Fujifilm X-H1: impressioni

Questa mirrorless, presentata nel febbraio di quest’anno, si posiziona al vertice della gamma APS di Fujifilm. La X-H1 eredita molte caratteristiche della X-T2, ma ne migliora alcuni aspetti importanti. Il primo è l’introduzione, per la prima volta nella gamma Fujifilm, della stabilizzazione sul sensore. Poi è stato migliorato notevolmente il comparto video. La X-H1 riprende video Cine 4K a 4096×2160 pixel, dispone di una nuova simulazione pellicola “Eterna” che simula l’effetto pellicola cinematografica, di un’opzione F-Log per la ripresa con una curva ad alta gamma dinamica, di registrazione ad alta velocità (120 fg/s) e di funzioni per la regolazione silenziose.
Il corpo della fotocamera, in lega di magnesio e protetto da polvere ed acqua, è più grande e robusto di quello della X-T2. Il mirino ha una risoluzione maggiore. E’ stato aggiunto anche un piccolo pannello LCD che visualizza le impostazioni principali. Il sensore APS è lo stesso X-Trans CMOS III della X-T2, come l’autofocus, ma è stato migliorato l’elaboratore d’immagine X-Processor Pro.

La X-H1 è una fotocamera con chiare ambizioni professionali e si confronta con i modelli reflex e mirrorless destinati alle riprese sportive, naturalistiche e di soggetti in movimento. Inoltre le sue caratteristiche di ripresa video la pongono ora al vertice anche in questo campo insieme a pochi altri nomi.
Il sensore X-Trans CMOS III con una disposizione aperiodica dei filtri colorati e privo di filtro antialias ha sempre dimostrato, nei modelli precedenti, una elevata qualità d’immagine, con un rapporto segnale rumore alle alte sensibilità fra i migliori della categoria. L’autofocus migliora le già ottime caratteristiche di quello della X-T2. E’ ibrido, a rilevamento di fase e di contrasto con 325 punti AF offre un’ampia gamma di regolazioni per velocità e sensibilità e diversi profili di funzionamento predisposti.
Uno dei miglioramenti più importanti, rispetto alle precedenti mirrorless Fujifil, è  l’introduzione della stabilizzazione sul sensore. Si tratta di un sistema a “5 assi”, denominato IBIS, che consente un guadagno di 5 stop. Questo è molto importante perché Fujifilm era, prima della X-H1, l’unica a non avere inserito nelle sue mirrorless la stabilizzazione, ma contava solo su quella negli obiettivi. Con la stabilizzazione sul corpo macchina invece si ottiene il risultato di stabilizzare tutti gli obiettivi, comprese le numerose focali fisse ad alta luminosità del corredo Fujfilm che in sua assenza venivano in parte penalizzate. Anche lo zoom 16-55/2,8 non stabilizzato sicuramente se ne avvantaggia.
L’altro aspetto su cui Fujifilm ha lavorato è stata la ripresa video. Fino ad oggi era sempre sembrato che la casa considerasse questo aspetto secondario rispetto a quello fotografico ed inserisse la ripresa video perché doveva farlo.
Con la X-H1 le cose cambiano. La ripresa non è solo 4K, ma Cine 4K, 4096×2160 pixel con un rapporto di immagine 17:9 con un bitrate che arriva a 200 mb/s. E’ stata introdotta una nuova simulazione pellicola “Eterna” adatta alla registrazione di filmati che simula l’effetto pellicola cinematografica. Caratterizzata dalla rappresentazione di colori tenui e ricchi toni ombra, questa modalità può essere usata con la Gamma dinamica 400% (equivalente a circa 12 stop) per ottenere una registrazione di filmati con un alto livello di qualità. E’ disponibile inoltre l’opzione “F-Log” ad alta gamma dinamica* per la registrazione su scheda e per uscita non compressa su attrezzatura esterna. C’è anche la possibilità di riprese ad alta velocità, 120 fg/s per una visione rallentata e la possibilità di regolare i principali parametri di ripresa in modo silenzioso attraverso lo schermo sensibile al tocco. Sono infine disponibili l’uscita HDMI per visione o registrazione su un dispositivo esterno, l’ingresso microfono e per cuffia stereo.
La durata della registrazione continua arriva a 29 minuti e 59 secondi, il massimo consentito senza che la fotocamera sia soggetta ad un dazio doganale da video registratore, a differenza dei precedenti modelli che si limitavano a 10-15 minuti.
Insomma aggiungendo anche la disponibilità degli obiettivi Fujifilm Cine la X-H1 va considerata un’ottima scelta anche per le riprese video.

Esaminando la fotocamera si vede che le sue dimensioni sono cresciute rispetto alla X-T2 ed anche il peso è sensibilmente aumentato.

Questo è sicuramente una garanzia di robustezza anche per un uso gravoso, ma avvicina le sue dimensioni a quelle di una relex APS. Non siamo allo stesso livello di una Canon 7D II o una Nikon D500, ma poco ci manca.

Sicuramente è più grande della Sony A7 III, mirrorless fullframe da 24 Mpx,che pesa anche qualche grammo di meno.

Anche gli obiettivi non hanno dimensioni e pesi troppo diversi da quelli delle reflex o delle mirrorless Sony.

La macchina è molto ben costruita e rifinita come d’abitudine per Fujifilm. I comandi seguono lo schema standard della casa e prevedono delle ghiere esterne per l’impostazione dei tempi, della sensibilità ISO e della compensazione dell’esposizione. Tutti gli obiettivi X-F dispongono poi della ghiera dei diaframmi. In questo modo si può predisporre la fotocamera in tutte le modalità di funzionamento agendo sui comandi anche da spenta e controllandone a colpo d’occhio lo stato.

Gli altri comandi sul dorso seguono il consueto schema simile alla X-T2 così come i menu quindi chi è abituato a queste fotocamere ci si ritrova facilmente.

Il mirino ha una risoluzione superiore ai precedenti modelli, 3,69 Mpx, con un ingrandimento reale 0,75x. E’ molto chiaro e luminoso e consente un’ottima visione anche in ambienti poco illuminati. Il piccolo pannello LCD facilita la visione delle impostazioni principali.

Ho provato la X-H1 con due obiettivi, l’XF 56 mm f/1,2 R equivalente ad un 84 mm e l’XF 16-55 mm f/2,8 equivalente ad un 24-82 mm.

Il primo è un è un obiettivo da ritratto luminosissimo che consente quindi di staccare bene il soggetto dallo sfondo anche con il formato APS. Non è eccessivamente grande e pesante in rapporto al corpo.

Lo zoom è il classico zoom tuttofare ad alta luminosità. Le sue dimensioni e peso sono ragguardevoli, vicine a quelle dei 24-70 delle reflex o mirrorless fullframe. Montato sulla leggera X-T2 la sbilancia un po in avanti, sulla X-H1 l’insieme è più proporzionato.

Come prima prova ho verificato lo scatto a raffica. La X-H1 ha una velocità di raffica massima di 14 fg/s usando l’otturatore elettronico, 11 fg/s con l’impugnatura supplementare e l’otturatore meccanico e 8 fg/s con l’otturatore meccanico e il live view.
Ho scattato con l’otturatore meccanico, usando il 16-55 alla focale massima, e utilizzando come soggetto le auto di passaggio a buona velocità nelle vie vicine. Ho scattato con priorità dei tempi,1/1000 di secondo, f/2,8 in jpeg standard usando una scheda UHS I classe 3.

La X-H1 ha scattato raffiche a 8 fg/s con foto sempre a fuoco. Un’ottima prestazione, anche se un po inferiore a quella di analoghe reflex APS se si vuole mantenere la visualizzazione del soggetto nel mirino (live view).

Ho poi scattato qualche foto in esterni col 56/1,2.

Nella foto N 5 si può rilevare l’elevata nitidezza dell’obiettivo.

Per valutare il rapporto segnale rumore ho anche cercato un angolo poco illuminato nel negozio in cui potere scattare anche con sensibilità elevate.

Il rumore comincia ad essere visibile a 1600 ISO, molto leggero, e diventa elevato solo a 6400. Una buona prestazione che dovrà essere verificata con un test secondo i miei metodi di misura e confronto standard.

Infine i ritratti. La sala di posa della La Placa Academy è ben attrezzata. Per l’occasione l’illuminazione era fornita da due luci, un illuminatore con pannello diffusore sulla destra ed un’altra luce più lontana sulla sinistra.
Ho scattato in formato raw ed ho convertito gli scatti sia con Raw File Converter, il software di Fujifilm per la conversione raw derivato da Silkypix, con la simulazione pellicola impostata su quella scelta nella fotocamera (Provia standard), sia infine con Lightroom.

Ho scattato sia con il 16-55/2,8 alla focale massima, sia con il 56/1,2. Ho usato la misurazione spot con l’esposizione manuale, per poter decidere l’apertura e il tempo di scatto, ma l’ISO auto per avere un’esposizione automatica. L’esposizione è stata quasi sempre corretta con alcuni casi in cui ho dovuto apportare una correzione di 1/3 o 1/2 stop. Invece ho avuto molti problemi per il bilanciamento del bianco che non si è rivelato costante nella sequenza di foto scattate. Nella conversione da raw con Raw File Converter ho corretto, nei casi in cui mi sembrava necessario, il bilanciamento, mentre nella conversione con Lightroom ho lasciato il bilanciamento come impostato allo scatto in modo che si possano vedere le differenze.
Le foto sono comunque di ottima qualità con una buona nitidezza sia col 16-55 che col 56. La resa dell’incarnato è un po’ diversa a secondo del programma usato per la conversione, a parità di regolazioni.
Pubblico entrambe le versioni e ognuno può valutare quale sia quella più piacevole.

Tutte le foto sono state scattate il 4 maggio 2018 presso la sala di posa della La Placa Academy.

Raw File Converter

Lightroom

Ho poi applicato con Raw File Converter le varie simulazioni pellicola, disponibili anche in fase di conversione e non solo al momento dello scatto.

Ognuna da un carattere diverso alla foto. Quelle che preferisco sono Velvia e Acros.

In conclusione la Fujifilm X-H1 completa finalmente l’offerta di mirrorless della casa con un modello con stabilizzazione integrata, funzionalità che consente di usare con maggiore confidenza gli ottimi obiettivi X a focale fissa luminosi in condizioni di poca luce. Le sue capacità di autofocus e di raffica le consentono poi buone prestazioni anche per la foto di soggetti in movimento, anche se il fatto che la visione live view arrivi a soli 8 fg/s la limita un po’. Il corpo è ben costruito con una finitura eccellente, ma più grande dei precedenti modelli Fujifilm con dimensioni e peso analoghi ad una mirrorless fullframe o a una reflex APS.
La X-H1 costa circa 1.650 € solo corpo, un prezzo tutto sommato conveniente in rapporto alle prestazioni.

2 pensieri riguardo “Fujifilm X-H1: impressioni”

  1. Ciao Francesco,

    ho letto la tua nuova recensione e come al solito… Dopo tanto tempo che non ti scrivo, lo rifaccio ora, anche questa volta una tantum, però. Guarda tu se non sei proprio… incorreggibile. 😉

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    1. Onestamente preferirei che i miei articoli fossero valutati più per il contenuto piuttosto che per eventuali refusi ed errori di battitura, considerando anche il desolante panorama, a livello di conoscenza di italiano, che si trova nella stampa italiana e per non parlare dell’analfabetismo diffuso che si vede in rete che sono molto peggiori. Comunque ognuno ha le sue fisse.
      Ciao, Francesco

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