Olympus OM-D EM1 II: test

La Olympus OM-D E-M1 II è stata presentata oltre tre anni fa, alla Photokina del 2016, ma solo a fine 2019 me ne è stato inviato un esemplare per la prova. Al momento della presentazione le sue caratteristiche avevano impressionato molto favorevolmente: autofocus a rilevamento di fase con 121 punti AF, raffica fino a 18 fg/s con AF continuo, ripresa video Cine 4k, mirino ad alta risoluzione erano tutte caratteristiche all’avanguardia per l’epoca e non presenti in altre fotocamere anche di categoria superiore.
Oggi molte di queste sono disponibili in diversi altri modelli ed alcune sono state superate e migliorate. La E-M1 II resta comunque una fotocamera interessante e vale la pena di verificare quanto sia ancora attuale e concorrenziale.

Olympus è diventata famosa negli anni 70 per le sue reflex OM che univano le dimensioni contenute, a confronto con le quelle massicce delle reflex dell’epoca, con la qualità delle fotocamere e degli obiettivi.
Guardando la E-M1 II non si può non pensare alle reflex OM. L’estetica è volutamente simile e anche le dimensioni sono paragonabili. La fotocamera ha un aspetto robusto e gradevole e la sua costruzione e finitura sono di ottimo livello. Il peso e le dimensioni sono ridotte, ma non eccessivamente e non pregiudicano la sua manovrabilità e l’accesso ai comandi.

Le sue principali caratteristiche sono:

– sensore Micro 4/3 (17,4×13 mm) CMOS da 20 Mpx
– processore d’immagine TruePic VIII
– innesto obiettivi Micro 4/3
– mirino elettronico con 2,36 Mpx, ingrandimento di 0,74x reali e copertura del 100 %
– schermo da 3″ con funzione touch con 1.040.000 pixel orientabile in tutte le direzioni
– autofocus a rilevamento di fase e contrasto con 121 punti AF selezionabili automaticamente o manualmente
– stabilizzatore d’immagine a “5 assi” sul sensore
– modalità di esposizione completamente automatica, Program, a priorità, manuale
– sensibilità automatica o manuale da 64 a 25.600 ISO
– otturatore meccanico e elettronico con tempi da 60 secondi ad 1/32000
– disponibilità di Art Filter
– ripresa video Cine 4K a 4096×2160 pixel 24p, 4K a 3840×2160 pixel 30/25/24p in formato MP4 H264 con audio stereo
– velocità di raffica fino a 18 fg/s con AF continuo e 60 fg/s con AF al primo scatto
– Sistema di pulizia del sensore a vibrazione ultra sonica
– non dispone di flash, ma ne viene fornito uno esterno
– connessione Wi-Fi
– dimensioni 132x91x67 mm
– peso 574 grammi

La OM-D EM1 II costa 1.350 € solo corpo, 1.850 € in kit con lo zoom 12-200/3,5-6,3, 1.960 € con il 12-40/2,8 Pro e 2.410 € con il 12-100/4,0 Pro.

Descrizione

La E-M1 II, come detto, non ha dimensioni estremamente contenute come altri modelli Olympus per salvaguardare l’impugnabilità e riservare abbastanza spazio per i molti comandi diretti previsti.
Se la si confronta infatti con una mirrorless fullframe come la Sony A9 si vede infatti che le dimensioni del corpo si equivalgono e i pesi sono abbastanza vicini.

Se però si montano degli obiettivi le cose cambiano di parecchio. Montando sulla Sony uno zoom 24-70/2,8 o un 70-200/2,8 e sull’Olympus uno di focale equivalente o anche con escursione più ampia, 12-40/2,8 e 40-150/2,8, la situazione cambia. Gli obiettivi M43 sono molto più piccoli e leggeri di quelli fullframe.

La E-M1 con i due zoom arriva a pesare complessivamente 1,716 kg mentre la A9 con i due obiettivi pesa 3,039 kg, non il doppio, ma quasi. Le dimensioni ed il peso inferiori sono un bel vantaggio se si va in giro con un’attrezzatura composta da numerosi obiettivi.

Inizio la descrizione dal frontale:

Sulla destra dell’innesto obiettivi si vede il pulsante di sblocco e più in alto l’attacco sincro per i flash da studio. Alla sinistra ci sono due pulsanti: quello in alto serve, per impostazione predefinita, per rilevare il bilanciamento del bianco se premuto contemporaneamente al pulsante di scatto, quello sotto invece chiude il diaframma all’apertura di lavoro per valutare la profondità di campo. In alto, accanto alla scritta OM-D c’è il led di segnalazione dell’autoscatto che funziona anche come illuminatore ausiliario per l’autofocus.

Sulla calotta superiore c’è a sinistra l’interruttore di accensione in forma di levetta coassiale con un doppio comando a forma rotonda e diviso in due parti a mezzaluna. Questa posizione è piuttosto scomoda e richiede l’intervento di due mani se si tiene la macchina con l’impugnatura, rallentando l’accensione nel caso si abbia la necessità di cogliere una foto al volo.

I due comandi a mezzaluna in cui è divisa la pseudo ghiera vanno premuti per azionarli. Quella verso l’indietro serve per impostare le modalità autofocus e la misurazione dell’esposizione, attivando due menu rapidi di selezione nella zona superiore e inferiore dello schermo o del mirino nei quali si può scegliere il valore desiderato ruotando la ghiera di comando anteriore o quella posteriore. La mezzaluna anteriore serve per l’impostazione, allo stesso modo, delle modalità di scatto (singolo, raffica a varie velocità), per l’autoscatto e per lo scatto in HDR.
Al centro c’è la slitta porta accessori per flash o microfono.

Proseguendo verso destra c’è la ghiera delle modalità di funzionamento con al centro il pulsante di blocco, molto comodo per evitare spostamenti non intenzionali. Sono previste le modalità P program, A priorità dei diaframmi, S priorità dei tempi, M manuale, C1 C2 C3 per memorizzare impostazioni utente, Video, ART Filter e iAuto totalmente automatica. Al suo fianco la ghiera di comando posteriore che in riproduzione serve ad ingrandire o ridurre l’immagine visualizzata.

Sull’impugnatura il pulsante di scatto circondato dalla ghiera di comando anteriore. Più indietro due pulsanti: quello a sinistra Fn2 serve per impostazione predefinita per variare la curva di risposta del sensore all’intensità luminosa (una particolarità Olympus), ma ho preferito assegnarlo alla regolazione della sensibilità ISO, quello a destra per la ripresa video.

Nella parte posteriore, dominata dal grande schermo sensibile al tocco ed orientabile in tutte le direzioni, troviamo al centro il mirino con sulla sinistra una rotella per la correzione diottrica e dotato di sensore di prossimità che lo accende, spegnendo lo schermo, quando vi si accosta l’occhio.

A sinistra dell’oculare un pulsante per la commutazione da mirino a schermo manuale o automatica.

A destra dell’oculare un pulsante per il blocco dell’esposizione o per attivare la messa a fuoco indipendentemente dal pulsante di scatto in funzione della posizione della levetta coassiale in posizione 1 o 2.

All’estrema destra sulla piccola sporgenza che serve a creare un alloggiamento per il pollice c’è un pulsante Fn1 che per impostazione predefinita serve per visualizzare il punto di messa a fuoco e spostarlo e per attivare il rilevamento dei volti e la scelta dell’occhio a cui dare la priorità.

A lato dello schermo, dall’alto, ci sono: un pulsante Info che consente di cambiare le informazioni visualizzate nello schermo o nel mirino, il pad a quattro vie con al centro il pulsante Ok. Questo attiva due barre in basso e a destra nello schermo con cui è possibile regolare diverse impostazioni (Live Control). Premendo subito dopo il pulsante Info si visualizza un pannello interattivo con il quale è possibile modificare quasi tutte le impostazioni della fotocamera. I quattro tasti del pad servono per spostare il punto di messa a fuoco o la zona se si è scelto uno di queste modalità AF; in riproduzione i due laterali servono per scorrere le foto. Purtroppo è assente per questa funzione un joystick, molto più comodo e rapido da usare. Sotto c’è il pulsante per richiamare i menu, quello per revisionare le foto con a sinistra quello giallo per la loro cancellazione.

Sul lato destro ci sono gli alloggiamenti per le due schede di memoria SD compatibili UHS II protetti da uno sportellino.

Sul lato sinistro, sotto tre diversi sportellini in gomma ci sono una presa per microfono, una per cuffia, la presa HDMI tipo D e la presa USB C.

Nella parte inferiore troviamo l’innesto per il treppiedi coassiale con l’obiettivo e lo sportello che protegge il vano batteria.

In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– batteria ricaricabile BLH-1
– caricabatteria BCH-1 con cavo
– un cavo USB
– il tappo di copertura del bocchettone di innesto ottiche
– la cinghia a tracolla
– un piccolo flash FL-LM3
– un piccolo e sintetico manuale plurilingue. Il manuale completo è disponibile come pdf sul sito Olympus, come il software per importare, visualizzare e convertire le foto Olympus Viewer.

Come accessori sono disponibili:
– vari flash esterni Olympus dedicati e comandabili senza cavi
– cavo per comando a distanza RM-CB2
– adattatore per obiettivi Quattro terzi MMF-2/MMF-3
– adattatore per obiettivi OM MF-2
– oculare supplementare EP-13
– custodia pronto
– custodia subacquea

Schermate

 

Menu rapido

Menu

Obiettivi

La E-M1 II è dotata di innesto obiettivi Micro 4/3. questo vuol dire che può montare tutti gli obiettivi per Micro 4/3 disponibili, indipendentemente dal produttore, mantenendo tutti gli automatismi previsti. Ricordo che il fattore moltiplicativo degli obiettivi 4/3 e Micro 4/3 è 2, quindi per conoscere la focale equivalente in termini di formato 35 mm o fullframe basta raddoppiare la focale reale
Complessivamente sono disponibili oltre 70 obiettivi con innesto Micro 4/3 più altri 23 Olympus 4/3 usabili con l’adattatore MMF-3 che mantiene tutti gli automatismi.
Come Olympus Micro 4/3 sono disponibili 24 obiettivi suddivisi in due fasce: M.Zuiko Pro di livello professionale e M.Zuiko, sempre di ottima qualità.
Fra gli M.Zuiko Pro, i più adatti per la E-M1 II, ci sono 4 zoom, 7-14/2,8 (1.060 €), 12-40/2,8 (700 €), 40-150/2,8 (1.090 €) e 12-100/4,0 (1.090 €), a cui si aggiungerà nel corso dell’anno il nuovo  M.Zuiko 150-400/4,5 . Fra i focale fissa i 17/1,2 (1.090 €), 25/1,2 (1.040 €), 45/1,2 (1.000 €), 300/4,0 (2.000 €) e 8/1,8 Fish-eye (680 €).
Gli M.Zuiko comprendono 7 zoom e 7 focali fisse. I più interessanti sono il 75/1,8 (800 €), il 12-200/3,5-6,3 (730 €) e il 75-300/4,8-6,7 II (360 €).
Panasonic offre complessivamente 34 obiettivi, 23 zoom e 11 fissi, fra cui si segnalano gli zoom ad alta luminosità 12-35/2,8 e 35-100/2,8 stabilizzati, il luminoso 20/1,7 “pancake”, i Leica 12/1,4, 15/1,7, 25/1,4, 42,5/1,2, 200/2,8, 8-18/2,8-4,0, 12-60/2,8-4,0, 50-200/2,8-4,0 e il macro Leica 45/2,8.
Oltre a questi sono disponibili alcuni Sigma e Tamron e tre eccezionali obiettivi ad alta luminosità e a fuoco manuale di Voigtlaender un 17,5 mm f/0,95, un 25 mm f/0,95 e un 42,5 mm f/0,95.
Sulle Micro 4/3 poi è possibile montare, con opportuni adattatori, praticamente tutti gli obiettivi disponibili per fotocamere reflex o a telemetro grazie al ridotto tiraggio della montatura, naturalmente con messa a fuoco manuale, ma con automatismo di esposizione a priorità dei diaframmi. Olympus fornisce gli anelli per obiettivi 4/3 e OM, ma ce ne sono molti altri disponibili da altri fornitori, compreso quello per Leica M.

Uso in pratica

Per la prova ho avuto a disposizione una E-M1 II dotata dell’obiettivo M.Zuiko Pro 12-100/4,0.

Corpo

La costruzione è di elevata qualità e il corpo è molto ben rifinito. Le ghiere sono metalliche e scorrono con precisione. L’assemblaggio non si presta a critiche. Il tutto dimostra la professionalità della E-M1 II che si rivolge ai professionisti oltre che agli amatori ad alto livello.

Comandi

I comandi principali sono quasi tutti diretti e a portata dell’indice o del pollice della mano destra, anche se un po’ sparsi per il corpo e non raccolti in modo più accessibile. Le due ghiere di comando consentono di variare la combinazione tempo diaframma in program (program shift) oppure a regolare i diaframmi e i tempi nei funzionamenti a priorità e manuale e sono facilmente raggiungibili col pollice e l’indice. La sensibilità ISO, se non è in auto, il bilanciamento del bianco,l’area e le modalità di messa a fuoco, le modalità di scatto ed il funzionamento del flash sono controllabili premendo gli appositi pulsanti e poi con una delle due ghiere. Altre impostazioni possono essere regolate con la funzione Live Control. In questo modo si possono regolare i profili colore, il formato delle foto, la modalità di salvataggio e la modalità di ripresa video. Per ulteriori regolazioni si deve ricorrere al menu rapido visualizzabile premendo il pulsante Info.
Molte di queste regolazioni possono essere fatte anche usando il tocco sullo schermo, tranne quelle relative al menu rapido che disabilità la sensibilità al tocco.
In complesso però  i comandi consentono una rapida regolazione della fotocamera anche con l’occhio al mirino, anche se è necessario effettuare alcune personalizzazioni e leggere con cura il manuale utente per usarli al meglio.

Menu

I menu sono articolati in Menu di ripresa 1 e 2, Video, riproduzione, personalizzazione (Custom) e impostazione fotocamera (Setup). Consentono un’estesa e precisa impostazione della fotocamera, ma purtroppo sono inutilmente complicati e contorti. Inoltre alcuni termini sono assai poco chiari come “crocino” e molti generano confusione. E’ spesso difficile trovare il parametro che si vorrebbe modificare e regolare la fotocamera secondo le proprie esigenze diventa spesso un’operazione noiosa e sgradevole.

Mirino

E’ elettronico con una risoluzione di 2,36 Mpx, una risoluzione valutata ottima tre anni fa, ma ormai caratteristica dei modelli base e superata da quelli più avanzati che in alcuni casi offrono una risoluzione più che doppia. Non presenta ritardi apprezzabili e scie fastidiose quando si sposta rapidamente l’inquadratura o si seguono soggetti in movimento veloce. La copertura è del 100 % e l’ingrandimento è di 0,74x reali. Il mirino si avvale della tecnologia Adactative Brightness che consente di variarne automaticamente la luminosità in funzione di quella esterna in modo di avere una percezione corretta della luminosità dell’immagine inquadrata e non effettuare correzioni di esposizione errate.
Nel mirino possono essere visualizzate tutte le informazioni visibili sullo schermo e si possono effettuare tutte le regolazioni. E’ possibile anche visualizzare una livella su due assi. C’è infine un sensore che commuta automaticamente la visione da schermo a mirino quando si avvicina l’occhio, disabilitabile se si preferisce la commutazione manuale.

Schermo

Lo schermo da 3″ con 1.040.000 pixel è orientabile in tutte le direzioni. Questo è molto comodo per riprese dal basso o dall’alto e per fotografare senza farsi notare.

E’ sensibile al tocco e questo facilita la revisione delle foto con il loro scorrimento e ingrandimento. La visibilità è buona nei limiti consentiti in esterni luminosi da qualsiasi schermo

Otturatore

E’ meccanico con tempi da 60 secondi a 1/8000 più la posa B fino a 30 minuti, più elettronico da 60 secondi a 1/32000. Può funzionare con la prima tendina elettronica, ma solo fino a 1/320.
Quello elettronico consente di scattare con tempi di scatto velocissimi per usare diaframmi aperti anche in condizioni di forte luce per limitare la profondità di campo e, cosa più importante, consente di scattare in modo completamente silenzioso in situazioni in cui non si deve produrre alcun rumore e disturbo come teatro, conferenze e concerti di musica da camera.
L’inconveniente dell’otturatore elettronico può essere la deformazione di oggetti in movimento laterale veloce nell’inquadratura.

Stabilizzazione

Lo stabilizzatore d’immagine è sul sensore, a “5 assi”.

L’integrazione dello stabilizzatore nel corpo consente di stabilizzare tutti gli obiettivi montati, anche quelli a focale fissa e pure quelli di altre macchine o reflex montati con adattatori. In questo caso occorre informare la macchina sulla focale utilizzata. Se si usa un’obiettivo con stabilizzazione ottica, come il 12-100 in prova, questa può collaborare con quella sul sensore.
Olympus dichiara un guadagno fino a 5,5 stop e 6,5 se si usa anche un obiettivo stabilizzato. Per le prestazioni vedere la relativa pagina.

Autofocus

La messa a fuoco è a rilevamento di fase e contrasto con 121 punti AF tutti selezionabili automaticamente o manualmente con il pad che consente anche di spostarli. Si può anche scegliere una zona di messa a fuoco di varie ampiezze spostabile a piacere sullo schermo col tocco o con il pad. Infine è possibile attivare la funzione di riconoscimento dei volti.
Le modalità di funzionamento sono quelle classiche, AF-S (singolo), AF-C (continuo), AF ad inseguimento (tracking), manuale e singola più manuale. In modalità AF-S è possibile anche intervenire manualmente, usufruendo anche dell’ingrandimento fino a 14x nel mirino o sullo schermo e aiutati dalla funzione “Focus peaking”. Nella modalità AF-C è possibile attivare l’inseguimento del soggetto che viene agganciato ed inseguito nei suoi movimenti nell’inquadratura. Quando c’è poca luce si attiva automaticamente l’illuminatore ausiliario.
La velocità dell’autofocus è ottima ed in grado di mettere a fuoco con continuità anche soggetti in movimento veloce con una raffica a 18 fg/s. La precisione è ugualmente ottima.
Purtroppo però ho riscontrato alcuni problemi nelle riprese con poca luce. In questa situazione l’autofocus ha diverse volte confermato la messa a fuoco, ma poi le foto sono risultate totalmente fuori fuoco.

Questo problema non si è mai verificato in buona luce, quindi è probabilmente dovuto alla scarsa sensibilità dell’autofocus insufficiente a mettere a fuoco quando la luce è scarsa con un obiettivo f/4,0. Può darsi che con obiettivi più luminosi, f/2,8 o ancora meglio f/1,2, questo non avvenga.
Lo stesso problema lo avevo riscontrato tempo fa nella prova della E-M5 II, ma questa ha un AF solo a rilevamento di contrasto e speravo che quello a rilevamento di fase della E-M1 II fosse migliore da questo punto di vista.
Un analogo problema l’ho riscontrato con la funzione di rilevamento del volto e degli occhi che in alcuni casi non è riuscita ad effettuare la messa a fuoco pur avendo rilevato nel mirino l’occhio ed aver confermato il fuoco.

Nelle riprese video la messa a fuoco è continua. E’ abbastanza precisa anche se ha dimostrato qualche incertezza durante l’azionamento dello zoom, però rapidamente recuperata.

Esposizione

La misurazione dell’esposizione può essere del tipo a matrice, cioè misurata da tutto il sensore su 324 aree ed ottimizzata per la scena ripresa, oppure media con prevalenza centrale, spot su un’area del 2 % al centro o ottimizzata per le alte luci o per le ombre.
L’esposizione può essere totalmente automatica in iAuto, oppure si possono usare il programma P con la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma (program shift), le priorità ai tempi o diaframmi o l’esposizione manuale. In questo caso su un’apposita scala viene indicata la differenza fra l’esposizione impostata e quella misurata fino a +/- 3 EV. L’esposizione può essere compensata fino a +/- 5 EV. In tutte le modalità è molto facile e rapido regolare la macchina con le due ghiere disponibili.
L’esposizione si è dimostrata corretta con molta luce, normalmente esponendo per le luci per salvaguardarle. Questo può portare a immagini jpeg eccessivamente scure e con ombre poco leggibili. Se si usa il raw però le foto sono facilmente recuperabili, senza il rischio di trovarsi con luci bruciate e senza alcun dettaglio. Ovviamente se si vuole lavorare solo in jpeg è possibile compensare rapidamente l’esposizione o modificare, per i più esperti,la curva di risposta con l’apposito pulsante o entrando nei menu. Solo in casi veramente al limite ho dovuto apportare delle correzioni. Di notte o in ambienti scuri in presenza di forti contrasti tende a sovraesporre da 2/3 a 1 stop usando la misurazione a matrice. Questo è un comportamento abbastanza frequente e può essere facilmente corretto, se necessario, con l’apposito comando per la compensazione.

Sensibilità ISO

La sensibilità si può regolare con facilità, se non si usa in Auto, se si è dedicato un apposito pulsante Fn a questo scopo o richiamando la funzione Live Control e con la ghiera anteriore. In modalità ISO Auto la macchina regola il tempo minimo di scatto in funzione della lunghezza focale impostata sull’obiettivo e, coadiuvata dallo stabilizzatore, consente di evitare foto mosse (per soggetti statici!).

Bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco può essere automatico o prefissato su 7 valori predefiniti: sole, nuvoloso, ombra, flash, fluorescente, tungsteno e subacquea. Inoltre si può impostare un bilanciamento personalizzato in base ad una misurazione ed è possibile memorizzarne quattro. Ogni posizione predefinita permette una regolazione fine. E’ anche possibile scegliere per le foto un tono caldo oppure un bilanciamento più neutro.
Nella pratica usando il bilanciamento neutro ha funzionato bene per tutti gli scatti in luce solare e in interni, un po’ meno con tempo nuvoloso .

Negli scatti notturni ha dimostrato invece una certa incostanza, anche con immagini con la stessa inquadratura. La cosa è stata poi peggiorata dalla conversione in jpeg attuata dalla fotocamera come si può vedere dalle stesse foto convertite dal raw mantenendo il bilanciamento originale.

Formato foto

Le foto possono essere salvate in formato 4:3, 3:4, 3:2 e 16:9 e in varie dimensioni, L a 20 Mpx, M a 8 Mpx e S a 1,3 Mpx e possono essere salvate in Jpeg con qualità super Fine, Fine, Normal o Base, in raw (ORF) e in raw più jpeg. Le foto raw sono registrate con una profondità di colore di 12 bit.

Profili colore

Sono disponibili diversi profili colore: i-Enhance, con tre livelli di effetto per migliorare la qualità delle foto, vivido, naturale, smorzato, ritratto, monocromatico, personalizzato, e-Ritratto, subacqueo e creatore colore per definire un’immagine con colore personalizzato fra 30 tonalità e 8 livelli di saturazione.

Ogni profilo può essere personalizzato per nitidezza, contrasto e saturazione.

Flash

La fotocamera non dispone di un flash integrato, ma viene fornita con un piccolo flash da innestare sulla slitta porta accessori. La potenza è ridotta, ma va bene per piccoli ambienti o gruppi e come luce di schiarita di giorno.

ART Filter ed effetti

Olympus è stata la prima a dotare le sue fotocamere di effetti artistici applicati alle foto denominati ART Filter. Per applicarli è necessario posizionare la manopola delle modalità di funzionamento su ART.
Sono disponibili numerosi effetti:
Pop Art I/II, Soft Focus, Colori chiari e leggeri I/II, Toni Leggeri, Grana Pellicola I/II, Foro Stenopeico I/II/III, Diorama I/II, Cross Process I/II, Seppia chiaro, Toni drammatici I/II,Key Line I/II; Acquerello I/II, Vintage I/II/III, Colore parziale I/II/III. E’ possibile fare il bracketing di tutti i filtri con un solo scatto e poi, premendo il pulsante Info, selezionare quello da registrare.

Funzioni avanzate

La E-M1 II dispone anche di alcune particolari funzioni particolari.

Scatto ad alta risoluzione

La fotocamera effettua otto scatti in sequenza spostando per ciascuno il sensore di un pixel alla volta per ottenere una foto da 50 Mpx. Gli scatti sono poi combinati per ottenere una foto jpeg e, impostando la qualità d’immagine raw+jpeg, anche un file raw con estensione .ORI di circa 64 Mb apribile con Olympus Viewer.

Per effettuare li scatti è necessario utilizzare un treppiede ed è opportuno fotografare solo soggetti statici (paesaggi,, edifici) evitando per quanto possibile dettagli in movimento, non solo persone, ma anche ad esempio foglie mosse dal vento che producono effetti fantasma poco piacevoli. Le foto ottenute hanno una risoluzione di 8160×6120 pixel, ma per ottenere buoni risultati si deve usare un treppiedi molto solido per evitare disallineamenti fra uno scatto e l’altro.

Scatto HDR

La E-M1 II può produrre foto HDR (Hight Dynamic Range) scattando 3, 5 o 7 foto intervallate di 2 EV l’una dall’altra come esposizione e poi combinandole per ottenere un’immagine HDR.

Focus bracketing e focus stacking

E’ possibile effettuare un bracketing della messa a fuoco definendo un numero di scatti e la distanza di messa a fuoco fra l’uno e l’altro. Inoltre è disponibile la funzione focus stacking con cui vengono effettuati 8 scatti poi uniti in un’unica immagine jpeg a fuoco dal primo piano allo sfondo.

Funzione Pro Capture

Con questa funzione la fotocamera inizia a catturare immagini nel buffer di memoria appena si preme a metà il pulsante di scatto alla velocità di 18 fg/s con autofocus continuo o di 60 fg/s con autofocus singolo. Quando si preme a fondo il pulsante vengono salvate le ultime 35 immagini prima della sua pressione e si può continuare a scattare a questa velocità per complessivi 99 fotogrammi.

Esposizione multipla

E’ possibile effettuare un’esposizione multipla combinando due scatti nella stessa immagine.

Wi-fi

La E-M1 II è dotata di connessione Wi-Fi. Con questa la macchina può essere connessa ad uno smartphone o a un tablet, iOS o Android, su cui è stata installa l’apposita app Olympus Image Share e controllata da questo in tutte le sue funzioni usando lo schermo touch del dispositivo come fosse quello della macchina.  Si può mettere a fuoco con il tocco su qualsiasi punto e scattare foto. Oltre a ciò si possono rivedere le foto sulla fotocamera, selezionarle e trasmettere quelle selezionate sul dispositivo. Si potranno inoltre inserire inserire nelle foto le coordinate GPS rilevate dal dispositivo.

Raffica

La E-M1 II dispone di differenti velocità di raffica a secondo che si usi l’otturatore meccanico o quello elettronico.
Con l’otturatore meccanico si ha la velocità H a 15 fg/s e quella L a 10 fg/s per un massimo di 321 raw o jpeg limitati solo dalla capacità della scheda. Con l’otturatore elettronico invece le velocità sono in H 60 fg/s per 48 raw o jpeg, L 18 fg/s per 77 raw o 105 jpeg.
La messa a fuoco è sul primo scatto con la velocità H e continua con la velocità L. Questo purtroppo non viene evidenziato quando si imposta la fotocamera e si scatta, ma si può capire solo leggendo attentamente il manuale utente. Succede quindi che se si imposta l’autofocus continuo, la velocità H (15 fg/s) e l’otturatore meccanico la fotocamera effettui la messa a fuoco solo al primo scatto per cui ci si può trovare con le foto sfuocate, se il soggetto è in movimento, pur avendo impostato correttamente l’AF continuo. Se si imposta la velocità L con l’otturatore elettronico (18 fg/s) e l’autofocus continuo la E-M1 II mette a fuoco fotogramma per fotogramma riuscendo ad inseguire anche soggetti in movimento veloce.
E’ una situazione strana ed anomala: in pratica per ottenere la massima velocità di raffica con autofocus continuo si deve impostare la raffica “lenta”! Non si riesce nemmeno a capire il motivo per cui a 18 fg/s l’autofocus continuo funziona ad inseguimento ed a 15 no. Questo sicuramente può confondere il fotografo ed è una situazione che Olympus dovrebbe assolutamente correggere, impedendo ad esempio di impostare l’autofocus continuo quando si imposta la velocità di raffica H o viceversa.
Per le prestazioni vedere l’apposita pagina.

Video

La ripresa video consente di riprendere video Cine 4K a 4096×2160 pixel 24p,4K a 3840×2160 pixel 30/25/24p o Full HD a 1920×1080 pixel 60/50/30/25/24p in modalità MPEG-4 AVC/H.264 e in formato MOV. E’ disponibile anche una ripresa con formato HD a 1280×720 pixel 60p.
La registrazione video può essere attivata in tutte le modalità di scatto, ma posizionando la manopola delle modalità di funzionamento su Video si hanno delle opzioni in più e si può scegliere la modalità di ripresa indipendentemente da quanto impostato precedentemente nel menu.
Per la ripresa si possono usare tutte le modalità di esposizione PASM, compensazione e bilanciamento del bianco . La messa a fuoco è automatica continua o manuale.
In modalità video si hanno anche disponibili alcuni effetti particolari: Art Fade, Vecchio Film, Multi Eco, One Shot Eco e Zoom video e tutti gli Art Filter.

Nell’uso la E-M1 II si è dimostrata un’ottima fotocamera piacevole da usare. Le sue ridotte dimensioni e la sua leggerezza invitano a portarla sempre con se. La sua accensione è pronta, ritardato solo un poco dalla posizione dell’interruttore sulla sinistra della calotta. Per me che tengo la fotocamera dall’impugnatura con la destra richiede un intervento in più che ritarda un po’ l’operazione. Le regolazioni con i menu però sono spesso complesse per la complicazione degli stessi, mante il Live Control è abbastanza rapido.

Per tutte le foto di prova ho usato il formato 4:3.
Le foto sono suddivise in foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 100 a 25600 ISO, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare gli obiettivi, e foto di esempio, a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 200 ISO. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia nel jpeg convertito dal raw con Adobe Lightroom.

===>  Prestazioni & Conclusione

8 pensieri riguardo “Olympus OM-D EM1 II: test”

  1. Salve Francesco, alla luce della vendita della divisione imaging della Olympus alla JIP, pensi che sia ancora consigliabile l’acquisto di una fotocamera Olympus? Dicono che continueranno col business as usual, senza mantenere il marchio però. Boh, io ci capisco poco e mi piacerebbe avere un tuo consiglio in merito. Grazie!

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    1. Silvia,
      è difficile rispondere alla tua domanda.
      Olympus ovviamente assicura che per la divisione foto tutto continuerà come prima anche con JIP, ma viste le esperienze di situazioni precedenti sembra difficile credergli. Certamente gli attuali modelli continueranno ad essere prodotti, ma fino a quando? Olympus poi è confinata, per sua scelta sbagliata all’inizio dell’era digitale, al formato Micro 4/3, che pone dei limiti alle fotocamere per la risoluzione e la gamma dinamica, e dipende da Panasonic per i sensori. Questo formato negli ultimi tempi sembra un po’ in ribasso, nonostante le ottime caratteristiche di alcune fotocamere come le OM-D E-M1 III e Lumix G9, a favore di APS e fullframe qualitativamente migliori. Olympus però non aveva la capacità finanziaria per entrare nel mercato fullframe, come ha fatto Panasonic, ed ha preferito vendere.
      Comunque non è la prima volta che Olympus si fa sorprendere dalle evoluzioni tecnologiche: è successo con l’introduzione dell’autofocus sulle reflex analogiche. Olympus aveva un’ottima serie di reflex, le OM1 OM2 OM4, ma non è riuscita ad aggiornare le sue reflex ed è praticamente uscita dal mercato. In pratica vi è rientrata solo col digitale.
      Ora ho l’impressione che avverrà lo stesso.
      ciao, Francesco

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        1. Bariom,
          infatti è proprio così e ci sono numerose ed ottime alternative.
          Mi dispiace un po’ perché Olympus erano le mie reflex preferite ai tempi della pellicola ed ho ancora oggi le OM1, OM2 e OM10 con quattro obiettivi. Purtroppo Olympus si è persa domo l’uscita del grande progettista Maitani che aveva creato la seie Om e non si è più veramente ripresa.
          Ciao, Francesco

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  2. Ciao Francesco, non è che hai in programma di effettuare un test anche per la OM-D E-M1 III? Si dice che siano stati fatti dei sostanziali miglioramenti rispetto al modello precedente… Rimanendo nel sistema Micro 4/3, quale reputi sia migliore tra la OM-D E-M1 III e Lumix G9? Ti ringrazio anticipatamente per l’eventuale risposta. Cordiali saluti Luisella

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    1. Luisella,
      non credo che effettuerò un test dell’Olympus OM-D E-M1 Mk III in quanto l’importatore italiano Polyphoto non è più disponibile a mandarmi fotocamere in prova. Non me ne preoccupo molto in quanto la Mk III è sostanzialmente un restyling della II. E’ cambiato l’elaboratore d’immagine, ma non il sensore che è sempre lo stesso da 20 Mpx e l’autofocus. Inoltre con la cessione da parte di Olympus del settore fotografico ad un fondo di investimento giapponese è incerto il futuro di questo marchio.
      Le M43 hanno avuto un buon successo inizialmente in Giappone, mentre da noi non si sono molto diffuse. Attualmente si preferiscono fotocamere con sensore di maggiori dimensioni, fullframe con l’eccezione di Fujifilm che comunque ha un sensore APS più grande del M43. Queste raccolgono ancora un discreto seguito solo presso chi fa foto sportive o naturalistiche usando lunghi tele o tele zoom per il fatto che, in virtù delle dimensioni ridotte del sensore, gli obiettivi per M43 richiedono lunghezze focali inferiori a quelle delle fullframe. E’ il famoso rapporto di moltiplicazione (o di crop come qualcuno impropriamente lo chiama) per cui, ad esempio, un 100 mm su M43 equivale dal punto di vista angolo di campo inquadrato ad un 200 mm su fullframe. Questo si riflette anche sui prezzi degli obiettivi per cui equipaggiarsi con una M43 con un 100-400 mm (equivalente ad un 200-800 mm) o con un 300 mm f/4,0 (equivalente ad un 600 mm) costa molto meno che un analogo corredo per fullframe. Usando però obiettivi di focale normale o grandangoli questo vantaggio si assottiglia. Inoltre si deve considerare la minore qualità d’immagine con una tenuta inferiore ed un rumore maggiore alle alte sensibilità e il minor controllo della profondità di campo consentita da una M43 per cui in pratica ai fini della PDC, ad esempio, ad un f/1,4 per M43 corrisponde un f/2,8 per fullframe (solo per questo, non per l’esposizione). Non c’è più nemmeno il vantaggio delle dimensioni ridotte dei corpi macchina visto che per motivi di maneggevolezza e di praticità dei comandi i corpi M43 hanno ormai le stesse dimensioni e pesi di quelli per fullframe.
      Detto questo ciò non vuol dire che con le M43 non si possano fare belle foto, come spesso mi è capitato.
      Riguardo alla tua domanda su OM-D III e Panasonic G9 da quello che risulta dalle mie prove (per la OM-D ho provato la II) sono abbastanza equivalenti per qualità d’immagine e velocità di raffica. La G9 è migliore per i comandi, molto meglio disposti ed intuitivi, per i menu molto più chiari e per il mirino con una maggiore risoluzione. La OM-D II o III è migliore per l’autofocus che è in grado di seguire facilmente e tenere a fuoco soggetti in movimento veloce mentre la G9 ha maggiori difficoltà. Su soggetti statici o lenti invece le due si equivalgono. Anche per il video le due fotocamere hanno prestazioni simili.
      In conclusione se non sei interessata a foto sportive o di animali in movimento veloce e uccelli in volo la G9 è preferibile, mentre per la OM-D E-M1 III è preferibile proprio per quello per cui non va bene la G9.
      Infine se non hai già del materiale M43, ma inizi adesso il tuo corredo ti consiglio anche di dare uno sguardo alle Fujifilm, in particolare X-T4 e X-S10, che sono un buon compromesso fra dimensioni di corpi ed obiettivi, costi e prestazioni.
      Ciao, Francesco

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      1. Ciao Francesco, ti ringrazio molto per i chiarimenti (le tue risposte sono sempre chiare ed esaustive!). Non ho materiale M43, ma mi ero orientata su questo sistema (scartando in partenza il fullframe) più che altro per le minori dimensioni (considerando le ottiche) e costi…. Come tu mi hai consigliato, ho dato un occhiata alla Fujifilm X-T4, ed in effetti è una validissima fotocamera, che sarebbe giusto prendere in considerazione….
        Valuterò con calma le varie possibilità, sperando in una decisione definitiva non molto sofferta!
        Grazie ancora per la tua disponibilità.
        Saluti Luisella

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