Sensore
La Z6 II è dotata di un sensore BSI-CMOS di formato fullframe da 25 Mpx comprendente pixel dedicati alla messa a fuoco a rilevamento di fase. La sua sensibilità varia da 100 a 51200 ISO con estensione a 50 e 204800.
Rapporto segnale/rumore
In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità.
Il rumore viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute direttamente in jpeg usando per tutte le fotocamere Adobe Lightroom. In questo modo si uniforma il trattamento di tutti i raw applicando per tutti la stessa compressione jpeg con fattore 100 %.
Per poter confrontare però foto ottenute da fotocamere con diverso numero di pixel tutte vengono ridimensionate alla grandezza di 10 Mpx, adatta per una stampa A4 (circa 21×30 cm).
La curva di rumore della Sony A7 III è il riferimento. In aggiunta è riportata anche la curva di rumore della Nikon Z5, anche questa da 25 Mpx.
La Z6 II ha una curva del rumore al variare della sensibilità migliore di quella della Sony A7 III di circa uno stop fino a 12800 ISO. A 25600 ISO le due curve coincidono per poi differenziarsi di nuovo di uno stop a 102400 e tornare praticamente coincidenti alla sensibilità massima di 204800 ISO. La curva della Nikon Z5 coincide praticamente con quella della A7 III e quindi la Z6 II risulta migliore di uno stop a quasi tutte le sensibilità.
Un’eccellente prestazione.
Le foto di prova sono state scattate a tutte le sensibilità in raw, da 50 a 204800 ISO con lo zoom 24-70/4,0. Le foto raw sono state convertite con CaptureOne Express for Nikon.
Foto da raw senza riduzione di rumore
Il rumore comincia ad essere visibile, in forma appena percepibile, a 3200 ISO con un’ottima nitidezza di tutte le foto; a 6400 ISO è visibile nella forma di colore, ma non fastidioso e la nitidezza è ancora buona. Da 12800 ISO è opportuna una sua riduzione, ma la nitidezza rimane buona e cala solo da 25600. Le foto dalla sensibilità estesa di 102400 ISO sono però difficilmente recuperabili.
Foto da raw con riduzione dei falsi colori
Eliminando i falsi colori si vede una granulosità a 12800 ISO che potrebbe essere accettabile così com’è. Oltre i 12800 però ISO il rumore invece deve essere rimosso.
Foto raw con riduzione di rumore
Applicando una riduzione di rumore le foto fino a 6400 ISO sono molto pulite con solo una leggera perdita di nitidezza. Oltre la riduzione di rumore comporta una progressiva perdita di nitidezza, accettabile fino a 25600 ISO, ma troppo consistente oltre; inoltre a queste sensibilità non si riesca ad eliminare totalmente il rumore di luminanza.
Foto da raw a 10 Mpx senza riduzione di rumore
Riducendo le dimensioni delle foto a 10 Mpx, adatte per una stampa A4 circa 30×21 cm, si guadagna 1 stop e il rumore diventa invisibile fino a 6400 ISO e si vede solo alle sensibilità più alte.
Foto da raw a 10 Mpx con riduzione dei falsi colori
In questo caso il rumore è appena percepibile a 12800 ISO e va rimosso solo alle sensibilità più alte.
Foto da raw a 10 Mpx con riduzione di rumore
In questo caso il rumore è poco visibile anche a 25600 ISO, ma a questa sensibilità si ha un perdita di nitidezza che aumenta a 51200. Le foto a 102400 e 2048000 ISO non sono però recuperabili anche in questo caso
Foto jpeg originali
Nel salvataggio jpeg effettuato dalla fotocamera è stata applicata la riduzione di rumore “moderata”. Il rumore è ridotto bene fino a 12800 ISO, ma oltre 6400 ISO si ha una progressiva perdita di nitidezza e le foto oltre 25600 ISO sono praticamente inusabili.
La Z6 II ottiene un ottimo risultato. Con questa fotocamera si può scattare senza problemi fino a 6400 ISO e, accettando un po’ di rumore anche fino a 12800. Le sensibilità oltre 12800 ISO possono essere usate, ma a prezzo di rumore e perdita di nitidezza.
Gamma dinamica
La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione misurata dall’esposimetro della fotocamera, alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Sony A7 III come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.
La Z6 II ha una gamma dinamica superiore al riferimento, Sony A7 III, di 1/3 EV da 1600 a 25600 ISO.
Un’ottima prestazione.
Per verificare anche in pratica la gamma dinamica e la capacità di recupero di sotto e sovraesposizioni ho scattato delle foto di paesaggio urbano, tutte alla stessa sensibilità di 100 ISO, partendo da un valore corretto di esposizione e poi sottoesponendo o sovraesponendo fino a 5 stop. La conversione dei raw è stata effettuata con Lightroom perché è l’unico software di conversione che consente di correggere l’esposizione fino a +/- 5 stop.
In sottoesposizione si può compensare bene con una buona resa della gamma tonale e dei colori fino a -5 stop; con questa sottoesposizione però si presenta del rumore, anche se non eccessivo salvo che nelle ombre più profonde. Per non subire un rumore eccessivo ci si deve quindi limitare ad un massimo di -3 stop, esposizione a cui il rumore è ridotto come quello che si avrebbe con l’esposizione corretta. In sovraesposizione invece si possono recuperare pienamente +2 stop, pur con qualche alterazione dei colori e qualche perdita tonale nelle alte luci, poi la perdita nelle alte luci è irrecuperabile e le foto diventano piatte e grigiastre.
Anche in questo caso un’ottima prestazione.
Invarianza ISO
Con questo termine si intende la capacità di alcuni sensori di accettare una sotto esposizione in ripresa e una correzione durante la conversione da raw senza che l’immagine mostri un rumore eccessivo. Ciò permette di recuperare il dettaglio nelle ombre e non bruciare le alte luci senza usare l’HDR e di correggere eventuali errori di esposizione.
Per la prova ho esposto una foto in esterni in poca luce per l’esposizione corretta a 12800 ISO e poi ho ridotto la sensibilità, mantenendo costante l’esposizione, fino a -5 stop, cioè 400 ISO, infine ho convertito l’immagine con Lightroom correggendo l’esposizione.
Con una sottoesposizione di -5 stop, 400 ISO, e una correzione in conversione da raw il rumore è superiore a quello della foto esposta correttamente a 12800 ISO. A – 3 stop, 1600 ISO, il rumore è equivalente a quello della foto a 12800 ISO. Il sensore quindi consente una buona invarianza ISO e si può arrivare fino a -3 stop di sottoesposizione o -4 tollerando un po’ di rumore in più.
Autofocus
L’autofocus è reattivo e veloce ed ho ottenuto sempre immagini a fuoco su soggetti statici.
Il rilevamento dei volti è abbastanza efficace, con la possibilità di scegliere il volto preferito se nell’inquadratura ce n’è più d’uno. Efficace anche quello sugli occhi che si attiva quasi sempre anche se il volto non è direttamente rivolto verso l’obiettivo.
Per verificare le sue capacità con soggetti in movimento, anche veloce, ho effettuato prove sia con lo zoom nativo Z 24-70/4,0 sia con lo zoom per reflex AF-S 70-300/4,5-5,6 con adattatore FTZ.
Gli scatti sono stati effettuati alla focale massima, 70 o 300 mm,con tempo di 1/1000, a tutta apertura f/4,0 o f/5,6 ed ISO auto. La raffica in H+ con velocità nominale di 14 fp/s, con scheda XQD da 400 Mb/s. L’autofocus continuo con area dinamica (AF ad area dinamica) e priorità allo scatto.
Ho scattato quasi 1600 foto. Per le prestazioni in raffica vedere più avanti.
I risultati sono stati molto differenti a secondo dell’obiettivo usato.
Con lo Z 24-70 su 696 scatti ho ottenuto 685 foto perfettamente a fuoco(98,5 %), 4 parzialmente a fuoco, non sul frontale o la coda del veicolo, (0,5 %) e solo 7 fuori fuoco (1 %) quindi un ottimo risultato. Con l’AFS 70-300 e FTZ su 851 scatti 724 erano a fuoco (85,1 %), 45 parzialmente a fuoco (5,3 %) e 84 fuori fuoco (9,6 %). E’ evidente quindi che l’autofocus risenta della velocità, evidentemente non eccelsa, dello zoom usato.
Prova del ciclista
La ripresa è effettuata su un ciclista che si avvicina lentamente da una cinquantina di metri fino a passare vicino al fotografo. Ho effettuato le prove con due obiettivi: lo zoom Z 24-70/4,0 S e l’AF-S 70-300/4,5-5,6 G. Le impostazioni sono state focale 70 o 300 mm, 1/1000 o 1/800, f/4,0 o f/5,6, ISO Auto, velocità di raffica H+ (14 fg/s nominali) e autofocus continuo con priorità allo scatto.
Per la messa a fuoco ho usato inizialmente la zona piccola puntata sul ciclista e poi la scelta automatica del punto AF, con la rilevazione del volto e degli occhi attiva in entrambi i casi.
In entrambi i casi la Z6 II ha scattato a 12 fg/s continui, senza rallentamenti. L’autofocus, in entrambi i modi, ha agganciato il soggetto e non lo ha perso sia quando era lontano e piccolo nel mirino, sia quando passava a poco più di un metro dal fotografo.
I risultati però sono stati molto diversi con i due obiettivi usati.
Con il 24-70 con l’area piccola su 262 scatti 252 sono stati a fuoco sul viso del ciclista (96,2 %), 7 sono stati a fuoco sulla giacca o sulla bici (2,7 %) e solo 3 fuori fuoco (1,1 %); con la scelta automatica del punto AF su 54 scatti 53 sono stati a fuoco sul viso (98,2 %) e 1 sulla giacca (1,8 €). Un ottimo risultato.
Con il 70-300, usato con l’adattatore FTZ, le cose sono andate meno bene. La velocità di messa a fuoco dell’obiettivo non è riuscita a seguire sempre il soggetto, alternando spesso nelle sequenze una foto a fuoco o quasi ed una sfuocata.
Con la zona piccola su 328 foto ne ho ottenuta 232 a fuoco sul viso (70,7 %), 53 a fuoco sulla bici o la giacca (16,1 €) e 43 fuori fuoco (13,1 %). Con la scelta automatica del punto AF invece su 451 scatti 249 sono stati a fuoco sul viso (55,2 %), 93 su bici o giacca (20,6 %) e 109 sfuocate (24,2 %). Certo sui risultati influiscono le prestazioni di questo obiettivo e può darsi che con altri obiettivi si possa fare meglio.
Pubblico le ultime foto della serie migliore con il 24-70; quella con la scritta gialla è a fuoco sulla bici, le altre, con scritta verde, e sul viso.
In conclusione la Z6 II dimostra di avere un ottimo autofocus, ma per sfruttarne al meglio le sue prestazioni è opportuno usare gli obiettivi originali Nikkor Z piuttosto che quelli per reflex adattati.
Stabilizzazione
La Z6 II è dotata di stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”.
Per la prova ho scattato con lo zoom 24-70 alla sua massima focale di 70 mm, con priorità dei tempi a partire dal tempo minimo di sicurezza, 1/80 per questa focale, e raddoppiandolo poi ogni volta, effettuando almeno sei scatti, fino al tempo massimo di 1,6 secondi equivalente a 7 stop sopra il tempo di sicurezza.
Con la stabilizzazione ho ottenuto foto perfettamente nitide fino al tempo di 0,4 secondi (1/2,5), 5 stop sopra il valore di sicurezza, mentre a 0,8 secondi alcune foto sono nitide ed altre no; con il tempo di 1,6 secondi nessuna foto è completamente nitida. Senza stabilizzazione già a 1/80 alcune foto mostrano segni di mosso e con tempi più lunghi le foto sono sempre mosse.
La stabilizzazione consente quindi un guadagno di 5 stop.
Obiettivi
Con la Z6 II ho avuto la possibilità di provare gli zoom Z 14-30 mm f/4,0 e 24-70 mm f/4,0.
Nota importante sulla risoluzione:
il sensore da 25 Mpx della Z6 II in formato 3:2 produce foto che sul lato orizzontale hanno 6048 pixel. Questo significa che la risoluzione orizzontale massima teoricamente ottenibile è 6048:2= 3024 linee. I sensori con filtratura Bayer, come questo, però non riescono mai ad arrivare alla massima risoluzione teorica, anche senza filtro antialias, a causa dell’interpolazione necessaria per ricostituire l’immagine e si fermano mediamente al 70 % di tale valore, circa 2100 linee.
Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore.
Nikkor Z 14-30 mm f/4,0
E’ uno zoom supergrandangolare che, per mantenere contenute le dimensioni, presenta una luminosità non eccessiva e una costruzione di tipo rientrante. Questo lo rende particolarmente compatto e leggero. Fa parte della classe S degli obiettivi Nikkor per mirrorless, quella di migliore qualità.
Lo schema ottico è composto da 14 lenti in 12 gruppi con quattro lenti ED e quattro asferiche. Il trattamento antiriflessi è il Nano Crystal Coating. Il motore di messa a fuoco è del tipo passo-passo e la distanza di messa a fuoco minima è di 28 cm con un ingrandimento 0,16x. Le dimensioni sono 85 mm di lunghezza in posizione di riposo con un diametro di 89 mm e un peso di 485 g. Il diaframma ha 7 lamelle. Il corpo è in metallo e protetto da polvere ed acqua.
Risoluzione
La risoluzione al centro è molto buona a tutte le focali da tutta apertura a f/11, tranne che alla massima focale dove comincia a calare dopo f/8,0, poi cala per la diffrazione ma è ancora buona fino a f/22. I bordi sono molto vicini, buoni sempre fino a f/11, poi decadono fino a f/22 a solo discreti.
Distorsione
La distorsione è 8,8 % a barilotto a 14 mm, assente a 20 mm e 3 % a cuscinetto a 30 mm. E’ alta alla focale minima, ma corretta automaticamente dalla fotocamera in jpeg o da CaptureOne (o altro software) nella conversione da raw.
Vignettatura
La vignettatura è forte a 14 mm 2,2 stop a f/4,0; si riduce a f/5,6 a 1,7 e a f/8,0 ad 1,4 stop, ma non scompare. A 20 mm f/4,0 è 1,6 stop e diminuisce a 1 a f/5,6 e 0,9 a f/8,0. A 30 mm è 1,3 stop a f/4,0 e 0,6 stop a f/5,6 e f/8,0.
Complessivamente è sempre un po’ alta e ben visibile alla focale minima e a tutta apertura. E’ però possibile correggerla automaticamente in macchina sul jpeg oppure con CaptureOne (o altro software) nella conversione da raw.
In conclusione un obiettivo dalle prestazioni molto buone soprattutto considerata la focale estrema, che riesce a raggiungere il massimo consentito dal sensore. Ha una luminosità ridotta, che però si mantiene costante per tutta l’escursione focale e, come detto, consente di mantenerne in limiti accettabili dimensioni e peso. La sua escursione focale però è molto interessante ed utile per molte riprese, dal paesaggio alla ripresa di monumenti, di architettura e di interni.
Nikkor Z 24-70 mm f/4,0
E’ uno zoom standard che, per mantenere contenute le dimensioni, presenta una luminosità non eccessiva e una costruzione di tipo rientrante. Ciò lo rende particolarmente compatto e leggero. Fa parte della classe S degli obiettivi Nikkor per mirrorless, quella di migliore qualità.
Lo schema ottico è composto da 14 lenti in 11 gruppi con una lente asferica ED, una ED e tre asferiche. Il trattamento antiriflessi è il Nano Crystal e fluorite Coating. Il motore di messa a fuoco è del tipo passo-passo. e la distanza di messa a fuoco minima è di 30 cm con un ingrandimento 0,3x. Le dimensioni sono 89 mm di lunghezza in posizione di riposo con un diametro di 78 mm e un peso di 500 g. Il diaframma ha 7 lamelle. Il corpo è in metallo e protetto da polvere ed acqua.
Risoluzione
La risoluzione al centro è molto buona a tutte le focali da tutta apertura a f/16, tranne che alla massima focale dove comincia a calare dopo f/11, poi cala per la diffrazione ma è ancora buona fino a f/22, a 70 mm solo discreta. I bordi sono molto vicini, buoni sempre fino a f/16, poi decadono fino a f/22 a solo discreti.
Distorsione
La distorsione è 4,8 % a barilotto a 24 mm, 1,5 % a 35 mm e 2,7 %, a cuscinetto, a 70 mm. E’ un po’ alta alla focale minima, ma corretta automaticamente dalla fotocamera in jpeg o da CaptureOne (o altro software) nella conversione da raw.
Vignettatura
La vignettatura è a 24 mm 1,3 stop a f/4,0; si riduce a f/5,6 a 1 e a f/8,0 ad 0,6 stop. A 35 mm f/4,0 è 1,3 stop e diminuisce a 0,6 a f/5,6. A 70 mm è 1,3 stop a f/4,0 e 0,6 stop a f/5,6.
Complessivamente è visibile alla focale minima e a tutta apertura. E’ però possibile correggerla automaticamente in macchina sul jpeg oppure con CaptureOne (o altro software) nella conversione da raw.
In conclusione un obiettivo dalle ottime prestazioni soprattutto per il microcontrasto che da alle foto un’alta impressione di nitidezza; anche questo riesce a raggiungere il massimo consentito dal sensore. Ha una luminosità contenuta, che però si mantiene costante per tutta l’escursione focale e, come detto, consente di contenerne in limiti accettabili dimensioni e peso. La sua escursione focale lo rende adatto a molti usi come obiettivo standard.
Raffica
La velocità di raffica della Z6 II può variare, come già detto fra 1 e 14 fg/s. A tutte le velocità l’autofocus puo essere continuo AFC, l’esposizione è scatto per scatto ed è disponibile il live view.
Nelle prove pratiche su soggetti in movimento veloce, auto in avvicinamento o allontanamento anche a 80 e più km/h, e prove con il ciclista la Z6 II ha raggiunto e mantenuto la velocità di 12 fg/s, un po’ inferiore alla nominale.
Ho scattato, come già descritto con lo zoom nativo Z 24-70/4,0 sia con lo zoom per reflex AF-S 70-300/4,5-5,6 con adattatore FTZ. Gli scatti sono stati effettuati alla focale massima, 70 o 300 mm,con tempo di 1/1000 o 1/800, a tutta apertura f/4,0 o f/5,6, ISO auto, autofocus continuo con priorità allo scatto, la raffica in H+ con velocità nominale di 14 fp/s, con scheda XQD da 400 Mb/s.
La Z6 II ha mantenuto alla velocità alta H+ 12 fg/s costanti, quindi un po’ inferiore alla nominale. L’esposizione è stata sempre corretta e adeguata alla luminosità del soggetto. Anche nelle riprese del ciclista, in movimento relativamente lento, la velocità è stata di 12 fg/s.
In conclusione le prestazioni della Z6 II in raffica sono buone, ma inferiori a quelle dichiarate da Nikon.
Video
La ripresa si attiva con il pulsante rosso alla sinistra di quello di scatto dopo però avere commutato l’apposito interruttore sul dorso su video. Durante le riprese ho usato l’autofocus su AFF e l’esposizione program.
I video 4K prodotti sono di buona qualità, la messa a fuoco funziona bene seguendo il soggetto anche durante l’azionamento dello zoom e l’esposizione è corretta.
Galleria
Le foto sono state scattate a Roma e rappresentano molti dei monumenti della Città Eterna, alcune nel particolare ed interessante mausoleo di Augusto da poco aperto al pubblico. Ho usato sia lo zoom 14-30 che quello 24-70.
Ho scattato in raw e jpeg, prevalentemente in Program. La messa a fuoco è stata sempre in autofocus usando prevealentemente la zona piccola. Le foto pubblicate sono state convertite con CaptureOne Express for Nikon, senza riduzione di rumore e solo in quelle da 3200 ISO in su ho attuato la riduzione del rumore colore.
Le foto presentano tutte una buona nitidezza, e dei colori realistici e naturali.
Notare la foto N° 49 scattata col tempo di 0,4 secondi. L’unica foto in cui si nota un rumore un po’ fastidioso è la N° 55 scattata a 10000 ISO.
Conclusioni
La Z6 II è la è un’evoluzione della precedente Z6 da cui riprende buona parte delle caratteristiche compresa la forma del corpo e la disposizione dei comandi. Le differenze principali sono all’interno. La prima è l’uso di un doppio processore Expeed 6 per aumentare la velocità di raffica, l’autofocus e migliorare la ripresa video. La seconda ovvia ad un limite della prima versione: ora per la Z6 II è disponibile un doppio alloggiamento per schede di memoria, uno per CF Express tipo B o XQD e uno per SD UHS II.
Le prestazioni sono quindi migliorate per autofocus e raffica e anche per qualità d’immagine anche alle alte sensibilità. La Z6 II ha quindi delle ottime qualità ed è in grado di produrre ottime immagini con una buona risoluzione, alta gamma dinamica e un rumore contenuto alle alte sensibilità. E’ un’ottima fotocamera che si presta a moltissimi usi, compresi quelli più dinamici come la foto sportiva e naturalistica.
Dal punto di vista ergonomico e dell’uso sul campo presenta dei comandi completi ed accessibili con quasi tutte le regolazioni a portata delle dita anche quando si è con l’occhio al mirino per una regolazione pratica e veloce. L’unico appunto riguarda il modo con cui Nikon definisce il funzionamento di questi comandi costringendo il fotografo a tenere premuto il pulsante relativo ad una regolazione quando la si effettua ruotando una delle ghiere. Questo differisce dall’impostazione della maggior parte delle altre fotocamere che mantengono per alcuni secondi visibile nello schermo o nel mirino, la palette di regolazione senza dover tenere premuto il relativo pulsante.
A favore della Z6 II c’è anche il mirino che, pur con una risoluzione ormai da considerare standard per le fotocamere di questa fascia, mantiene un’ottima visibilità e naturalezza in tutte le condizioni.
Anche le dimensioni e il peso della macchina sono favorevoli e consentono di non sentirne il peso specialmente con lo zoom 24-70, anche se non raggiungono la compattezza delle Sony.
Infine gli obiettivi: attualmente la scelta è limitata agli obiettivi Z di Nikon con un corredo non ancora completo e in parte costituito da obiettivi professionali di costo elevato. Non sono nemmeno disponibili obiettivi di altri produttori, escluso un unico Tamron e alcuni Viltrox. E’ vero che sulle mirrorless Nikon si possono montare facilmente gli obiettivi F per reflex con l’anello adattatore FTZ e questo è un grande aiuto per chi ha già un corredo reflex fullframe e vuole sperimentare le mirrorless o effettuare una migrazione, ma non va bene per chi parte da zero con l’idea di crearsi un corredo mirrorless, ne per sfruttare al massimo le prestazioni delle mirrorless Z.
Riassumendo:
Costruzione e finitura
Ottimo: il corpo è in lega di magnesio, protetto da polvere ed acqua e ben rivestito con materiale antiscivolo.
Ergonomia e comandi
Buono: tutti i comandi sono facilmente comprensibili e raggiungibili anche con l’occhio al mirino. Peccato che il joystick non serva per la navigazione tra comandi e menu e che per variare qualunque impostazione si deve tenere premuto l’apposito pulsante e contemporaneamente girare una ghiera. Molto scomodo.
Mirino
Ottimo: è uno dei più ampi della categoria, ha un’elevata luminosità e buona risoluzione e consente di valutare perfettamente la profondità di campo.
Schermo
Molto buono: è orientabile in alto e in basso, abbastanza ben visibile anche al sole e con la sensibilità al tocco consente di mettere a fuoco e scattare toccandolo. Non si possono però solo spostare i punti AF con l’occhio al mirino
Autofocus
Ottimo: è’ veloce e preciso per tutti i soggetti statici e in movimento anche veloce. La sua sensibilità in poca luce è buona.
Esposizione
Ottimo: corretta in buona luce ed in situazioni normali, dando prevalenza alle luci per non bruciarle. Nelle foto notturne sovraespone leggermente in Matrix (2/3 di stop).
Bilanciamento del bianco
Ottimo: in automatismo si è dimostrato sempre corretto. Dispone di impostazioni predefinite per varie luci e di taratura fine in gradi Kelvin e della possibilità di dare priorità al bianco o all’atmosfera.
Qualità d’immagine
Molto buono: per risoluzione e definizione, ottimo il contenimento del rumore alle alte sensibilità, specialmente usando il raw e convertendo le foto con CaptureOne.
Stabilizzazione
Ottimo: molto efficace, consente di guadagnare 5 stop.
Raffica
Buono: arriva a riprendere 12 fg/s in jpeg indefinitamente, anche se Nikon ne indica 14.
Video
Ottimo: la ripresa 4K è di buona qualità.
Obiettivi
Buono: gli obiettivi provati sono di ottima qualità; la costruzione appare solo buona. La disponibilità del corredo ancora non è completa.
In conclusione la Z6 II è una fotocamera che per le sue caratteristiche e prestazioni si rivolge sia al pubblico amatoriale che professionale. Da questo punto di vista è un’ottima fotocamera ed è adatta a quasi tutti i generi fotografici compresi quelli in cui si richiedono caratteristiche di autofocus e di raffica a vertici elevati.
Pregi
– buona qualità d’immagine
– rumore molto contenuto alle alte sensibilità
– costruzione e finitura di ottima qualità
– comandi comodi e facilmente raggiungibili (vedi difetti)
– esposizione ottima
– ottimo autofocus
– ottimo mirino
– dimensioni e peso contenuti
– stile e “feeling” Nikon
Difetti
– azionamento di alcuni comandi scomodo
– velocità di raffica inferire al nominale
– corredo obiettivi nativi ridotto
Alternative
Canon EOS R6 II
Mirrorless con sensore CMOS da 24 Mpx e stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”. L’autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto ha 4897 punti AF raggruppati in 1053 zone. Il mirino ha 3,69 Mpx, copertura del 100 % e un ingrandimento di 0,76x. Lo schermo è orientabile in tutte le direzioni e sensibile al tocco. L’otturatore meccanico con tempi da 30 secondi a 1/8000 consente la prima tendina elettronica, quello elettronico arriva a 1/16000. La velocità di raffica è di 40 fg/s, la ripresa video 4K 60p e uscita HDMI per dispositivi esterni. E’ dotata di wifi e Bluetooth. Ha un doppio alloggiamento per schede di memoria del tipo SD UHS II. L’innesto obiettivi è il Canon RF per il quale sono disponibili 33 obiettivi AF. Le dimensioni sono 138x98x88 mm con un peso di 670 g.
Costa 2.990 € solo corpo.
Panasonic Lumix S5 II
Mirrorless con sensore CMOS da 24 Mpx e stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”. L’autofocus a rilevamento di fase e di contrasto, novità per Panasonic, ha 779 punti AF. Il mirino ha 3,69 Mpx, copertura del 100 % e un ingrandimento di 0,78x. Lo schermo è orientabile in tutte le direzioni e sensibile al tocco. L’otturatore con tempi da 30 secondi a 1/8000, anche elettronico, consente la prima tendina elettronica e lo scatto completamente silenzioso. La velocità di raffica è di 9 fg/s, la ripresa video 6K 30p e 4K 60p con uscita per dispositivi esterni. E’ dotata di wifi e Bluetooth. Ha un doppio alloggiamento per schede di memoria del tipo SD, UHS II. L’innesto obiettivi è il Leica L per il quale sono disponibili 55 obiettivi AF. Le dimensioni sono 134x102x90 mm con un peso di 740 g.
Costa 2.199 € solo corpo e 2.499 € con lo zoom 20-60/3,5-5,6.
Sony A7 IV
Mirrorless con sensore BSI-CMOS retroilluminato da 33 Mpx e stabilizzazione integrata sul sensore a “5 assi”. L’autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto ha 759 punti AF. Il mirino ha 3,69 Mpx, copertura del 100 % e un ingrandimento di 0,78x. Lo schermo è orientabile in alto e in basso e sensibile al tocco. L’otturatore con tempi da 30 secondi a 1/8000, anche elettronico, consente la prima tendina elettronica e lo scatto completamente silenzioso. La velocità di raffica è di 10 fg/s, la ripresa video 4K 60p con uscita per dispositivi esterni. E’ dotata di wifi e Bluetooth. Ha un doppio alloggiamento per schede di memoria del tipo CF Express tipo A e SD UHS II. Le dimensioni sono 131x96x80 mm con un peso di 659 g.
Costa 2.749 € solo corpo e 2.949 € con lo zoom 28-70/3,5-5,6 OSS.