Sensore
La EOS 200D è dotata di un sensore CMOS di formato APS-C (22,3×14,9 mm), con 24 Mpx. Questo sensore dispone di un certo numero di pixel sdoppiati che consentono di far funzionare l’autofocus a rilevamento di fase, oltre che a rilevamento di contrasto in live view e video. Lo scopo è quello di avere un sistema autofocus, quando si usa la macchina in live view o per le riprese video, più veloce di quello a rilevamento di contrasto usato normalemente dalle reflex in queste situazioni. La sua sensibilità varia da 100 a 25.600 Iso a passi di 1/3 EV. Lo stesso sensore è montato sulle 2000D, 800D e 77D.
Per valutarne le caratteristiche e la qualità pubblico oltre alle foto di prova il grafico del rapporto segnale/rumore in funzione della sensibilità e quello della gamma dinamica massima registrabile in funzione sempre della sensibilità.
Rapporto segnale/rumore
In questo grafico è riportato l’andamento del rumore prodotto dal sensore in funzione della sensibilità Iso. Questo viene rilevato fotografando una superficie completamente bianca e convertendo le foto raw così ottenute in jpeg con la minima compressione possibile (100 %). In questo modo più è alto il rumore, che si presenta in forma di punti scuri e colorati invece di punti bianchi, meno è possibile comprimere la foto e quindi questa risulta di maggiori dimensioni. Per un confronto omogeneo fra fotocamere con differenta numero di pixel è necessario standardizzare queste dimensioni ad un valore uniforme. Il valore scelto è 10 Mpx che consente di confrontare tutte le macchine disponibili attualmente e consente di effettuare una stampa di formato A4 senza ridimensionamento. La conversione da raw è effettuata con il software fornito dal produttore. Le foto sono convertite, ridimensionate e salvate in tiff. Poi viene effettuata la conversione in jpeg, sempre con lo stesso programma, Acdsee Pro, e con compressione minima in modo da applicare a tutte le foto tiff gli stessi algoritmi di compressione jpeg.
L’andamento della curva di rumore della EOS 200D usando Canon DPP per la conversione dei raw è, al di là degli errori di misura, uguale a quella della EOS 80D, che ha lo stesso sensore, e si mantiene circa ad uno stop sopra quella della EOS 6D fullframe usata come riferimento. Rispetto alla Fujifilm X-Pro2 la differenza è ugualmente di uno stop fino a 3200 ISO, per poi diventare simile oltre. Rispetto alla EOS 100D è molto migliorata.
In complesso una buona prestazione per una reflex APS economica, analoga a quella di modelli molto più costosi.
Gamma dinamica
La gamma dinamica misura la massima differenza di luminosità, fra ombre e luci, registrabile dal sensore prima di arrivare alla saturazione. Nel grafico sono riportate la massima differenza di luminosità in sottoesposizione e sovraesposizione, rispetto all’esposizione corretta (come misurata dall’esposimetro della macchina), alle quali è ancora possibile distinguere dei dettagli nelle ombre e nelle luci, la loro somma che corrisponde alla gamma dinamica complessiva registrata dal sensore, e la gamma dinamica della Canon 6D come riferimento. La gamma dinamica è espressa in valori EV con un intervallo minimo di 1/3 EV.
La EOS 200D ha una gamma dinamica inferiore mediamente di 1 e 1/3 EV a quella della fullframe 6D alle sensibilità più basse fino a 200 ISO, poi questa differenza si attenua e diventa di 2/3 di EV tranne che alla sensibilità massima a cui è 1 EV, come ci si poteva aspettare. Una prestazione normale per una fotocamera APS.
Le foto di test notturne sono scattate a tutte le sensibilità da 100 a 25600 ISO.
Foto raw con DPP senza riduzione di rumore
Nelle foto convertite con DPP senza riduzione il rumore comincia ad essere visibile, in maniera molto fine a 1600 ISO e in modo più visibile a 3200. A 6400 il rumore è ben visibile e per usare le foto a formato pieno è necessaria una sua riduzione. Oltre questa sensibilità, a 12800 e25600 ISO, il rumore è eccessivo e conviene usarle solo in caso di estrema necessità.
Foto raw con DPP con riduzione di rumore
Ottimizzando la riduzione di rumore con DPP si possono ottenere buoni risultati a 3200 e 6400 ISO con perdite di dettaglio visibili, ma accettabili, mentre oltre le foto sono difficilmente recuperabili.
Foto raw con DPP e riduzione di rumore con Dfine
Ugualmente usando il plug-in Dfine è possibile ripulire bene le foto fino a 6400 ISO, con perdite di dettaglio però maggiori che con DPP, ma quelle a sensibilità superiori perdono gran parte della nitidezza e a 25600 ISO non è neppure possibile eliminare tutto il rumore.
Foto raw con DPP senza riduzione di rumore a 10 Mpx
Con il ridimensionamento a 10 Mpx si guadagna poco meno di uno stop, quindi le foto a 3200 Iso potrebbero essere usate così come sono.
Foto raw con DPP con riduzione di rumore a 10 Mpx
In questo caso le foto sono usabili anche a 6400 ISO, anche se perdono nitidezza rispetto alle sensibilità più basse.
Foto raw con DPP e riduzione di rumore con Dfine a 10 Mpx
Lo stesso vale per la riduzione di rumore con Dfine, anche se la nitidezza è ancora inferiore.
Foto jpeg
Salvando le foto direttamente in jpeg (come molti utenti faranno) si ottengono buoni risultati fino a 1600 Iso, poi la riduzione di rumore attuata dalla macchina è un po’ forte ed elimina i dettagli più fini cosichè già a 3200 Iso le foto perdono un po di dettaglio e sono meno utilizzabili. Alle sensibilità superiori inoltre il rumore non è nemmeno completamente eliminato.
In conclusione con la EOS 200D è possibile scattare senza problemi fino a 3200 Iso e con qualche riserva fino a 6400. Scattando in raw e convertendo le foto con Canon DPP con la sua riduzione di rumore di default, o meglio ottimizzando riduzione di rumore e nitidezza, si possono ottenere risultati migliori che scattando direttamente in jpeg.
Obiettivo
Il fattore moltiplicativo per valutare la focale in rapporto alle dimensioni del sensore fullframe o della pellicola è 1,6x.
Con la EOS 200D ho avuto a disposizione per la prova lo zoom 18-55 f/3,5-5,6 IS II fornito anche in kit. E’ un obiettivo economico, ma abbastanza valido.
L’obiettivo è caratterizzato da un’ampia e comoda ghiera per la zoomata e si allunga quando zoomato. Più avanti c’è una ghiera, molto piccola e un po’ scomoda, per la messa a fuoco manuale. Sul fianco sinistro ci sono due interruttori per commutare la messa a fuoco da automatica a manuale e per attivare la stabilizzazione. La costruzione è totalmente in plastica, compreso l’innesto, e molto economica.
Caratteristiche ottiche
L’obiettivo è composto da 11 lenti, con un elemento asferico, in 9 gruppi. Il diaframma a 6 lamelle si chiude fino a f/36 alla massima focale. L’autofocus è attuato con un micromotore, invece che col motore USM ad ultrasuoni dei modelli più costosi. La messa a fuoco minima arriva a 25 cm con un ingrandimento 0,34x.
Le dimensioni relativamente contenute sono 70 mm di lunghezza per 69 di diametro con un peso di 200 g.
Riporto il diagramma della variazione di apertura in funzione della focale
Apertura equivalente
Nel diagramma è riportata l’apertura di diaframma equivalente dell’obiettivo della 18-55 sulla 200D, a confronto con quella della Sony A7 III fullframe con il 28-75/3,5-5,6.
L’apertura equivalente da indicazioni sulla qualità d’immagine ottenibile dalla fotocamera al variare della focale, specialmente per il rapporto segnale/rumore, e alla profondità di campo ottenibile. Più l’apertura è bassa più la qualità è migliore e la profondità di campo ridotta.
La differenza è di uno stop a tutte le focali, conseguenza del sensore APS più piccolo di quello delle fullframe.
Risoluzione
Come spiegato nell’articolo “Risoluzione: obiettivi e sensori” riporto le misure della risoluzione orizzontale relative all’accoppiata obiettivo sensore per le focali di 18, 35 e 55 mm equivalenti di 29, 56 e 88 mm.
18 mm:
Centro: molto buono da tutta apertura, f/3,5, fino a f/16, buono a f/22.
Bordi: buoni a f/3,5, poi molto buoni fino a f/11, calano un po’ come il centro, ma sono ancora discreti a f/22.
35 mm:
Centro: molto buono da f/4,5 fino a f/11, poi cala per la diffrazione, buono a f/16, appena discreto a f/22 e scarso a f/29.
Bordi: sono abbastanza vicini al centro e ne seguono l’andamento; buoni fino a f/5,6, molto buoni a f/8,0, poi seguendo il centro buoni fino a f/16, sufficienti a f/22 e scarsi a f/29.
55 mm:
Centro: molto buono da f/5,6 fino a f/11, poi cala per la diffrazione, buono a f/16, appena discreto a f/22 e scarso a f/32.
Bordi: anche qui vicini al centro ne seguono l’andamento; buoni a f/5,6, molto buoni a f/8,0, poi seguendo il centro buoni fino a f/16, discreti a f/22 e molto scarsi a f/32.
Distorsione
La distorsione a 18 mm f/3,5 è del 3,2 % a barilotto e diminuisce all’aumentare della focale con uno 0,2 % a cuscino a 55 mm. E’ correggibile automaticamente dalla fotocamera oppure nella conversione raw/jpeg da Canon DPP o da altri software che possono accedere alle caratteristiche dell’obiettivo.
Vignettatura
La vignettatura è di uno e 1/3 di stop a 18 mm e f/3,5, ma diminuisce drasticamente alla chiusura del diaframma; alle focali superiori varia fra 2/3 e 1/3 di stop. Anche questa può essere corretta dalla fotocamera o dal software di conversione.
In complesso l’obiettivo ha buone prestazioni, specialmente considerando la categoria ed il prezzo, con un’ottimo microcontrasto che rende nitide e brillanti le foto e un’ottima uniformità fra centro e bordi e non merita il disprezzo a cui di solito sono soggetti questi obiettivi. E’ opportuno però usarlo alle aperture più grandi, vista anche la sua scarsa luminosità, evitando assolutamente di diaframmare oltre f/16.
Stabilizzazione
Lo zoom 18-55 IS II è stabilizzato otticamente. La stabilizzazione è disattivabile con l’apposito interruttore sul barilotto.
Scattando alla massima focale, 55 mm equivalente a 88, per la quale il tempo di sicurezza per evitare il mosso è di 1/100, ho ottenuto foto nitide fino ad 1/13 con un guadagno di 3 stop. A 1/6, 4 stop, e a 1/3 di secondo, 5 stop, si possono in qualche caso ottenere foto abbastanza nitide, con una percentuale del 30 %.
Un discreto risultato che però non può competere con quello di stabilizzatori più sofisticati a “5 assi”.
Le foto di prova confermano le misure con una buona nitidezza ed uniformità di resa.
Raffica
Canon dichiara per la EOS 200D una velocità di raffica di 5 fg/s. La messa a fuoco può essere continua nella modalità AF Servo, oppure limitata al primo scatto.
Le prove sono state eseguite con scatto a priorità dei tempi, 1/1000 di secondo e messa a fuoco manuale usando una scheda classe 10 USH-I U3 da 95 Mbit/s.
Foto jpeg
Jpeg standard
La 200D ha scattato a 5 fg/s per oltre 20 secondi ed avrebbe potuto continuare fino al riempimento della scheda.
Foto raw
In questo caso la fotocamera ha scattato tre foto nel primo mezzo secondo per poi stabilizzarsi su una foto ogni 1,5 secondi.
Nelle provve pratiche, scattando sempre con scheda UHS I U3, jpeg standard, priorità dei tempi e 1/1000 di secondo. la 200D ha scattato a 5 fg/s. Usando l’autofocus AI-Servo (continuo) con tutti i punti AF disponibili però non sempre è riuscita a mantenere la messa a fuoco, come si vede dalle sequenze pubblicate.
Usando invece solo il punto centrale nella ripresa di veicoli in avvicinamento o allontanamento alla velocità di 50-60 kmh è riuscita a metterli sempre correttamente a fuoco.
Una buona prestazione, adeguata ad una reflex economica.
Video
La ripresa video consente di riprendere video Full HD a 1920×1080 pixel con audio stereo. La ripresa può essere effettuata in totale automatismo, oppure in manuale regolando la sensibilità ISO, il diaframma, il tempo di scatto ed il bilanciamento del bianco. La messa a fuoco può essere continua oppure a richiesta, focheggiando prima di iniziarla e poi richiedendola durante la ripresa premendo il pulsante di scatto. Infine può essere anche totalmente manuale.
Per attivare la ripresa ci si deve ricordare di mettere la levetta di accensione nella posizione video e poi premere il pulsante che nel funzionamento normale serve per il live view.
Nelle prove ho riscontrato una corretta esposizione e bilanciamento del bianco. La messa a fuoco ha funzionato bene, non perdendo il fuoco su soggetti in movimento anche quando si aziona lo zoom.
Unico limite è la mancanza della ripresa 4K, ormai presente anche su fotocamere economiche e su smartphone.
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Descrizione & uso
Galleria
Conclusioni
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