Sensore
La X-E4 monta un sensore X-Trans BSI-CMOS IV di dimensioni APS e con 26 Mpx dotato di matrice dei filtri colore aperiodica, esclusiva Fujifilm, e senza filtro antialias.
In aggiunta il sensore è dotata di 2,17 Mpx di pixel mascherati che consentono di effettuare la messa a fuoco a rilevamento di fase tramite lo stesso.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione sempre della sensibilità.
Rapporto segnale/rumore
In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg. Purtroppo nel caso della X-E4 non è stato possibile convertire le foto con Lightroom: ho una versione 5.7, non quella con abbonamento CC, e Adobe DNG Converter non supporta la conversione dei raw della X-E4 in DNG e quindi non ho potuto usare Lightroom. Al suo posto ho dovuto usare CaptureOne.
Per avere un confronto ho usato la Sony A7 III che ha una curva di rumore sovrapponibile a quella della A9 II usata solitamente, convertendo anche questi raw con CaptureOne per avere un confronto attendibile.
Queste misurazioni però non possono essere confrontate con le precedenti in quanto è stato usato un software diverso.
Le foto sono state convertite applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva della X-E4 è praticamente identica a quella della X-S10 visto che hanno lo stesso sensore ed elaboratore d’immagine.
L’andamento della curva di rumore è molto buono con un rumore superiore al riferimento di 1/2 stop o poco più fino a 800 ISO. Poi aumentando la sensibilità la X-E$ ha un rumore maggiore da 1 stop a a 3200 ISO fino a 1 stop e 2/3 a 25600 e oltre a 51200.
Una prestazione molto buona per una APS.
Le foto di prova sono state scattate a tutte le sensibilità disponibili, da 80 a 51200 ISO. Le foto sono state convertite con CaptureOne for Fujifilm. La messa a fuoco è stata effettuata sul pilone illuminato del ponte al centro della foto. Purtroppo le foto presentano una scarsa nitidezza, dovuta in parte alla focale dell’obiettivo equivalente ad un 42 mm, con un ingrandimento inferiore a quello solito (per queste foto in genere uso una focale reale o equivalente ad un 85 mm) e in parte alla sua qualità.
Foto da raw senza riduzione di rumore
Il rumore comincia ad essere percepibile solo a 1600 ISO in forma finissima. A 3200 ISO pur essendo presente è sempre molto fine, prevalentemente in forma di rumore di luminanza con puntolini molto piccoli che non disturbano; a 6400 è invece ben visibile, con una componente colore che sarebbe opportuno ridurre; a 12800 ed oltre è eccessivo e la sua riduzione è necessaria; la foto a 51200 ISO appare difficilmente recuperabile.
Foto da raw con riduzione dei falsi colori
Riducendo i falsi colori, senza perdita di nitidezza, le foto a 1600 e 3200 ISO sono praticamente pulite, mentre quella a 6400 ISO presenta solo una “grana” di puntini scuri che da poco fastidio. A 12800 ed alle sensibilità più alte è invece necessaria anche la riduzione del rumore di luminanza.
Foto raw con riduzione di rumore
Applicando una riduzione di rumore ben calibrata la situazione cambia di poco per le foto da 1600 e 3200 ISO. Quella a 6400 diventa abbastanza pulita con una perdita di nitidezza, mentre a 12800 e alle sensibilità superiori è meglio non applicare una riduzione eccessiva ed accettare un po’ di rumore per non perdere ulteriormente in nitidezza.
Foto raw a 10 Mpx senza riduzione di rumore
Normalizzando le foto senza riduzione di rumore a 10 Mpx (adatti per una stampa A4 circa 21×30 cm) si guadagna uno stop e le foto fino a 3200 ISO non presentano rumore, quella a 6400 lo ha, ma in maniera appena percepibile e non fastidiosa, a 12800 invece il rumore è visibile e potrebbe essere necessario ridurlo, come alle sensibilità più alte.
Foto raw a 10 Mpx con riduzione dei falsi colori
In questo caso le foto fino a 3200 ISO sono pulite e quella a 6400 è accettabile. Solo per le sensibilità di 12800 ISO o superiori è necessario un intervento di riduzione.
Foto raw a 10 Mpx con riduzione di rumore
Tutte le foto fino a 12800 ISO non presentano rumore e grazie al ridimensionamento la perdita di nitidezza è ridotta; oltre questa sensibilità non è possibile eliminare totalmente il rumore..
Foto jpeg dalla fotocamera
Le foto presentano discreta nitidezza e nessun rumore fino a 1600 ISO. Oltre il rumore è eliminato, ma si nota una progressiva ulteriore perdita di nitidezza, in particolare da 12800 ISO; oltre questa sensibilità si ha poi un viraggio su una colorazione magenta e ciano a 51200 ISO.
Una buona prova per un sensore APS, anche se non la migliore della categoria. In pratica si può scattare senza riduzione di rumore fino a 3200 ISO e con una riduzione fino a 6400 con una modesta perdita di nitidezza.
Gamma dinamica
La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della A7 III come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.
La X-E4 ha una gamma dinamica inferiore alla A7 III mediamente di 1 EV dalla sensibilità nominale del sensore 160 ISO fino alla massima sensibilità. Alle sensibilità estese verso il basso, 80 e 100 ISO, la gamma dinamica è inferiore perché queste sensibilità sono ottenute (come tutte le sensibilità estese in tutte le fotocamere) sottoesponendo la foto e poi correggendola nella conversione in jpeg, sia in macchina che con il software su pc.
Anche in questo caso una prestazione molto buona per una APS e in linea con quanto prevedibile per la differenza di dimensioni dei sensori.
Per verificare anche in pratica la gamma dinamica e la capacità di recupero di sotto e sovraesposizioni ho scattato delle foto di paesaggio, tutte alla stessa sensibilità di 160 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 4 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con CaptureOne for Fujifilm.
In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -4 stop, il rumore però con questa sottoesposizione diventa alto. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di -2 stop. In sovraesposizione invece si possono recuperare fino a +2 stop poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile e le foto diventano piatte e grigiastre.
Invarianza ISO
Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in esterni in poca luce per l’esposizione corretta a 6400 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -4 stop, cioè 400 ISO, infine ho convertito l’immagine con CaptureOne for Fujifilm correggendo l’esposizione.
Con una sottoesposizione di -4 stop, 400 ISO, e una correzione in conversione da raw il rumore è eccessivo e superiore a quello della foto esposta correttamente a 6400 ISO. A – 3 stop, 800 ISO, il rumore nelle parti illuminate è analogo a quello della foto a 6400 ISO, mentre nelle parti nere, come il cielo, è appena superiore. Da -2 stop, 1600 ISO, il livello di rumore è equivalente a quello della foto esposta correttamente a 6400. Il sensore quindi consente una buona invarianza ISO e si può arrivare fino a 2-3 stop di sottoesposizione.
Recupero gamma dinamica
La X-E4 dispone, come tutte le Fujifilm, di una funzione automatica per incrementare la gamma dinamica. Questa può essere incrementata, dal 100 % valore standard, al 200 e 400 %, in modo manuale o automatico. Per aumentarla al 200 % la sensibilità ISO minima deve essere 320 e per il 400 % di 640 ISO.
Per verificarne l’efficacia ho scattato delle foto in una situazione di alto contrasto. La prima foto è stata esposta con misurazione matrix senza recupero gamma dinamica (100 %) in Program 160 ISO f/4,0 1/210. Le successive con il recupero della gamma dinamica Auto 320 ISO f/5,0 1/250, 200 % 320 ISO f/5,0 1/250, 400 % 640 ISO f/5,6 1/450; infine l’ultima senza recupero gamma dinamica con esposizione spot per lo sfondo(punto centrale luminoso) a 160 ISO 1/480 e f/5,6. Gli scatti sono stati effettuati tutti in raw e jpeg normal. Il recupero della gamma dinamica è effettuato solo per le foto jpeg.
La foto scattata per le luci, con misurazione spot, è ovviamente molto sottoesposta per le ombre; convertendo il raw però si riesce a recuperarne completamente le ombre mantenendo la leggibilità delle alte luci. Usando l’ampliamento della gamma dinamica in jpeg si vede invece che anche in auto o al 400 % le ombre sono ben leggibili, ma le alte luci recuperate solo parzialmente; senza recupero della gamma dinamica le ombre sono leggibili, ma le alte luci in buona parte perse.
In conclusione questa funzione può essere di aiuto per recuperare scene a forte contrasto se si vuole usare solo il formato jpeg, ma se si vuole il massimo della qualità è sempre preferibile salvare le foto in raw, o raw più jpeg, esponendo prevalentemente per le luci e lavorare su questo per il recupero delle ombre. L’inconveniente può essere una presenza di un lieve rumore eliminabile per la parte crominanza senza perdita di dettaglio, ma completamente trascurabile se si parte da 160 ISO.
Obiettivi
Con la X-E4 ho avuto la possibilità di provare il nuovo XF 27 mm f/2,8 WR.
E’ uno obiettivo a focale fissa di tipo “pancake” molto piccolo, compatto e leggero, protetto da polvere ed acqua come dice la sigla WR (Weather Resistent). E’ dotato della ghiera dei diaframmi come tutti i Fujinon XF con l’automatismo attivabile ponendo l’apposito interruttore su A e la possibilità di blocco. E’ molto adatto alla X-E4 e la combinazione, leggera e di piccole dimensioni, si rivela molto indicata per le foto di strada ed anche per quelle di paesaggio urbano nonostante che l’angolo di campo, equivalente a quello di un 41 mm, non sempre sia adeguato alle esigenze di quest’ultimo tipo di foto.
La costruzione è molto accurata, la ghiera per la messa a fuoco, piuttosto sottile, scorre morbidamente e con precisione. E’ costituito da 7 elementi in 5 gruppi con 1 elemento asferico. La messa a fuoco minima è di 34 cm con un ingrandimento massimo 0,1x. Il diaframma ha 7 lamelle arrotondate e si chiude fino a f/16. Il diametro è di 62 mm per 23 mm di lunghezza; il peso è 84 g.
Apertura equivalente
L’apertura equivalente da indicazioni sulla qualità d’immagine ottenibile dalla fotocamera al variare della focale, specialmente per il rapporto segnale/rumore, e alla profondità di campo ottenibile. Più l’apertura è bassa più la qualità è migliore e la profondità di campo ridotta.
L’apertura equivalente del Fujinon 27/2,8 è f/4,0.
Risoluzione
La risoluzione è buona al centro a tutta apertura e migliora a molto buona da f/4,0 fino a f/11. A f/16 è ancora buona. I bordi sono inferiori: solo discreti a tutte le aperture, tranne che a f/8,0 dove raggiungono il buono.
La distorsione è contenuta, il 2,3 % ed è corretta automaticamente dalla macchina o dal convertitore CaptureOne o da altri se possiedono il profilo dell’obiettivo.
La vignettatura è elevata, circa 2,3 stop a f/2,8, si riduce chiudendo il diaframma, 1,3 stop a f/4,0, per ridursi a 0,6 da f/5,6; anche questa è corretta automaticamente dalla macchina o dal software.
Complessivamente una prestazione solo discreta, ma si deve tenere conto delle dimensioni ridotte di questa ottica.
Autofocus
L’autofocus si è dimostrato sempre veloce e sensibile anche in condizioni di luce scarsa. Il rilevamento dei volti e degli occhi funziona abbastanza bene e da sicurezza nello scatto di ritratti, anche se certe volte stenta ad individuare i volti e gli occhi specialmente nel caso di persone non inquadrate frontalmente.
Scattando in raffica ha mostrato qualche difficoltà. Usando la funzione Tracking con area allargata non è quasi mai riuscito ad agganciare il soggetto e spesso ho riscontrato foto fuori fuoco. Questo sia usando i profili autofocus predefiniti sia creando un apposito profilo per tracciare i soggetti in avvicinamento o in allontanamento veloce. Usando invece l’autofocus a zone, con una zona centrale di 3×3 puntata sul soggetto l’autofocus è riuscito a seguire bene i soggetti in movimento veloce.
Nelle riprese video ha funzionato abbastanza bene, mostrando solo qualche incertezza quando si usa lo zoom su soggetti in movimento, prontamente recuperata.
E’ quindi un autofocus efficiente e veloce, ma purtroppo anche nella X-E4 la funzione di inseguimento non riesce ad agganciare bene il soggetto e richiede qualche ulteriore perfezionamento. La sua sensibilità è alta anche senza la luce ausiliaria, circa -2 EV.
Raffica
Le possibilità di scatto in raffica della X-E4 sono piuttosto articolate come esposto nelle impressioni d’uso. Per valutarne le prestazioni ho effettuato le prove usando una scheda SD UHS II da 300 Mbps, scattando in priorità dei tempi a 1/1000 con fuoco manuale, sia in jpeg normal che in raw compresso senza perdita, con batteria ben carica. A tutte le velocità è disponibile la visione live view nel mirino o nello schermo.
Usando esclusivamente l’otturatore elettronico però non è stato possibile rilevare correttamente gli scatti effettuati in quanto la fotocamera in queste condizioni è molto silenziosa e la rilevazione non è possibile. Presento quindi solo le rilevazioni fatte usando l’otturatore meccanico e le valutazioni con quello elettronico saranno basate solo sull’esperienza pratica.
Jpeg M
Alla velocità M la X-E4 ha scattato a 5 fg/s indefinitamente, presumibilmente fino al riempimento della scheda.
Raw M
Alla velocità M la X-E4 ha scattato a 5 fg/s per circa 4 secondi poi proseguendo a 2 fg/s indefinitamente.
Nella pratica la X-E4, scattando con priorità dei tempi a 1/2000 con l’otturatore elettronico e autofocus continuo AF-C a zona 3×3, è stata in grado di seguire con raffiche a 15-18 fg/s veicoli in movimento veloce in avvicinamento o allontanamento mantenendoli quasi sempre a fuoco; dopo i primi 4-5 secondi però la raffica rallenta a 11-12 fg/s. A 5 fg/s con l’otturatore meccanico ugualmente la fotocamera ha mantenuto sempre a fuoco i soggetti.
In complesso un’ottima prova , anche se l’uso dell’otturatore elettronico potrebbe produrre qualche deformazione nei soggetti che si muovono lateralmente.
Video
La ripresa video si attiva selezionandola tra le modalità di scatto con l’apposito pulsante e poi usando il normale pulsante di scatto. Durante la ripresa si possono regolare il diaframma, il bilanciamento del bianco, la simulazione film, la compensazione dell’esposizione e la modalità di messa a fuoco usando tutte le modalità di funzionamento e regolazioni. La messa a fuoco è continua oppure manuale. E’ disponibile la presa per un microfono esterno. La ripresa è limitata a solo 30 minuti.
Nelle prove ho riscontrato una buona nitidezza nelle riprese 4K con una corretta esposizione e bilanciamento del bianco anche in condizioni difficile, la messa a fuoco ha funzionato bene non dimostrando incertezze. Eventuali passaggi di disturbo davanti alla scena non l’hanno influenzata.
Galleria
Le foto sono state scattate in giro per Roma, qualcuna sulle coste del Lazio.
Prevalentemente ho usato la impostazione automatica della sensibilità che se la luce è sufficiente si imposta a 160 ISO mentre per le foto in poca luce è arrivata fino a 10000 ISO.
Le impostazioni di scatto usate sono state Provia e qualche volta Classic Chrome. Queste impostazioni influiscono solo sulla versione jpeg delle foto; con il formato raw l’informazione è registrata, ma la conversione può essere effettuata con il profilo prescelto anche con CaptureOne o con Raw File Converter. Questo consente anche di modificarlo e di usare uno qualsiasi dei profili previsti da Fujifilm, applicandolo a posteriori dopo lo scatto. La possibilità è molto interessante e permette di adeguare il profilo al risultato voluto anche se non lo si era fatto in fase di scatto. Usando invece altri convertitori raw, come Adobe Lightroom o ACR, questo non è possibile.
Naturalmente è possibile impostare la X-E4 con parametri diversi ed ottenere foto più neutre direttamente in jpeg.
Le foto risultano tutte ben esposte, anche nelle situazioni critiche di controluce. I colori sono piacevoli e brillanti senza esagerazioni. Se si vogliono più vivaci si può aumentare la saturazione in macchina per i jpeg o durante la conversione per i raw, o scegliere il profilo Velvia più vivace. La risoluzione e la nitidezza sono alte. Ottime in particolare le foto notturne o in poca luce.
Conclusioni
La X-E4 è una variazione della X-S10 con lo stesso sensore, ma senza la stabilizzazione.
La sua estetica è retrò e ricorda le fotocamere a telemetro del passato. La sostanza interna però è modernissima con un’elettronica e caratteristiche all’avanguardia. E’ costruita e finita molto bene interamente in lega di magnesio con un ottimo trattamento superficiale zigrinato, uso pelle, che ne facilita notevolmente l’impugnatura.
Il sensore X-Trans CMOS IV ha ottime caratteristiche per il rapporto segnale rumore e la nitidezza. L’autofocus è molto buono per le sue prestazioni di inseguimento dei soggetti in movimento ed dispone della la possibilità di regolarne i parametri in funzione dei soggetti da riprendere.
La X-E4 mantiene i caratteristici comandi delle Fujifilm, a differenza della X-S10. Quella che colpisce di più è la presenza delle ghiera dei tempi sul corpo e quella dei diaframmi sugli obiettivi. Per impostare e regolare il funzionamento della macchina e l’esposizione basta agire su queste due, più la sensibilità ISO tramite la ghiera anteriore di comando se non è impostata su auto.
Il mirino, un OLED da 0,5″ e 2.360.000 pixel, è buono. Ha una risoluzione non molto elevata, ma visualizza tutte le informazioni che si possono vedere anche sullo schermo in modo da poterle verificare. Consente inoltre di valutare direttamente gli effetti delle regolazioni apportate. La copertura è del 100 % e l’ingrandimento 0,62x un po’ inferiore a quello della X-T4. Non presenta riflessi spuri e i fenomeni di trascinamento sono visibili solo in situazioni di luce molto scarsa. In queste condizioni però non presenta aumenti di rumore visibili. Ha una funzione di “ribaltamento” molto comoda che consente, quando si gira la fotocamera per inquadrature verticali, di spostare le informazioni visualizzate in modo che siano sempre alla base o sopra l’inquadratura, rimanendo sempre ben visibili.
La qualità delle foto è buona per risoluzione, gamma dinamica e contenimento del rumore. Nonostante non abbia il filtro antialias l’effetto moirè non si presenta e in realtà non sono mai riuscito a rilevarlo anche in situazioni in cui con altre fotocamere è visibile.
Le foto in jpeg sono molto buone e si possono variare i risultati ottenibili con le impostazioni nella fotocamera per nitidezza, saturazione, colore ecc.. Molto valida poi la simulazione film con le pellicole Fuji Provia, Velvia, Astia e Classic Chrome, ecc.. Con il software di conversione raw fornito, Raw File Converter EX o con CaptureOne Express for Fujifilm è possibile poi applicare questi profili a posteriori nella conversione in jpeg, cosa molto interessante se si vuole cambiare quello scelto durante lo scatto.
L’obiettivo provato è solo discreto, ma molto interessante per la focale e le ridottissime dimensioni e peso.
Riassumendo:
Costruzione e finitura
Ottimo: la X-E4 è ben costruita e finita, in lega di magnesio. Le ghiere esterne sono in metallo.
Ergonomia e comandi
Discreto: i comandi sono pochi in stile minimalista. Per alcune regolazioni si deve ricorrere al menu rapido o addirittura entrare nei menu. Purtroppo è stato eliminato anche il comodo comando per la scelta del tipo di messa a fuoco.
Mirino
Buono: ha una buona luminosità, risoluzione base e dimensioni inferiori a quelle dei modelli superiori come la X-T4; consente di usare i menu e di controllare le regolazioni di esposizione.
Schermo
Molto buono: la sua risoluzione è adeguata alla visualizzazione dei menu ed alla revisione delle foto. Come tutti gli schermi è poco visibile in esterni di giorno. Comoda la possibilità di ribaltamento in alto e in basso e soprattutto la selezione diretta dei punti AF.
Autofocus
Molto buono: è veloce anche per soggetti in movimento e garantisce un’ampia copertura dell’inquadratura. Ha mostrato qualche difficoltà nelle riprese in raffica in cui la funzione di inseguimento non riesce sempre a centrare il soggetto, Meglio usare la zona ristretta. Ottimo per le riprese video.
Esposizione
Molto buono: è ottima in buona luce anche se in situazioni di forte contrasto privilegia le luci (ottimo se si lavora in raw) producendo dei jpeg poco leggibili nelle ombre.
Bilanciamento del bianco
Molto buono: in automatismo si è dimostrato quasi sempre corretto. Dispone di impostazioni predefinite per varie luci e di taratura fine in gradi Kelvin.
Qualità d’immagine
Molto buono: buona la definizione, la risoluzione e il contenimento del rumore alle alte sensibilità considerando che è un’APS, specialmente usando il raw e convertendo le foto con CaptureOne for Fujifilm. Interessante la possibilità di scegliere diverse impostazioni di colore che simulano la resa, più vivace o più neutra, delle più famose e valide pellicole Fujifilm.
Raffica
Buono: raggiunge i 18 fg/s a pieno formato e 20 in a formato ridotto mantenendo il live view. Un’ottima prestazione che meriterebbe “ottimo”, ma penalizzata dal fatto che è inferiore a quella nominale e che il buffer di memoria piccolo non consente di mantenerla per molto.
Video
Molto buono: riprende video Cine 4K. Per la ripresa si possono usare tutte le modalità di funzionamento e regolare tutti i parametri di esposizione, oltre alla modalità di messa a fuoco e i profili colore, in particolare quelli dedicati al video. Utile la presa per microfono esterno e l’uscita HDMI per un monitor o registratore esterno, ma manca quella per cuffia.
Batteria:
Buono: l’autonomia è buona e si può arrivare a circa 350-400 scatti. Non è fornito però un caricabatterie esterno.
Obiettivi
Ottimo: il corredo è abbastanza vasto comprendendo 31 obiettivi, tutte ottiche di ottima qualità e sono disponibili numerose focali fisse di alta luminosità. L’obiettivo provato è però solo discreto.
In conclusione la X-E4 si è dimostrata un’ottima fotocamera, piccola e leggera e con l’obiettivo adatto può essere sempre portata con se. Rispetto alla X-S10 ha in meno la stabilizzazione. Le qualità fotografiche però ci sono tutte e non fanno rimpiangere la sorella maggiore X-T4 o la quasi gemella X-S10.
E’ adatta per principianti, famiglia e amici, viaggi, ritratti, strada, macro, ma può essere usata proficuamente anche per paesaggi.
Pregi
– costruzione e finitura di ottima qualità
– corpo piccolo e leggero
– impostazioni tempi e diaframmi ed automatismi semplici ed immediati
– obiettivi di qualità e luminosi
– modalità di simulazione film e resa colori ottime
– buona qualità d’immagine anche alle alte sensibilità
– autofocus veloce e preciso
– raffica buona per il tipo di macchina
– funzione panorama e funzioni speciali
Difetti
– comandi troppo semplificati
– mancanza della stabilizzazione integrata
– sovraesposizione in scarsa luce in esterni
– assenza del flash integrato
– non viene fornito il caricabatteria
Alternative
Canon EOS M6 II
Mirrorless compatta a forma di telemetro con sensore di formato APS-C (22,3×14,9 mm) con 33 Mpx, innesto obiettivi Canon EF con 8 obiettivi più qualche altro di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 143 punti AF, senza mirino (ma è disponibile un mirino elettronico con 2,36 Mpx copertura del 100 % da montare sulla slitta porta accessori), schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica a 14 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel, wi-fi e Bluetooth. Con un apposito adattatore può montare tutti gli obiettivi per reflex EF e EF-S mantenendo l’autofocus.
Dimensioni 120x70x49 mm, peso 408 grammi.
Costa 900 € solo corpo e 1.170 € con lo zoom 15-45/3,5-5,6 IS e il mirino EVF DC2.
Fujifilm X-S10
Mirrorless con sensore di formato APS (23,6×15,6 mm) con 26 Mpx, innesto obiettivi Fujifilm XF con 32 obiettivi più qualche altro di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF a rilevamento di fase e a rilevamento di contrasto, mirino elettronico con 2,36 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,62x, schermo orientabile in tutte le direzioni, raffica a 20 fg/s, video C4K a 4096×2160 pixel, wi-fi e Bluetooth.
Dimensioni 126x85x65 mm, peso 465 grammi.
Costa 880 € solo corpo, 1020 € con lo zoom 15-45/3,5-5,6 OIS, 1.290 € con il 18-55/2,8-4,0 WR OIS e 1.350 € con il 16-80/4,0 OIS.
Sony A6400
Mirrorless compatta con sensore di formato APS (23,5×15,6 mm) con 24 Mpx, corpo in lega di magnesio protetto da polvere ed acqua, innesto obiettivi Sony E con 60 obiettivi più molti altri di fornitori terzi, autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF, mirino elettronico con 2,359 Mpx copertura del 100 % e ingrandimento reale 0,71x, schermo orientabile in alto e in basso, raffica a 11 fg/s, video 4K a 3840×2160 pixel, wi-fi e Bluetooth.
Dimensioni 120x67x60 mm, peso 403 grammi.
Costa 960 € solo corpo, 1.190 € con lo zoom 18-135/3,5-5,6 OSS.