Il mondo è cambiato

Il mondo della fotografia intendo, naturalmente.
Come quasi 60 anni fa c’è una rivoluzione nel campo delle fotocamere. All’epoca, nel 1959, Canon e Nikon che fino a quel momento avevano prodotto ottime fotocamere a telemetro, concorrenti delle Leica che dominavano il mercato, esordivano nel campo delle reflex con la Canonflex R e la Nikon F. Le reflex 35 mm esistevano già, prodotte fin dal 1933 dalla tedesca Exakta e poi perfezionate dalla Asahi Pentax e dalla Minolta negli anni 50, ma non si erano mai affermate contro le telemetro. Poi dal 1959 fu la vera rivoluzione, sopratutto con la Nikon F, e le reflex si affermarono come le fotocamere professionali portatili.
Ora siamo di fronte ad una nuova rivoluzione: le mirrorless prodotte inizialmente, con scetticismo dei più, da Panasonic, Olympus, Fujifilm e Sony ora sono state “adottate”, dopo la loro affermazione con Sony fra le professionali anche dai due leader del mercato, Canon e Nikon e sono destinate a diventare le tipiche fotocamere professionali dei nostri giorni.

Certamente i primi modelli di Canon e Nikon dovranno essere perfezionati per raggiungere i livelli di efficienza e di funzionalità delle reflex delle rispettive marche e delle mirrorless di Sony, ma ormai la strada è segnata. E’ indicativo di questo il fatto che i due produttori hanno presentato nuovi innesti obiettivi destinati a queste fotocamere e piani di sviluppo per i loro obiettivi, mentre non ci sono prospettive di nuove presentazioni per le reflex di alta gamma.
Certamente le reflex continueranno ad essere usate, da chi le possiede, per anni e ci saranno alcuni nostalgici che non vorranno abbandonarle, come avvenuto a suo tempo con le telemetro. Questa però resterà una nicchia, come lo sono state le telemetro per tutti questi anni, con la differenza che le telemetro erano prodotte solo da Leica che produce fotocamere di alta classe e costo, ora anche digitali, destinati alla ristretta elite di chi se le può permettere, mentre le reflex hanno attualmente una diffusione massiccia e quelle che per prime saranno soppiantate saranno quelle di alta classe e professionali. Significativo infatti il fatto che attualmente la fotocamera migliore per le riprese sportive sia la Sony A9 che raggiunge in perfetto silenzio i 20 fg/s con un autofocus in grado di seguire qualsiasi soggetto, mentre le reflex Canon 1DX II e Nikon D5 si fermano a 16-14 fg/s e la copertura dei loro autofocus arriva solo al centro del fotogramma.
C’è da chiedersi che fine faranno le reflex economiche, di formato APS, attualmente vendute a prezzi molto convenienti, spesso minori delle mirrorless di analoga fascia. Canon ha anche una sua linea di mirrorless APS economiche che però purtroppo usa un innesto ottiche EF-M, diverso dall’EF delle reflex e dal nuovo R delle mirrorless fullframe. Forse le due linee coesisteranno?
Nikon invece non ha delle mirrrorless economiche ed è partita dall’alto. Sarà da vedere quale sarà la sua strategia in questa fascia.

Vediamo però quali sono i vantaggi delle mirrorless rispetto alle reflex e quali gli eventuali svantaggi.
Innanzitutto quali sono le differenze fra le due tipologie di fotocamera?
Le reflex hanno un mirino ottico in cui tramite uno specchio ribaltabile viene trasferita l’immagine ripresa dall’obiettivo. Al momento dello scatto lo specchio si ribalta in alto, oscurando per una frazione di secondo il mirino, così che la luce possa raggiungere il sensore (in passato la pellicola), l’otturatore si apre, viene effettuata l’esposizione, poi si richiude e lo specchio torna a posto.
Le mirrorless invece hanno un mirino elettronico (alcune fra le più economiche no) in cui è visualizzata l’immagine ripresa direttamente dal sensore. Al momento dello scatto l’esposizione inizia con la chiusura meccanica della prima tendina e la sua riapertura oppure elettronicamente, poi si richiude. la Visualizzazione si interrompe solo durante l’esposizione, ma per un tempo minore che non nelle reflex.

Vantaggi e svantaggi delle mirrorless:

Mirino elettronico:

Prima di tutto si deve precisare che i mirini elettronici delle attuali mirrorless sono molto diversi da quelli di qualche anno fa. La loro risoluzione è elevata, La Leica SL arriva a 4,4 Mpx, ma la maggior parte delle nuove mirrorless ha 3,69 Mpx. Inoltre la frequenza di scansione è elevata e quindi non si notano più rallentamenti o trascinamenti sui soggetti in movimento o se si muove velocemente la fotocamera. Infine il tempo di ritardo è ormai dell’ordine dei pochi millesimi di secondo.

si vede il risultato della foto prima di scattarla: il mirino elettronico consente di applicare le regolazioni di esposizione, bilanciamento del bianco, saturazione prima di scattare la foto per cui si vedrà il risultato di queste prima di scattare e si potrà intervenire immediatamente per modificarlo, senza dover scattare e poi rivedere la foto sullo schermo. Oltretutto la visione sullo schermo non sempre è agevole, specialmente in condizioni di forte luce e per alcuni (sic!) della necessità di occhiali.

nel mirino è possibile rivedere le foto scattate, come sullo schermo, ma in condizioni migliori perché questo è schermato dalla luce esterna.

nel mirino è possibile vedere i menu e le schermate di regolazione senza staccare l’occhio da esso come invece è necessario fare per le reflex.

verifica della profondità di campo: nelle moderne reflex che hanno schermi chiari è impossibile vedere la profondità di campo effettiva che si ottiene chiudendo il diaframma. Questo era possibile sulle vecchie reflex a pellicola, ma a prezzo dell’oscuramento del mirino. Con le mirrorless invece il mirino non si oscura mai ed è sempre possibile vedere facilmente la profondità di campo. Questo è molto importante con le ottiche luminose sulle fullframe che a tutta apertura hanno una profondità di campo ridottissima.

visibilità in tutte le condizioni: nei mirini reflex si vede molto bene di giorno, ma nelle riprese notturne il mirino si oscura e si vede ben poco. I mirini elettronici delle mirrorless invece non si oscurano mai ed è possibile vedere bene anche le scene più buie, vedendo anche i colori che l’occhio al buio non vede, ma che il sensore riprende.

dimensioni del mirino: le dimensioni del mirino reflex sono proporzionali alle dimensioni del sensore, quindi ampie per le fullframe, ma molto meno per le APS. Le dimensioni del mirino elettronico sono indipendenti da quelle del sensore per cui è possibile avere mirini grandi e luminosi anche per fotocamera APS, M43 e con sensore da 1″ o meno.

orientamento delle informazioni: quando si inquadra in verticale i mirini reflex mantengono le informazioni delle impostazioni dove sono, di solito sul lato orizzontale basso, mentre i mirini elettronici possono modificare la loro posizione per farle vedere sempre in basso in modo più leggibile.

Livella: qualche reflex dispone di un livella poco visibile nel mirino mentre la maggior parte delle mirrorless dispone di ottime livelle a più colori ben visibili che aiutano notevolmente nello scattare immagini dritte.

Autofocus

I sistemi autofocus ibridi delle mirrorless hanno ormai raggiunto la stessa velocità di quelli delle reflex.

precisione dell’autofocus: le reflex hanno dei sistemi autofocus alloggiati alla base del corpo, sotto lo specchio dal quale ricevono parte della luce tramite uno specchio secondario. Qualunque disallineamento fra queste parti meccaniche o dell’obiettivo può causare un errore di messa a fuoco (i famosi front o back focus). Infatti le migliori reflex consentono una taratura specifica della messa a fuoco per ciascun obiettivo. Le mirrorless non hanno bisogno di tutto questo in quanto la messa a fuoco è effettuata direttamente dal sensore d’immagine e qualunque disallineamento dell’obiettivo sarà automaticamente compensato. Si otterrà quindi sempre una messa a fuoco precisa.

inseguimento: nel mirino è possibile verificare sempre la messa a fuoco man mano che la fotocamera insegue il soggetto, cosa pressoché impossibile in una reflex a causa dell’oscuramento rilevante del mirino durante una raffica.

copertura punti AF: in tutte le reflex fullframe la copertura dei punti AF è limitata alla parte centrale dell’inquadratura. Questo per i limiti dimensionali dello specchio secondario che invia la luce al sistema AF e del sistema AF stesso. Nelle mirrorless questo limite non esiste e i punti AF possono coprire l’intera superficie del fotogramma compresi i bordi, arrivando nei migliori casi fino al 90 %. Ciò consente di mettere a fuoco facilmente un soggetto posizionato su un lato senza dover mettere a fuoco con la parte centrale e poi ricomporre l’inquadratura e una maggiore efficacia nell’inseguimento.

Scatto

riduzione delle vibrazioni: le mirrorless non hanno lo specchio e questo vuol dire che prima dello scatto non c’è il suo movimento in alto che può provocare vibrazioni. Inoltre se si scatta con la prima tendina elettronica, cosa possibile in quasi tutte, non c’è nessuna parte meccanica in movimento prima dello scatto con un’ulteriore riduzione delle vibrazioni.

scatto silenzioso: la maggior parte delle mirrorless può utilizzare un otturatore elettronico al posto di quello meccanico per scattare in modo totalmente silenzioso, cosa importante in molti ambienti tipo concerti da camera, conferenze, teatro. Nessuna reflex può essere totalmente silenziosa a causa del ribaltamento dello specchio che può essere solo rallentato nel ritorno e nemmeno in live view a causa dell’otturatore.

Esposizione

le mirrorless misurano l’esposizione direttamente con il sensore che vede l’intera immagine, i suoi colori e può essere suddiviso in molte più zone di quello di una reflex per la misurazione valutativa. L’esposimetro delle reflex, alloggiato nel pentaprisma, pur essendo suddiviso in zone ha un sensore con molta minor risoluzione del sensore e una minore percezione dei colori, perciò è meno accurato.

Raffica

– le migliori reflex raggiungono i 14-16 fg/s facendo muovere in modo rapidissimo lo specchio in alto e in basso con la grande possibilità di introdurre vibrazioni. Oltre questo limite non potranno andare. inoltre la visione nel mirino è molto oscurata dallo specchio. Le migliori mirrorless sono invece in grado di catturare 20 fg/s usando l’otturatore elettronico senza nessuna vibrazione, in modo totalmente silenzioso e mantenendo la visione live view nel mirino.

Durata della batteria:

questo è uno svantaggio delle mirrorless. La necessità di mantenere sempre acceso il mirino o lo schermo comporta notevoli consumi elettrici per cui le mirrorless hanno un’autonomia con la carica della batteria dai 300 a 400 scatti, meno della metà delle migliori reflex.

Dimensioni e peso:

– le mirrorless hanno un corpo macchina di dimensioni e peso molto inferiori alle reflex per l’assenza dello specchio e del pentaprisma. Gli obiettivi però hanno dimensioni proporzionali a quelle del sensore e quindi a a parità di focale e luminosità un obiettivo per mirrorless ha dimensioni e peso simili ad uno per reflex. Questo è strano perché i produttori non sfruttano, come invece fa Leica per le sue telemetro, i vantaggi di non avere lo specchio e quindi un tiraggio (distanza fra la flangia dell’obiettivo ed il sensore) molto inferiore a quello delle reflex. Viene il dubbio che vogliano riciclare sulle mirrorless i progetti per reflex invece di progettare gli obiettivi ex novo.

apparenza: se si usa una mirrorles di piccole dimensioni, con magari un obiettivo “pancake”, si da meno nell’occhio e si può essere più facilmente accettati in certi ambienti piuttosto che con una grossa reflex che fa sicuramente “professionista”. Questo può essere utile per la foto di strada.
E’ vero però anche il contrario: anni fa riuscivo sempre ad entrare allo stand Ferrari al Motor Show di Bologna, vietato a quasi tutti, proprio perché mi presentavo con una grossa reflex e un tele dicendo che dovevo fare un servizio fotografico!

Ormai siamo alle soglie della Photokina in cui avrò un assaggio delle nuove mirrorless che poi spero di provare approfonditamente. Intanto è da un po’ che cerco di completare la redazione della prova di una reflex, la Pentax K70, ma credo che sarà l’ultima.

5 pensieri riguardo “Il mondo è cambiato”

  1. Molto chiaro e “istruttivo”.

    Io sono passato da una Minox 35GT usata con estrema soddisfazione per anni (e che conservo ancora) per poi passare ad alcune piccole digitali che finivano per deludermi, così come una serie di bridge, per approdare prima ad una Nikon V1 e poi ad una Sony a6000 di cui sono piuttosto soddisfatto.

    Alcuni amici dotati di reflex tra il passaggio a V1 e a6000, mi dicevano “quand’è che ti decidi a comprare una macchina seria?”…
    Alcuni oggi hanno abbandonato la loro reflex, in favore di… 😉

    Fotografi loro ed io certo non professionisti.

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  2. ho sempre avuto NIKON, realizzo reportage di turismo outdoor, Montagne, escursioni e scalate in ogni stagione, che pubblico sul mio sito web o cedo immagini ad Apt o strutture turistiche, tante ore di cammino, caldo e freddo..mi portavo la reflex ed un obbiettivo in più, un peso terribile, ed era uno scotto da pagare, sono passato a mirrorless FUJI,dalla X10 in su, ora ho XT20 e X30…bè salto di qualità notevole, sensore ottimo, qualità ottica ottima(paragonabile a FF)……peso insignificante e che rende le mie escursioni un grande piacere

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  3. Cito “Livella: qualche reflex dispone di un livella poco visibile nel mirino mentre la maggior parte delle mirrorless dispone di ottime livelle a più colori ben visibili che aiutano notevolmente nello scattare immagini dritte.”
    Già solo per questo e per la riduzione delle vibrazioni, quando non addirittura di fenomeni di rotazione, sarebbero da preferire le non reflex.
    Come sempre bell’articolo.

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