Fujifilm X-E2 : impressioni

X-E2_Silver_Front_Left_14mm_Ref-r83lLa X-E2 è la mirrorless evoluzione della ottima X-E1 di Fujifilm da me provata pochi mesi fa. Le differenze sono poche, ma sostanziali. La X-E2 infatti ha di un nuovo autofocus ibrido, a rilevamento di fase e di contrasto, in unione al nuovo elaboratore d’immagine EXR II per migliorare la velocità di messa a fuoco fino a soli 0,08 secondi. Introduce inoltre la funzione Lens Modulation Optimizer (LMO) per migliorare la sfocatura ai bordi dell’immagine dovuta alla diffrazione con tutti gli obiettivi XF. Altri miglioramenti sono lo schermo, oda da 3? e 1.040k pixel, la ripresa video Full HD 60p MPEG4 e H264 e l’aggiunta della connettività Wi-Fi.
In occasione del Fujifilm X day presso il noto negozio romano La Placa ho potuto brevemente provarla.
In realtà si è trattato solo di una breve presa di contatto in cui ho potuto fare qualche scatto per assaggiare le potenzialità del nuovo sensore, spero di poterne effettuare presto una prova approfondita.
La X-E2 è in pratica identica alla X-E1 e le due fotocamere si distinguono solo per la sigla scitta esternamente. Anche i comandi e i menu non sono cambiati, tranne lo spostamento del pulsante che attiva il Q menu. I miglioramenti sono tutti all’interno.
Il principale è il nuovo sensore CMOS X-Trans II che oltre alla matrice di pixel aperiodica e alla mancanza del filtro antialias ha ora anche un certo numero di pixel sdoppiati per consentire il funzionamento dell’autofocus a rilevamento di fase, oltre a quello di contrasto. Questo, in unione al nuovo processore EXR II, garantisce una velocità di messa a fuoco più rapida, secondo Fujifilm la più veloce attualmente con un tempo minimo di 0,08 sec.. La messa a fuoco è migliorata anche in modalità manuale con la funzione Digital Split Image*6 che aiuta il fotografo a eseguire una precisa messa a fuoco semplicemente regolandola fino ad allineare le quattro righe visualizzate nella parte centrale dell’immagine inquadrata che, se non a fuoco, appare sfalsata a destra e a sinistra e il “Focus Peaking Highlight”, che evidenzia il contorno del soggetto in zone ad alto contrasto durante la messa a fuoco, aiuta ulteriormente a realizzare scatti perfetti anche in condizioni critiche.
Lo schermo è diventato da 3″ con 1,04 Mpx, il mirino OLED con 2,36 Mpx è sempre eccellente. La loro funzionalità è migliorata ed ora evidenziano il risultato delle regolazioni impostate prima dello scatto.
L’ergonomia è ottima con le ghiere dei tempi sul corpo e dei diaframmi sull’obiettivo che consentono una facilissima e rapidissima regolazione e passaggio dalla modalità Program alle priorità dei tempi e diaframmi e al manuale.
La qualità d’immagine era eccellente prima, le Fujifilm X APS con sensore X-Trans sono le uniche che arrivano quasi a competere con le fullframe, ed è interessante verificare se sia migliorata.
Altri perfezionamenti riguardano la ripresa video Full HD che ora arriva a 60 fg/ e l’aggiunta della connettuvità Wi-Fi.

Per effettuare qualche scatto nella sala di posa attrezzatissima della La Placa Academy con l’aiuto di una gentile modella ho scelto come obiettivo il 60 mm f/2,4 Macro, uno dei migliori della serie XF adatto anche per ritratti visto che equivale ad un 90 mm.
Le foto sono state salvate sia in raw che jpeg, anche se per la conversione raw ho dovuto usare Adobe Lightroom 5.3 RC in quanto il software di Fujifilm Raw File Converter (una versione personalizzata di Silkypix 3) non le supporta ancora e sul sito Fujifilm non è disponibile una versione aggiornata. La conversione è stata effettuata con tutti i parametri al loro valore di default esclusa la riduzione di rumore che è stata azzerata.
Ho scattato a tutte le sensibilità da 200 a 6400 Iso per verificare la fotocamera anche agli alti Iso, anche se i 200 Iso consentivano di scattare con un tempo quasi al limite per evitare il micromosso (il 60 non è stabilizzato) e le sensibilità più elevate ovviamente erano esagerate. Per quasi tutte ho usato il profilo colore standard.
Le foto sono nitide e ben esposte, pur essendo state scattate in program, ma con la sottoesposizione di 1,33 stop visto lo sfondo nero. Anche il bilanciamento del bianco, automatico, è perfettamente corretto.
Quello che mi ha lasciato perplesso è la messa a fuoco: una percentuale significativa delle foto è risultata sfocata, pur avendo curato di usare il punto centrale e mettere a fuoco sugli occhi della modella. Data l’illuminazione non molto elevata della sala sicuramente l’autofocus ha lavorato a rilevamento di contrasto, ma di solito in queste condizioni, con un soggetto statico questo tipo di AF funziona bene. Può darsi che la macchina, essendo uno dei primi esemplari, non fosse perfettamente a punto, visto che una delle innovazioni è proprio l’autofocus e poi sicuramente questa non è una prova significativa e scientifica. E’ comunque un argomento che approfondirò quando potrò provarla sul campo.
Nelle foto a fuoco la nitidezza ed il dettaglio sono veramente eccellenti (notare i capelli della modella o i pelucchi sulla manica della giacca) fino alla massima sensibilità di 6400 Iso.  Ciò è dovuto al sensore, ma anche all’alta qualità del Fujinon XF 60 mm f/2,4 fin dalla sua massima apertura. Il rumore è percepibile sullo sfondo nero uniforme a 3200 Iso, ma non invade assolutamente le zone più illuminate. A 6400 Iso è più chiaramente visibile sullo sfondo e se ne vede qualche traccia sui capelli e nelle parti del viso meno illuminate, senza che questo riduca minimamente la nitidezza.
In complesso una prestazione eccellente e, ripeto, unica per un’APS, che la mette in diretto confronto con le fullframe.

 

 

15 pensieri riguardo “Fujifilm X-E2 : impressioni”

  1. Una macchina fantastica. Sicuramente non veloce come una reflex, ma con una portabilità e una qualità tali (ottiche incluse), da lasciare stupiti.

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    1. Andrea,
      verissimo è una macchina fantastica.
      Mi rimane il dubbio sul perchè ho ottenuto tante foto sfuocate. L’unica spiegazione potrebbe essere che la macchina fosse impostata per scattare con priorità di scatto e non di fuoco. Infatti dato il tempo ristretto che ho potuto dedicare alla prova non ho effettuato il reset completo delle impostazioni che mi avrebbe costretto a perdere tempo per impostare lingua, data, ora ecc. come faccio di solito.
      Nella prova della X-E1 infatti non ho avuto questi problemi.
      Ciao, Francesco

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      1. Mi associo pienamente al fatto che la qualità delle foto è sopraffina e che questa X-E2 sia una macchina fantastica, che però speriamo abbia un AF un pò più preciso.

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    1. Christian,
      la sottoesposizione di -1,33 stop è rispetto alle indicazioni dell’esposimetro. Sarebbe la stessa cosa di esporre a 2800 Iso se, lavorando in manuale, si mantenessero le impostazioni di tempo e diaframma indicate dall’esposimetro per 6400 Iso.
      Gli esposimetri delle fotocamere sono tarati per esporre per il grigio medio, riflettenza 18 %. Se si misura l’esposizion, usando la misurazione valutativa su tutto il fotogramma, per una scena con una distribuzione media di luminosità le cose vanno bene e l’esposizione è corretta. Questo si verifica nella maggior parte delle situazioni. Anche in controluce la misurazione valutativa riesce a compensare, in parte ,l’esposizione.
      Se però nell’inquadratura è preponderante una parte con alta luminosità, ad esempio foto sulla neve, l’esposimetro tende a sottoesporre per portare la luminosità al livello del grigio medio e la neve infatti diventa grigia. Se invece è prevalente un tono scuro, nero come nel caso delle foto che ho pubblicato sia per lo sfondo sia per l’abbigliamento della modella, l’esposimetro tende a sovraeesporre sempre per portare la luminosità complessiva al livello del grigio medio.
      Si può correggere questo comportamento in vari modi:
      1) misurando l’esposizione necessaria per il soggetto principale della foto usando la misura spot (o un esposimetro esterno a luce incidente) e poi lavorando in manuale e impostando le regolazioni della fotocamera, tempo, diaframma e sensibilità, in funzione della misurazione effettuata. E’ una metodologia efficace se l’illuminazione non varia, come in sala di posa, ma un po’ lenta se si devono fare foto variando la sensibilità come nei miei test perchè ogni volta si dovrebbe variare anche il tempo di scatto o il diaframma o entrambi ad ogni variazione di sensibilità
      2) usare direttamente la misurazione spot sul soggetto e lavorare in Program o a priorità. Questo può portare a risultati variabili perchè basta spostare di poco il punto di misura per variare l’esposizione.
      3) lavorare direttamente in Program o a priorità con la misurazione valutativa e correggerla di quello che serve per ottenere il risultato voluto. Ci si deve basare in questo caso sull’esperienza o su una prova (per soggetti statici) da verificare sullo schermo della fotocamera se questo è ben tarato. Questo è il metodo più rapido se si è in grado di valutare subito la correzione da apportare.
      Nel caso di foto in questa sala di posa, dove ho scattato più volte, so che è necessaria una correzione della misura esposimetrica valutativa di almeno -1,33 stop, qualche volta anche qualcosa di più. Questo vale praticamente per gli esposimetri a misurazione valutativa di tutte le macchine che si comportano sempre in modo simile. Salvando poi le foto in raw si può fare qualche piccolo ulteriore aggiustamento, se necessario, di al massimo +/- 0,33 stop, nella fase di conversione. Se si esponesse per quello che indica l’esposimetro le parti del volto più illuminate sarebbero bruciate e irrecuperabili in quanto il sensore arriverebbe alla saturazione (con la pellicola non era così e qualcosa si poteva recuperare).
      Nel caso dell’esempio contrario, foto su neve, si deve invece sovraesporre di almeno 1,5 stop per ottenere la neve bianca.

      Io preferisco lavorare con la terza modalità piuttosto che con la prima perchè così devo solo variare la sensibilità Iso per effettuare i test e posso concentrarmi meglio sulla composizione e l’inquadratura ed instaurare una collaborazione più fluida e rapida con la modella senza dovere perdere tempo ogni volta a variare le regolazioni.

      Spero che questa spiegazione si abbastanza chiara.
      Ciao, Francesco

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      1. Si grazie mille per le indicazioni, di solito guardo il grafico e lo sposto cercando di esporre a destra. Grazie mille però per le indicazioni su ritratto in studio e su neve. Ma quello che volevo chiederti è se i 6400Iso della foto qui sopra (direi spettacolari) in realtà per via della sottoesposizione non siano da valutare come 2800iso reali. E’ un po’ questo dubbio che mi sovviene ossia che il risultato ecclatante sia stato favorito dalla tipologia di scena e quindi di esposizione.

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        1. Christian,
          quando si imposta una modifica dell’esposizione in Program o nelle priorità quelli che vengono modificati, in tutte le fotocamere, sono i valori di tempo e diaframma necessari per l’esposizione. La sensibilità non veria, quindi le foto con -1,33 di esposizione sono state effettivamente scattate con la sensibilità di 6400 Iso. Ripeto lo stesso risultato si può raggiungere con la regolazione manuale, ma così è più rapido.
          Ciao, Francesco

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  2. Ciao Francesco,
    Una plausibile spiegazione sul perche’ di tante foto sfuocate, sulla base della mia esperienza nell’uso della X-E2, e’ la dimensione dell’area di fuoco. Riducendola di un po’ (tasto AF e poi rotazione del Command Dial) rispetto ai settings di fabbrica, si ottiene una messa a fuoco molto piu’ precisa.
    Ciao, Andrea

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  3. io ho una nex-6 e non sono un fotografo ma questa fuji rende immagini migliori a 6400 iso nonostante il sensore delle due macchine ha uguali dimensioni

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  4. Ciao, hai avuto modo di fare altri test? Anche a me capita di avere molte foto fuori fuoco e vorrei capire come fare per risolvere la situazione. Grazie

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    1. Marco,
      non ho fatto altre prove con la Fujifilm X-E2. Ho provato invece la X-T1 che dovrebbe avere lo stesso sensore e lo stesso autofocus. Con questa non ci sono stati problemi di messa a fuoco e le foto sono state sempre ben a fuoco, sia a soggetti in movimento che fermi, anche usando obiettivi di grande apertura come il 56 mm f71,2. Non so dirti quindi se gli errori di fuoco siano un difetto della X-E2, anche se fino ad oggi non ho sentito lamentele.
      Forse dipende da come imposti la messa a fuoco. Io l’ho usata di solito su singola, tranne che per le foto in raffica di soggetti in movimento, e con scelta automatica dei punti AF. Ho usato la scelta del punto centrale solo in alcuni casi particolari.
      Ciao, Francesco

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    1. Igor,
      non ho più provato la Fujifilm X-E2 perchè sono stati presentati modelli successivi per alcuni aspetti più interessanti.
      La X-E2 differisce dalla X-E1 per il sensore X-Trans CMOS II, un miglioramneto del precedente, per l’elaboratore d’immagine EXR II invece che EXR Pro, per il Wi-Fi e per l’autofocus ibrido a rilevamento di fase e contrasto, con 77 punit AF a rilevamento di fase, più veloce di quello della X-E1. Quest’ultima è la novità più significativa.
      Attualmente poi la X-E2 con l’installazione del firmware versione 4 può essere portata per caratteristiche molto vicina alla X-E2s ed alla X-T10.
      Il passaggio dalla X-E1 può essere motivato dalla necessità di un autofocus più veloce per soggetti in movimento, meno per la differenza di qualità d’immagine, che c’è, ma non è molto significativa.
      Ciao, Francesco

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