Sigma SD15: prime impressioni e foto

Sigma oltre a produrre ottimi obiettivi intercambiabili per tutte le reflex da qualche anno produce anche fotocamere compatte e reflex. Le fotocamere Sigma si distinguono da tutto il resto della produzione per l’adozione di un sensore Foveon invece dei tradizionali sensori Bayer. Questo sensore dovrebbe garantire una migliore resa dei colori ed una risolvenza maggiore, a parità di pixel, in confronto con i sensori tradizionali. La SD15 è la quarta versione della reflex Sigma e, in attesa della nuova SD1 che promette prestazioni decisamente superiori, ero curioso di verificare come si comporta questo modello. In Photokina finalmente mi è stato possibile provarla.

Prima di descrivere la SD15 è opportuno spiegare brevemente come funzionano i sensori Foveon X3 di Sigma.
I sensori usati in tutte le fotocamere digitali hanno un unico strato di silicio sensibile alla luce. L’output risultante quindi, dopo la conversione analogico/digitale, è una serie di numeri, uno per ciascun pixel, proporzionali al livello di luminosità misurato. L’immagine quindi, se si può parlare di immagine, sarebbe in bianco/nero. Per poter attribuire un colore a ciascun pixel davanti ad essi sono posti dei filtri colorati (vedi figura). Considerando i pixel quattro a quattro, su due pixel è posto un filtro verde, su uno uno blu e su uno uno rosso. In queto modo il 50 % dei pixel misura il colore verde (a cui l’occhio umano è più sensibile), il 25 % il blu e il 25 % il rosso. Questa è l’informazione presente nei files raw. Per ricostruire l’immagine a colori il software, nella fotocamera o sul pc, opera un’interpolazione calcolando per ciascun pixel il valore dei colori mancanti da quelli vicini. E’ evidente che un sensore di questo tipo ha una risolvenza del 50 % di quella nominale sul verde e il 25 % sul rosso e sul blu. Con buoni e sofisticati algoritmi di interpolazione si può arrivare ad avere una risoluzione complessiva del sensore fra il 60 e il 70 % di quella nominale. In pratica un sensore da 12 Mpx avrà una risolvenza fra 7,2 e 8,4 Mpx, cioè circa 8 Mpx. A peggiorare le cose c’è la necessità di anteporre davanti al sensore un filtro, cosiddetto “antialias”, che taglia la risolvenza in modo da evitare che vengano rilevate frequenze spaziali superiori alla frequenza di Nyquist per evitare di generare l’effetto “moirè”, cioè le bande colorate che si formano sui dettagli fini.
I sensori Foveon invece sono formati da tre strati di silicio, sensibili rispettivamente al blu, verde e rosso, come le pellicole a colori. In questo modo per ciascun pixel viene rilevato il valore dei tre colori primari e non è necessaria l’interpolazione per ricostruirlo. Inoltre non è necessario il filtro antialias in quanto i colori sono rilevati per ciascun pixel. L’eventuale effetto moirè può essere controllato via software. La risolvenza di un sensore Foveon è quindi maggiore di uno Bayer di rad(2) volte nel verde e di 2 volte nel rosso e nel blu (vedi figura) e come detto con i migliori algoritmi di interpolazione la risolvenza dei sensori Bayer non supera il 70 % di quella dei Foveon.
Fino ad adesso però i sensori Foveon usati da Sigma avevano un numero di pixel sensibilmente inferiore a quello dei sensori Bayer e questo ne annullava i vantaggi. La SD15 infatti ha un sensore da 4,7 Mpx x3, che Sigma dichiara 14 Mpx, anche se in realtà gli Mpx che formano l’immagine sono solo 4,7. Inoltre il sensore è òeggermente più piccolo degli APS (20,7×13,8 mm) con un fattore moltiplicativo 1,7 (Canon 1,6, gli altri 1,5).
La SD1 presentata alla Photokina è invece rivoluzionaria perchè ha un sensore formato APS con 15 Mpx x 3. Ha quindi un numero di pixel pari alle migliori APS e considerato il suo vantaggio in risoluzione può essere paragonata ad una fotocamera Bayer con 24 Mpx (su sensore APS!).
Purtroppo la SD1 era chiusa in una teca e non si poteva provare in quanto non è ancora pronta per la produzione. Mi sono quindi accontentato di provare la SD15 da 4,7 Mpx che potrebbe essere paragonata ad una reflex tradizionale con 8 Mpx, ma come vedremo anche di più.
La SD15 è una reflex abbastanza ingombrante e massiccia anche se non particolarmente pesante. Il corpo è protetto contro le infiltrazioni di polvere e cos’ pure il sensore, che come detto non è protetto dal filtro antialias. I comandi sono semplici e facilmente raggiungibili. La costruzione e la finitura ottime. Il mirino ha una copertura del 98 5 e un discreto ingrandimento (0,9 reale 0,53). L’innesto obiettivi è Sigma e ci sono a disposizione i numerosissimi obiettivi della gamma Sigma, disponibili anche per le altre reflex. Lo schrmo è da 3′ con 460.000 pixel. La sensibilità va da 100 a 1600 Iso, in modalità estesa da 50 a 3200. Il sistema autofocus non è particolarmente sofisticato e prevede solo 5 punti AF mentre il sensore di esposizione prevede 77 segmenti. L’elaboratore di immagine True II dovrebbe garantire, secondo Sigma, la massima qualità d’immagine. La velocità di raffica non è particolarmente elevata, 3 fg/s. Non sono previsti programmi scena, ma solo le impostazioni P, A, S e M. C’è però il flash incorporato. Il software di conversione dei files raw Sigma Photo Pro è fornito con la macchina e comunque gratuito.
La cosa che mi interessava era naturalmente la qualità delle foto e la resa dei colri ottenibile da questo particolare sensore. Ho scattato quindi alcune foto di ritratto ad una gentile addetta dello stand Sigma. Le foto sono state scattate con l’obiettivo Sigma 30/1,4, equivalente in questo caso ad un 51 mm. Data la scarsa luce l’obiettivo ha lavorato in alcuni casi ad aperture piuttosto ampie, per le basse sensibilità vicino alla massima, e quindi in alcune foto la profondità di campo è ridottissima. Tutte le foto sono state salvate in raw e convertite con Sigma Photo Pro azzerando la riduzione di rumore e con il profilo “ritratto”.
Le foto a grandezza originale, equivalenti a circa 78×52 cm mostrano una risolvenza eccellente e dei colori molto naturali fino a 800 Iso. A 1600 Iso la risolvenza è ancora ottima, ma purtroppo i colori tendono a virare verso il verde con un aspetto poco piacevole. Il rumore è assente fino a 400 Iso, visibile ma non fastidioso a 800 e presente a 1600, anche se con un aspetto simile alla grana delle pellicole e senza intaccare la risolvenza, sempre alta.
Ho provato a questo punto ad ingrandire le foto per confrontarle con quelle di altre fotocamere.
A 10 Mpx, gli stessi della Nikon D80, le foto fino a 400 Iso sono eccellenti e la risolvenza è ancora notevole, mentre il rumore, seppur visibile a 400 Iso nelle zone di colore uniforme, non disturba e non diminuisce il dettaglio. A 800 Iso il rumore si vede, ma la risolvenza e i dettagli rimangono ancora incredibilmente elevati. A 1600 il rumore disturba troppo anche se la risolvenza rimane alta (notare i capelli).
A 18 Mpx, la risoluzione delle APS Canon, fino a 400 Iso le foto rimangono incredibilmente nitide e dettagliate senza ch il rumore le disturbi, mentre a 800 è evidente e a 1600 eccessivo, anche se la risoluzione nei dettagli fini è ancora alta. Ma siamo al limite per questa fotocamera.
In conclusione il sensore Foveon mantiene parte delle promesse fatte: la risolvenza è veramente superiore a quella dei sensori Bayer e i colori naturali e precisi (notare il bianco del vestito, il rossetto e l’incarnato). I suoi limiti sono il rumore, più alto per adesso di quello dei sensori Bayer, e l’alterazione dei colori, con una brutta tendenza al verde a 1600 Iso e immagino anche ai 3200 che non ho provato.
Se però il nuovo sensore della SD1 manterrà le qualità attuali, risolvendo i problemi di quello della SD15, i risultati dovrebbero essere spettacolari.
La SD15 è quindi una fotocamera particolarmente adatta per ritratti, paesaggi, macro e in tutte le condizioni di buona luce. Non è adatta per riprese sportive e per quelle in condizioni di luce scarsa. Nelle condizioni in cui può lavorare in modo ottimale però garantsce foto di qualità raggiungibili solo con fotocamere dotate di sensori con molti più megapixel.

Sigma SD15

Nell’articolo inserisco le foto formato equivalente all’ A2 guardandolo sul video, come al solito, per consentire il confronto con altre fotocamere. Tutte le foto in formato originale e quelle ingrandite a 10 e 18 Mpx sono sul mio account Flickr

http://www.flickr.com/photos/francescoc/sets/72157625123086546/

Foto A2

100 iso
200 Iso
200 Iso
400 Iso
400 Iso
800 Iso
800 Iso
1600 Iso
1600 Iso

32 pensieri riguardo “Sigma SD15: prime impressioni e foto”

  1. Sono felice possessore di una Sigma sd10, la nonna di questa sd15; come al solito hai centrato perfettamente la specificità ed i limiti di questo sensore Foveon. Ma mi è piaciuto tanto che anche tu abbia notato la straordinaria e bizzarra predilezione di questo sensore per i capelli, che hanno sempre una resa straordinaria. Per il particolare obiettivo usato la sensazione di tridimensionalità è qui attenuata, ma questa rossina avrà rassicurato tutti i potenziali acquirenti della sd15 che, per altro, sta arrivando a livelli di prezzo già interessanti (circa 730 euro contro gli oltre 1000 alla presentazione).
    ciao

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    1. Grazie Capitano! Credo che la predilezione per i capelli sia dovuta alla risolvenza del sensore che permette di distinguerli mentre con i Bayer sono sempre impastati.
      Ciao, Francesco

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  2. Veramente notevole! la resa sui capelli è veramente straordinaria, non ho mai avuto una reflex con sensore Foveon, ma credo che aspetterò l’uscita della SD1

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    1. se posso consigliarti, acquista una sd10 (sui 200 euro!) con un obiettivo decente e fai prima delle prove; l’obiettivo lo potrai riutilizzare con la sd1, che comunque richiederà un impegno economico non indifferente.

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  3. Ah, dimenticavo, potresti rendere disponibile un file raw di quelli qui sopra (due sarebbe meglio: a 200 e 1600 iso)?
    Sarebbe di grande utilità per noi già possessori di Sigma poterli smanacciare e confrontarli con quelli delle nostre macchine.
    Grazie

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    1. Su Ebay, tenendo d’occhio con pazienza alle inserzioni, oppure inserendo la richiesta nel forum Sigma
      (anche la Sd9 va bene per questi scopi)

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  4. @notitiae, mi spiace causarti una doccia fredda, ma se c’è una situazione in cui il Foveon è in fortissima difficoltà è agli alti iso! Per cui bisogna rassegnarsi riguardo a questo.
    ciao

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    1. Forse Jacopo si riferiva al fatto che nonostante il rumore, che confermo è uno dei punti deboli del Foveon, la risolvenza rimane alta.
      Ciao, Francesco

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  5. Guardando bene le immagini sono rimasto un po’ scoraggiato. Il sensore della sd15 sembra riassumere in se’ i punti deboli di tutte le precedenti versioni: una ipersensibilità al rosso (vedi il rossetto della modella che straborda dai suoi argini, ma anche la manica di un passante, per quanto nella zona fuori fuoco) e la tendenza ad una dominante verde-giallina se stressato ai limiti delle sue possibilità.
    La prima caratteristica sembrava molto attutita nelle versioni sd14 (ma anche dp1s e dp2), la seconda, sconosciuta alle sd9 e sd10, era la caratteristica della sd 14. Insomma Sigma sembra aver fatto filotto, ma dalla parte sbagliata.
    Questo probabilmente spiega il salto della quaglia preannunciato con la sd1 con sensore di dimensioni standard e nuova architettura. La triplicazione degli Mp fa addirittura pensare che abbia qualcosa in comune coi sensori Bayer. Comunque vedremo.
    Un fotografo anche dilettante non può non avere nel suo equipaggiamento un sensore Foveon, ma allo stesso tempo non può avere soltanto quello.

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    1. Capitano, riguardo alla ipersensibilità al rosso non vorrei che questa sia determinata dal fatto che durante la conversione con Photo Pro ho usato il profilo ritratto. Proverò a rifarle con il profilo standard o normale e a vedere cosa succede.
      Ciao, Francesco

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  6. Grazie mille per tutto il lavoro che fai Francesco!!!da quando sono finito su questo sito ogni articolo è stato per me illuminante!! cmq volevo chiedervi se secondo voi per un pischellino che vorrebbe convertirsi al digitale (per ora faccio ancora danni armato di una om-10 e un libro di giulio forti…)il foveon è un sensore adatto. E’ forse troppo specifico per ritratti e macro? o sarebbe meglio partire da un Cmos? o forse non ho ancora capito nulla?? 🙂 Grazie ancora!!

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    1. Lorenzo,
      il Foveon è un sensore particolare che da ottimi risultati nella resa dei colori e nella risolvenza, ma non altrettanto alle alte sensibilità.
      Sicuramente una Sigma con foveon può anche essere adatta per iniziare, tenendo appunto presente la limitazione detta per le foto in poca luce. Dal punto di vista pratico infatti non cambia nulla.
      Ciao, Francesco

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  7. Salve Francesco, guardando le tue foto scattate con SD15 noto una leggera deriva verso i toni verdi già sui 400 iso e diventa consistente sugli 800… Mi riferisco al viso della ragazza, zona mento e contorno bocca e, soprattutto, ai capelli. Mi sbaglio? L’unica cosa sulla quale non si discute è la qualità del dettaglio, ma per i colori credo convenga aspettare la SD1 e sperare in qualcosa di meglio…

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    1. Quello delle dominanti è un tormento per tutti, e non di rado dipende dalla regolazione del proprio monitor. Mi capita di essere pienamente soddisfatto di un risultato sul pc da cui scrivo adesso e dover correggere diverse cose quando mi sposto sul Mac.
      In ogni caso se vedi una dominante, in sede di conversione del Raw in Jpeg la puoi correggere con estrema facilità.
      Voi che siete giovani vedrete certamente la sd1.

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    2. Leonardo, sto provando a convertire i raw con regolazioni diverse da quelle usate per vedere se è possibile migliorare le foto.
      Ciao, francesco

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  8. Aggiungo che gli 800 iso sono davvero il limite massimo per il Foveon, meglio fermarsi a 400 (l’ideale, almeno per la vecchia ma sempre valida sd10 e le dp1x e dp2, sono i 200 iso).

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  9. Interessante l’articolo, ma credo che le foto non rendano giustizia alla fotocamera. Lasciano piu’ dubbi che certezze. Sarei curioso di conoscere anche le prestazioni di velocità autofocus delle camere Sigma.. Grazie, saluti

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    1. Emilio, ho rielaborato le foto lavorando un po’ con i parametri di conversione ed ho ottenuto risultati migliori. Per provare l’AF e le altre funzioni dovrei avere una SD15 disponibile, ma per il momento non è così.
      Ciao, Francesco

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  10. Sono un professionista, provengo dall’analogico, e lavoro con diversi apparecchi compreso la SD15. Faccio paesaggio ed architettura oltre alla riproduzione di opere d’arte: ottimi file raw sempre a sensibilità non superiori a ISO 200; post-produzione, per migliorare la resa cromatica (sono molto pignolo e lavoro con le scale colore), con Photoshop. Praticamente la resa è avvicinabile a quella di una buona pellicola negacolor formato 120 di media sensibilità. Sicuramente con la nuova ammiraglia Sigma, i “difetti” (non gravissimi se paragonati ad altre macchine) del Foveon scompariranno ma con la cifra che si dovrà sborsare quasi quasi un professionista o semi-pro potrebbe optare per un dorso da medio formato (e nell’usato ora si trovano ottimi corpi macchina 6×4,5 e oltre a prezzi modici).

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  11. Ciao Francesco,
    da qualche tempo mi sto guardando in giro per decidermi a prendere una reflex digitale… mi piace fotografare un po’ tutto… in particolare ambiente, natura e quando capita animali, e soprattutto i miei piccoli figli… guardandomi in giro ho trovato la SD15 nuova a prezzi accettabili (circa 750-800e)… secondo il tuo parere potrebbe essere una scelta valida o conviene rimanere su altri marchi più diffusi e istituzionalizzati – sempre più o meno con questo budget?
    Inoltre, scusandomi per l’ignoranza, ti chiedo se questo marchio offra una discreta scelta di lenti

    Grazie ancora e complimenti per il bel sito
    ciao Massimo

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    1. il sensore foveon da il meglio di sè a bassi ISO e in questo senso sicuramente risponde a obiettivi come natura e paesaggi, tuttavia non ha un’altissima flessibilità nell’uso di alti ISO che potrebbero servirti per scatti veloci in casa mentre riprendi i figli

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    2. Massimo,
      le reflex e compatte Sigma sono macchine molto particolari. Infatti montano, a differenza di tutte le altre, un sensore Foveon che è in grado di registrare per ogni pixel le informazioni per i tre colori e che non richiede un filtro anti alias che limita la risoluzione. Questo si traduce in pratica in una risoluzione delle foto superiore a quella delle digitali tradizionali a parità di Mpx. La SD15 che ha quindi 4,7 Mpx per tre strati equivale come risoluzione ad una reflex tradizionale con 8-9 Mpx. Inoltre la resa dei colori del sensore Foveon è molto naturale e migliore di quella degli altri sensori. Il suo limite sono le alte sensibilità. La SD15 non va oltre i 3200 Iso, ma già a 1600 l’immagine comincia ad avere alterazioni di colori, quindi è meglio non superare questa sensibilità.
      Le loro qualità si esprimono particolarmente nelle foto di paesaggio, natura, ritratti, macro.
      Le Sigma non ammettono mezze misure: o la loro resa piace moltissimo o non piace per niente.
      La SD15 è una reflex valida e ben costruita, robusta e di facile uso e la sua qualità d’immagine fino ad 800 Iso è ottima, con i 1600 da tenere solo per emergenza. Il corredo obiettivi è ampio e comprende tutte le ottiche Sigma disponibili anche per altri innesti. Il prezzo che hai trovato con l’obiettivo Sigma 18-125 OS è conveniente.
      Viste le caratteristiche di questa reflex però prima di acquistarla sarebbe opportuno provarla e vedere se la sua particolare qualità d’immagine e le altre caratteristiche ti piacciono e vanno bene per il tuo modo di fotografare e per i generi di foto che ti interessano.
      Come alternativa, se la Sigma non dovesse convincerti, ti suggerisco la Nikon D5100 con il Nikon 18-105 VR che più o meno costa una cifra analoga.
      Ciao, Francesco

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  12. Le foto postate non mi sembrano di certo straordinarie se devo essere sincero.
    Le alternative a questa fotocamera sono tantissime, non vedo alcun motivo per cui possa convenire acquistare questa macchina, piuttosto che una Nikon/Canon con un discreto obiettivo.

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    1. Foveon: o lo ami o lo odi. Sono un professionista e uso Sigma SD15 da poco, più che altro per curiosità, ma dopo i primi deludenti risultati, ho cominciato a capire come potevo ottenere quei risultati che tanto hanno fatto parlare ottimamente di questo sensore (ad esempio effettuare la misurazione “spot” piuttosto che “average” o “ponderata” oppure come ricavare dal raw un tiff di elevate dimensioni senza la comparsa di artefatti). Credo che l’approccio migliore alla SD15, ma ora anche alla SD1, sia quello di dimenticarsi d’avere per le mani una digitale e lavorare come se si fosse in analogico. Per abitudine utilizzo un esposimetro esterno (spesso uso vecchie ottiche manuali) ed applico il sistema zonale (faccio prevalentemente fotografie di paesaggio, paesaggio urbano, architettura e scultura), non supero mai i 100 ISO; nella fotografia notturna, sempre a basse sensibilità, applico la tecnica della media delle immagini per far scomparire il rumore. Come obiettivi monto i vecchi gloriosi rasoi Zeiss ddr e Pentacon. Sono abituato al banco ottico e al confronto operare così per me è già essere speedy. Quelle che ottengo, soprattutto bianchi e neri, sono fotografie da pellicola che finora neppure l’altra digitale, una Nikon D800e, mi ha reso meglio; certo, con la D800 posso ottenere ingrandimenti più elevati, ma non ho il “senso” della pellicola, quella “rotondità”, quell’effetto di profondità chiaroscurale che mi davano emulsioni come Plus-x o FP4 trattate in Microdol-x 1:3. Sconsiglio vivamente la SD15 a chi vuole fare del reportage, fotografia sportiva o anche solo come macchina tuttofare amatoriale. Si lavora in RAW, utilizzando poi il suo specifico programma di conversione o trasformando il raw nativo in DNG per trattarlo con il gratuito e formidabile Raw Therapee (sconsiglio ACR). Chiaramente con calma, senza fretta, come in camera oscura.

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