbastanza presto, specialmente in raw. Ugualmente l’autofocus,nella prova del ciclista, non è riuscito a seguire sempre correttamente il soggetto individuandone non sempre il volto anche a distanza ravvicinata.

Video

La X-T4 ha ricevuto parecchia attenzione da parte di Fujifilm per la parte video.
La ripresa video si attiva posizionando l’apposita leva sotto la ghiera dei tempi su video su video e poi usando il normale pulsante di scatto.
Nelle prove ho riscontrato una nitidezza elevata nelle riprese 4K con una corretta esposizione e bilanciamento del bianco, la messa a fuoco ha funzionato bene dimostrando solo raramente qualche incertezza durante l’uso dello zoom, prontamente recuperata. Eventuali passaggi di disturbo davanti alla scena non l’hanno influenzata.

Galleria

Le foto sono state scattate in una cittadina della Toscana, a Roma e in alcune cittadine del sud del Lazio. Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 160 ISO,mentre per le foto in poca luce è arrivata fino a 8000 ISO. L’impostazione colore è stata per tutte quella standard Provia. Ho scattato in raw convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm senza riduzione di rumore, tranne per quelle ad alta sensibilità, oltre 1600 ISO, per le quali ho eliminato il rumore colore.

Le foto risultano tutte ben esposte nelle situazioni normali. In quelle critiche come il controluce o situazioni di alto contrasto la X-T4 tende a privilegiare l’esposizione per le luci sacrificando le ombre. questo può produrre dei jpeg molto contrastati e con ombre scure e poco leggibili, ma se si lavora in raw consente un buon recupero delle ombre come si può vedere nelle foto N° 8, 11, 30, 35, 36 e 75.
I colori sono piacevoli e brillanti senza esagerazioni. Se si vogliono più vivaci si può aumentare la saturazione in macchina per i jpeg o durante la conversione per i raw, o scegliere il profilo Velvia più vivace. La risoluzione e la nitidezza sono buone. Ottime anche quelle notturne. Notare la foto N° 63 scattata a 0,63 secondi per l’efficacia della stabilizzazione.

Conclusioni

Con la X-T4 Fujifilm si rivolge chiaramente al mercato professionale, oltre che all’amatore evoluto per proporre una fotocamera adatta alle riprese di eventi, cronaca, sportive e naturalistiche, paesaggi, ritratti, cerimonie ed altro. Le sue caratteristiche di qualità d’immagine e di velocità, insieme al corpo protetto, ne fanno uno strumento adatto a questi utilizzi, mentre le sue dimensioni contenute e la sua leggerezza, sopratutto  degli obiettivi tele dovuti all’uso del formato APS, ne consentono un trasporto ed un utilizzo facile e senza stress.
L’osservazione che si può fare però è perché per una fotocamera di questo livello si sia mantenuto ancora il formato APS invece di passare al fullframe. Su questo argomento Fujifilm ha la sua risposta: le fotocamere della serie X-Tx, la X-T4 in particolare, sono in grado di soddisfare almeno il 90 % delle esigenze qualitative dei fotografi. Per quelli che per motivi di qualità d’immagine, stampe di grandissimo formato, paesaggi, studio, still life, moda, eventi e altro non ritengono sufficiente la qualità delle fotocamere APS c’è la linea di fotocamere di medio formato GFX che fornisce una qualità superiore a quella delle migliori fullframe.
E’ un argomento però condivisibile solo in parte. Infatti il corpo macchina della X-T4 non è più piccolo ne più leggero di quello di molte mirrorless fullframe, ne potrebbe esserlo se non si vuole limitare la disposizione, il numero e l’accessibilità dei comandi. Riguardo agli obiettivi la differenza c’è certamente per i tele e gli zoom tele: basta guardare e provare il 50-140/2,8 a confronto con un 70-200/2,8 per fullframe oppure il 100-400 a confronto con un 150-600 o infine il 200/2,0 per rendersene conto. Questa differenza si riduce tantissimo, fino ad annullarsi, se si considerano obiettivi normali o grandangoli. Basta vedere l’8-16/2,8 a confronto con un 12-24/2,8 per fullframe o anche il 16-55/2,8 contro un 24-70/2,8, per non parlare del nuovo 50/1,0 a confronto con un 50/1,4 o /1,2 per fullframe. Si deve anche tenere conto infatti che ai fini della profondità di campo e parzialmente anche del rumore (per questo conta anche la qualità del sensore) un obiettivo per APS per equivalere ad uno fullframe deve avere un’apertura di uno stop maggiore.
Sicuramente però uno dei vantaggi di usare un formato APS è quello del costo: se ormai il costo di una X-T4 è vicino a quello di una mirrorless fullframe da 24 Mpx il costo degli obbiettivi Fujinon per APS è inferiore a quello degli obiettivi per fullframe a parità di apertura e di focale equivalente.
Comunque in ogni caso la X-T4 è una gran bella macchina e consente di scattare ottime foto.

Riassumendo:

Costruzione e finitura

Ottimo: la X-T4 è ben costruita e finita, in lega di magnesio e protetta da polvere ed acqua e con le ghiere esterne in metallo.

Ergonomia e comandi

Ottimo: tutti i comandi sono facilmente comprensibili e raggiungibili anche con l’occhio al mirino. Ottima la presenza di ghiere dirette per tempi, ISO e diaframmi per chi apprezza dei comandi simili a quelli delle fotocamere analogiche, anche se in certi casi creano qualche complicazione.

Menu

Molto buono: sono semplici ed abbastanza chiari, salvo alcune opzioni difficili da trovare.

Mirino

Ottimo: ha un’ottima luminosità e risoluzione di buon livello. Consente di usare i menu e di controllare le regolazioni di esposizione. Ottima la funzione di “ribaltamento” per quando si inquadra in verticale.

Schermo

Ottimo:la risoluzione è adeguata alla visualizzazione dei menu ed alla revisione delle foto.  Molto comoda la possibilità di ribaltamento in tutte le direzioni e la funzione per selezionare i punti AF al tocco anche con l’occhio al mirino.

Autofocus

Buono: è rapido e veloce anche per soggetti in movimento e garantisce un’ampia copertura dell’inquadratura. Ha però mostrato qualche difficoltà nelle riprese in raffica in cui la funzione di inseguimento non riesce sempre a centrare il soggetto, meglio usare la zona ristretta, e nel rilevamento degli occhi. Ottimo per le riprese video.

Esposizione

Molto buono: è ottima in buona luce anche se in situazioni di forte contrasto privilegia le luci (ottimo se si lavora in raw) producendo però dei jpeg poco leggibili nelle ombre.

Bilanciamento del bianco

Buono: In automatismo si è dimostrato quasi sempre corretto, tranne che in luce artificiale in cui da dei risultati troppo caldi che è necessario correggere.

Qualità d’immagine

Molto buono: sia per risoluzione e definizione, sia per il contenimento del rumore alle alte sensibilità, specialmente usando il raw e convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm. Notevole la possibilità di scegliere diverse impostazioni di colore che simulano la resa, più vivace o più neutra, delle più famose e valide pellicole Fujifilm.

Raffica

Molto buono: raggiunge i 18 fg/s a pieno formato e in a formato ridotto mantenendo il live view. Un’ottima prestazione che meriterebbe “ottimo”, ma penalizzata dal fatto che è inferiore a quella nominale e che il buffer di memoria piccolo non consente di mantenerla per molto.

Video

Ottimo: riprende video Cine 4K. Per la ripresa si possono usare tutte le modalità di funzionamento e regolare tutti i parametri di esposizione, oltre alla modalità di messa a fuoco e i profili colore, in particolare quelli dedicati al video. Utile la presa per microfono esterno e l’uscita HDMI per un monitor o registratore esterno, ma manca quella per cuffia.

Batteria

Buono: l’autonomia è molto migliorata e si può arrivare a circa 500-600 scatti.

Obiettivi

Ottimo: il corredo non è molto vasto, comprendendo solo 31 obiettivi, ma sono tutte ottiche di ottima qualità e sono disponibili numerose focali fisse di alta luminosità. Eccellente l’8-16/2,8, un po’ deludente però il 16-55/2,8

In conclusione la X-T4 si è dimostrata un’ottima fotocamera adatta anche per impieghi professionali gravosi anche in alternativa a fullframe di analoga risoluzione.
Il prezzo è adeguato alle sue qualità.

Pregi

– costruzione e finitura di ottima qualità
– corpo ed obiettivi protetti da polvere ed acqua
– comandi esterni principali comodi e facilmente raggiungibili
– impostazioni tempi, diaframmi, ISO ed automatismi semplici ed immediate (vedi però difetti)
– ottimo mirino elettronico
– obiettivi di buona qualità e luminosità (vedi però difetti)
– obiettivi tele e zoom di minore peso e dimensioni degli equivalenti per fullframe
– modalità di simulazione film e resa colori ottime
– stabilizzazione ottica abbastanza efficace(vedi però difetti)
– ottima qualità d’immagine anche alle alte sensibilità
– autofocus veloce e con ampia copertura (vedi però difetti)
– menu semplici e chiari (vedi però difetti)

Difetti

– velocità di raffica inferiore al valore nominale
– l’autofocus in inseguimento non sempre riesce a seguire il soggetto
– l’autofocus in alcuni casi ha difficoltà nell’individuazione degli occhi
– bilanciamento del bianco non sempre preciso
– alcune opzioni di configurazione nei menu difficili da trovare
– mancanza di un flash integrato
– alcuni obiettivi grandi e pesanti come per le fullframe
– zoom 16-55 un po’ deludente per la nitidezza

Alternative

Nikon Z5

Mirrorless con sensore di formato fullframe (36×24 mm) CMOS con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Nikon Z con 15 obiettivi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 273 punti AF, mirino elettronico con 3,69 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,80x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica fino a 4,5 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth, doppio alloggiamento per schede SD UHS II. Dimensioni 134x101x70 mm, peso 675 grammi.
Costa 1.490 € solo corpo, 1.890 € con il 24-50/4,0-6,3 e 2.050 € con il 24-50/4,0-6,3 e l’adattatore FTZ.

Nikon Z6

Mirrorless con sensore di formato fullframe (36×24 mm) BSI-CMOS retroilluminato con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Nikon Z con 15 obiettivi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 273 punti AF, mirino elettronico con 3,69 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,80x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica fino a 12 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth, un solo alloggiamento per schede XQD. Dimensioni 134x101x68 mm, peso 675 grammi.
Costa 1.670 € solo corpo, 1.720 € con l’adattatore FTZ, 2.150 € con il 24-70/4,0 e 2.330 € con il 24-70/4,0 e l’adattatore FTZ.

Nikon Z6 II

Differisce dalla Z6 per il doppio processore d’immagine Expeed 6, per miglioramenti ad autofocus, raffica e video e per il doppio alloggiamento per le schede di memoria.
Mirrorless con sensore di formato fullframe (36×24 mm) BSI-CMOS retroilluminato con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Nikon Z con 15 obiettivi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 273 punti AF, mirino elettronico con 3,69 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,80x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica fino a 14 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel 60p e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth, due alloggiamenti per schede CFExpress/XQD e SD UHS II. Dimensioni 134x101x70 mm, peso 705 grammi.
Costa 2.200 € solo corpo, 2.350 € con l’adattatore FTZ, 2.870 € con il 24-70/4,0 e 3.020 € con il 24-70/4,0 e l’adattatore FTZ.

Olympus OM-D E-M1 III

E’ l’unica alternativa M43.
Mirrorless con sensore di formato Micro 4/3 (17,5×13 mm) con 20 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Micro 4/3 con circa 80 obiettivi Olympus e Panasonic più altri di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 121 punti AF, mirino elettronico con 2,359 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,74x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica fino a 60 fg/s con AF-S e 18 fg/s con AF-C, video 4K a 4096×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e Bluetooth. Dimensioni 134x91x69 mm, peso 580 grammi.
Costa 1.650 € solo corpo, 2.290 € con lo zoom 12-40/2,8 Pro e 2.600 € con il 12-100/4,0 Pro.

Panasonic Lumix S5

Mirrorless con sensore di formato fullframe (36×24 mm) CMOS con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Leica L con attualmente 31 obiettivi fra Panasonic, Sigma e Leica, autofocus a rilevamento di contrasto con 225 punti AF e tecnologia Panasonic DFD veloce anche per soggetti in movimento, mirino elettronico con 2,360 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,74x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica a 7 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel 60p, Wi-Fi e Bluetooth, doppio alloggiamento per schede SD di cui uno UHS II. Dimensioni 133x97x82 mm, peso 714 grammi.
Costa 2.000 € solo corpo e 2.300 € in kit con lo zoom Lumix 20-60/3,5-5,6.

Panasonic Lumix S1

Mirrorless con sensore di formato fullframe (36×24 mm) CMOS con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Leica L con attualmente 31 obiettivi fra Panasonic, Sigma e Leica, autofocus a rilevamento di contrasto con 225 punti AF e tecnologia Panasonic DFD veloce anche per soggetti in movimento, mirino elettronico con 5,760 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,78x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 9 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel 60p, Wi-Fi e Bluetooth, doppio alloggiamento per schede XQD e SD UHS II. Dimensioni 149x110x97 mm, peso 899 grammi.
Costa 2.030 € solo corpo e 3.100 € in kit con lo zoom Lumix S 24-105/4,0.

Sony A6600

E’ l’unica alternativa APS.
Mirrorless compatta con sensore di formato APS (23,5×15,6 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Sony E con 50 obiettivi, 18 per solo APS e gli altri per fullframe più circa altri 50 di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF, mirino elettronico con 2,360 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,71x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 11 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi e NFC, singolo alloggiamento per schede SD UHS II. Dimensioni 120x67x69 mm, peso 503 grammi.
Costa 1.420 € solo corpo, 1.670 in kit con lo zoom 18-135/3,5-5,6 OSS e 2.260 € con lo Zeiss 16-70/4,0 OSS.

Sony A7C

E’ la più piccola mirrorless fullframe.
Mirrorless compatta con sensore di formato fullframe (36×24 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Sony E con 50 obiettivi, 18 per solo APS e gli altri per fullframe più circa altri 50 di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 693 punti AF, mirino elettronico con 2,360 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,59x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica a 10 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi, NFC e Bluetooth, singolo alloggiamento per schede SD UHS II. Dimensioni 124x71x60 mm, peso 509 grammi.
Costa 2.100 € solo corpo e 2.400 in kit con lo zoom 28-60/4,0-6,3.

Sony A7 III

Mirrorless con sensore di formato fullframe (36×24 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”, innesto obiettivi Sony E con 50 obiettivi, 18 per solo APS e gli altri per fullframe più circa altri 50 di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 693 punti AF, mirino elettronico con 2,360 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,78x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 10 fg/s con AF-C, video 4K a 3840×2160 pixel e Full HD 1920×1080 pixel, Wi-Fi, NFC e Bluetooth, doppio alloggiamento per schede SD UHS II. Dimensioni 127x96x74 mm, peso 650 grammi.
Costa 1.950 € solo corpo, 2.130 in kit con lo zoom 28-70/3,5-5,6 e 2.970 € con il 24-105/4,0.

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