Olympus PEN-F: test

dsc06301Prima di diventare nota al grande pubblico con le reflex della serie OM, Olympus ha prodotto negli anni 60 una serie di fotocamere mezzo formato denominata PEN che raggiunsero una buona diffusione. La più nota è stata la PEN F, reflex mezzo formato con una forma originale e compatta, ma di altissima qualità e che vantava un corredo di ben 17 obiettivi.
Oggi Olympus vuole ricordare questa tradizione con la PEN-F, una delle sue ultime novità fra le mirrorless digitali. La PEN-F si ispira molto nell’estetica e nella cura costruttiva alla sua antenata a pellicola, ma al suo interno è modernissima e presenta per la prima volta alcune novità per il sistema Olympus.
La più importante è il sensore, sempre di formato Micro 4/3, ma con 20 Mpx. Poi la Creative Dial, ghiera di controllo per i profili monocromatici e per quelli colore.
Ad una prima occhiata la PEN-F impressiona per l’aspetto e per la cura costruttiva.
L’estetica è estremamente curata in ogni dettaglio e richiama ampiamente la sua antenata. La finitura è accuratissima e di qualità con manopole e ghiere in metallo e un rivestimento morbido antiscivolo.
E’ disponibile cromata oppure satinata nera. A me piace molto di più la versione cromata abbinata con gli obiettivi scuri (si può anche fare il contrario, almeno con alcune ottiche), ma è questione di gusti.
Le dimensioni sono contenute, anche se non da record, ma l’obiettivo dei progettisti Olympus non era di costruire una fotocamera tascabile.
Il suo sensore da 20 Mpx è quello che sarà adottato anche dalla prossima OM-D E-M1 II e quindi è interessante verificare già come si comporta.

Le sue principali caratteristiche sono:

– sensore Micro 4/3 (17,3×13 mm) CMOS da 20 Mpx
– processore d’immagine TruePic VII
– corpo in lega di magnesio
– innesto obiettivi Micro 4/3
– mirino elettronico con 2,36 Mpx, ingrandimento di 1,23x (0,62x reali) e frequenza di refresh di 120 fg/s
– schermo da 3″ con funzione touch con 1.037.000 pixel totalmente orientabile
– autofocus a rilevamento contrasto con 81 punti AF selezionabili automaticamente o manualmente
– stabilizzatore d’immagine a “5 assi” sul sensore
– modalità di esposizione completamente automatica, Program, a priorità, manuale e con scene predisposte
– sensibilità automatica o manuale da 80 a 25.600 Iso
– otturatore meccanico e elettronico con tempi da 60 secondi ad 1/16000
– disponibilità di Art Filter
– ripresa video Full HD a 1920×1080 pixel 60/50p, 30/25p e 24p in formato MOV con audio stereo
– velocità di raffica fino a 10 fg/s
– Sistema di pulizia del sensore a vibrazione ultra sonica
– flash esterno fornito con la macchina
– dimensioni 125x72x37 mm
– peso 427 grammi

La PEN-F costa circa 1.050 € solo corpo, 1.350 € in kit con il 17 mm f/1,8 mm (34 mm equivalente) e 1.370 € in kit con lo zoom 14-42 mm (28-84 mm equivalente) f/3,5-5,6.

La linea della PEN-F è chiaramente ispirata a quella della sua omonima antenata.

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Descrizione & uso
Prestazioni
Galleria
Conclusioni
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4 pensieri riguardo “Olympus PEN-F: test”

  1. Questa macchina è la sintesi ideale fra i vantaggi del sistema m 4/3 e l’estrema portabilità e piacevolezza della fuji serie x100…. ho la scimmia che mi grida in un orecchio a voce altissima.

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  2. Bella macchina ma a mio avviso inspiegabilmente non completa con quell’AF oramai vecchio anche in casa Olympus, cosa costava mettere quello della OMD E M1? Vedo questo prodotto in diretta concorrenza con il sistema Fuji X ed a parità di prezzo interessante il dubbio che mi prenderebbe tra PEN F ed X-E2s pur poi probabilmente preferire X-T1 . Direi grande sfida con X-Pro2, è quà Fuji non ha lesinato sull’AF nonostante la medesima caratterizzazione di questa PEN.

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    1. Diego,
      ho ancora a casa la PEN-F e la X-Pro2, ma non c’è sfida: sono entrambe ottime, ma se devo scegliere una macchina piccola e leggera, che pesi poco e stia in una borsa piccola con il corredo di obiettivi e flash l’unica è la PEN-F.
      Ciao, Francesco

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      1. su quello sono d’accordo, i formati più piccoli offrono un grande vantaggio, più che altro sugli obiettivi, tuttavia mi domando perché non completarla con un AF migliore; vero che questa macchina meno si adatta ad un obiettivo a focale lunga che è grande, però perché non completare l’opera, foto a soggetti in movimento veloce si fanno pure con le corte focali. Oggi è questione di un chip, il design retrò ed un’accurata finitura potrebbero benissimo coesistere con il massimo tecnico o quasi in tutti i comparti e l’AF oggi è ancora la componente che alcune case, come in questo caso Olympus, più si ostinano a voler lasciare inferiore alle reflex.

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