Leica D-Lux 6 e V-Lux 4

Leica ha annunciato le D-Lux 6 e V-Lux 4, edizioni riviste da Leica delle Panasonix LX-7 e FZ200. La D-Lux 6 ha un obiettivo zoom Leica Summilux 3,6x 24-90 equivalente f/1,4-2,3 e un sensore 1/1,7″ da 10 Mpx. Dispone di una ghiera dei diaframmi e può riprendere video Full HD.
La V-Lux 4 è una bridge superzoom con un obiettivo zoom leica 24x 25-600 equivalente con luminosità costante f72,8 per poter riprendere foto anche in condizioni di luce scarsa senza aumentare troppo la sensibilità. Dispone di un sensore da 1/2,33″ e 12 Mpx. Ha un mirino elettronico da 1,4 Mpx e uno schermo orientabile. Può riprendere in raffica a 12 fg/s e video Full HD 1080p a 60 fg/s.
Saranno disponibili a novembre.

Riporto i comunicati stampa Leica.

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D-Lux 6

La Leica D-Lux 6 rappresenta la migliore qualità Leica nel formato di una fotocamera compatta. Il suo straordinario obiettivo e le versatili opportunità che offre per la fotografia creativa la rendono perfetta per catturare i momenti più ispirati – con la tipica brillante qualità d’immagine che ci si aspetta da Leica. Il suo nuovo e luminosissimo obiettivo la rende particolarmente adatta per la fotografia a luce ambiente e la sperimentazione creativa con i piani di messa a fuoco e la profondità di campo. La sua capacità di registrazione video Full HD e le numerose impostazioni manuali offrono ulteriore libertà creativa.

Luminoso e brillante

Il luminosissimo Leica DC-Vario-Summilux 4.7-17.7 mm f/1.4-2.3 ASPH. di nuova progettazione rappresenta una nuova pietra miliare nella categoria compatta con un’eccezionale luminosità sull’intera escursione focale da 24 a 90 mm (equivalente nel 35 mm). Abbinando l’obiettivo al nuovo sensore CMOS da 1,7″ si ha la possibilità di creare immagini assolutamente brillanti e ad alto contrasto, con una profondità di campo ancora maggiore, dettagli più precisi e una resa più naturale dei colori – proprio quello che l’utente si aspetta da una Leica. Che si tratti di fotografare ritratti, paesaggi, architettura e macro, oppure di esprimere il tipico stile grandangolare fotogiornalistico Leica – la D-Lux 6 è perfetta per cogliere al volo l’ispirazione in immagini brillanti.

Libertà creativa

Fotografare con una Leica significa una cosa in particolare: la pura gioia della fotografia. Ed è esattamente questo che offre la Leica D-Lux 6, con il suo concetto operativo intuitivo e le funzioni disposte con chiarezza. Una ghiera cliccabile permette agli utenti di selezionare rapidamente e facilmente la distanza, il tempo di posa ed eventuali correzioni dell’esposizione. La nuova ghiera dei diaframmi sull’obiettivo permette un controllo ancora più diretto. Come la nuova seconda ghiera: permette la messa a fuoco manuale e l’inserimento di un filtro ND, ad esempio per ottenere effetti di mosso usando tempi di posa lunghi pur in presenza di luce intensa. Le intelligenti modalità istantanea e AE programmata sono ideali per gli scatti spontanei e sono di grande aiuto ai fotografi meno esperti.

Design classico

Come i modelli precedenti, la nuova Leica D-Lux 6 combina l’eleganza classica con materiali di prima scelta. Finita completamente in nero, presenta solo pochi elementi cromati per sottolineare con discrezione la nitidezza del design. Una vera Leica – fin dal primo sguardo. Tuttavia, la sua personalità e la qualità non vengono definite dal solo design. La finitura nera anodizzata, vellutata al tatto, riveste un robusto e compatto corpo metallico. Questo assicura robustezza e ottima presa.

Accessori: una fotocamera con la personalità del sistema

Per una libertà fotografica ancora maggiore, la compatta D-Lux 6 trova complemento nell’ampia gamma di accessori. Il nuovo mirino elettronico accessorio, il flash staccabile perfettamente coordinato alle fotocamere D-Lux, l’impugnatura e altri utili accessori trasformano la Leica D-Lux 6 in una fotocamera con la personalità del sistema – per prestazioni più evolute, maggiore spazio creativo e per espandere sempre più il piacere di fotografare.

V-Lux 4

La Leica V-Lux 4 è così versatile che può affrontare ogni situazione senza alcun timore. Il suo obiettivo luminoso (f/2,8) consente immagini nitide anche in luce scarsa e sull’intero campo di zoomata da 25 a 600 mm (equivalenti nel formato 35 mm). Grazie al nuovo mirino elettronico, ora i fotografi hanno sempre una perfetta visione dei propri soggetti, anche negli ambienti più luminosi. Il monitor LCD orientabile da tre pollici permette di inquadrare senza alcuna fatica anche dalle angolazioni più inusuali. Al contempo, ha la capacità di raffica veloce continua e gestisce perfettamente la registrazione video Full HD fino a 60 fotogrammi al secondo. In breve, è una fotocamera che trasforma ogni trasferta in un viaggio alla scoperta del mondo.

Estesissima escursione di lunghezze focali

Il super-telezoom 24x ad alte prestazioni della Leica V-Lux 4 vanta un’escursione enorme, da 25 a 600 mm (equivalenti nel 35 mm). Grazie all’apertura massima costante di f/2,8 sull’intero campo dello zoom, il Leica DC Vario-Elmarit 4.5-108 mm f/2.8 ASPH. garantisce immagini nitide perfino agli alti valori ISO e a distanze considerevoli. In aggiunta a tutto questo, il nuovo sensore immagine CMOS da 12 megapixel assicura fotografie e video di eccezionale qualità con ampia gamma dinamica e colori naturali, con saturazione perfetta.

Nuovo mirino ad alta risoluzione

Grazie al nuovo mirino elettronico, ora i fotografi possono valutare perfettamente l’inquadratura dell’immagine e le impostazioni di esposizione, anche nelle situazioni di luce particolarmente forte. Il mirino vanta l’entusiasmante risoluzione di ben 1,3 megapixel, mostra il 100% del campo immagine e visualizza esattamente le stesse informazioni presenti sul monitor posteriore della fotocamera. Grazie alla funzione di ingrandimento, gli utenti possono zoomare sui dettagli dei propri soggetti, mentre una compensazione diottrica la rende ideale anche per chi porta gli occhiali.

Video in qualità Full HD

La V-Lux 4 può acquisire video Full HD in formato AVCHD con 1920 × 1080 pixel e 60 fotogrammi al secondo. Grazie al nuovo sensore e alla sua superiore velocità di frame rate, anche i soggetti in movimento rapido sono acquisiti e riprodotti con uno straordinario dettaglio. Ora i video si possono salvare nel formato MP4, più adatto a Internet, per cui si possono caricare direttamente sui social media o sui dispositivi mobili, senza alcuna conversione. Un microfono stereo integrato con filtro anti-vento incorporato assicura un’eccezionale qualità audio.

Velocità sensazionale

La velocità è la priorità più importante per la V-Lux 4: il sistema autofocus reagisce in meno di un decimo di secondo e cattura anche i soggetti in movimento veloce. La sua capacità negli scatti continui è altrettanto impressionante: può effettuare raffiche con frame rate fino a 12 fotogrammi al secondo alla massima risoluzione. Riducendo la risoluzione a 2,5 megapixel, può registrare alla fantastica velocità di 60 fotogrammi al secondo. Gli utenti possono cogliere ogni azione e ogni momento importante, perfino nelle riprese di sport o natura.

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D-Lux 6

V-Lux 4

13 pensieri riguardo “Leica D-Lux 6 e V-Lux 4”

  1. Ciao Francesco,
    sarebbe interessante un confronto tra la Panasonic FZ200 e la Leica V-Lux4,scoprine le differenze aiuterebbe a comprendere meglio il legame Panasonic_leica.
    A presto
    Agostino

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    1. Agostino,
      purtroppo alla Photokina non ho avuto il tempo di fare qualche scatto anche con la V-Lux 4, infatti ho preferito provare le M e X2. La prossima volta dovrò rimanere quattro giorni!
      Le differenze dichiarate da Leica sono nel firmware della fotocamera che dovrebbe essere specifico, oltre che nella finitura e nell’inclusione nel corredo di Adobe Photodhop Lightroom.
      Ciao, Francesco

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  2. Ti ringrazio Francesco, per le tue apprezzate considerazioni sui prodotti fotografici di ultima generazione; esse aiutano gli indecisi ad orientarsi meglio nell’ampio mercato degli stessi.
    Cultore della Leica da decenni, ho usato con somma soddisfazione la D_LUX 5 fino al lancio della sorella D_LUX 6; con la prima ho goduto di ogni scatto che essa mi ha “regalato”, apprezzandone contrasto, risolvenza, luminosità, trasparenza… tanto da dimenticare l’uso della più costosa ed attrezzata reflex che avevo acquistato quasi contemporaneamente.
    Spero che l’insoddisfazione che oggi provo usando la D_LUX 6 sia dovuto alla mia incapacità di sfruttare al meglio questo nuovo, osannato modello Leica; gli scatti che realizzo con esso, utilizzando i suoi vari programmi, sono molto spesso insoddisfacenti; devo sempre ritoccarli con iPhoto per ottenere dei files discreti e comunque non così efficaci come quelli che facevo con la D_LUX 5_
    Le ricerche delle cause di tutto ciò, compresa la inconsistente giustificazione che il Summilux è più morbido del Summicron, non mi hanno appagato; puoi darmi qualche prezioso suggerimento ?
    In attesa, ti ringrazio nuovamente per il tuo prezioso servizio, seriamente svolto.
    Ciao Orazio 06/05713_

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    1. Orazio,
      non ho provato le Leica D-LUX5 e D-LUX6, ma le loro gemelle giapponesi Panasonic LX-5 e LX-7. Queste fotocamere hanno gli stessi sensori, CCD da 1/1,63″ e 10 Mpx per D-LUX5 e LX-5 e CMOS da 1/1,7″ e 10 Mpx per D-LUX6 e LX-7. Anche gli obiettivi sono gli stessi, rispettivamente Vario-Summicron 5,1-19,2 f/2,0-3,3 e Vario-Summilux 4,7-17,7 f/1,4-2,3. Le differenze dichiarate da Leica sono solo nel firmware, cioè il software che tratta l’immagine dopo la sua digitalizzazione e la salva in jpeg, a parte l’eventuale controllo di qualità e le finiture leggermente diverse.
      Ho scelto quindi alcune foto scattate con le due macchine agli stessi soggetti e salvate in raw e le ho convertite con il software fornito da Leica per le sue D-LUX, cioà Lightroom in versione 4.4, usando le impostazioni standard e convertendole sia con la riduzione di rumore attiva sia azzerandola.
      A questo punto le foto fatte con le Panasonic non differiscono da quelle fatte con le Leica.
      Facendo un confronto non ho notato differenze fra le foto fatte con le due macchine in condizioni di buona luce e con una sensibilità di 80 Iso. L’unica differenza è un’intonazione leggermente più calda di alcune foto con la LX-7, forse dovuta anche alle diverse condizioni atmosferiche, e ampiamente correggibile, se non piace, con le regolazioni della macchina e i suoi profili colore.
      La differenza si vede invece ampiamente nelle foto fatte in poca luce e di notte: in queste con la LX-5 si può arrivare al massimo a 400 Iso, spingendosi oltre il rumore diventa eccessivo e da 1600 è impossibile eliminarlo con una riduzione a meno di perdere quasi tutto il dettaglio. Con la LX-7 le foto sono molto più pulite, si può arrivare senza problemi a 800 Iso ed anche i 1600 hanno poco rumore in più dei 400 della LX-5. Si può valutare quindi che il vantaggio della LX-7 nel rapporto segnale/rumore sulla LX-5 sia di circa 1,5 stop. Se a questo si aggiunge che il suo obiettivo è più luminoso di uno stop si arriva ad un totale di 2,5 stop di guadagno per potere fotografare in condizioni di luce critica.
      Certo se si fotografa sempre in buona luce ed a 80 Iso la differenza è quasi inesistente. Se poi le foto sembrano troppo morbide si può sempre agire sugli stili foto regolando opportunamente nitidezza, saturazione e contrasto oppure effettuare la stessa operazione durante la conversione delle foto raw.
      La conclusione è che la LX-7 è un progresso rispetto alla LX-5 avvertibile soprattutto in condizioni di poca luce e questo si può dedurre dal fatto che adotta un obiettivo estremamente luminoso. Lo stesso dovrebbe essere per la D-LUX6 rispetto alla D-LUX5. Gli obiettivi influiscono abbastanza poco anche perchè questi pur portando nomi gloriosi e essendo progettati da Leica sono molto diversi dai Summicron e Summilux a focale fissa montati sulle Leica a telemetro.
      Che cosa non ti soddisfa delle foto della D-LUX6 rispetto alla D-LUX5? Se mi darai indicazioni più precise forse potrò aiutarti.
      Ciao, Francesco

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  3. Grazie Francesco, per questa ampia e documentata risposta; proverò a trovare la soluzione del problema agendo sugli stili di foto, come dici tu. Gli scatti, finora realizzati, sono spenti; anche la differenza fra le alte luci e le zone d’ombra risulta piatta, il che non va confuso con la morbidezza dell’immagine; gli estremi devono essere leggibili, ma con quello stacco cromatico e con quella luminosità che da sempre hanno contraddistinto i prodotti Leica. Di più non riesco a dire; le foto realizzate con D LUX5, prima, e quelle scattate con la D LUX6, dopo, mi convincono, amaramente, sulle osservazioni fatte. Ti scriverò in merito, dopo aver tentato gli aggiustamenti da te suggeritimi.
    Grazie ancora per la tua professionalità e la tua cortesia. Buon Lavoro Orazio

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  4. Ciao Francesco, sono ancora io, Orazio, con le mie solite perplessità sulla “indiscussa” qualità della D LUX 6.
    Oggi ho incontrato un altro cultore del marchio Leica, dotato, pure lui, di una D LUX 6.
    Per fugare ogni dubbio sul corretto funzionamento della mia, abbiamo cercato di fare gli stessi scatti e di confrontarli: sostanzialmente eguali; per cui il mio apparecchio non risulta tarato. Poiché il partner coinvolto nelle prove era proprietario di una D LUX 4, abbiamo ripescato dai nostri rispettivi archivi, alcuni scatti realizzati con le nostre precedenti Leica, lui con la nominata D LUX 4, io con la mia “vecchia” D LUX 5; con amara sorpresa, abbiamo constatato che, a nostro avviso, questi ultimi apparecchi producevano files ben più risolventi e piacevoli allo sguardo, in ogni condizione di luce ed anche ad alta sensibilità _ si parla di 800/1600 ISO !!! Gli scatti della D LUX 6 presentano sempre minor definizione, minor nitidezza, rumore evidente; in definitiva, immagini di qualità inferiore.
    Mi domando come sia stato possibile che la Leica abbia immesso sul mercato la D LUX 6, quale aggiornamento della D LUX 5, sostenendone pregi e superiorità. Le apprezzabili modifiche, quali la presenza della ghiera dei diaframmi e la dotazione del Summilux 1.4 sono indiscussi, allettanti “richiami” per chi, come me, desiderava possedere un apparecchio più funzionale ed aggiornato rispetto al precedente per facilitare alcune operazioni e, soprattutto, per poter contare su un obiettivo più luminoso, senza rinunciare assolutamente alla qualità dell’immagine.
    Le osservazioni fin qui fatte, sono frutto di semplici prove; non hanno la pretesa di confutare tests più rigorosi e precisi. Sarei molto grato potermi ricredere, con risultati concreti, ottenibili con la mia D LUX 6.
    Grazie, Francesco, per l’attenzione che mi hai prestato; se puoi dirmi qualcosa in merito mi farebbe piacere. In attesa, Buon Lavoro. Orazio

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    1. Orazio,
      le tue affermazioni mi lasciano sempre più perplesso.
      Escludendo che la Leica D Lux-6 sia peggiore della sua versione giapponese Panasonic LX-7 non riesco a capire perchè le tue foto siano peggiori di quelle della D Lux-5 cio+ la Panasonic LX-5.
      Le ho provate entrambe, tra poco pubblicherò il test della LX-7, e a me sembra il contrario. La risoluzione non è diversa e non può essere altrimenti visto che sono entrambe 10 Mpx e montano ottimi obiettivi. Il rapporto segnale/rumore è però decisamente migliore nella LX-7 (D Lux-6) alle alte sensibilità. Inoltre il suo obiettivo ed il suo sistema di stabilizzazione molto efficiente consentono di scattare foto di notte a f/1,4 1/10 e 400 Iso di buona qualità, quando con altre compatte, anche di qualità compresa la Lx-5 (D Lux-5), si deve arrivare almeno a 1600 Iso con una qualità decisamente peggiore.
      Riguardo alla nitidezza ed al colore queste dipendono dalle regolazioni impostate sulla macchina con gli Stili Foto, è la prima voce del menu 1 di regolazione. Ce ne sono diversi: Standard, Vivida, Naturale, Monocromatica, Panorama, Ritratto e Personalizzata. Ciascuno può essere personalizzato per contrasto, nitidezza, saturazione e rumore, con una scala +/- 2. Normalmente la mcchina scatta con lo stile standard che è abbastanza conservativo per nitidezza e saturazione, io lo uso aumentando la nitidezza a +1. Se si vogliono colori più vivaci e foto più vive conviene usare lo stile Vivida, aumentando a +1 o +2, a secondo dell’effetto che si vuole sul colore, la saturazione e almeno a +1 la nitidezza. Se si vogliono foto neutre e naturali conviene usare lo stile Naturale.
      Lo stesso si può fare durante la conversione delle foto raw con il programma in dotazione alla LX-7 Silkypix 3.1 (scaricabile liberamente per prova da http://www.silkypix.com) con maggiori possibilità d’intervento, sia con profili già pronti che con regolazioni manuali. Lo stesso si può fare con Adobe Lightroom che credo sia il software fornito in dotazione con la D Lux-6.
      Come vedi il colore ed anche la nitidezza, a parità di dettagli registrati, può variare ampiamente ed è un’interpretazione del software della macchina o di quello del computer in caso di conversione da raw. Il sensore infatti registra solo dei livelli di luminosità, filtrati dai filtri rossi, verdi e blu ad esso anteposti, ma il suo output sarebbe un’immagine in bianconero.
      Dovresti quindi provare ad agire sulle regolazioni della macchina o, scattando in raw, su quelle di conversione, fino ad ottenere il risultato che preferisci.
      La settimana scorsa, durante un Leica day, ho anche accennato al tuo problema con un tecnico Leica che però mi ha assicurato che la D Lux-6 è superiore alla D Lux-5.
      Ciao, Francesco

      P.S: se ti è possibile mandami qualche foto della D Lux-6 sia in jpeg che in raw

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  5. Ho appena comprato una v lux 4. Ho voluto associar la alla mia Canon D7. Sono assolutamente soddisfatto della versalità della V4 e degli splendidi filmati realizzati con essa ( nonostante la d7 non deluda)

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  6. Caro Francesco, dopo aver letto le considerazioni di Orazio relative alla Leica D Lux 6, ho vinto timidezza e rispetto reverenziale nei confronti del blasonato marchio Leica e ho deciso di scriverti. A gennaio, già possessore di una D Lux 4, stregato dalla pubblicità che la descrivevano come il non plus ultra della tecnologia ottica ed elettronica, ho acquistato dopo un’impaziente attesa di un mese (!) una Leica D Lux 6. Bhè, oggi, dopo un migliaio di fotografie, molte delle quali scattate in parallelo con la D Lux 4 (che per mia grande fortuna ho conservato!), mi posso dire fortemente insoddisfatto. Le ho provate tutte, soprattutto dopo i suggerimenti che avevi dato a Orazio, agendo sugli stili, sull’esposizione, sul diaframma, ritoccandole con tutta calma al computer … nulla! Un breve confronto lo ho fatto anche con la D Lux 5 di un amico. Siamo sempre molto distanti dalla nitidezza tipica e caratteristica delle fotocamere Leica e dei suoi due modelli predecessori. La D Lux 6 manca di incisività, contrasto, risolvenza, luminosità, trasparenza. Ma, tra l’altro, ti pare che nel 3 Millennio, sempre più indirizzato verso la semplificazione tecnologica, ci si debba industriare con contorte regolazioni simili all’alchimia medievale per cercare di ottenere una buona fotografia? Se, a verifica di quanto dico, cortesemente mi fai avere l’indirizzo, ti invio un paio di coppie di foto scattate alle stesse condizioni con D Lux 4 e con D Lux 6 per farti notare la grande differenza. Ti ringrazio e ti invio i miei migliori saluti. Emilio

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    1. Emilio,
      anche tu ti lamenti della qualità d’immagine della Leica D Lux-6 in confronto alla D Lux 4 o 5. Questo mi lascia di nuovo piuttosto perplesso.
      Premetto che le fotocamere Leica serie D Lux x non sono altro che le Panasonic LX-x. All’ultima Photokina ho esplicitamente chiesto ad un tecnico Leica che mi illustrava la D Lux 6 che differenza c’era fra questa e l’analoga Panasonic LX-7 e la risposta è stata “il firmware”, cioè il sofware che nella fotocamera elabora le immagini e le salva come raw o jpeg, oltre che comandarne le funzioni. Questo vuol dire che ci possono essere differenze nel come vengono interpretati i segnali provenienti dal sensore per effettuare la cosiddetta “demosaicizzazione” e ricreare l’immagine ed i colori. I colori infatti sono un’interpretazione del software, o sulla fotocamera o sul computer se si usa il raw, e non sono registrati dal sensore. Escluderei però che il firmware Leica sia nettamente peggiore di quello Panasonic (almeno lo spero visto che le Leica costano ben di più). Semmai potrebbe interpretare diversamente i dati. Per il resto le fotocamere sono uguali, quindi obiettivo e sensore influiscono allo stesso modo sui risultati. Escluderei però anche che le D Lux producano immagini inferiori alle Panasonic.
      Provando la Panasonic LX-7 mi sono accorto che le foto salvate in jpeg avevano dei colori abbastanza neutri e soprattutto una nitidezza non particolarmente elevata. A questo punto ho agito in due modi. Per le foto già scattate ho convertito i raw (scatto sempre per le prove salvando in jpeg e raw) con Sylkypix (software fornito da Panasonic) e con Lightroom (software fornito da Leica) sopprimendo la riduzione di rumore e aumentando il valore dei parametri che regolano la nitidezza e la saturazione. In questo modo le foto sono cambiate moltissimo rivelando parecchi dettagli che erano nascosti sia dalla riduzione di rumore sia dal fatto che la nitidezza o “sharpening” (cioè il contrasto fra i confini di zone con colore o luminosità diverse) era impostata su un valore basso. Per le foto successive ho aumentato il valore di nitidezza nel profilo standard e in quello Vivid ed ho usato spesso questo. In questo modo le foto sono risultate nitide e brillanti, anche se molte le ho dovute scattare in giorni di tempo nuvoloso. L’unica differenza con la LX-5 è rimasta l’intonazione mediamente più calda della LX-7 che non ho corretto, ma che sarebbe stata facilmente correggibile con le stesse modalità.
      Queste non sono alchimie medievali (lo erano quelle che chimicamente si facevano sulle pellicole durante lo sviluppo per modificarne le caratteristiche), ma possibilità di regolazione date al fotografo per adattare le foto a quelli che sono i suoi gusti e le sue esigenze, consentite dalla tecnologia e facili da attuare e da verificare, a differenza di quello che si faceva prima con le pellicole.
      Secondo me è evidente che sia Panasonic che Leica si sono adeguate alla tendenza ed alle modalità delle macchine professionali che come standard tendono a produrre delle foto jpeg il più neutre possibile per evitare l’insorgere di difetti (detti artefatti) che possono insorgere nelle foto esaltando eccessivamente nitidezza e saturazione, e questo non risulta evidente nei manuali e nella documentazione. Le compatte economiche invece di solito tendono ad esaltare questi parametri per produrre foto più vivaci che impressionano di più l’utilizzatore medio.
      Non mi è chiaro infine se usi il formato raw o scatti direttamente in jpeg, ma da quello che dici propendo per quest’ultima ipotesi.
      Se vuoi mandarmi delle foto l’indirizzo è nella pagina “Contatti” accessibile dalla Home page. Nel caso mandami le foto originali come salvate dalla macchina, possibilmente le stesse inquadrature con le due macchine correttamente esposte per entrambe, senza modifiche o altro, altrimenti non è possibile un confronto serio. Per inviarle, viste le grandi dimensioni dei file, usa un servizio tipo Gigamail di Alice, Tiscali o altri, così le foto non saranno allegate all’e.mail, ma in questa ci sarà solo un link all’indirizzo sul server di posta da dove scaricarle.
      Ciao, Francesco

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