Canon 5D III : impressioni

A circa quattro anni dalla presentazione della 5D II Canon ha finalmente presentato, poco più di un mese fa la sua evoluzione, attesa e anticipata da molto. La 5D III è molto simile esteriormente alla precedente II, ma ne migliora notevolmente alcune caratteristiche, riprendendole dall’ammiraglia 1DX., in particolare per l’autofocus e la modalità video. La 5D III ha un sensore con quasi gli stessi pixel della precedente, 22 invece che 21, e un corpo professionale in lega di magnesio, tropicalizzato e protetto contro polvere ed acqua.
la 5D II però non scomparirà subito, ne è prevista la produzione almeno fino alla fine di quest’anno.

* Aggiunta nota su problemi di  Canon Digital Photo Professional (DPP ver.3.11.10)

La 5D III è dotata di un nuovo sensore fullframe da 22 Mpx che dovrebbe garantire elevate prestazioni in condizioni di scarsa luminosità grazie alle microlenti gapless, come nella 7D, con sensibilità nominale fino a 25.600 Iso, espandibile fino a 102.400. Inoltre i suoi canali di lettura passano da 4 ad 8 consentendo insieme al processore d’immagine Digic 5+ di arrivare ad una raffica di 6 fg/s per 18 raw o 16.000 jpeg.
L’autofocus, uno dei punti deboli della 5D II per la sua lentezza ed imprecisione, è stato completamente modificato, adottando lo stesso dalla 1DX con area estesa e 61 punti AF, di cui 41 a croce e 5 a doppia croce. Il sitema esposimetrico è a 63 zone ed adotta la metodologia di misurazione Canon iFCL che si collega alla lettura dei punti AF. Il processore Digic 5+ è dotato di un convertitore A/D a 14 bit ed è in grado di effettuare la correzione delle aberrazioni e della vignettatura, oltre che la riduzione del rumore alle alte sensibilità.
Uno dei punti di forza della precedente 5D II era la ripresa video e la III la migliora ancora, riprendendo anche qui alcune caratteristiche della 1DX. E’ possibile riprendere video Full HD con a 30, 25 e 24 fg/ il pieno controllo di esposizione e messa a fuoco.
La 5D III dispone ora di alloggiamenti per una scheda CF e una SD.
L’otturatore è progettato per una durata di 150.000 scatti.
Il corpo, in lega di magnesio, è molto simile alla precedente 5D II. E’ tropicalizzato, con protezioni contro polvere ed acqua, e mantiene lo stesso schema dei comandi dell a II. Superiormente sulla destra c’è il grande display LCD con tutte le informazioni sulle impostazioni della fotocamera, i quattro pulsanti per WB, modalità di scatto, Iso ed illuminazione. più avanti c’è la ghira di regolazione anteriore, un pulsante Fn e il pulsante di scatto. A sinistra del pentaprisma c’è la ghiera dei modi di scatto.
Nella parte posteriore, alla sinistra del mirino ci sono i pulsanti Menu ed Info. A destra il pulsante per la registrazione video e quelli per attivare l’AF e cambiare le modalità di misurazione esposimetriche.
A sinistra dello schermo i pulsanti per la revisione, ingrandimento e cancellazione delle immagini. A destra la classica ghiera Canon per le regolazioni, con anche la funzione di pad a quattro vie ed il joistick. Sul frontale il pulsante di sblocco obiettivi e quello per il controllo della profondità di campo.
Il prezzo della 5D III, già disonibile in vendita, è di 3.300 € solo corpo.
Inizio la prova e subito noto che il corpo della 5D III è pesante e massiccio come la precedente II, ma da un’ottima impressione di solidità. Il mirino è grande e luminoso come può essere solo in una fullframe. I punti Af si comportano differentemente dal passato. Se lo sfondo è luminoso quelli attivi restao con i bordi scuri, menter se lo sfondo è scuro si illuminano di rosso. preferivo il comportamento precedente in cui i punti si illuminavano sepre di rosso.

Ho potuto effettuare un po di scatti con la 5D III però con il limite di mantenermi vicino al bancone di prova e quindi senza poter usufruire del set fotografico dello stand. Come obiettivi ho usato i canon 24-70/2,8 L USM e 24-105/4,0 L USM. Non ho potuto provare la versione II del 24-70 in quanto era solo un esemplare dimostrativo e non se ne potevano portare via le foto.
Ho scattato varie foto a tutte le sensibilità possibili, partendo da 400 Iso, il minimo con la luce disponibile, per arrivare a 102.400 Iso. Le altre impostazioni erano Program e bilanciamento del bianco automatico. Le foto sono state salvate in raw e jpeg. Per la conversione delle foto raw avrei voluto usare il software originale Canon Digital Photo Professional, ma purtroppo la versione più aggiornata disponibile in rete, ricercata sui siti Canon Italia, Europa, America ed Asia, non supportava, almeno fino allo scorso lunedì, la 5D III* e allo stand Canon non mi hanno dato una risposta su come ovviare al problema. le soluzioni funzionanti che sono riuscito a trovare sono due.
1) conversione dei file raw CR2 in DNG con Adobe DNG Converter, che supporta la 5D III, e poi conversione dei DNG in Jpeg con Adobe lightroom 4
2) conversione dei file raw CR2 con Silkypix pro 5 che supporta la 5D III.
fra le due soluzioni quella che ha dato i risultati migliori è stata la prima e quindi pubblico le foto convertite con Adobe DBG Converter + Lightroom.
Come al solito mi sono concentrato, nell’esame delle foto, sul rumore al crescere della sensibilità, anche perchè con un così breve prova non è possibile fare altre verifiche.
Nelle foto fino a 1600 iso il rumore non è percepibile. A questa sensibilità comincia a comparire, in modo molto fine, senza disturbare la foto e la sua nitidezza. A 3200 Iso il rumore si incomincia a vedere, nelle parti meno illuminate o più scure della foto, purtroppo anche con puntini di vari colori. A 6400 Iso se ne comincia a vedere qualche traccia anche nelle parti più illuminate, mentre nelle altre aumenta di poco rispetto ai 3200 Iso, ma continua ad avere la caratteristica dei punti di colore. A 12800 Iso il rumore è presente su tutta la foto e incomincia a disturbare, facendo perdere nitidezza, soprattutto per questa sua caratteristica colorata. A 25600 Iso la situazione diventa quasi inaccettabile, il rumore pervade la foto piena di punti colorati. questa sensibilità si può usare solo per emergenza. A 51200 e 102400 Iso le foto sono ricoperte dal rumore e quasi inguardabili. Meglio lasciare perdere queste sensibilità. In conclusione la 5D III si comporta un po’ meglio della precedente II alle alte sensibilità, ma non quanto mi aspettassi. In proporzione la Olympus E-M5 ha dato risultati molto migliori, se saranno confermati.
Anche per la 5D III sarà necessaria una conferma, appena sarà disponibile il software Canon DPP, per vedere se con questo i risultati saranno migliori.
Naturalmente molti saranno interessati anche ad un confronto con la Nikon D800. Il prossimo articolo sarà su questa, ma per poter confrontare correttamente le foto dovrò prima ridimensionare quelle della D800 ai 22 Mpx della 5D III, cosa che farò dopo la pubblicazione dell’articolo sulla D800.

In conclusione la Canon 5D III si conferma come un’ottima reflex per professionisti e fotoamatori esigenti. Alle doti di robustezza, risoluzione, flessibilità e ripresa video della precedente ha aggiunto un autofocus decisamente migliorato, un esposimetro ed un elaboratore d’immagine evoluto, una maggiore velocità di raffica, una possibilità di ripresa video ancora più efficiente e flessibile. Dal punto di vista qualità d’immagine c’è un miglioramento, ma non tanto quanto ci si poteva aspettare dopo quattro anni.

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(*) Ho letto ora su Canonrumors che Digital Photo Professional (DPP ver.3.11.10) ha un problema nel supporto delle foto raw della canon 5d III che sarà risolto verso metà aprile.

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Passando il cursore sulle foto si potrà vedere la sensibilità corrispondente. Per ingrandirle cliccare sopra.

35 pensieri riguardo “Canon 5D III : impressioni”

  1. “dovrò prima ridimensionare quelle della D800 ai 22 Mpx della 5D II”. Mi parrebbe più giusto interpolare l’immagine della 5D sino alla risoluzione della D800, altrimenti si fa un confronto al ribasso, vanificando le maggiori prestazioni della D800 in termini di resa ddei dettagli.

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    1. Umberto,
      il ridimensionamento si deve sempre fare in diminuzione.
      Le foto più grandi ridimensionate conservano sempre qualche dettaglio in più. anche se perdono qualcosa. Ridimensionare le foto ingrandendole non ha alcun senso perchè non si farebbe altro che aggiungere dei pixel in più, inventati dall’algoritmo di interpolazione, ma senza ovviamente poter aggiungere nessun dettaglio in più che non esiste nella foto originale.
      Ciao, Francesco

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      1. Non sono un tecnico e non vorrei abusare dell’ospitalità, ma ti prego di consentirmi una replica.
        Sono d’accordo che l’interpolazione in aumento non aggiunge nulla, ma non mi pare neanche giusto confrontare una sensore da 36 mp con uno da 24, “togliendo” al primo i 12 mp di vantaggio; forse qualcosa rimane, come dici, ma assai poco. Mi sembra un po’come confrontare due automobili, una che fa 200 km/ora con un’altra che ne fa 150, limitando la prima alla velocità della seconda; oppure paragonare i consumi registrati al 100% della velocità massima sviluppabile da ciascuna. Ritornando alla fotografia, mi pare che il confronto si dovrebbe fare sulle stampe, paragonandone due della stessa dimensione fisica ottenute dalle due macchine; stampe che necessariamente dovrebbero essere molto grandi, con base superiore al metro data l’altissima risoluzione su cui possiamo ora contare (ma ci si può accontentare di porzioni di stampe). Quando il confronto riguarda il livello di rumore digitale, ritengo invece che l’interpolazione al basso vada benissimo e approfitto per elogiare l’analisi “Sfatiamo i miti: più pixel più rumore”, che considero una delle cose migliori che mi sia capitato di leggere sull’argomento; elogi che vorrei estendere alla qualità generale del sito, con convinzione diversa da quella dei “complimenti per la trasmissione”.

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        1. Ciao Umberto,
          il ridimensionamento serve proprio per valutare il rumore ad alti iso, ed è un’ottima alternativa alla stampa su fogli di pari dimensioni. E’ simile a misurare i consumi di due auto a pari velocità e condizioni, anche se la velocità massima delle due differisce. 🙂

          Simone

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        2. Umberto,
          da quello che scrivi mi sembra che in linea di massima siamo d’accordo.
          Il confronto della qualità d’immagine va fatto su stampe delle stesse dimensioni o su video (monitor, TV) alle stesse dimensioni. Per il rumore invece il confronto corretto è ad una dimensione standard come fanno DXOMark e “Tutti Fotografi” oppure alla dimensione più piccola fra le fotocamere del confronto.
          Non concordo invece sul parallelo con la prova delle auto. Indipendentemente dalla potenza e velocità massima le auto si misurano tutte sull 0-100 kmh per l’accelerazione, alle stesse velocità costanti fino a 130 kmh per il consumo, alle stesse velocità per la frenata e sullo stesso circuito con le stesse curve per la maneggevolezza e tenuta di strada. Non è che perchè un’auto è più veloce che il consumo e la frenata si misurano ad una velocità più alta confrontandoli poi con quelli, a velocità più bassa, di un’altra macchina meno performante.
          Ebbene con i confronti delle foto sul monitor al 100 % molti fanno proprio così.
          Ciao, Francesco

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      1. Ho scaricato ed installato l’ultima versione di DPP. Finalmente è in grado di leggere e convertire i file raw della 5D III. ho convertito le foto, ma i risultati non cambiano. Presto le pubblicherò.
        Francesco

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          1. Carlo,
            le ho appena viste e sono contento che confermino le mie impressioni. In fondo basta guaredare con i propri occhi invece di fare il conto dei pixel.
            Ciao, Francesco

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    1. Ciao Andrea,
      credo che sia un problema condiviso da molte macchine fotografihe reflex: tant’è vero che i professionisti che conosco suggeriscono di spegnere lo schermo o ricoprirlo durante la rilevazione dell’esposizione nelle inquadrature notturne.

      Simone

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      1. Simone,
        il problema però si presenta solo nel caso dell’uso del live view, altrimenti lo schermo è spento, almeno nelle reflex.
        ciao, francesco

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  2. http://www.dxomark.com/index.php/Publications/DxOMark-Reviews/Canon-5D-Mark-III-Review/Sensor-performance
    complimenti francesco, anche dxomark giudica la mark III giusto un po al di sopra della mark II, la Canon stavolta ha toppato, resta il fatto che non mi spiego come abbiano fatto dopo 3 anni a far uscire un sensore pressoche simile a quello precedente
    o hanno problemi con il software di conversione oppure ….non mi spiego sta cosa

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    1. Carlo,
      grazie. Come ho già detto al tuo omonimo, non è difficile se si guardano le foto. Certo se si giudica solo dal numero di pixel si possono prendere belle toppate come fanno tanti “esperti” su vari forum.
      Ciao, Francesco

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  3. scusate ma io vado un po’ controcorrente. Per me fotografia significa : colori il piu’ vicino alla realta’ , velocita’ e semplicita’ di utilizzo sul campo e tanta stampa. Gareggiare o fare confronti a iso 6400 credo sia una forzatura e solo la stampa ai nostri occhi ci da’ la vera sensazione di quello che la macchina ci puo’ dare. Per stampe classiche da 20×30 o 30×45 non vedo a cosa possano servire piu’ di 20 mpixel, ma qui ormai la strada a files di decine di mega non si ferma piu’…. Io di grafici e numeri su Dxo ,non ci capisco molto purtroppo, ho solo dato una lettura alle classifiche degli obiettivi ,che reputo molto piu’ importanti dei corpi…..ragazzi, allora forse qua qualcuno ha sempre sbagliato tutto nella vita.
    Guarda a caso…le migliori lenti sono Nikon…e qui non c’erano dubbi visto la tendenza del sito…..e per curiosita’ ho letto di come il nuovo Canon 70-200 2.8 II sia considerato inferiore al vecchio modello…..e di come il 50 1.8 sia davanti in calssifica al 50 1.4……davvero sbalorditivo….Qua sono dei veri fenomeni. Comuqnue buona luce a tutti.

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    1. Ciao Lorenz,
      DxOmark presenta delle misurazioni scientifiche, con lo scopo di ottenere una valutazione ripetibile e accurata, ma necessariamente limitata ad alcuni aspetti più facilmente misurabili.

      La Canon 5D III e la Nikon D800 sono entrambe ottime macchine full-frame. L’osservazione che il sensore della D800 ha una resa superiore agli alti iso e che le ottiche Nikon di fascia economica sono migliori di quelle Canon, non è prerogativa di DxOmark o di questo blog. Invece se non sbaglio sulle ottiche per FF Nikon e Canon sono piuttosto alla pari.

      Infine, mi trovo molto bene con una reflex economica e un obiettivo superzoom, per il quale altri storceranno il naso. Non significa che qualcuno ha sbagliato tutto nella vita, ma che la fotografia cambia: cambia il mercato a cui si rivolge, e cambiano le esigenze e le aspettative degli acquirenti.

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    2. Lorenz,
      ho poco da aggiungere alle ottime risposte di Simone.
      Ti dico solo due cose: la prima foto a 6400 Iso, in bianconero, l’ho scattata tanti anni fa con una speciale pellicola Kodak. Purtroppo poi Kodak ha smesso di produrla e mi ha privato di un mezzo che mi consentiva di scattare delle fantastiche foto a luce ambiente, pure con un fioco lampione, anche se con molta grana. I 6400 Iso ed anche di più sono quindi utilissimi per chi fa questo tipo di foto. Poi ovviamente ci sono anche quelli che dicono che non superano mai i 100 Iso: evidentemente fotografano sempre con sole splendente o con potenti flash o illuminatori.
      Obiettivi f/1,4 e F/1,8. è noto fin dai tempi delle Leica a telemetro, anni 50 del secolo scorso, e delle prime reflex che gli obiettivi normali f/1,8 o f/2,0 sono migliori di quelli f/1,4 o f/1,2 a causa del maggiore diametro delle lenti di questi ultimi che comportano maggiori aberrazioni. Per te è una novità?
      Infine non ho capito a quale sito ti riferisci quando parli di tendenze: al mio blog o a DXOMark? Io non ho tendenze di nessun genere, valuto le cose per come sono.
      Ciao, francesco

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  4. Ciao Francesco, assolutamente non parlavo del tuo blog, ma di Dxo ,ci mancherebbe ,non mi permetterei mai. Io vengo da Nikon,Olympus e alla fine sono cascato in Canon per una scelta assai scientifica e ragionata….mi sentivo meglio la macchina in mano e scattavo piu’ liberamente, quindi immagina quanto possa essere io un ultra’ di una marca o dell’altra… :-)) . Non discuto nemmeno se gli iso 6400 siano un traguardo su cui incentrare una discussione o paragoni assolutistici su due macchine, io quando vedo arrivare i 1600 rabbrividisco e per quello sono ben dotato di flash ed obiettivi luminosi. La mia critica alle classifiche e quindi anche alla filosofia del sito Dxo ,era data dall’aver visto in graduatoria il nuovo Canon 70-200 2.8 ,dietro al vecchio modello. Mi pare l’unico sito al mondo ad aver affermato una cosa simile. Io purtroppo non posso permettermi il modello nuovo ma colleghi e altri siti di fotografia ne decantano qualita’ indubbiamente superiori, addiruttura vicino alla perfezione. Dal canto mio posso solo dire che il 50 1.4 e’ assolutamente superiore al 1.8, sia come focus,bokeh,resa a tutta apertura. Forse il fratellino e’ un filo piu’ nitido ai bordi a f 5.6, e se questo singolo ed isolato dato basta a sopravanzare il fratellone in una classifica,allora vedi che i dati duri e crudi non sono poi corrispondenti alla bonta’ di uno strumento. E comunque mi permetto di dire che la resa dei colori che hanno le Olympus con i suoi ottimi obiettivi Zuiko ( che naturalmente Dxo non fuma neppure… ) non le ho ancora riscontrate ne’ nella Nikon ,ne’ Canon. Per questo guardo con interesse alla nuova Om5. Chissa’…. :-))

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    1. Lorenz,
      la regola che ho detto sugli obiettivi meno luminosi migliori di quelli più luminosi può avere eccezioni, ma è quanto afferma Leica nel descrivere la serie Summicron f/2,0 e Summilux f/1,4. Se lo dicono loro che li progettano e li costruiscono c’è da crederci. Non so dirti nulla dei Canon 70-200/2,8 che non ho provato a fondo.
      Le alte sensibilità non sono una mia fissazione, ma visto che a 100 Iso tutte le fotocamere vanno più o meno bene, con ovvie differenze qualitative, ma nessuna produce foto inguardabili, le differenze si possono vedere solo aumentando la sensibilità. In questo caso ci si accorge che con molte fotocamere questo non si può fare più di tanto. A molti ciò non interessa, ma per chi vuole fare foto a luce ambiente questo è importantissimo insieme all’uso di obiettivi luminosi. Il flash e gli illuminatori sono utili, ma rovinano l’atmosfera.
      I colori poi secondo me, in digitale, sono una delle tante variabili su cui il fotografo può agire e non sono più una caratteristica degli obiettivi o dei sensori. Con la pellicola per diapositiva ognuna aveva la sua intonazione e insieme a quella degli obiettivi questa era immodificabile, Già con la stampa negativi/positivo si potevano introdurre variazioni.
      Col digitale si possono ottenere tutte le intonazioni che si vuole già in macchina impostando gli opportuni parametri. In più tutto si può variare in postproduzione, particolarmente se si usa il raw. Si deve poi considerare come si visualizzano le foto: a meno di non avere uno schermo professionale costoso e ben tarato tutti alterano i colori. Lo stesso vale per le stampanti.
      Quindi dire che un obiettivo o una macchina abbiano una particolare intonazione di colore è privo di senso.
      In conclusione faccio una considerazione: se fai una bella foto nessuno andrà a guardare la risoluzione dell’obiettivo.
      Ciao, Francesco

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  5. Non sono d’ accordo, ma rispetto il tuo punto di vista. Ogni sensore registra i colori in maniera diversa dall’altro e questo lo si puo’ notare da vari test ( io seguo quelli di DPreview ). Poi e’ vero che ogni cosa si puo’ correggere in Photosop ,ma se i colori sono “falsati” nel file, dopo non potrai piu’ ricordarti come era veramente la scena. Comuqnue, queste sono mie prerogative ,che magari per altri possonon non avere importanza e magari ce l’hanno di piu’ scatti a 6400 o 12800 iso. Fornutanatamente non ho mai mancato uno scatto perche’ mi servivano queste sensibilita’, e se proprio devo scattare particolari atmosfere per foto importanti….c’e’ sempre quel vecchio ed infallibile strumento allungabile… 🙂 . Attendo i tuoi sviluppi sui file Olympus, grazie e scusate per la mia filosofia di scatto 🙂

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    1. Lorenz,
      forse non ti è chiaro come funzionano i sensori Bayer.
      Il sensore non registra colori, ma solo livelli di luminosità per ciascun pixel. I pixel hanno davanti un filtro colorato, il 50 % verde, il 25 % rosso ed il 25 % blu. I colori vengono poi RICOSTRUITI dal SOFTWARE, direttamente in macchina se si salva in jpeg, oppure sul pc se si salva in raw, che ricostruisce i colori INTERPOLANDO le informazioni provenienti da più pixel vicini di cui almeno uno deve essere verde, uno rosso ed uno blu. Quindi non può esistere il colore del sensore, il colore è creato dal software di interpolazione e dipende da come la effettua.
      Quindi quando dico che il colore può essere regolato e variato a piacimento non mi riferisco al solito Photoshop che non ho nemmeno e non sono interessato ad usare, che opera solo dopo la conversione del raw, quando ormai i colori sono già stati definiti. Questa operazione si può fare, durante la conversione, o direttamente in macchina regolando opportunamente i parametri che influiscono sul colore a partire dal bilanciamento del bianco, alla tonalità complessiva ed al peso dei tre colori primari (come si faceva nella stampa a colori additiva) per le foto salvate in jpeg, oppure durante la conversione da raw a jpeg o tiff, agendo sempre su questi parametri. Molti software di conversione, compreso il gratuito RawTherapee, hanno dei profili già pronti, ma ognuno può creare il proprio profilo personale secondo i propri gusti.
      Riguardo alle foto a luce ambiente si potrebbe usare anche il treppiede, ma nella maggior parte dei casi, a meno che non si tratti di paesaggio, quando si è pronti la scena e il soggetto da fotografare non ci sono più o sono cambiati. In molti casi poi, come foto in musei, mostre ecc. è proprio vietato usarlo.
      Ciao, Francesco

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    1. E’ una versione speciale della 60D per astrofotografia, con maggiore sensibilità all’infrarosso e la possibilità di scattare foto a tempo comandandola da un pc. Va bene per gli astronomi, probabilmente però solo per i dilettanti. I professionisti usano altri strumenti!
      Ciao, Francesco

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  6. Ciao Francesco , non voglio certo mettermi a discutere di tecnica sensori e processori…non vorrei scatenare risse da osteria in favore o no di una marca o l’altra….ma io con i miei occhi vedo foto con colori diversi da sensore a sensore, Evidentemente i settaggi possono aggiustare uno stile intrinseco del sensore ma non trasformarlo completamente. Non sono mai stato favorevole ad aggiustamenti in macchina di quei parametri da te elencati ,in quanto potrebero andare bene con certe luci e certe condizioni ma non in maniera assoluta. Comunque , ti rinnovo tutta la mia stima per il tuo lavoro e blog. 🙂

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    1. Lorenz,
      non c’è un colore intrinseco dei sensori, è questo che volevo spiegarti, ma evidentemente non sono riuscito a spiegarmi bene. I sensori misurano solo quantità di luce e sono intrinsecamente in bianconero. Il colore lo crea il software secondo i parametri impostati in laboratorio o secondo quello che vuole l’utente.
      Ciao, Francesco

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  7. Ciao Lorenz,
    considera poi che il nostro occhio vede i colori diversamente a seconda della temperatura della luce presente, cioè applica il bilanciamento del bianco. Il cervello poi applica una saturazione dei colori per gli oggetti che ritiene più interessanti (per esempio i cibi quando abbiamo fame) e una parziale polarizzazione della luce, eliminando in parte i riflessi, giocando sul contrasto e sulla profondità di colore. Come disse Immanuel Kant, vediamo attraverso lenti colorate.

    Cioè, i colori veri sono qualcosa che non ha senso nella nostra stessa percezione: esistono indici di riflessione e rifrazione delle diverse lunghezze d’onda per ogni materiale, ma il colore è generato dal nostro cervello in modo da soddisfare un’esigenza evolutiva. La fotografia come forma d’arte, sia essa espressiva o comunicativa, può evidenziare un aspetto rispetto ad un altro: per esempio desaturare i colori dello sfondo può essere un buono stratagemma per rafforzare lo stacco tra primo piano e sfondo, a supporto di una limitata profondità di campo.

    Simone

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  8. ciao a tutti….insomma ,vedetela un po’ come volete, ognuno la vede a modo suo , ma io riconosco tra le mie foto le diverse lenti usate dai colori che ne escono , e naturalmente senza toccare i settaggi in macchina ,che potrebbero di volta in volta non essere quelli giusti. Posso dirvi che l’85 1.8 ha colori pastello e caldi ,e quindi ottimo per i ritratti, mentre il 15-85 e’ tendenzialmente freddo e contrastato, buono per i bianchi e neri o i paesaggi dettagliati. La mia compatta XZ-1 Olympus e’ una maga per i blu del cielo e del mare, cosa che non ottengo allo stesso livello ora con Canon. Della Canon odio i verdi ,cosa che con Nikon era la mia delizia….insomma, io vedo queste differenze ; poi magari tutto sara’ un po’ aggiustabile, ma mai uguale tra ogni macchina e obiettivo. Almeno per i miei occhi… 🙂

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  9. Ciao Francesco, cosa intendi per autofocus impreciso quando ti riferisci alla 5DmarkII? Se per lentezza posso capire che deluda le aspettative in proporzione al costo del prodotto di fascia quasi prof, il concetto di imprecisione mi sembra un po’ preoccupante in quanto più oggettivo.

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    1. Franco,
      l’autofocus della 5D II è abbastanza lento in rapporto alle concorrenti ed anche a modelli di categoria inferiore. Inoltre in molti casi in cui l’ho usata ho notato una sua imprecisione, nel senso che dava la foto a fuoco e, usando la priorità di fuoco, consentiva lo scatto, ma poi la foto risultava sfuocata. Questo si è verificato con diversi obiettivi, EF 85/1,2, EF 70-200/2,8 ed altri. Quindi o Canon ha sempre dato in prova nelle varie mostre e durante i Canon day degli esemplari starati e difettosi, oppure si tratta di un problema della 5D II. In ogni caso il risultato è lo stesso, la percentuale di foto fuori fuoco con la 5D II è stata superiore alla media di quella delle altre fotocamere (di solito in ogni sessione di scatti ce n’è sempre qualcuno fuori fuoco).
      Ciao, Francesco

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      1. Capisco. E della 1d mark III che ne pensi? Quel sensore crop 1,3 mi lascia perplesso. ero tentato da una full frame ma mi incuriosiva questa macchina diciamo intermedia.
        Grazie per l’attenzione.
        Franco

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  10. ciao Francesco,

    sono anche io appassionato di fotografia di ogni genere,street, ritratti, safari, caccia fotografica; e anche io pur possedendo un ottima d 7000 penso al passaggio ad una fx, direi piu per curiosità che per necessità!
    Il problema di molti direi che è prorpio l’euforia di avere il top tra le mani, perchè poi alla fin fine ho visto in occasione delle olimpiadi piu di una volta inquadrare fotografi professionisti usare la canon 7d (ben ripresa dalla tv) per immortalare l’atleta di turno.

    Mi chiedo allora: forse non conviene anche a noi amatori pensare a far solo foto con l’ambizione ovviamente di migliorare il parco ottiche piu che ricercare in corpo nuovo di turno?
    Vero che non ho mai guardato nel mirino di una fx ( e mi dicono sia stupendo luminoso e grande) vero è che i corpi saranno meglio costruiti rispetto alle APS- C, vero che ci sarà piu grandangolo, vero che ci sarà meno rumore nei crop;ma alla fine per avere dei miglioramenti non devo comprare un 12-24 e 24-70 e 70-200 per avere la prestazione di livello? se è cosi non si tratta di spendere solo 2000 euro per il corpo ma forse euro 6000,00;
    Mi chiedevo poi: passando dal dx al fx non c’è il rischio di guardare nel mirino e trovarsi tutto piu grande ed innervosirsi di aver perso il crop del DX?Chi come me ama usare lo zoom del 18/200 ( piu verso il 200mm) e il 70/300( piiu verso il 300mm) poi passando al Fx non perderà tale rimpicciolimento(Ovvio che lo si potrà recuperare con crop successivi magari migliori)?
    Alla fine ti chiedo: avendo i soldi( ma solo ipotizzando ahimè) tu consiglieresti sempre il passaggio al fx o pensi ci sianosituazioni in cui è meglio rimanere nel Dx?

    grazie

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    1. Fabiano,
      è evidente che per un fotoamatore nella scelta dell’attrezzatura giocano oltre a considerazioni razionali sull’uso che di questa si deve e si vuole fare altre chiamiamole “irrazionali” o sentimentali o di piacere nel possedere fotocamere di elevata qualità.
      Per fare belle fotografie quello che è determinante è il fotografo, non l’attrezzatura. Però il possedere ed usare materiale di qualità può costituire una motivazione a far meglio.
      Indubbiamente migliorare il proprio corredo ottico è più importante che migliorare il corpo macchina. Però oggi si deve considerare che, a differenza di quando si usava la pellicola, corpo e sensore sono un insieme inscindibile. Quindi mentre con le reflex a pellicola si poteva usare un corpo datato con ottimi obiettivi e la migliore pellicola disponibile oggi questo non è più vero. Inoltre la qualità delle foto è direttamente dipendente, come è sempre stato, dalle dimensioni del sensore, un volta la pellicola, oggi quello elettronico. Quindi come una volta il medio formato era migliore qualitativamente del piccolo formato (pellicola 35 mm) oggi il formato fullframe è migliore dell’APS. Questo sia per le dimensioni maggiori del sensore, con circa il triplo di superficie in più, sia perchè le ottiche lavorano meglio alle frequenze spaziali più basse richieste dal formato fullframe rispetto all’APS. Questo ha il vantaggio di far sembrare gli obiettivi più tele di quanto sono, ma usando una fullframe con adeguato numero di pixel si ottiene lo stesso risultato ritagliando le foto.
      Le fullframe hanno inoltre il vantaggio, come hai rilevato, di un mirino più grande e luminoso che solo chi ha usato reflex a pellicola può veramente apprezzare. Inoltre consentono di usare gli obiettivi per la loro vera focale, in particolare quelli a focale fissa e di alta luminosità. Non è poi vero che per avere una migliore qualità da una fullframe sia necessario avere obiettivi di qualità superlativa. Certamente è meglio, ma qualsiasi obiettivo usabile sui due formati renderà meglio su fullframe che su APS. Su questo esistono centinaia di prove pubblicate dalle migliori riviste come “Tutti fotografi” e “Progresso fotografico” che lo dimostrano. Non si deve quindi necessariamente spendere una fortuna per ottenere i vantaggi che il fullframe può dare sul formato APS.
      Se possibile quindi il passaggio al fullframe darà indubbi vantaggi in fatto di risoluzione nitidezza e gamma dinamica.
      Quanto poi a fare belle foto tutto è lasciato al fotografo: se è bravo potrà farle pure con un cellulare, se non è capace non c’è macchina che possa migliorarle.
      Ciao, Francesco

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